Titolo: Perfect - you know this has to be
Fandom: Heroes
Beta:
iosonosaraPostata il: 11/12/2007
Personaggi: Adam Monroe, Peter Petrelli
Pairing: Adam/Peter (e, se avete abbastanza stomaco forte, potete vederci anche un po’ di Adam/Linderman)
Rating: R
Conteggio Parole: 662 (W)
Avvertimenti: Slash.
Disclaimer: I personaggi della storia non mi appartengono e vengono da me utilizzati non a scopo di lucro, ma semplicemente per divertimento.
Note:
1) Ambientata in seguito alla puntata 2x08.
2) Amo Adam, amo Adam, amo Adam, amo Adam, amo Adam.
3) La nota numero due è più che sufficiente (oltre che estremamente interessante).
4) Il titolo è un verso Perfect degli Smashing Pumpkins. Questa è stata una di quelle fic che non voleva averne uno, quindi, credetemi, ho fatto del mio meglio.
Perfect - you know this has to be
Ora che Peter è tornato - e che i suoi ricordi sono nuovamente al loro posto -, Adam ha ritrovato la sua tranquillità e la sua completa sicurezza. Si è preoccupato non poco quando l’altro è sparito per settimane. Sembrava non dover più fare ritorno e, sebbene lui sia andato avanti nella sua vendetta, la paura di aver perso Peter non l’ha mai abbandonato, fino a che non l’ha ritrovato, questa notte, nell’appartamento di Montreal.
L’ha capito fin dal primo momento in cui ci ha parlato e ha scoperto cosa fosse in grado di fare. Ha capito che, tra tutti, Peter è l’unico destinato a stargli accanto, ad affiancarlo nella sua opera di risanamento del mondo. Il suo idealismo, tutte quelle meravigliose abilità che può continuamente acquisire e, soprattutto, il poter guarire esattamente come Adam, l’hanno facilmente persuaso che si trattasse della persona giusta - la persona giusta, finalmente, dopo tanto cercare.
È a questo che pensa, mentre affonda con forza dentro di lui, stringendogli possessivamente i fianchi. Ha passato quattrocento anni - tutta la sua vita, in pratica - a sperare di incontrare qualcuno del genere, che lo capisse, che condividesse i suoi obiettivi, che lo affiancasse e vivesse con lui.
C’era stato Hiro, all’inizio di tutto, ma la delusione e il dolore bruciavano ancora, nonostante tutto quel tempo. E, dopo, altra gente durata un mese o poco più, nessuno che fosse davvero all’altezza, fino alla creazione della Compagnia e a Daniel Linderman.
Linderman sembrava comprenderlo e il fatto che condividessero la capacità di guarire aveva spinto Adam a condividere con lui i propri sogni - che, entro breve, erano diventati i loro sogni. Daniel, così, lo aveva seguito e quell’adorazione che continuamente gli dimostrava, faceva sentire Adam concretamente come l’eroe che aveva sempre voluto essere - un eroe al pari di Tazeko Kensei.
Ma, alla fine, anche lui lo aveva deluso. Si era tirato indietro proprio quando erano a un passo dalla meta, dall’appropriarsi del virus e ripulire il mondo. Si era alleato con gli altri fondatori, gli ipocriti perbenisti che avevano vigliaccamente abbandonato i loro doveri, scegliendo di imprigionarlo per trent’anni. Dio, se Linderman non fosse già morto, sarebbe stato certamente il primo di cui si sarebbe vendicato.
Peter, invece, ha qualcosa di diverso che gli fa credere di aver raggiunto la perfezione. La fiducia con cui lo guarda sembra assoluta - e, dopotutto, Adam ha salvato suo fratello da morte certa, è il suo eroe -, sembra disposto a fare qualsiasi cosa per lui, allo stesso tempo insicuro e certo di essere nel giusto.
Ed è così suo, lì, steso sotto di sé a gemere e ad inarcarsi per avere di più, da fargli salire il sangue alla testa e provocargli vertigini.
Si china su di lui e gli bacia il collo, spingendo ancora con più forza, allo stesso ritmo con cui lo tocca, e vorrebbe dirgli che gli appartiene, non lasciarlo mai andare, perché insieme - solo insieme - possono fare tutto, possono piegare il mondo alla loro volontà.
Peter ansima il suo nome mentre viene, stringendo convulsamente le mani attorno alle lenzuola sfatte.
“Dio, Peter,” sussurra Adam, chinandosi fino al suo orecchio; dopo un altro paio di spinte, raggiunge l’orgasmo anche lui.
Attende qualche attimo e poi, respirando a fondo, si sfila dal ragazzo e si sdraia al suo fianco, abbastanza vicino perché il proprio braccio gli tocchi la schiena.
Per alcuni minuti, nessuno dice nulla, l’unico rumore nella stanza è dato dai loro respiri che, pian piano, si vanno regolarizzando. Poi Peter parla, il tono incerto.
“È giusto quello che stiamo per fare, Adam?” chiede.
Adam accenna un sorriso e gli si avvicina ancora di più, aderendo alla sua schiena e circondandolo con un braccio. Gli bacia una spalla.
“Sei tutto quello che avrei potuto desiderare, Peter,” sussurra. “E tutto questo è giusto, giustissimo, fidati di me. Noi salveremo il mondo.”
Peter gli stringe il braccio e tenta di sorridere. “Sì, lo salveremo,” mormora, quasi parlando tra sé. Poi, si volta e lo bacia.