Titolo: Lampone e spinaci
Prompt: 06. Gelatine Tuttigusti + 1 della
mia tabellina della Scalata verso il Wolfstar di
wolfstar_ita.
Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus, James Potter
Rating: PG
Avvisi: pre-slash, stupida da morire perché è un tentativo di comicità.
Parole: 1.183 (
contatore)
La confezione di Gelatine Tuttigusti + 1 era al centro del letto, intonsa e anche vagamente minacciosa. I quattro tredicenni la guardavano con un misto di stupore e nervosismo; certo, non era la prima volta che ne vedevano una e certamente non era la prima volta che ne affrontavano una.
“Stavolta la finiamo.” Esordì James, fissando attentamente la scatola. Gli altri annuirono con solennità.
“È una questione di principio, dobbiamo farcela.” Rincarò Sirius, tentando un ghigno irriverente. La confezione di dolciumi, però, non ne rimase affatto impressionata e lui tornò ad un discreto broncio concentrato.
“Tocca a Remus per primo. Il sorteggio…” Tentennò Peter, incapace di non continuare a pensare all’ultima volta, quando gli era capitato gusto cerume. Esperienza orribile.
“Continuo a credere che sia masochistico insistere nel provarci…” Lamentò vagamente Lupin, aprendo ciononostante la scatola.
“Hai detto tu di decidere per alzata di mano! Eravamo tutti d’accordo!” Lo rimproverò Black, lanciandogli un’occhiata d’avvertimento.
“Io non ho alzato la mano…” Puntualizzò inutilmente il licantropo.
Potter si sistemò gli occhiali sul naso (gli erano scivolati sulla punta per il nervosismo) e poi fece una specie di ghigno; i ghigni di James non erano spaventosi e affascinanti come quelli di Sirius, ma sicuramente erano molto più sinistri, perché lo facevano sembrare un maniaco omicida. “Si era detto di fare ciò che decide la maggioranza. Tu eri la minoranza, quindi devi adeguarti, Moony.”
Remus sospirò, infilando la mano nella confezione e tirando fuori la prima caramella. Il colore non era molto incoraggiante.
“Uh, è… è viola.” Commentò Peter.
“No, è più… fucsia…” Disse invece Sirius, aggrottando la fronte.
“Già…” Brontolò Lupin, infilando il dolciume in bocca per non pensarci più. Lo tenne sulla punta della lingua, poi iniziò a masticare con cautela, mentre gli amici lo guardavano con curiosità crescente.
“Che sapore ha?” Domandò infine Padfoot, impaziente.
“Uhm… Io penso che sia… Rapa.”
“Rapa?”
“Le rape non sono bianche?”
“No, esistono anche le rape rosse, mia madre le cucina spesso e… beh-”
“Tocca a me!” Sirius interruppe la discussione fiondando una mano nella scatola ed assaggiando la sua caramella - al gusto di caffè. Fortunato.
Per tre giri, i gusti si rivelarono più ragionevoli di quel che avevano preventivato i ragazzi, facendo così crescere in loro la speranza di riuscire finalmente a finire una confezione di Gelatine Tuttigusti + 1 senza vomitare o fuggire in bagno in prenda all’isteria. Il gusto più bizzarro dopo rapa fu spinaci, seconda solo a ad arrosto - che comunque Peter apprezzò molto.
Poi James tirò fuori una gelatina dal colore scuro, tipo il fucsia della rapa, ma molto più rosso.
“Un doppio?”
“Impossibile: non ci sono doppioni!”
“Forse si tratta di un errore d’inscatolamento.”
“Beh, comunque sia non può essere peggio di cerume, no?”
Detto ciò, James ingollò la gelatina e bastarono appena un paio di morsi affinché il ragazzino si alzasse e corresse verso il bagno.
“James! James! Cos’è?”
“Cos’hai?!”
“Oddio, sta diventando paonazzo!”
“Era avvelenata!”
“Chiamo la McGranitt!”
“JAMES!”
“ACQUA!”
Sirius afferrò la sua bacchetta e la puntò verso l’amico, esclamando un aguamenti talmente forte da far quasi cadere a terra Potter.
“Va meglio?”
“Cretino!” Rispose James, correndo invece verso il comodino e bevendo direttamente dalla brocca.
“Oh, intendevi acqua da bere.” Osservò molto poco brillantemente Sirius, ghignando vergognosamente.
“Aguamenti?!” Sbraitò l’occhialuto Grifondoro, posando la brocca. Aveva le labbra rosse e gonfie ed era… comico.
“Sei uno spettacolo, James…” Rise incautamente Black.
