[HP] At sixes and sevens ~ Draco/Harry [16/18]

Apr 18, 2009 16:56

Titolo: At sixes and sevens
Capitolo: Sedici di diciotto: Capitolo 15: Cena e dopocena.
Lista capitoli, note e disclaimer: qui.


At sixes and sevens
Capitolo 15: Cena e dopocena

Harry era sul punto di saltare sul tavolo e prenderlo a pugni. Ormai, gli mancava solo questo per farsi notare. Aveva già provato di tutto: salutarlo, passargli il pollo arrosto, fare qualche battutina poco carina a cui Draco, normalmente, avrebbe risposto a tono, ma non era servito! Il bastardo aveva continuato ad ignorarlo come se nulla fosse, parlando praticamente con tutti (persino con Ron!) tranne che con lui.
Che gli aveva fatto, insomma? Non solo era più di una settimana che gli correva dietro per tutta Londra sperando di riuscire a parlargli, ma adesso che capitava l’occasione buona, il biondastro decideva di non dare alcun peso ai suoi tentativi di contatto.
Questo, a conti fatti, poteva significare solo una cosa: Draco non voleva saperne di lui. Per quanto fosse difficile crederci, visti gli avvenimenti di quella notte, l’atteggiamento che aveva adottato adesso non sembrava lasciare adito a fraintendimenti.
Eppure, Harry non se la sentiva di accettare il tutto senza una dovuta spiegazione. Avevano bisogno di parlare e, fosse anche l’ultima cosa che faceva, ci sarebbe riuscito! D’altra parte, era pur sempre stato Draco a cominciare a Durmstrang… a lui non sarebbe mai venuto in mente di saltargli addosso in quel modo!
E adesso… beh, adesso non credeva proprio di essere disposto a dimenticare tutto e a comportarsi come se nulla fosse avvenuto. Né, tantomeno, credeva di esserne capace. Ci aveva riflettuto abbondantemente in questi giorni e Draco non aveva fatto altro che insinuarsi nei suoi pensieri, qualunque cosa facesse, ovunque fosse, lasciandogli la sensazione che, in fondo, forse, non era esattamente odio quello che sentiva per lui.
“Per favore, accompagneresti Draco al bagno?”
Harry sgranò gli occhi. Hermione si stava rivolgendo proprio a lui? Era possibile che la ragazza avesse intuito qualcosa, regalandogli su un piatto d’argento la possibilità di stare solo con Draco, ma decise di non preoccuparsene. L’importante era sfruttare immediatamente l’occasione.

*

Draco, colto alla sprovvista, cercò di ribattere che non ne aveva poi così bisogno, ma la mano di Harry lo aveva già afferrato e lo stava trascinando fuori dalla cucina, su per le scale, oltre una porta aperta con forza e dentro un minuscolo bagno di servizio.
“Ehi Potter! Guarda che non ho bisogno di compagnia! So farla anche da solo!” sbottò, tentando di apparire più arrabbiato che agitato.
Tuttavia, lo sguardo che l’occhialuto gli rivolse, mentre bloccava la porta con un incantesimo, lo costrinse a pensare che forse avrebbe dovuto mettere in salvo la pelle di lì a breve.
“Ora io e te parliamo.”
Deglutì a fondo. Un confronto diretto con Potter era l’ultima cosa di cui aveva bisogno. Era stato bravo, fino ad allora, lo aveva ignorato mettendoci tutte le proprie forze, ma quell’ameba non sembrava voler mollare. E, adesso che erano di nuovo a stretto contatto, la sua parte razionale già dava segni di resa. E Draco non poteva cedere! Perché lasciarsi di nuovo andare ai propri istinti, rischiando di combinare lo stesso casino dell’altra volta, era decisamente fuori discussione.
“Stai indietro, Potter!”
“Che c’è? Hai paura che ti salti addosso, Draco?”
Rabbrividì. Aveva quasi dimenticato come il proprio nome suonasse diverso pronunciato dalla bocca di Harry. Quella bocca calda che stava già cominciando a sognare sulla propria pelle.
Ecco che ci stava ricascando. Così, senza preavviso, Harry Potter si stava di nuovo insediando nella sua mente, prendendone possesso e facendogli desiderare l’indesiderabile, mentre avanzava deciso verso di lui, costringendolo ad appiattirsi sempre più contro il muro.
Si era chiesto più volte, dopo Durmstrang, come avesse potuto tentare di sedurre Potter in una maniera tanto sfacciata, ma, adesso che lo aveva di fronte, comprendeva le proprie azioni passate molto bene. L’ex-Grifondoro esercitava su di lui un’attrazione e un controllo a cui non sarebbe riuscito a sfuggire nemmeno impegnandosi al meglio e la cosa davvero preoccupante era che Draco non intendeva esattamente sottarglisi. Tutte quelle sensazioni di completezza e benessere stavano tornando a farsi strada nella sua mente, abbattendo, ad una ad una, le barriere con cui le aveva imprigionate. E ogni singola cellula di Harry sembrava urlare la promessa di concedergli di provare tutto ancora una volta e Draco si ritrovò improvvisamente, incredulo, a desiderare di fare sesso con lui di nuovo e di nuovo…
“Perché continui a sfuggirmi?” sussurrò Potter, ormai a un passo da lui.
“Dovrei smettere?”
La provocazione sembrò riuscita alla perfezione, perché le mani di Harry si posarono leggere sui suoi fianchi e il suo viso si avvicinò pericolosamente. Soffiò un lieve “Sì” sulle sue labbra e Draco sentì il controllo abbandonarlo progressivamente, per poi salutarlo definitivamente quando la lingua del Bambino Sopravvissuto-Per-Fargli-Perdere-La-Ragione gli sfiorò il palato.
Durante il bacio, con le mani affondate nei capelli neri dell’altro, sembrò improvvisamente che tutto si stesse sistemando. Ogni pensiero e ogni dubbio inopportuno che lo avevano assillato nelle ultime settimane, sparì di colpo, lasciando il posto alla voglia martoriante di Harry, Harry, Harry…
Lasciarsi andare non sembrava più così sbagliato e Draco cominciò ad avvertire il desiderio di provarci, di stare a vedere dove tutto ciò li poteva portare. Con il suo corpo pressato addosso e il suo profumo a circondarlo era come se avesse la certezza che nulla potesse andare male. Che quello era il traguardo che entrambi, insieme, erano destinati a tagliare.
“Harry?” mormorò staccandosi leggermente.
“Mmm…?”
“Andiamo via…”
E un attimo dopo si stavano Smaterializzando verso casa Potter.

