[Hetalia] Accidents in Love

Jan 08, 2011 18:36


Un po' in ritardo, lo sè, ma alla fine eccola:

Titolo: Accidents in Love

Rating: NC-17

Fandom: Axis Powers Hetalia

Paring: Spain/South Italy

Avvertimenti: sesso esplicito tra due uomini (se non vi gusta, non leggete). Diciamo che è AU, ed è più o meno collegata con Life as we know it.

Trama: Infine Lovino socchiude le palpebre e sospira - Mi annoio-.

Qualcosa, qualcosa di pericoloso, luccica improvvisamente nello sguardo di Antonio, come se stesse aspettando solo quello.

Note: scritta per il IV p0rnfest di fanfic italia. Il prompt è: AXIS POWERS HETALIA - Antonio Fernandez Carriedo (spagna)/Lovino Vargas (sud Italia), "Mi amor, chi l'ha detto che sotto il vischio bisogna soltanto baciarsi?".

I personaggi non sono miei e, tanto per cambiare, non ci ottengo nulla, nemmeno una mazza (che non guasterebbe dato il contesto…).


Accidents in Love

Una macchina, una bufera di neve e un rametto di vischio.

- Vaffanculo! -.

- Chico, mi amor, non fare così...cosa ci posso fare? Pensi sia colpa mia?-.

E quando mai...

- è sempre colpa tua, bastardo! Te l’avevo detto che era una pessima idea!- sbotta l’italiano frustrato assestando un calcio al cruscotto della macchina e guadagnandosi solo un sospiro affranto da parte del guidatore.

Lo spagnolo si gratta la nuca, rammaricato.

- Come potevo sapere che ci sarebbe stata questa bufera di neve? E che saremmo rimasti bloccati su questa dannata strada per tutta la notte?-mormora afflitto Antonio, spannando il vetro con un colpo di mano. Lovino lo fulmina con lo sguardo, incrociando le braccia al petto coperto da un morbido maglioncino di cashmere. Sembra essere dannatamente costoso, più di quanto sicuramente il giovane spagnolo possa ambire a permettersi.

- Siamo bloccati da due ore! Due ore! E questo perchè? Perchè tu hai avuto la brillante idea di andare a Madrid per passare il Natale con i tuoi genitori!-.

- Il Natale va passato con la famiglia...-.

- E allora io cosa cazzo c’entro? Perchè hai dovuto trascinare anche me qui?-.

Antonio apre la bocca per rispondergli che, semplicemente, lui fa già parte della sua famiglia, e che vorrebbe fargli conoscere sua madre e suo padre, ma la richiude seccamente dopo aver incrociato lo sguardo truce del compagno. Ci tiene ancora abbastanza ai gioielli di famiglia per sacrificarli in quel modo stupido.

- Ti odio - sbuffa dopo qualche minuto di astioso silenzio l’Italiano, in cerca di attenzioni. O anche solo di qualcosa per alleviare la noia che dilaga nel piccolo abitacolo della Seat.

Antonio sposta lo sguardo su di lui, accennando ad un mezzo sorriso accattivante e sfiorandogli i capelli ramati con la punta delle dita.

- Lo sè. Mi dispiace, chico, ma non ci posso fare niente!-.

Lovino gli ringhia addosso qualche parolaccia ma alla fine si lascia ricadere sul sedile, vinto dal suo accento ispanico e soprattutto dalle carezze tra i capelli. I capelli sono sempre stati il suo punto debole, ed Antonio non ha alcuna remora ad utilizzare questo particolare a suo favore.

“Un uomo senza scrupoli” riflette distrattamente il più giovane.

Osserva il paesaggio fuori dall’abitacolo, anche se non c’è proprio nulla da vedere, se non una distesa infinita di bianco.

La neve non accenna a smettere di cadere e ormai ha ricoperto anche la loro macchina. Sopra di loro il cielo scuro è solcato da dense nuvole grigie e minacciose, mentre le altre macchine bloccate in autostrada proprio come loro sono diventate tutte quante piccoli cumoli bianchi e indistinguibili.

Antonio si sgranchisce il collo con lente movenze inequivocabilmente feline e lascia la presa sul volante. Tanto sono fermi da più di due ore, dove pensa di poter andare quel deficiente?

- Ti odio davvero - ribadisce ad un certo punto Lovino - E dire che a quest’ora potrei essere a Roma, con una temperatura nella media, e con mio fratello!-.

- E con Ludwig- gli rammenta Antonio.

- Beh, meglio che essere qui con te!-.

- E con Francis- aggiunge lo spagnolo ampliando il ghigno e beandosi del brivido di panico che percorre l’altro ragazzo.

Infine Lovino socchiude le palpebre e sospira - Mi annoio-.

Qualcosa, qualcosa di pericoloso, luccica improvvisamente nello sguardo di Antonio, come se stesse aspettando solo quello.

Indica l’orologio digitale sul cruscotto e con voce più roca del solito mormora - Guarda, è già passata la mezzanotte. È Natale-.

- E allora?-.

Con movimenti sinuosi e calcolati lascia scorrere una mano attorno al sedile del passeggero e si avvicina al volto imbronciato, e per questo ancora più grazioso, del suo italiano preferito.

