Titolo: Underrated
Fandom: A song of ice and fire
Beta:
vedova_neraPostata il: 01/02/2009
Personaggi: Petyr “Ditocorto” Baelish, Willas Tyrell
Rating: G
Conteggio Parole: 417 (W)
Prompt: Accidia @
settepeccatiDisclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui. Note:
~ Ambientata durante la visita di Petyr ad Alto Giardino, ne La regina dei draghi.
~ Sono necessarie un paio di parole su Willas, temo. xD
Devo purtroppo ammettere di essermi fatta un’idea completamente personale di questo personaggio - gli ho dato un viso, un bastone da passeggio, un bel po’ d’intelligenza e di furbizia - a partire da quanto raccontato da Margaery e Tywin, che, ne sono cosciente, potrebbe essere completamente delusa dalla realtà dei fatti (quando e se Martin si degnerà di mostrarcelo). Il Willas che trovate qui è, appunto, quello che immagino: una persona scaltra e abile nella politica, che, per intenderci, ha preso più da sua nonna che da suo padre. Non falso e senza scrupoli al pari di Petyr, tuttavia.
~ Il titolo fa pena. E' una novità? No. xD
Underrated
Si domandò, per l’ennesima volta, cosa potesse chiedere di meglio. Una poltrona morbida su cui accomodarsi, dell’ottimo vino dell’Altopiano e completo silenzio gli parevano più che sufficienti a soddisfarlo.
Alto Giardino, dopotutto, era la patria dell’ozio - bastava guardarne il Lord, la Rosa di lardo, per averne conferma - e Petyr aveva quasi pensato di inviare un messaggio di ringraziamento a Cersei per avergli affidato quell’incarico. Gli era stato necessario applicarsi appena per un paio di giorni - toccare le giuste corde, far girare le giuste voci - e il proprio impegno era finito; tutto ciò che gli rimaneva, dopo, era restare comodamente seduto e guardare le pedine svolgere ciascuna il proprio ruolo - il ruolo che lui aveva assegnato loro.
Niente di più semplice.
Bevve un altro sorso di vino e sollevò lo sguardo sull’erede di Alto Giardino. Willas aveva presenziato ad ognuno dei suoi incontri, non lo aveva lasciato solo un istante - probabilmente per diffidenza, riteneva Petyr - e lui non riusciva a non provare una certa dose di simpatia, nei suoi confronti. Forse, continuava a pensare, c’era parecchio ad accomunarli.
«Sai, mio lord,» cominciò, sporgendosi in avanti per appoggiare la coppa sul tavolo di legno tra loro, «sei una persona fortunata.»
Willas aggrottò le sopracciglia, rivolgendogli uno sguardo sospetto. «Fortunata? Ti assicuro che mi hanno chiamato in molti modi, lord Baelish, ma mai fortunato.»
«Questo perché la gente comune è di vedute così limitate,» commentò Petyr. Sorrise della confusione dell’uomo più giovane e la alimentò, protraendo il silenzio per ancora qualche istante. «Andare in battaglia e falciare teste? Tutti ne sono capaci. Ma restare dietro le quinte e dirigere i giochi, mio signore?»
Lasciò che la domanda cadesse nel vuoto, fino a che l’altro non diede forma ad una risata leggera. «Stai dicendo che rimanere nella fortezza a far nulla mentre gli uomini combattono, in attesa come una donna, sarebbe la mia fortuna?»
Non vi era accusa o risentimento nel suo tono, colorato, invece, da un’unica nota divertita. Petyr afferrò la caraffa di vino e riempì, insieme alla propria, una seconda coppa. La porse a Willas e rispose, «Attendere non è così negativo come sembra. L’attesa, a volte, si dimostra più fruttuosa dell’azione. Sono certo che concordi con me.»
L’altro lo fissò per un istante - sì, concordava, comprese Petyr - prima di prendere il calice. Bevve un paio di sorsi e, «La gente ti sottovaluta, Ditocorto,» affermò.
Petyr sorrise e accennò un assenso col capo. «E sottovaluta anche te,» replicò.
Nemmeno Willas poté negare. Probabilmente, concluse, c’era davvero parecchio ad accomunarli.