[HP] At sixes and sevens ~ Draco/Harry [10/18]

Apr 18, 2009 16:51

Titolo: At sixes and sevens
Capitolo: Dieci di diciotto: Capitolo 9: Educato scambio di lettere.
Lista capitoli, note e disclaimer: qui.


At sixes and sevens
Capitolo 9: Educato scambio di lettere

Era praticamente un mese che Draco faceva la spola tra Durmstrang e il Ministero di Londra. Organizzare il Torneo si stava rivelando più faticoso del previsto. Non solo, in accordo con gli altri esponenti dei Ministeri francese e russo, si era occupato di scegliere le prove e stabilire nuove regole, ma era anche obbligato a prendere parte all’apertura, la sera del 30 e del 31 Ottobre.
Per fortuna, non gli era toccato far parte della giuria (composta dai tre presidi e dagli esponenti del Ministero russo), altrimenti avrebbe dovuto passare l’intero anno in quel posto isolato e tremendamente ghiacciato. Terribile. Per un paio di sere avrebbe potuto resistere.
Era appena entrato nel proprio ufficio (il terzo viaggio si era concluso il giorno precedente), quando il suo superiore, Angelina Johnson, varcò la medesima porta d’ingresso.
“Allora, com’è andata?” chiese nel suo miglior tono autoritario, ma pur sempre gentile.
A Draco era venuto un colpo quando aveva saputo della sua promozione. Ma, ovviamente, non aveva potuto far altro che accettarla. E la ragazza si era rivelata sicuramente più accettabile di tanti altri idioti che giravano per il Ministero. Almeno, non continuava a fargli pesare il passato come faceva Percy Weasley prima di lei.
“Tutto bene. Ho qui i verbali delle riunioni con le spiegazioni delle tre prove” rispose.
“Me li darai dopo. È appena arrivata questa da Durmstrang” disse, porgendo a Draco una pergamena giallognola con l’inconfondibile stemma della scuola. “Ermak Ingolfsson vuole Harry Potter come ospite d’onore all’apertura.”
“Ah.”
Questo fu tutto quello che Draco seppe rispondere. Ecco che succedeva di nuovo. Aveva giusto avuto il tempo di, non scordarlo, ma almeno evitare di pensare a Potter per tutto quel tempo, grazie al suo adorato lavoro ed ecco che, di nuovo, qualcuno arrivava a ricordarglielo. Dannazione.
“Scrivigli tu e poi manda a Durmstrang la risposta” ordinò Angelina, mentre lo stomaco di Draco si aggrovigliava come non succedeva da tempo. Alla luce del sole, almeno.
“Va bene” bofonchiò.
“Ci vediamo!”
La guardò uscire dall’ufficio e si concesse un sospiro esasperato. Maledetto Potter che saltava sempre fuori nei momenti meno appropriati!
Draco lo sapeva. Quest’ultimo mese era stato davvero fortunato, perché, con tutto il lavoro che aveva da fare, i suoi amici non erano riusciti ad impegnargli altro tempo con stupide rimpatriate con San Potter. E così era riuscito ad evitarlo. Non si vedevano dal ritorno dalla villa di Theodore ed era certissimo che fosse meglio così. E non tanto per antipatia o simili, ma per un motivo ben preciso e terrificante: i sogni.
Sì, perché nonostante lo Sfregiato fosse rimasto ben lontano dal suo campo visivo, i sogni continuavano. Tutti con la medesima intensità del primo, se non forse maggiore, e questo gli aveva procurato un evidentissimo nervosismo, le cui conseguenze potevano essere terribili, se si fosse trovato faccia a faccia con il loro soggetto.
Era stato più volte sul punto di chiedere a Theodore una seduta, perché, davvero, stava rasentato la follia. Lui non era stato mai attratto da altri ragazzi (beh, quelle poche e rare volte che ci aveva pensato era stato solo a livello teorico!), era indubbiamente eterosessuale! Eppure, il suo sogno erotico ricorrente si stava rivelando un essere di sesso maschile. E non uno qualsiasi, no! Potter! Potter che gli faceva un pompino degno di un… esperto. Potter che… oh, al diavolo! Ricordare non gli faceva certo bene. Né alla sua psiche, né alle sue parti basse. Ed era in ufficio, non poteva concedersi certe cose.
E, oltre a tutto ciò, quell’idiota continuava a spuntare in modo del tutto casuale tra i suoi pensieri. Per esempio, quante volte si era ritrovato ad aprire la Gazzetta del Profeta alle pagine sportive e a trovarci la faccia di Potter, con la divisa dei Cannoni di Chudley, che occhieggiava alla macchina fotografica esagitato per una vittoria?! E adesso doveva scrivergli. Ma, insomma, quel maledetto Preside non sapeva farlo da solo?! Stupido cretino.
Beh, tanto valeva farlo in fretta.
Prese un foglio di pergamena intestata del Ministero per la Cooperazione, penna d’oca e calamaio e si preparò ad essere il più formale e professionale possibile.

