[DCU] Come ai vecchi tempi ~ Slade/Rose

Apr 19, 2009 17:28

Titolo: Come ai vecchi tempi
Fandom: DC Comics
Beta: namidayume
Personaggi: Slade Wilson, Rose Wilson, nominata Tara Markov (Terra)
Pairing: Slade/Rose, con accenni Slade/Tara
Rating: Pg13
Conteggio Parole: 486 (W)
Avvertimenti: Relazione tra consanguinei (padre/figlia) leggermente grafica e adulto/minore (17 anni)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
~ BUON COMPLEANNO, iosonosara! ♥♥♥. Slade/Rose e tanto love per te! xD
~ Ambientata ai tempi in cui Rose era sotto siero, anche se non ci sono molti accenni temporali.
~ Scritta sul prompt come Tara… anzi, peggio di Namida. *_*


Come ai vecchi tempi

C’è qualcosa, in queste notti, di paurosamente famigliare. È come tornare indietro negli anni, ad un tempo in cui gli sembrava ancora possibile poter vincere, nonostante tutto, e qualsiasi mezzo utilizzato era lecito.

Era stato lecito veder morire - uccidere? - due dei suoi figli ed era stata lecita Tara, ogni momento passato con lei, ogni bugia che, istruita alla perfezione, la sua bocca riferiva ai Titani.

Servirsi di lei, allora, era stato parte del gioco e mai una volta Slade si era chiesto se stesse facendo la cosa giusta, se il suo consiglio l’avrebbe per sempre resa un’assassina, se le sue mani sul corpo l’avrebbero per sempre sporcata. Tara era già sporca e Slade si era convinto che nessuna delle sue azioni potessero davvero danneggiarla - e che, anche se così fosse stato, in fondo non gli sarebbe importato.

Nella ragazza sdraiata accanto a lui in queste notti c’è molto di Tara. Eppure, la situazione è comunque diversa, è peggiore. C’è un sottile senso di colpa annidato nel suo stomaco in ogni momento in cui si gira a guardarla, e c’è una voce flebile ma insistente - Lily, riconosce senza esitazioni - nella sua testa a ricordargli che questo, invece, non è lecito. Che questo, invece, rasenta l’errore.

Si volta su un fianco e continua ad osservarla: Rose dorme serenamente, anzi è persino troppo tranquilla; nessuno dovrebbe essere così sicuro accanto a Deathstroke, ma lei è sua figlia, sangue del proprio sangue, e che non abbia paura di nulla è solo normale, genetico.

Forse, però, sarebbe meglio che ne avesse, perché quella paura potrebbe salvarla da lui - ha portato alla distruzione ogni singola donna che non l’ha temuto; per quanto riguarda Rose, immagina sia ormai solo questione di mesi, probabilmente, al massimo di un paio d’anni. Il siero che scorre nelle sue vene scandisce quel tempo come un orologio, ticchettando solennemente ad ogni battito del cuore della ragazza.

Lei sceglie proprio questo momento per aprire gli occhi, quasi avesse sentito i suoi pensieri. Ma non è così, perché lo sguardo che gli rivolge (soffiando, «Papà?») è talmente carico di ingenuità che Slade vorrebbe sorriderne. Sorride, infatti, ma d’affetto, e le accarezza i capelli con una mano.

Il cuore di Rose accelera - mentre lei si avvicina e cerca altro contatto, mentre ripete, «Papà,» in un tono che sa di preghiera - e lo stesso sembra fare il tempo. La voce di Lily nella sua testa si leva alta, sembra urlare determinata a spaccargli i timpani, però Slade la ignora, si sposta in avanti e bacia Rose, dandole ciò che vuole.

La voce si spegne all’istante, ricade il silenzio; e, con la ragazza che prende a muoversi contro di lui, può fingere di nuovo di essere tornato indietro, può fingere che le sue mani sul corpo della figlia non siano quanto di più sbagliato possa esserci.

Perché Rose è tutto ciò che gli è rimasto, e lui non è ancora pronto a rinunciarci.

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