ùChe palle che palle che palle. Non ne posso più di ricopiare appunti su manifesti pubblicitari jp che si possono riassumere TUTTI in cinque-sei concetti, combinati variamente a seconda dei casi, ovvero:
1. masse di colore piattamente campite, definiscono le forme senza bisogno di tracciare contorni (questa si applica a circa il 90% delle immagini, che ci sia un soggetto reale, un disegno stilizzato, una macchia di colore indefinita)
2. contrasti colori caldi/freddi (i colori quelli sono),
3. richiamo alla tradizione (grazie, se vedo una donna in kimono ci arrivo anch'io che c'è il richiamo alla tradizione. idem per le maschere del teatro No e le vedute del monte Fuji)
4. composizione geometrica ed equilibrata (applicabile per qualsiasi cosa, basta che ci siano delle macchie su un foglio)
5. elementi della composizione in contrasto o contrapposizione (idem come sopra).
5. il modo in cui viene espresso il messaggio è indicativo (cioè se è scritto in jp kanji, è per gli intellettuali, se c'è anche l'hiragana è per gli spiriti semplici, se in katakana e/o romaji è d'impatto, se è in inglese è internazionale. Per questo ci voleva proprio la spiegazione... CI ARRIVO ANCH'IO che se è in inglese vuol dire che si degnano di rivolgersi anche agli "estranei", se proprio ho dei dubbi ragiono un secondino e scopro che c'è quantomeno la sottile probabilità che gli estranei lo capiscano l'inglese)
POI, o è serigrafia o è offset. Se ci si trova a corto di espressioni, "optical art" e "stile rimpa" buttati lì fanno sempre una bella figura. Altrimenti è "stile manga", comprendente TUTTO quello che gli studiosi dell'Arte non riescono assolutamente a capire ma non possono buttare nella rumenta perchè trattasi sempre di opere dei Grandi Designer da loro osannati e riveriti (giusto per la cronaca, con i manga non ci ha proprio niente a che spartire).
Le vite degli artisti per parte loro sono:
nasce a ..., studia a ..., si laurea a ..., lavora presso ..., apre il proprio studio nel ..., ha la sua prima mostra il ..., si occupa di ...., fa parte della Jagda. Punto. O non pensa, o quello che pensa non è stato reputato degno di spiegazione, o lo si considera già saputo. Oppure (e il dubbio che sia così non me lo tolgo dalla testa, considerato come dev'essere di ampie vedute l'ambiente) indicare qualsiasi influenza sull'autore che non sia l'influenza dei Grandi non è concesso, bsigona che siano tutti Puri e Originali e Primi.
E per mio puntiglio personale: far notare il fatto che i designer sono tutti uomini (tranne una, e già qui ci sarebbe da discutere) e prendono da un immaginario prettamente maschile amplierebbe decisamente la qualità dell'analisi, (e ci eviteremmo un sacco di infarfallamenti inutili). Alcune cose non sono arte, sono porngrafia ben mascherata. E la scelta di inserire una donna occidentale piuttosto che una jp ha un peso diverso. Anche la scelta di inserire un uomo occidentale piuttosto che uno jp è da indagare, ma nessuno sembra si sia preoccupato di farlo.
Insomma, già ho poca sopportazione per l'arte di mio (mi secca, ma è così), in più sono manifesti pubblicitari, quindi non so quanto alla fine si riesca a cavarne fuori a livello di pensiero, ma qui si sfiora il ridicolo. Una spiegazione più inutile dell'altra. Pure sulle immagini che mi piacciono, non riesco a trovare niente di veramente interessante da dire. Ma ci sarà di più no?