Egregio Signor Potter,
il Ministero per la Cooperazione Internazionale Magica desidera informarla che Ermak Ingolfsson, Preside dell’Istituto di Durmstrang, sarebbe onorato se Lei presenziasse all’apertura del Torneo Tremaghi, come ospite d’onore, la sera del 30 Ottobre nella suddetta scuola. Il Ministero si impegna a trovarle alloggio per la notte, se lo desidera.
La preghiamo di fornirci una risposta al più presto.

Draco Malfoy
Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica
Ministero della Magia

Bene, poteva dirsi soddisfatto. Infilò la lettera in una busta (sempre intestata), scrisse l’indirizzo sul retro e si alzò per raggiungere il reparto Gufi.

*

“Harry? Ehi, Harry!”
La voce di Ron lo riportò alla realtà. “Sì?” chiese in fretta, riscuotendosi.
Gli occhi azzurri del suo amico erano ombrati da preoccupazione. Harry sapeva che si stava rivelando più distratto del solito, in quel periodo, e che praticamente tutti l’avevano notato.
“C’è un gufo del Ministero…” borbottò Ron, con lo sguardo ancora fisso su di lui.
Harry si alzò rapidamente e aprì la finestra. Il gufo si posò sul davanzale e tese la zampa, permettendogli di prendere la busta, per poi ripartire in fretta. Sembrava una comunicazione abbastanza urgente.
“Chi ti scrive?” chiese Ron.
“La Cooperazione Internazionale” mormorò, aprendo la busta.
Rapidamente, i suoi occhi scorsero tutto il foglio leggendo la missiva, ma quando fu alla firma non poté fare a meno di sobbalzare. Era Malfoy quello che gli aveva scritto! Anche se dal tono formale che aveva usato, non l’avrebbe mai capito.
“Mi vogliono come ospite d’onore a Durmstrang per l’apertura del Torneo Tremaghi” spiegò a Ron.
“Wow Harry! Vedrai Durmstrang!”
“Già… sì…”
Ron emise un leggero sbuffo. “Senti… si può sapere cos’hai? Ultimamente sei così strano! Distratto, ecco!”
“No, no, è solo un’impressione” si affrettò a rispondere.
Ma sapeva che l’amico aveva perfettamente ragione. Lasciò che gli occhi indugiassero ancora un momento sulla firma elegante a fondo pagina, poi si decise finalmente a guardarlo.
“È stanchezza” disse, notando lo sguardo scettico. “Sai, con gli allenamenti e tutto il resto…”
Ron annuì, anche se non parve affatto convinto. “Va bene. Ma sai che puoi sempre contare su di me, amico.”
Harry sorrise grato, mentre l’altro si alzava lanciando un’occhiata all’orologio appeso alla parete.
“Meglio che vada. Hermione mi ha concesso solo un’ora di libertà, e la capisco. Un’ora con Lily e James che continuano ad azzuffarsi metterebbe fuori gioco chiunque!”
Si salutarono e Harry corse alla scrivania, dove prese penna e calamaio per rispondere al Ministero.

Signor Malfoy,
sono grato al Ministero per avermi avvisato per tempo. Vorrei comunicarle la mia piena disponibilità a presenziare all’evento, chiedendo, cortesemente un alloggio presso l’Istituto di Durmstrang.
Vi prego di comunicarmi l’orario della partenza e il mezzo di trasporto che dovrò utilizzare.
In fede,

Harry Potter

Infilò il foglio nella busta e ne prese rapidamente un altro. Scribacchiò sul retro «Strettamente confidenziale per Draco Malfoy» e intinse nuovamente la penna nel calamaio.

Ma quanta formalità! Quasi stentavo a credere che fossi tu… Mi aspettavo piuttosto qualcosa come: «Hei Sfregiato, ti vogliono a Durmstrang. Muoviti a darmi una risposta ». A quanto pare, qualcuno qui prende il lavoro molto seriamente! Che bravo furetto!
Ci sarai anche tu?

