Fandom: Frozen
Prompt: LOOP TEMPORALE/MEMORY LOSS
Parole: 630
Note: canon compliant, week 6 - M4
Hans bacia Anna tra i saloni di Arendelle e non riesce a credere che tra poco tutto quello che ha di fronte sarà suo. La principessa sorride e gli accarezza il viso, promettendogli un furuto insieme e Hans vorrebbe davvero crederle, una parte di lui vorrebbe cedere a quella sensazione di calore che prova in fondo a un core che aveva nascosto dietro strati di difese. La distanza che vorrebbe mantenere da lei si fa più sottile ad ogni parola che Anna pronuncia a il principe delle Isole del Sud non sa se sia perché un po’ gli piace davvero o per la magia che aleggia per tutto il castello - nemmeno lui può negare che Arendelle sia un luogo misterioso, quasi onirico.
Anna si aggrappa a lui e ride, scivola insieme a lui nei corridoi incerati del castello, canta insieme a lui, e Hans sente di amarla almeno un pochino. Sente che quella potrebbe essere la strada giusta per essere felice, che forse potrebbe lasciar perdere il piano che ha ordito insieme ai suoi fratelli e per una volta essere semplicemente sé stesso. Ci pensa davvero, ci pensa nel momento in cui si rende conto di tenerci ad Anna, nel momento in cui si rende conto che il suo sorriso gli scalda il cuore e l fa battere più forte.
Ma al momento di dimostrare che quella decisione può prenderla, che ha il coraggio per essere sé stesso, Hans fallisce.
«Solo un atto di vero amore può salvarmi» gli dice Anna, guardandolo con occhi pieni di speranza, di fiducia.
«Il bacio del vero amore...» e forse è quello che lo destabilizza così tanto, il pensiero che in fondo lui ha sempre finto, che non può essere il vero amore di Anna, che è tutta una finzione e se la bacerà lei se ne renderà conto. Quindi si blocca «Oh Anna, se solo qualcuno ti amasse davvero».
Ed è in quel momento che qualcosa dentro di lui si rompe.
Hans non lo sa, ma è il suo cuore.
Riapre gli occhi, aspettandosi di sentire sotto il sè il freddo del pavimento della cella, ma non trova nulla di tutto questo. Solo il calore della coperta del suo letto.
Si guarda attorno riconoscendo piano i contorni della sua stanza e capisce di essere di nuovo ad Arendelle. Di nuovo da Anna. Sceglie di rifare tutto esattamente nello stesso modo, e fallisce di nuovo.
Quando succede di nuovo ci vuole un attimo nel suo cuore per capire cosa fare, per capire come muoversi questa volta. In fondo, pensa cos’ha da perdere?
Questa volta quando Anna lo guarda con gli stessi occhi pieni di fiducia con cui lo aveva guardato la prima volta Hans si china verso di lei, le prende il viso tra le mani e la bacia così a lungo che sente mancargli il fiato.
Il mondo smette di girare, anche se solo per un istante, ma quando riapre gli occhi Anna è di fronte a lui con i capelli nuovamente aranciati e la carnagione rosea, respira di nuovo regolarmente e lo guarda come se fosse la prima volta che lo vede. E forse è così.
«Tu… chi cavolo sei?» gli domanda allontanandosi leggermente.
Hans fa un passo indietro improvvisamente ferito, senza sapere come replicare.
«Anna io...»
«Come sei entrato qui?»
«Non ti ricordi di me?»
«Dovrei forse?»
Ed è in quel momento che la percepisce, la voce nel retro della sua testa, quel sussurro che la prima volta l’ha spinto con così tanta convinzione a non baciarla.
Lo sai no, gli sta dicendo, non c’è alcun motivo per cui dovrebbe ricordarsi di te. Non pensavi mica che il perdono fosse così semplice? Che la felicità fosse così semplice?
E forse la voce ha ragione, forse questa è la sua punizione.
Fandom: Guild Wars 2
Prompt: LOOP TEMPORALE/POST APOCALYPTIC
Parole: 307
Note: zombie!AU, week 6 - M4
Si svegliò con il cuore in gola, afferrando con forza il lenzuolo e stringendolo tra le dita sottili.
