il mare era d'argento e la luna m'ispirava comprensione.s.m.: "a life shot in black and white, stares me down, take me where, and like doves we won't leave never
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ma guarda, riderci su è l'unica cosa che mi salva dal delirio.
cabina di poppa a babordo [sai, io uso la nomenclatura francese, io]. da solo. cesso mio. solo mio. tutto mio. stavo largo come un ragazzetto in milly d'abbraccio.
allora urlerei tutta la solitudine del cammino percorso
Mi veniva da dirti, no, questo va fatto prima che il peso di quella solitudine lì faccia massa troppo pesante nelle arterie e sul fondo dello stomaco, non va fatto alla fine come ultimo atto. Che bisogna liberarne un po'per volta, che tanto esce sempre arrochito il respiro quando inizi a urlare, coem il motore di una 127 che non supera mai i 70, che non va bene che essa, lei, si incrosti come la ruggine alle pareti dentro di te.
Poi è meglio che stia zitta, perchè da quando ho iniziato io, ad accumularmela come un fondo pensione in fondo all'anima non sono mai riuscita (non ho mai voluto, in realtà) a sutarne fuori nemmeno un boccone. Devo stare zitta e dirti che fai bene, che è giusto così. Che solo alla fine rovescerà fuori tutto in una volta, che adesso fa peso dentro e che serve per essere stabili, questo peso.
Ti voglio bene brutto muso. E' bene che tu sappia, ti sono spesso vicina anche da lontano più di quanto tu ti accorga.
sei ispiratissimo ultimamente. sono in labile equilibrio tra l'essere triste perché la vta non è abbastanza leggera da distrarti o essere grata di quello che ne sta uscendo fuori.
non lo metto in dubbio, anzi, i problemi iniziano quando non ce l'hai più, secondo me. tra una scopata e l'altra, noi ci siamo a leggerti con immensa gioia, ecco.
Comments 16
smacchete.
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Sapessi...
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non avevi la cabina? occupata anche la dinette?
vabbe' scusa. battuta. idiota, per giunta.
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cabina di poppa a babordo [sai, io uso la nomenclatura francese, io]. da solo. cesso mio. solo mio. tutto mio. stavo largo come un ragazzetto in milly d'abbraccio.
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E.
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allora urlerei tutta la solitudine del cammino percorso
Mi veniva da dirti, no, questo va fatto prima che il peso di quella solitudine lì faccia massa troppo pesante nelle arterie e sul fondo dello stomaco, non va fatto alla fine come ultimo atto. Che bisogna liberarne un po'per volta, che tanto esce sempre arrochito il respiro quando inizi a urlare, coem il motore di una 127 che non supera mai i 70, che non va bene che essa, lei, si incrosti come la ruggine alle pareti dentro di te.
Poi è meglio che stia zitta, perchè da quando ho iniziato io, ad accumularmela come un fondo pensione in fondo all'anima non sono mai riuscita (non ho mai voluto, in realtà) a sutarne fuori nemmeno un boccone. Devo stare zitta e dirti che fai bene, che è giusto così. Che solo alla fine rovescerà fuori tutto in una volta, che adesso fa peso dentro e che serve per essere stabili, questo peso.
Ti voglio bene brutto muso.
E' bene che tu sappia, ti sono spesso vicina anche da lontano più di quanto tu ti accorga.
M.
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non lo so.
sai che è? è che purtroppo siamo dei dannati dilettanti della vita, e quando avremo cominciato a capirci qualcosa sarà fottutamente tardi.
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tra una scopata e l'altra, noi ci siamo a leggerti con immensa gioia, ecco.
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