Titolo: Cose semplici e banali
Fandom: Harry Potter
Beta:
iosonosaraPostata il: 04/07/2007
Prompt: #40: Vista, #36: Olfatto, #38: Tatto, #39: Gusto, #37: Udito, #35: Sesto Senso @
fanfic100_itaPersonaggi: Theodore Nott, Blaise Zabini
Pairing: Blaise/Theodore
Rating: complessivamente R
Conteggio Parole: sei drabble da 100 (W)
Avvertimenti: Slash più o meno grafico
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui.Note:
~ Il titolo viene dall’omonima canzone degli Afterhours.
~ [16/04/2009] Tutto ciò è romantico fino allo sfinimento; non mi capacito ancora di come abbia potuto scriverlo. xD
Cose Semplici e Banali
Vista.
C’è questo tacito accordo, tra loro. Da quando, quasi non se lo ricordano.
Sanno, però, che è bastata una sola occhiata per far nascere quel bisogno: di guardarsi, di cercarsi, di sapere sempre dove l’altro si trovi, cosa stia facendo. Che sia la Sala Grande, l’aula di Incantesimi, la serra o la Sala Comune, i loro sguardi attraversano la stanza e si incontrano, incatenandosi.
Theodore si muove sotto quello sguardo e riesce a vivere solo sentendoselo addosso. Quel non perdersi mai di vista è diventato fondamentale.
E, quando nessuno bada a loro, gli sguardi sono sempre accompagnati da un sorriso.
Olfatto.
La situazione puzza di bruciato: qualcosa sta cambiando e Theodore ne sente l’odore.
Tutte le volte che Blaise è lì vicino, nella stessa stanza, l’atmosfera cambia e lui lo sente, se n’è accorto, ma non sa come gestire quel nuovo insieme di variabili. Non sa come combinarle e tutto quello a cui riesce a pensare è che la situazione puzza, che i conti non tornano. Che Blaise è troppo vicino. O troppo lontano.
Poi, tutto improvvisamente diventa chiaro. Blaise gli sfiora un braccio e Theodore capisce: l’odore che sente è quello della propria pelle che s’infiamma ad ogni suo tocco.
Tatto.
Se esiste qualcosa che Theodore adora è, sicuramente, sentire le mani di Blaise sulla pelle. Passerebbe l’intera vita con quelle mani addosso, se gli fosse possibile - se Blaise glielo concedesse.
Così aspetta i giorni peggiori, quelli che portano tensione: quando Blaise ha avuto una pessima giornata, l’unica cosa che lo calma è stringersi Theo addosso e accarezzarlo.
«Il mio personale calmante,» sussurra al suo orecchio, rimarcando l’aggettivo possessivo.
E lui gli si accoccola sulle cosce, come un gatto, e lascia che Blaise gli sfiori ogni centimetro di pelle, assaporando il calore di quelle mani. E tutto il resto perde senso.
Gusto.
Tutte le volte che mangia della cioccolata, Theodore pensa inevitabilmente a Blaise - e non per la sciocca analogia con il colore della sua pelle.
È qualcosa di più.
È per quel gusto un po’ amaro e un po’ dolce, che non gli permette di decidere se gli piace o meno. È per quell’essere dura inizialmente, tanto da doverci affondare i denti per poterla mordere, e poi incredibilmente morbida, non appena a contatto con la lingua. È per quel lento sciogliersi che invade tutta la bocca, ne prende possesso e obbliga a chiederne ancora e ancora.
Per questo, Blaise è cioccolata.
Udito.
Chiude gli occhi e trattiene il fiato: non vuole concentrarsi su altro che non sia quel suono. Serra le gambe intorno alla schiena di Blaise e soffoca il gemito che gli giunge alle labbra. Il ritmo è più serrato, adesso, e sa che sta per sentirlo.
Infatti, l’attimo dopo, Blaise si china sul suo orecchio e lo dice.
Dice: “Theo”, affondando contemporaneamente dentro di lui, in mezzo agli ansiti, quasi ringhiando, col tono basso e roco che si ritrova sempre quando fanno sesso.
Gli fa venire la pelle d’oca, quel suono. Si stringe a lui, spingendo indietro il bacino, gemendo.
Sesto senso.
“Sai una cosa?”
Theodore solleva lo sguardo dal libro e lo posa su Blaise, seduto all’altro capo del divano. “Cosa?”
“Sembri innamorato.”
Gli sfugge un sorriso; con gesti lenti, appoggia il libro sul tavolino lì accanto e scivola sul divano, avvicinandosi a Blaise. Gli si siede in grembo, sistemando le gambe ai lati dei suoi fianchi, e gli posa una mano sulla nuca.
“Uhm, mi sa che hai ragione. Da cosa l’hai capito?” China il viso verso di lui e lo attira in un bacio.
“Sesto senso,” replica Blaise, quando si staccano, sentendo ancora il sapore di Theo sulla lingua.