La sua mano scivolò rapida sulla sponda opposta del letto, alla ricerca del calore di quel corpo caldo che sapeva avrebbe trovato lì. Sfiorò appena il profilo dei fianchi, per fermarsi sul braccio, artigliandolo con forza insolita.
«Va tutto bene, Eileen?»
Il Commander scosse il capo, lasciando la presa e portandosi le mani al viso, nascondendo gli occhi dietro le dita candide; Traeharne le passò le dita sulla schiena nuda, senza dire una parola. La conosceva abbastanza da sapere che quando era così scossa non c’era verso di farsi dire quale fosse il problema.
«Eileen?»
«Che giorno… Che giorno è?» domandò sommessamente.
«È il 27, ti senti bene? Hai aspettato questa giornata per mesi, la...»
«La missione di soccorso all’oasi, lo so» borbottò piano.
Che sarà un insuccesso, gli zombie ci accerchieranno mentre proviamo ad entrare nella piramide e tu morirai, di nuovo, aggiunse tra sé cercando di non scoppiare a piangere.
Traeharne si mise a sedere e l’attirò a sé, passandole una mano oltre la vita sottile, sugli addominali scolpiti.
«Va tutto bene, Commander, abbiamo pianificato ogni cosa nei minimi dettagli»
«Ma non abbiamo pianificato un tradimento...» mormorò piano la sua compagna, girandosi verso di lui con gli occhi lucidi.
Nella sua mente ancora viva l’immagine di Scarlet che apriva le porte del bunker, mentre i suoi complici indirizzavano gli zombie dalla città fino alla piramide.
Sentiva la sua risata fredda mentre le diceva che questa era la fine, mentre la faceva guardare mentre lui veniva circondato e restava senza nessuna via di fuga.
Quante volte aveva vissuto quel loop senza via di uscita oramai?
«Eileen che cosa stai dicendo?»
«Traeharne, ti ho mai mentito?»
Il Sylvari scosse il capo.
«Ti fidi di me?»
«Ciecamente»
«Allora ascoltami attentamente».
Fandom: Avatar - The legend of Korra
Prompt: Mors est ianua vitae (La morte è la porta della vita)
Parole: 142
Note: canon compliant, introspettivo, Week 6 - M5
Ci sono individui, forze che trascendono la comprensione umana, anche per coloro che hanno trascorso anni della loro esistenza a cercare di comprenderle. L’essenza dell’Avatar era questo per lui, e Zaheer lo aveva accettato.
Aveva rischiato, mettendo in gioco ogni cosa e aveva perso, aveva imparato che esistono poteri che non hanno limiti, che era in grado di non avere nessun legame terreno, e che la morte era la porta della vita.
Glielo aveva insegnato P’Li quando si era spenta davanti ai suoi occhi regalandogli, con la sua morte, la facoltà di librarsi in aria, di entrare nel vuoto; glielo aveva insegnato Korra che in qualche modo era morta, ma non era davvero sparita, che era riuscita a sopravvivere e a trascendere e a trovare una forza che non pensava di avere nel momento in cui aveva accettato quello che era stato.
Fandom: Kipo and the Age of Wonderbeasts
Prompt: Sic transit gloria mundi (Così passa la gloria del mondo; in senso lato: "come sono effimere le cose del mondo!")
Parole:
Note: canon compliant, week 6 - M5
«Beh, però pensaci un attimo Kipo, una volta questa era una città pazzesca!» Benson sta quasi urlando, indicando forsennatamente tutto quello che lo circonda «Tipo quella roba là, chissà a che cosa serviva. E poi pensaci adesso abbiamo gatti giganti che arrivano correndo se apri una scatoletta di tonno, ma immagina come doveva essere il mondo prima!»
«Effimero» borbotta Wolf, agitandogli sotto il naso la sua coda di scorpione «E tu stai facendo troppo rumore»
«Ma insomma, Wolf, smettila di sminuire tutto! Capisco che ti facciano schifo gli assembramenti di persone, i mutanti, le emozioni, avere degli amici, praticamente qualsiasi cosa, ma puoi solo per un secondo fermarti e ammirare quella...» Benson le prese la testa tra le mani ruotandola per farle ammirare un’immensa costruzione che nemmeno lui sapeva bene identificare «quella cosa! Pensa a chi l’ha costruita, che ingegno!»
