Titolo: Sentirsi forti nel labile
Fandom: Harry Potter
Beta:
vedova_neraChallenge:
Il calendario dell’AvventoPrompt: 13 dicembre: "At Christmastime it's hard, but when you're having fun/There's a world outside your window"
Personaggi: Draco Malfoy, Rabastan Lestrange, nominati altri
Pairing: leggero Rabastan/Draco
Rating: Pg13
Conteggio Parole: 390 (W)
Avvertimenti: leggero slash, angst
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Questo pairing è figo e amore e flashante e io lo amo. ò_ò La fic è dedicata a Vany che lo ama con me. ♥
• Titolo da Lieve dei Marlene Kuntz.
Sentirsi forti nel labile
Tornare a casa per Natale non è facile. Il Maniero non gli sembra nemmeno più lo stesso, da quando Lord Voldemort e gli altri Mangiamorte ne hanno preso possesso. Si sente un pesce fuor d’acqua in quel mondo a cui credeva sinceramente di appartenere, costantemente sotto osservazione e sotto giudizio. Le cose per tutte le vacanze procedono male, con la presenza inquietante del Signore Oscuro che aleggia sull’intera abitazione, i suoi genitori terrorizzati, le notizie degli attacchi di cui saltuariamente viene a conoscenza.
Poi qualcosa improvvisamente cambia: Rabastan, il fratello di suo zio, inizia a parlargli. Draco non ne capisce il motivo, ma quando l’uomo va da lui non lo allontana mai. Gli racconta storie, vicende di un passato che non ha vissuto; gli descrive i suoi zii - e persino i suoi genitori - quando erano giovani e pieni di vita, quando sognavano un mondo migliore e seguivano Voldemort senza esitazioni. Gli racconta delle morti e della distruzione che hanno provocato nel Mondo Magico e di come hanno contribuito a cambiarlo, una volta per sempre.
Draco non gli aveva mai prestato nessun tipo di attenzione, prima di allora, eppure adesso si ritrova catturato dalla luminosità dei suoi occhi scuri, dal modo in cui muove le mani - segno di un’antica eleganza mai dimenticata.
Non affrontano mai argomenti che riguardano il presente - non parlano del Marchio Nero di Draco né dei piccoli compiti che il Signore Oscuro gli affida, non parlano nemmeno di Azkaban e dell’orrore che i Dissennatori hanno lasciato nel cuore di Rabastan - quasi si trattasse di questioni innominabili. Eppure una sera, con il Maniero immerso nell’oscurità e nel silenzio, mentre tutto il resto del mondo festeggia, Rabastan guarda Draco e gli dice: «So cosa vuol dire, essere prigioniero.»
C’è nel suo sguardo una luce nuova, qualcosa che sa di follia, ma anche di profonda consapevolezza; lo fissa attentamente e Draco si sente attraversato da quegli occhi, scoperto, esposto. Così, gli confida qualcosa che non ha mai confessato a nessuno, nemmeno a se stesso: «Ho paura.»
È poco più di un sussurro, ma a lui sembra scuotere il Maniero fin dalle fondamenta, come se tutto stesse per crollargli addosso a causa di quella piccola ammissione. Invece, Rabastan solleva una mano, gliela appoggia sul viso e si china a baciargli la fronte.
«Finirà presto,» dice, e tutto torna perfettamente calmo, perfettamente saldo.