[DCU] Things go better (if you leave) ~ Bruce/Selina

Apr 19, 2009 16:09

Titolo: Things go better (if you leave)
Fandom: DC Comics
Beta: iosonosara
Postata il: 22/05/2008
Prompt: Gola @ settepeccati
Personaggi: Bruce Wayne, Selina Kyle, Helena Kyle
Pairing: Bruce/Selina, in un modo contorto
Rating: Pg
Conteggio Parole: 744 (W)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella: qui.
Note: Ambientata nell’attuale continuity italiana; riferimenti a DC Presenta: Catwoman #1.


Things go better (if you leave)

Entrare in quella casa dalla finestra - soprattutto in quella stanza - ti sembra incredibilmente maleducato e fuori luogo. Non che tu non l’abbia mai fatto prima - anzi, lo fai di continuo, e l’appartamento di Selina non ha mai costituito un’eccezione -, ma adesso qualcosa è cambiato: la culla nell’angolo, la carta da parati a fiori e la copertina azzurra che pende dal mobiletto sono indizi che ti riesce difficile ignorare.

“Ti decidi a venire dentro o hai intenzione di restare lì tutta la notte?” ti giunge all’improvviso. “Cavoli, se non ti conoscessi penserei ad un maniaco con la passione per i pipistrelli.”
Selina è davanti alla finestra aperta, ora, le mani piantate sui fianchi e il solito atteggiamento sicuro di sé. Il suo ghigno è ad un passo dal canzonarti apertamente come in numerose occasioni è già successo, ma, invece di irritarti, ti fa sorridere a tua volta.

Abbandoni finalmente il tuo appoggio sul cornicione e scivoli all’interno della camera.
“Non volevo spaventarla,” chiarisci, appena atterri il più silenziosamente possibile - e, secondo te, quella è una scusa convincente per aver atteso così tanto.

“Sciocchezze,” ribatte la donna, mentre ti dà le spalle per sollevare Helena dalla culla e se la stringe al petto. “La figlia di Selina Kyle non ha paura di nulla.”
Ti si avvicina di nuovo e, nemmeno fai in tempo a rendertene conto, che ti ritrovi la bambina tra le braccia, a tentare di aggrapparsi con le sue dita minuscole alla superficie liscia del costume.

Ti irrigidisci e rialzi la testa alla ricerca della tua amica, sperando che la tua muta richiesta d’aiuto venga accolta, ma lei si è già spostata accanto al mobiletto per armeggiare con il biberon; così non ti resta che rinsaldare la presa attorno al corpicino avvolto nella tutina gialla e, finalmente, guardarla.

Helena ha gli occhi verdi e vispi; ti osserva con interesse e, emettendo suoni divertiti, allunga le braccia verso di te. È troppo piccola perché i suoi lineamenti richiamino chiaramente quelli della madre - almeno per come tu la conosci -, eppure la luce che quegli occhi emanano è inconfondibile: calda, affamata di vita, esattamente la stessa che hai riconosciuto tante volte sul viso di Selina.

“La pappa, Helena,” annuncia la donna, ora nuovamente al tuo fianco. Delicatamente, le accarezza la guancia e le lascia prendere in bocca la tettarella del biberon, facendo poi segno a te di tenerlo.
“Sei venuto per dirmi qualcosa?” ti sussurra poi, dopo qualche attimo di quasi totale silenzio.

Le rivolgi di nuovo la tua completa attenzione, ma, nel momento stesso in cui incroci il suo sguardo, senti uno strappo allo stomaco, improvviso e doloroso. Ti sei distratto e, per qualche frazione di secondo, hai immaginato che tutto questo fosse tuo: la bambina che hai tra le braccia, la splendida donna che ti sta accanto e ogni cosa che vi circonda. Ed è stato dolce, quel pensiero, dolce e sereno.

Talmente dolce e sereno, sottolinei ora con durezza, da puzzare d’irrealtà.

Vorresti trovare una scusa per essere lì, qualcosa che sostituisca in modo credibile il bisogno che provi di recente di stare accanto a Selina, di controllarla, di vedere che sta bene - perché solo saperlo non ti basta -, nonostante tu sia perfettamente cosciente di quanto lei sia in grado di badare a se stessa.
Ma non hai nulla, al momento, nessuna bugia pronta, solo la verità capace di saltare fuori in un lampo se glielo permetterai.

Così, semplicemente, volti la testa - guardi la tua città che si staglia oltre la finestra e ti chiede un impegno costante - e rispondi, “No. Ero solo in zona e ho pensato di salutarti.”
Selina accenna un sorriso, comprensiva, e tu ti affretti ad aggiungere, “Ma è meglio che adesso vada.”

Con attenzione le ripassi la bambina e, l’attimo dopo, sei già sul davanzale, pronto a sparire nella notte.
Lei però ti ferma con un semplice sussurro (“Bruce”), e sei certo che il tuo cuore abbia saltato un battito.
“Puoi venire a salutarci tutte le volte che vuoi,” continua, l’affetto che chiaramente traspare dalla sua voce.

Annuisci brevemente senza osare voltarti indietro e ti lanci fuori, accogliendo con sollievo il vento freddo di Gotham sul viso.

Ti allontani in fretta, tetto dopo tetto, palazzo dopo palazzo, mentre tenti di cancellare quella sensazione di calore dalla testa e dal resto del corpo.
Perché non puoi concedertela. Perché sei certo che, solo con te il più distante possibile, Helena potrà nutrirsi di tutta la vita che desidera.

dcu: helena kyle, dcu: selina kyle, dcu, [2008], dcu: bruce wayne, » challenge: settepeccati

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