«Fallo di nuovo e sei morto! E comunque, sai che roba. Ora è tutto distrutto...» sbraita Wolf, allontanandosi con aria stizzita dopo esserselo scrollato di dosso.
Kipo sorrise appena, osservando il gigantesco palazzo di vetro che si stagliava immenso verso l’alto, sospirò seguendo gli altri, mentre dentro di sé udiva ancora una volta la voce di suo padre mentre le ripeteva, fissandola con affetto: «L’umanità ha fatto grandi cose Kipo, ha costruito monumenti e palazzi, levandosi verso il cielo, e ora è qui, costretta a vivere sottoterra. Non dimenticare mai di quanto è effimero ciò che ti circonda, tutto può cambiare in istante, la nostra unica ricchezza sono le persone che amiamo!»
Fissa Wolf e Benson e quello strano quanto insolito gruppo che da qualche tempo la accompagna ovunque. Suo padre ha sempre avuto ragione.
Fandom: TV Italiana
Prompt: Manus manum lavat - Una mano lava l’altra
Parole: 425
Note: sono una cogliona, perdonatemi davvero, week 6 - M5
“No, allora, adesso ti spiego come ti fa. Ehi, tu, sì proprio tu, mi stai ascoltando? Ho detto che ti spiego come si fa, dammi retta cinque minuti, poi ti lascio andare a fare… non lo so, quello che fai di solito quando sei a casa da solo. Onanismo, immagino, visto che sei un po’ uno sfigato”.
“Perché tu lo sappia, non è una cosa molto carina da dire, Barbara…”
“Se avessi voluto l’opinione non richiesta di un uomo bianco eterosessuale di mezza età avrei richiamato Sgarbi. Così. Per dire. Comunque, cosa stavo dicendo? Ah già. Ecco vedi queste? Sono mani, ognuna ha cinque dita e-”
“Sei seria?”
“Sta zitto e ascolta. Mi raccomando, riprendi tutto. Allora dicevo, oggi vi insegno come ci si lava le mani! Prima di tutto ve le dovete lavare per un minuto, no che le passate sotto l’acqua per tre secondi e poi le agitate davanti a vostra madre urlando ‘guarda come sono bravo che ho il pollice opponibile e so aprire il rubinetto’. Ora ve lo spiego io come si fa davvero, partiamo lavando bene palmo contro palmo, poi la destra sulla sinistra, pulite bene l’incavo tra ogni dito, e la sinistra sulla destra, e non è una metafora politica, teste di lampadario che non siete altro. Poi sfregate bene, come se aveste appena organizzato un piano malefico per la conquista del mondo, poi destra sulla sinistra e sinistra sulla destra, afferratevi le dita come se fossero un appiglio da scalata e-”
“Barbara…”
“Fammi finire, troglodita. E quindi masturbatevi ben bene i pollici che ne hanno bisogno poverini, vito che vi dimenticate sempre di avercelo il pollice opponibile, siete trogloditi come il mio cameraman. Quindi massaggino sui palmi, per rilassarvi visto che per la prima volta nella vostra vita vi siete davvero lavati le mani. Bravi!”
“Bello. Bellissimo, brava… Però… Barbara il video su come lavarsi le mani lo abbiamo fatto già a febbraio… E comunque non è che questo sia proprio il significato di Manus manum lavat, cioè letterale forse, ma è più una cosa metaforica, tipo Ponzio Pilato che si lava le mani come segno che non si assume le sue responsabilità, ecco in questo caso era più una mano lava l’altra nel senso che di se tu mi fai un favore io te lo rendo, ecco”
“Prima di tutto se vuoi parlare di Ponzio Pilato chiami Alberto Angela, non me. Seconda cosa io non ti rendo un cazzo, nulla. Figurati. Ma vedi te! L’arroganza, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera…”
“Eh? Che succede?”