*

Theodore non era sicuro di fare la cosa giusta andando a controllare dove fossero finiti, ma il suo senso morale gli imponeva di evitare spargimenti di sangue in casa della futura suocera: se Draco e Harry erano da qualche parte a menarsi di santa ragione, lui doveva assolutamente fermarli, sebbene l’idea di immischiarsi nei loro affari non lo attirasse. E, a proposito dei loro affari… Cosa avrebbe dato per sapere il motivo del comportamento strano di Draco! Se solo gli avesse permesso di leggergli la mente, una volta tanto…
Sospirò e aggrottò le sopracciglia. La porta del bagno era chiusa e dei due non vi era nessuna traccia, nemmeno un suono che indicasse una scazzottata in piena regola (per fortuna). Si avvicinò così alla porta e tentò di aprirla, scoprendola chiusa da un incantesimo.
Inizialmente fu sorpreso e non capì. Poi, lentamente, gli ingranaggi della sua mente iniziarono a muoversi e alcuni eventi delle ultime settimane si incastrarono così bene nella ragnatela di pensieri che stava tessendo che, improvvisamente, tutto fu chiaro.
Come aveva fatto a non accorgersene? Era tutto così palese! Avrebbe dovuto rendersene conto da anni, da Hogwarts, addirittura!
Con cautela, poggiò l’orecchio sul legno della porta: silenzio.
Sorrise tra sé e tornò al piano di sotto, dove la sua futura moglie lo aspettava per annunciare il loro matrimonio a tutti gli ospiti. E per l’assenza di Harry e Draco… beh, si sarebbe inventato qualcosa!