Harry

Chiuse anche questa nella busta e si affrettò verso il trespolo di Edwige. Le legò la lettera alla zampa e l’accarezzò dolcemente, prima di guardarla allontanarsi nel cielo azzurro.
Si sedette nuovamente alla scrivania, come in attesa. Sperava che… beh, che Malfoy gli rispondesse subito.
Forse era stato azzardato a concludere con quella domanda. Sperava vivamente che non tradisse aspettative, perché era in realtà ciò che Harry sentiva. In cuor suo, stava sperando che la risposta fosse affermativa.
Per quanto potesse odiarlo, disprezzarlo, non sopportarlo, era più di un mese che non lo vedeva. Ogni tanto, si era azzardato a chiedere a Ginny qualche notizia, ma, a quanto pareva, era sempre in giro per il mondo, per qualche viaggio di lavoro.
Se inizialmente si era detto fortunato a non essere più costretto ad incontrarlo, soprattutto dopo l’imbarazzante lite nella tenuta Nott, a lungo andare aveva cominciato a sentire qualcosa… un’indefinita e parecchio strana voglia di vederlo. Si disse più volte di essere completamente uscito di senno e già stava pensando di chiamare Seamus e farsi prenotare un posto al S. Mungo. Ma, se non voleva prendersi in giro, doveva proprio ammettere che la causa del comportamento distratto che aveva denunciato Ron era il pensiero costante e irruente di Malfoy.
In pratica, stava succedendo di nuovo. Come durante il sesto anno, come in battaglia, come ai processi, quell’idiota platinato stava tornando ad essere un’ossessione.
Avrebbe davvero fatto carte false per capirne il motivo.
Si voltò e vide la sua civetta entrare dalla finestra. Il cuore gli balzò in gola e, con movimenti rapidi, che gli causarono un’occhiata di rimprovero da parte di Edwige, prese la busta, ancora una volta con il marchio del Ministero.

Signor Potter,
il Ministero la ringrazia per la tempestività della risposta.
Provvederemo a inviarle una Passaporta nei giorni antecedenti la partenza, insieme all’orario di attivazione. L’alloggio sarà, come Lei ha chiesto, presso Durmstrang. Se dovesse esserci un eventuale cambiamento La informeremo in tempo.

Draco Malfoy
Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica
Ministero della Magia

Oltre questo foglio, ce n’era un altro all’interno della busta, con la scritta, esattamente identica alla sua ad eccezione del nome: «Strettamente confidenziale per Harry Potter». Fece finta di non notare il leggero tremore delle proprie mani, quando lo dispiegò.

Ah ah ah Potter, sei così divertente che per poco non sono andato in bagno a vomitare! Ovvio che prenda sul serio il mio impiego, non consiste mica nel correre dietro ad una stupida pallina dorata dalla mattina alla sera come quello di una certa persona di mia conoscenza.. Anche se, devo essere sincero, essere così gentile con te mi è costato parecchio. Dovrò farmi perdonare al più presto, magari ti darò un pugno alla prima occasione.
Durmstrang, per esempio. Sì, ci sarò anch’io. Ti dispiace?

Malfoy

Inizialmente Harry sorrise.
Poi entrò nel panico.
Tre settimane scarse e si sarebbe trovato nuovamente faccia a faccia con Malfoy. E questa volta in un posto che non aveva mai visto, con persone che non conosceva e senza nemmeno l’ombra di un volto amico. Improvvisamente, non aveva poi così tanta voglia di partecipare a quella maledetta apertura. Perché poi aveva accettato? Aveva sempre odiato stare al centro dell’attenzione!

Rivedere il tuo brutto muso? Sì, effettivamente mi dispiace parecchio. Forse dovrei rinunciare… Ma la prospettiva di prenderti a pugni mi rincuora. Perché non sarai certo tu a darlo a me.

Harry

Rispedì la lettera con Edwige, questa volta priva di busta, solo arrotolata e legata alla zampa della civetta. Le comunicazioni ufficiali erano finire e adesso si tornava ad essere i soliti Harry e Draco.
Quindici minuti dopo, Edwige lo aveva nuovamente raggiunto in cucina, dove era sceso a prepararsi un the.

Cosa non sarò io a dare a te, Potter? Sei stato piuttosto ambiguo.

Malfoy

Per poco la tazza non gli cadde di mano, mentre la bocca si spalancava. Decisamente non gli piaceva la piega che stava prendendo quello stupido scambio di lettere. Finse di non notare di essere arrossito furiosamente o lo strano pensiero che si era formato nella sua mente. Posò la tazza e voltò rapidamente il foglio di Malfoy per scriverci dietro.

Si parlava di pugni, Malfoy! Pugni! Possibile che la tua mente sia talmente pervertita?

Harry

Edwige lo guardò furiosa, probabilmente stanca di andare avanti e dietro dal Ministero da almeno tre quarti d’ora. Ma Harry le promise che questo sarebbe stato l’ultimo viaggio e le diede un biscottino gufico.
E, infatti, la civetta non gli lasciò altra scelta, perché nello stesso momento in cui gli consegnò la risposta di Malfoy, uscì velocemente dalla cucina, per andare a rannicchiarsi sul proprio trespolo.

Povero, candido San Potter. Sei arrossito? Però mi sa tanto che è la tua mente ad avere qualcosa che non va, non ho assolutamente accennato a niente che riguardasse il sesso. Umh… Sei arrossito di nuovo?
Adesso lasciami in pace, devo lavorare.

Malfoy

Certo che lo avrebbe lasciato in pace! Eccome! Non aveva intenzione di spendere nemmeno un’altra pergamena per quello stupido idiota. E, beh, poi era troppo impegnato a scacciare dalla mente un pensiero poco consono (mentre arrossiva ancora) per concentrarsi su un’eventuale risposta.
Ma cosa diavolo gli stava succedendo?
Malfoy, tutta colpa sua.

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