Oggi al lavoro è stata una giornata allucinante.
È da martedì che lavoro al museo civico: ho una traduzione in giapponese e una in inglese come compito fisso (e qui sono contenta che non mi paghino, pensare che i miei errori potrebbero essere perfino pagati mi duplicherebbe l’ansia), e poi quando l'addetta all’assistenza clienti si assenta mi pianto alla sua scrivania e rispondo al telefono (oggi per la prima volta sono riuscita a dirottare le chiamate negli uffici giusti senza far casino^^), stacco i biglietti se viene gente, e controllo il quadro delle telecamere (una palla, ma qlc deve pur stare lì per aprire il cancello ai visitatori desiderosi di cultura), e poi svolgo piccoli lavoretti tipo riordinare schede, e un po’ di editing (niente come il primissimo piano di una cornice scorticata e mangiucchiata da non-voglio-sapere-cosa in attesa del restauro ti fa capire l’impermanenza delle cose di questo mondo….niente come il primissimo piano di suddetta cornice dopo il restauro ti fa capire che se ci sbattiamo COSI’ tanto è perché c’è un GRAN motivo dietro).
Cmq dicevamo, stamattina è stata una giornata allucinante. Stavo cercando di installare il mio dizionario di inglese sul primo pc disponibile, ero appena reduce da una telefonata (ho già detto che il telefono mi crea problemi?), e porconavo mentalmente dietro a chi aveva scritto la presentazione da tradurre (invece di fare un discorso PIANO E COMPRENSIBILE, il Manzoni Incompreso ha pensato bene di lanciarsi in vezzi sintattici per rendere più aulico il discorso… guarda che anche se è Arte, anzi "magari" proprio per questo, l’obbiettivo è farla apprezzare, non tirarcela, ne?), quando arriva questa coppia di australiani che vuole parlare con la responsabile.
Loro non parlano una parola di italiano, e la responsabile sa solo il francese. E qui vengo tirata in ballo io.
La conversazione verteva intorno a una loro remota parentela con una famiglia nobile di Sanremo: ovviamente proprio il membro di cui non si sa nulla pensò bene nel ’600 di partire e metter su famiglia con la bis-bisnonna della signora australiana, senza farlo sapere ai suoi (che cmq non avrebbero apprezzato la cosa) e poi di sparire (o muore? non si capisce). Cmq la donnina si era raccolta pazientemente tutti i certificati e i documenti dell’epoca che poteva, e ora era qui per sapere se noi potevamo completare la storia, e domani partirà per Londra per cercare anche lì. Intervallando il tutto con una bella vacanza in Francia assieme al marito.
I miei problemi sono stati:
1. non sono abituata a fare una traduzione simultanea così su due piedi. Mi serve un cicinin di tempo, ecco. Il fatto che aspettassi che finissero di parlare per riassumere il tutto alla responsabile potrebbe averla un po’ innervosita all’inizio (poi le ho spiegato che se non capivo l’intera frase non potevo tradurre). Il fatto che lei mi chiedesse parole volanti da tradurre immediatamente ha un po’ innervosito me (che anche se non so il termine specifico, nel momento in cui so la frase intera posso rigirarmela e far capire uguale…e poi insomma, “cimeli garibaldini” non rientra nel mio vocabolario standard).
2. Io non sapevo assolutamente nulla della storia della famiglia in questione, né delle opere e delle mostre collegate, e i nomi dei membri e cose così, e quindi ci ho messo un po’ a tirare fuori i termini base dal discorso dell’australiana (un nuovo modo di mangiarsi le parole che non conoscevo) e non ero sicura di pronunciarli bene IN ITALIANO.
3. Nel frattempo stavo saltellando nell’altra stanza per fare le fotocopie dei vari documenti, e tornando mi è rimasta la maniglia della porta in mano… provo a incastrarla in corsa, mi rimane di nuovo in mano, allora la mollo su un tavolino un po’ nascosta e riprendo la mia postazione con disinvoltura. (… questo perché siamo in un palazzo in cui non si possono aprire le persiane altrimenti crollano--__--)
Cmq ce l’abbiamo fatta. Poi la responsabile propone loro di visitare il museo, guardandomi con aria sicura (“ci pensi tu vero?”), al che faccio subito notare che NON SO NULLA DI ARTE, quindi ha chiamato la Clara che fa la guida, e abbiamo iniziato questo simpatico tandem: lei spiegava fin dove riusciva, poi mi riassumeva brevemente il resto e io traducevo. CircaXD (Al punto “gli affreschi sul soffitto risalgono al…” c’è stata questa fantastica scena: né io né la clara ci ricordavamo come si diceva “soffitto”, io guardo la coppia, indico il pavimento e dico “questo si dice -floor-,” e poi indico il soffitto “…e quello si dice?”. Sono commossa dalla mia capacità di salvarmi la vita tralasciando la dignità^^__^^).
Alla fine i signori sono stati contentissimi che io fossi lì (un po’ lo sono stata anch’io per loro, sinceramente; mi sa che purtroppo per me sono quella che parla meglio l’inglese lì dentro. Il che è tutto dire, considerata la mia fantastica pronuncia--____--).
SPERO solo che non mi capiti la stessa sorpresa con dei giapponesi. SO che girano comitive a DOLCEACQUA (wtf?), quindi NON POSSO ESCLUDERLO, ma non riuscirei assolutamente a barcamenarmela come mi è riuscito oggi.
E ora torno alla mia bibliografia.