Lamentele e discorsi senza capo ne coda.

May 18, 2009 01:29


Se non scrivo non si dorme stasera, e domani avrò una giornatina intensa.

Parlare mi costa parecchia fatica. Parlare di tutto quello che va oltre le frasi ovvie, le indicazioni pratiche, i riassunti, i resoconti, i commenti quotidiani…. Questo non vuol dire che in questi casi io sono assente mentre la bocca va; vuol dire semplicemente che in questi casi le parole mi vengono.
Per tutto il resto (esprimere le mie impressioni, ragionare su un libro, dare consigli, descrivere un problema, trasmettere un’emozione…) faccio non solo fatica a parlare, ma anche a pensare.
Lasciamo stare che sono in un momento in cui ipoteticamente dovrei discutere di un progetto di tesi con il professore, o almeno mettermi nell’ordine di idee di doverlo fare.

Al momento mi preme molto di più non riuscire a discutere di Inghilterra.

Lasciamo anche stare gli esami, che tanto la figura di merda ci sarà cmq, e per quanto ogni volta non sia facile da superare, dall’ultimo esame sento che ho cominciato a uscirne meglio (poi dopo una settimana mi brucia ancora e vado in escandescenze, ma in ogni caso mi recupero meglio di prima).

Certo che se non trasformassero di botto uno scritto di giapponese in un orale (e già qui... i patti non erano questi) 1. in videoconferenza 2. in giapponese moderno 3. sul giapponese classico, io la prenderei un po' più rilassata, insomma.

Comincio a non avere più voglia di andare dalla psicologa perché mi tocca parlare. Se c’è una cosa che sta facendo veramente bene alla mia persona è l’andare dalla psicologa. E’ un massacro emotivo, è complicato, è “scomodo”, ma porca miseria se non sto iniziando a sbloccarmi. È un percorso che durerà negli anni molto oltre la fine delle sedute e senza risultato fisso (non siamo mica delle monadi fatte con lo stampino); lo avevo già iniziato prima di decidere di chiedere un colloquio, ma ci sono cose che da sola non affronterei mai.
Tutto questo “ miglioramento”da fuori non si vede, parlo persino peggio, ma c’è.

E tutti i libri che studio mi aiutano un sacco.

Penso che leggere un libro e mantenerlo a livello astratto sia piuttosto inutile. Ci sono sempre degli insegnamenti, degli stimoli, degli specchi su cui si può riflettere, o che (mettendola meno razionale e logica) “rispondono”. Questo vale che sia un trattato, un romanzo, una fanfic, un telefilm (e non sto dicendo niente di nuovo)… ovviamente non lo schifo medio che passa, bisogna avere un minimo di discernimento.
Forse per questo non riesco a scrivere fanfic (…tra i tanti motivi), forse sono troppo legata a me per far parlare un personaggio a meno che non mi rispecchi.
Boh, cmq sto divagando.
Fermo restando che non c’è un modello a cui dovrei uniformarmi, che la mia vita non fa schifo, e che vado bene come sono (anche senza dover fare le mille cose che sento di dover fare), mi piacerebbe sviluppare un po’ di più il senso della misura. Tipo col cibo. La dieta ha aiutato parecchio, ma sono ancora troppo rigida per un verso o per l’altro, e mangiare eccessivamente cibi che non fanno ingrassare non insegna a regolarsi, è solo una scappatoia. Poi finisco con lo stare sotto regime stretto per tre giorni (riuscendoci), ma poi mangio troppo liberamente i successivi tre, e sono esattamente al peso di partenza. Chessipuò fare una vita così?

...mph, tutto questo rantolamento perché devo rispondere a un’email ”emotivamente pregna” di mia mamma ed è da una settimana che posticipo la cosa.

Però sarebbe bello trovare un Maestro con cui intraprendere la Via… ma alla via di conoscenza ci penso io. Primo requisito: una via che non porti a vedere tutto schifo. E sarebbe meglio una Maestra. I libri possono arrivare fino a un certo punto, dopo un po’ ti servono le persone vive.
Ma poi bisognerebbe parlarci. Uffa.

growing up, everyday life

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