Titolo: Indistinta irritazione
Fandom: DC Comics
Beta:
iosonosara ♥
Postata il: 18/02/2008
Prompt: Ira @
settepeccatiPersonaggi: Bruce Wayne, Edward Nigma (Enigmista)
Pairing: lieve Bruce/Nigma
Rating: Pg
Conteggio Parole: 933 (W)
Avvertimenti: Pre-slash (spiegazioni nelle note xD)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui.Note:
1. Dedicata a
iosonosara, perché è stata brava all’esame, è un genio (ha risolto
un indovinello due giorni fa, signori, non so se mi spiego!) ed è la mia lovvata, punto.
2. Questa fic è pre-slash perché si colloca esattamente tra un episodio in cui Batman e Eddie (che adesso fa l’investigatore privato) collaborano per scoprire un assassino e un altro in cui Batman, nei panni di Bruce, paga Nigma per risolvere un caso più del necessario e lui, con quei soldi, si compra poi un appartamento. Ebbene, quello sarà l’appartamento del p0rn, lo risentirete presto.
3. Edward Nigma guarda le Superchicche *annuisce convinta*.
4. Il titolo fa schifo, chiudete un occhio.
Indistinta irritazione
“Come procede qui, Bats?”
Sobbalzi. Non l’hai sentito arrivare, perché, dannazione, è stato silenzioso, più di quanto ti saresti mai aspettato da lui. E tu sei teso e in stato d’allerta, impegnato a tenere d’occhio quegli uomini di sotto, in strada, che si aggirano da mezzora nei pressi della gioielleria Jefferson. Mezzora e ancora nessuna attività realmente sospetta, a parte quel lento girovagare, e al momento vorresti solo capire cos’hanno in mente, qual è il piano, ma invece guarda chi ha deciso di venire a trovarti.
E ti ha trovato, ribadisci tra te e te, ti ha trovato. Sta diventando facile rintracciare Batman o è lui che sta davvero migliorando?
“Zitto, Nigma,” lo liquidi. Speri che basti per liberartene, ma, illuso che non sei altro, non è certo così semplice.
“Siamo di cattivo umore, ‘stasera, mh?” ti arriva infatti pochi secondi dopo, e sai che c’è anche un ghigno lì, puoi quasi ascoltarlo, non hai bisogno di voltarti.
“Sto cercando di vedere cosa combinano laggiù, è da un po’ che li controllo. Attento non intralciarmi.”
Glielo stai intimando, è uno di quegli ordini che fa sempre il suo effetto, sufficiente a mettere in fuga i criminali da due soldi che ogni tanto ti ritrovi di fronte. Però a lui, ovviamente, non provoca nessuna reazione.
“Lo so, ti sto osservando da qualche minuto,” ammette, coprendo in pochi passi felpati la distanza che vi separa e accovacciandosi accanto a te.
Si sporge leggermente in avanti per esaminare la strada, il suo solito bastone stretto nel pugno e gli occhiali ben fissi sul volto, sotto quell’odioso cappello, e ti mordi la lingua, perché è meglio non ribattere con qualcosa di troppo scontroso.
“Non guardarmi così,” riprende, tornando a prestarti attenzione. “Non è che stessi proprio osservando te. Voglio dire, l’ultima volta che ci siamo incontrati mi sei sembrato un po’ sconvolto-- sai, ti sei quasi fatto ammazzare e chissà cosa sarebbe successo se io non fossi stato lì! Così ho pensato: ‘Vediamo cosa fa il nostro Batsy, questa sera, magari ha bisogno di una mano’. Ed eccomi qui.”
“Non ho bisogno di nessuna mano,” è la tua unica risposta. Che dovrebbe suonare come un: ‘Vattene subito’ e svolgere il proprio compito. Eppure, anche in questo caso, l’uomo accanto a te resta immobile, dando segno di non averti nemmeno sentito.
Sai di odiarlo, non hai davvero dubbi. Il punto è che non si tratta dello stesso odio che provi per il Joker, quello unidirezionale che sai esattamente dove porta; è un odio strano e si evolve più verso l’ira e la voglia di prenderlo a pugni, così, senza un motivo particolare, sperando che dopo si rimetta in piedi unicamente per potergliene dare ancora. Solo che Batman non agisce mai senza motivo, ecco perché non gli hai ancora alzato un dito contro.
Ma, comunque, Nigma continua a farti rabbia. E non puoi dire con sicurezza se tale rabbia fosse più grande prima, quando era un criminale e ti tormentava con i suoi colpi e i suoi indovinelli, o adesso, che si sta dimostrando un abile investigatore e una persona - forse - degna di fiducia.
E, pensandoci attentamente, il problema sta proprio in quella fiducia lì, quella che lui continua a richiedere e tu continui a non voler dare - anche se, in realtà, devi ammettere che non ci riesci così bene, visto quanto gli hai permesso di avvicinarsi, visto che è ad un passo da te, visto che le vostre spalle quasi si sfiorano.
“Avanti,” incalza lui, strascicando la ‘a’ come un bambino. “Non ce la siamo cavata male al museo, no, Bats? Un po’ d’azione, qualche pugno qua e là, salviamo la giornata e poi a casa per una bella dormita!”
Inarchi un sopracciglio, anche se, ovviamente, con la maschera sembra che la tua espressione sia immutata. “Pensavo volessi fare l’investigatore privato, non il vigilante. Questo non dà quattrini.”
“Batman, amico mio, i soldi non sono tutto nella vita,” annuncia solennemente, battendoti una mano sulla spalla.
Il pugno sta per arrivare, sei certo che, se non smette entro tre secondi di toccarti, le tue nocche si infrangeranno contro il suo ghigno irritante. Evidentemente, ora i tuoi sentimenti traspaiono bene anche attraverso la maschera, a giudicare dalla velocità con cui Nigma ritira la mano.
“Sono qui per te, Bats, potresti anche mostrarti un po’ grato,” borbotta poi, lanciandoti uno sguardo truce.
“Non ho bisogno di nessuno,” ripeti, con la stessa convinzione di prima.
“Oh, certo, certo,” ribatte sarcasticamente.
Ti senti esattamente come un bambino - uno di quelli capricciosi, che si impuntano in continuazione - e la rabbia aumenta, ma non sei sicuro nemmeno questa volta se sia diretta verso l’E. Nigma che hai accanto adesso o verso te stesso e quella che sai sarà la tua prossima frase.
“Sono già dentro,” dici, infatti, indicando con un cenno del capo la vetrina della gioielleria, attraverso la quale si possono scorgere ombre in movimento. “Ce la stanno facendo sotto il naso.”
I tuoi muscoli si tendono all’istante, pronti ad agire, e probabilmente è per questo che non ti sei reso conto di aver parlato al plurale, che quella frase sembra quasi una mano porta per stringere un patto.
“Merda, che aspettiamo allora?” salta su lui, ma poi indugia, indeciso su come comportarsi.
Lo fissi per un attimo e, “Coprimi le spalle,” scandisci, finalmente con ogni sentimento al proprio posto.
Aspetti solo che annuisca con un mezzo sorriso sul volto, prima di lanciarti in azione. E sai cosa ciò significhi, lo sapete entrambi. Perché le cose, a quanto pare, cambiano davvero e non è solo Nigma ad aver bisogno di quella fiducia.