*

Harry ci aveva messo un attimo a liberare Draco dei suoi vestiti e un altro attimo a far sparire i propri. Ora che aveva nuovamente la possibilità di toccarlo, baciarlo, sentirlo, non voleva perdere tempo. La sua pelle, così bianca e morbida al tatto, scatenò una valanga di emozioni che aveva temuto di dimenticare. Baciò la sua nuca, poi scese più giù, accarezzando con la lingua ogni sporgenza della colonna vertebrale, fino al solco tra le natiche, mentre sentiva Draco gemere e tendersi, aggrappandosi con forza alla testiera del letto, su cui era inginocchiato, e sporgendo, di riflesso, il sedere verso di lui.
Sorrise tra sé, compiacendosi per la cedevolezza con cui il biondastro sembrava concederglisi, in netto contrasto con la corazza di sarcasmo e sdegno con cui abitualmente si vestiva.
Immerse le dita nel vasetto di crema densa che era riuscito a recuperare dal cassetto del comodino nella foga del momento, e le passò in un tocco leggero tra le sue natiche, fino all’apertura che cercava. Ne infilò un primo e si godette il gemito, seguito dal proprio nome, che Draco emise, mentre si sistemava più dritto sulle ginocchia, allargandole il necessario.
Harry inserì un altro dito e contemporaneamente fece aderire il proprio torace alla sua schiena, raggiungendo il suo orecchio con le labbra e mordicchiando il lobo.
“Mi vuoi?” soffiò.
Draco tremò visibilmente e si spinse verso di lui, contro le dita, mugugnando parole sconnesse. Aggiunse un terzo dito e si sorprese ancora di come quel corpo divorasse le intrusioni abituandosi in fretta, cogliendone solo il meglio.
“Ha… rry…”
Un brivido gli corse lungo la schiena. La voce di Draco durante il sesso era così tremendamente sensuale da fargli venire la pelle d’oca. Soprattutto quando pronunciava il suo nome, ansimando, supplicando di avere di più.
Un pensiero malandrino lo fece sorridere: Draco era così irrimediabilmente passivo… come diavolo aveva fatto a credersi etero per così tanto tempo?
Ma non era un problema, in fondo. Ci avrebbe pensato lui a fargli passare la voglia delle donne… e anche quella di qualsiasi altro uomo.
“Harry, Merlino benedetto! Vuoi fare qualcosa?!”
Soffocò una risata contro la sua pelle e sfilò le dita, lentamente, molto lentamente. Le bagnò nuovamente nel lubrificante e sparse la crema densa sul proprio membro. Con l’altra mano, risalì la gamba di Draco dal ginocchio fino all’interno coscia, a un passo dall’inguine. Si godette la morbidezza di quel punto che tanto adorava, mentre Draco si contorceva, sperando che la mano si spostasse o che Harry si sbrigasse.
Mugugnò ancora qualcosa e Harry decise che era arrivato il momento giusto. Aiutandosi con una mano, raggiunse l’apertura e lo penetrò, muovendosi sempre con una lentezza esasperante. Chiuse gli occhi e sentì il fiato mancargli, ritrovandosi di nuovo affondato nel corpo che per settimane aveva follemente desiderato. Spinse ancora di più, ormai interamente dentro di lui, incoraggiato dai continui “Oddio… oddio…” che Draco emetteva.
Quando la penetrazione fu completa, Draco si irrigidì leggermente, ma Harry spostò finalmente la mano dalla coscia al suo pene, cominciando a toccarlo, stuzzicando la punta, accarezzando i testicoli. Sentì i muscoli intorno a lui rilassarsi e scelse ciò come il segnale adatto per cominciare a muoversi, con gli occhi chiusi e il respiro corto, totalmente concentrato nel percepire tutte le sensazioni tattili che lo attraversavano. Merlino, Draco era così stretto e caldo e, ad ogni affondo, rispondeva ruotando leggermente il bacino, o stringendo i muscoli, o spingendo contro di lui. Si ritrovò, in breve tempo, a gemere il suo nome come se fosse in una cantilena, pregandolo di continuare a muoversi, di continuare a farlo impazzire. Perché, dannazione, solo lui ci riusciva.
Le spinte presero velocità, così come i movimenti della mano di Harry; entro breve Draco venne ansimando, tendendosi e concedendo a Harry gli ultimi affondi, prima di sentirlo riversarsi dentro di sé. Si accasciò sulla testiera del letto e Harry su di lui, prima di convincersi a sfilarsi e a permettere ad entrambi di assumere una posizione comoda.
Tanto questa non sarebbe stata l’ultima volta, non sarebbe andata come dopo Durmstrang. Lo avrebbe impedito; e se proprio il biondastro non voleva collaborare, un’Imperius ben piazzata avrebbe potuto rivelarsi utile.
A quanto pareva, però, Draco era più che consenziente. Riuscì ad attirarlo tra le sue braccia, disteso sul letto, senza che opponesse la minima resistenza e nemmeno lo sentì lamentarsi quando prese ad accarezzargli la pancia con la punta delle dita.
“Merlino… sei fantastico” mormorò, contro la pelle della sua spalla.
“Ovvio che sì, Potter, ricordati con chi stai parlando. E comunque non rovinare tutto con le solite romanticherie.”
Harry rise. Affondò il viso nell’incavo tra la sua spalla e il collo e sussurrò: “Non sai proprio quando lasciarti andare, eh Draco?” prima di chinarsi a succhiargli la pelle.
Draco gemette e si voltò nel suo abbraccio fino a che le loro labbra non furono incollate. Il bacio fu lento e paziente, come una promessa di qualcos’altro che sarebbe arrivato presto, molto presto.
“Forse sì, Harry” disse, posandogli una mano sulla guancia e incollando nuovamente i loro corpi.

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