L'ombra del vento - Scorpione - 154 parole
Milo guardò fuori dalla finestra e sospirò con aria depressa.
Era una splendida giornata di sole, aveva appena messo lo smalto e, cosa più rara che mai, era riuscito a non rovinarlo, né a sbavare mentre lo passava con cura. Certo sarebbe dovuto essere felice, era primavera, le dodici case erano in pace, la casa dello Scorpione era illuminata dalla delicata luce del sole che scaldava la sua pelle abbronzata con un abbraccio. Eppure c’era qualcosa, che non avrebbe saputo definire, che lo spingeva a guardare con malinconia fuori dalla finestra, pensando a un tempo lontano, forse - sicuramente, più felice in cui non era stato solo a godere di quella brezza leggera.
Sospirò piano, e per un secondo gli sembrò di percepire i capelli di Camus a sfiorargli il viso. Sbatte le palpebre e sorrise mestamente, la casa dello scorpione era vuota e lui, come da troppo tempo a quella parte, era solo.
L'amore e la morte - Aquario - 250 parole
L’amore e la morte sono due facce della stessa medaglia. Camus l’ha imparato con il tempo, e con il dolore che la consapevolezza di chi ha vissuto entrambi ha raggiunto. Certo il cavaliere dell’Aquario questa consapevolezza non l’ha mai voluta; non ha mai chiesto a nessuno di innamorarsi, anzi ha sempre fatto del suo meglio per rifuggire i sentimenti. Forse vittima di un destino beffardo, soggetto agli sbalzi anaffettivi tipici del suo segno, Camus ha sempre trovato più facile allontanarle, le persone, piuttosto che star loro vicino e accettare quell’insieme di emozioni senza senso nè logica. Eppure Milo era riuscito a penetrare senza difficoltà quegli spessi strati di ghiaccio che aveva alzato attorno a sé - non era un caso se la casa dell’Aquario era così fredda: era voluto che riflettesse il gelo che Camus voleva trasmettere a chi gli stava intorno. Così che nessuno si potesse avvicinare.
Certo, nella sua vita non aveva tenuto conto del carattere testardo di Milo, nè del suo modo di fare fin troppo positivo; Milo era come un sole, in grado di sciogliere persino una persona algida come Camus.
E il cavaliere dell’Aquario con il tempo si era fatto più docile, più gentile e aveva ceduto a quel sorriso beffardo e all’ironia sottile del compagno di infanzia, e di vita. Poi era arrivata la morte e con essa la consapevolezza che ogni cosa bella aveva una fine.
E, anche se non era proprio così, Camus sapeva che nulla mai più sarebbe stato come prima.
Il tarlo del dubbio - Capricorno - 177 parole
Shura del Capricorno era sempre stato un uomo orgoglioso.
Come piaceva ricordare a qualcuno dei suoi amici - quello che con grazia e spiccato buon gusto aveva decorato la casa con le facce dei morti: “Vedi che Atena ti ha solo dato una spada, non te l’ha mica fatto d’oro”.
Eppure a Shura piaceva l’idea che la sacra spada di Excalibur gli fosse stata donata in virtù di qualche preziosa e nascosta dote, e no, non come diceva Death Mask una dote legata alle dimensioni del suo pene, quanto più alla grandezza del suo cuore.
C’erano delle volte, però, in cui il sottile quanto fastidioso tarlo del dubbio si insinuava vigliacco nel retro della sua mente, riportando a galla ricordi, forse sensazioni di qualcosa a cui aveva assistito e che non aveva fatto niente per fermare. In quei giorni qualcosa scattava nel suo cuore e Shura, solitamente così sicuro di sé, inizia a domandarsi se davvero si meritasse di indossare quell’armatura dorata.
Un giorno, forse, Atena gli avrebbe risposto (possibilmente senza usare le parole di Death Mask).