Remus lanciò un’occhiata a Potter e poi un’altra preoccupata a Peter; il ragazzino biondo gli fece un vago cenno di panico che il licantropo prese per un cenno d’assenso. Senza pensarci due volte, afferrò Sirius per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza, accampando la scusa d’andare a prendere altra acqua per James.
“Perché?” Domandò l’ignaro tredicenne una volta in sala comune.
“Ti ho salvato la vita: James stava per ucciderti.” Affermò Lupin, una volta fuori dalla Sala Comune; si guardò intorno con circospezione, giusto per essere sicuro che non ci fosse nessuno in giro, poi si voltò a guardare l’altro ragazzino, che aveva un’aria vagamente perplessa.
“Ma non stava…”
“Sì. Stava. Fidati: anch’io avrei voluto ucciderti se mi avessi rovesciato un aguamenti addosso mentre mi andava a fuoco la bocca.” Spiegò con diligenza Remus. A volte si sorprendeva di quanto Sirius riuscisse ad essere stupido, ma la cosa peggiore era che ormai ci si stava abituando. Molto male.
“Va beh, è ancora vivo, no?” Puntualizzò Black, sorridendo affascinante.
Il licantropo scosse la testa. “Non di certo grazie a te…”
“Ma comunque! Che ti è capitato come ultimo gusto? Io ho ancora il sapore degli spinaci in bocca!”
A volte, pensò Remus, riprendendo il filo del ragionamento di poco prima, restava sorpreso anche della semplicità con cui la mente di Padfoot riusciva a volare da un argomento all’altro, ovviamente senza nessuna soluzione di continuità e senza nessuna pietà per i poveri mortali che a stento riuscivano a stargli dietro. Lupin comunque si considerava abbastanza avvezzo anche a quei voli pindarici, quindi sospirò rassegnato e poggiò il mento sulla mano, guardando il caminetto quasi spento.
“Lampone.”
“Lampone? Sei un uomo fortunato, Remus… Odio gli spinaci.”
“Di certo non possiamo fare cambio, ormai…” Mormorò sovrappensiero, errore che non avrebbe mai dovuto fare davanti ad un tipo come Sirius Black. Accanto a lui, infatti, seguì un lungo momento di silenzio, del quale Remus s’accorse solo grazie al brivido di preventivo orrore che gli corse lungo la schiena; voltandosi verso Sirius, vide quell’espressione. Quella che il malandrino aveva tutte le volte che stava per combinare un guaio, o che stava pensando a qualcosa di Molto Malvagio, o che, peggio ancora, stava pensando di combinare un guaio Molto Malvagio.
“No…” Tentò il licantropo, scuotendo la testa.
Sirius però ghigno - nel suo modo spaventoso e affascinante - e prendendogli il viso fra le mani in maniera goffa, eppure delicata, gli stampò un bacio sulle labbra, azzardandosi anche, lo sciagurato, a leccargliele sperimentalmente. Quando si tirò indietro, Remus era ancora nella stessa posizione in cui tutto quello era iniziato: immobile come una statua di sale e gli occhi talmente grandi da sembrare due tazzine da tè.
“Uhm. Sì, sai di lampone.”
Il licantropo sbatté le palpebre ritrovandosi a rispondere ancora prima di riuscire a capire cosa stava dicendo. “E tu di spinaci.” Borbottò, per poi scuotere la testa e darsi dell’imbecille: era più forte di lui, del resto.
“Te l’ho detto, no? Ma io odio gli spinaci, il lampone è molto meglio.” Decretò Sirius, incrociando le braccia.
“Già… Sai che hai fatto una cosa molto stupida?” Domandò Lupin, per poi sbirciare l’altro. Lo vide rabbuiarsi all’improvviso e poi come accartocciarsi contro lo schienale del divano; infine la sua faccia si piegò in un broncio così infantile da essere quasi tenero.
Remus si sentì vagamente in colpa e si schiarì la voce. “Intendo dire… Lampone e spinaci? Che abbinamento assurdo!” Disse e vide, con la coda dell’occhio, che il broncio dell’altro spariva pian piano.
“Ehi, ragazzi?” Chiamò Peter, dalla cima delle scale.
I due sobbalzarono voltandosi verso l’altro ragazzo, che fece cenno di tornare in camera, assicurando che gli istinti omicidi di James si erano placati, nonostante avesse due labbra gonfie e rosse.
Remus allora si alzò e fece per seguire l’altro, quando uno strattone alla manica del pigiama quasi lo fece ribaltare indietro. “Sirius! Che c’è?”
Black si leccò le labbra una volta, poi un’altra ancora, e infine, con occhi grigi impietosamente languidi, chiese: “E se provassimo con lampone e qualcos’altro?”