- Allora Buon Natale, piccolo - gli sibila nell’orecchio, facendolo avvampare all’istante.

Non gli lascia nemmeno il tempo di rispondere, o di prenderlo a pugni, considerata l’indole violenta del ragazzo, e si sporge ancora di qualche centimetro. Con una mano sfiora il rametto di vischio appeso allo specchietto retrovisore, facendolo ondeggiare rapidamente, e poi lo bacia teneramente sulle labbra. Lovino impiega qualche secondo a comprendere la situazione, e quando finalmente la realizza, è decisamente troppo tardi. Il profumo di Antonio gli è già entrato sottopelle e le sue labbra si stanno muovendo in maniera semplicemente sublime sulle sue.

Guarda con la coda dell’occhio il rametto di vischio e si rilassa accarezzato dal respiro di Antonio.

“ Poco male” pensa abbozzando un lieve sorriso “è solo un bacio”.

Non fa nemmeno in tempo a formulare il pensiero che la mano languida ed esperta dello spagnolo si intrufola sotto il suo maglione, andando a stuzzicare i capezzoli.

Lovino si tira indietro di scatto, boccheggiando e guardando sconvolto il compagno.

- Che....che diavolo stai facendo, bastardo?- strilla acutamente spalmandosi contro il finestrino gelido dietro di lui.

Antonio sogghigna con una nonchalance invidiabile e per un momento terribile gli ricorda il modo di fare di Francis. Dura solo un attimo, perchè subito dopo torna l’Antonio di sempre, con gli occhi verdi spalancati e disgustosamente dolci, e un sorriso luminoso come il sole delle Baleari.

- Mi amor, chi l'ha detto che sotto il vischio bisogna soltanto baciarsi?- esclama suggestivo e con ciò si riappropria della bocca, e del collo, dell’italiano.

- Uhmpf...cazzo, Antonio!- bofonchia Lovino cercando di scostarsi e di allontanarlo da se, ma la prestanza fisica dell’iberico è indubbiamente superiore alla sua. E forse solo una piccola parte di lui vuole davvero opporsi, mentre tutto il resto non aspetta altro che lasciarsi andare senza remore al calore dell’altro ragazzo.

- Facciamo passare un po’ il tempo, eh?- sussurra Antonio con la voce più bassa e profonda che mai, iniziando a baciargli il collo, succhiando e mordendo la pelle scura dell’altro ragazzo.

Istintivamente Lovino reclina il collo e appoggia la testa al sedile, gli occhi socchiusi e il respiro sempre più affrettato.

Dannato, dannatissimo spagnolo. Perchè tra tutti i ragazzi al mondo doveva finire proprio con lui? Con quell’infoiato maniaco del sesso- imprevisto di uno spagnolo?

La risposta gli giunge con un gemito spezzato mentre una delle mani di Antonio si sposta sulla sua coscia, e subito dopo scorre sul cavallo dei suoi pantaloni.

L’idea che possano essere visti da qualcuno non li sfiora nemmeno per un istante. C’è troppa neve, i vetri sono troppo appannati, e soprattutto loro sono troppo accaldati per preoccuparsene.

- Vuoi farlo qui?- domanda ansante Lovino afferrando con presa di ferro il gancio sopra la portiera e spingendosi contro la mano bollente dello spagnolo.

Antonio alza gli occhi verdi e inscuriti dalla passione su di lui e sogghigna spudoratamente.

- Ti eccita, niño? Vuoi che ti scopi qui, in macchina?-.

- Dio, Antonio!- sbotta al limite dell’esaurimento nervoso l’italiano, afferrandolo per i riccioli castani (come fanno ad essere sempre così morbidi e della lunghezza giusta?) e tirandoselo addosso per un nuovo bacio a bocca spalancata.

Antonio ride in quel bacio, ride di cuore, e un secondo dopo gli è a cavalcioni addosso, con la leva del freno a mano che gli sta distruggendo un ginocchio.

- A me eccita da morire - sospira iniziando a sbottonargli il maglione - Farlo in macchina, intendo. Non l’abbiamo mai fatto qui, vero?-.

Lovino alza gli occhi al cielo e infila le mani nei jeans del ragazzo, stringendogli quelle natiche fottutamente sode ed elastiche che si ritrovava. Ma perchè diavolo diventava così loquace quando è eccitato?

Ma l’italiano non se la sente proprio di rimproverarlo, non adesso, perché quando Antonio gli sussurra quelle cose direttamente all’orecchio, leccandolo e mordendolo, lui perde completamente la testa. E Antonio è dannatamente troppo bello quando è così lascivo per rischiare che si ricomponga.

Con non poca fatica Lovino riesce a trovare la leva per abbassare il sedile e distendersi più comodamente, mentre il bastardo si dà da fare con l’allacciatura dei suoi pantaloni.

- Vacci piano, costano quanto questo catorcio- lo ammonisce cercando di sembrare serio, ma fallendo miseramente, soprattutto quando Antonio gli cala anche i boxer. Osserva l’erezione dell’italiano con gusto, con calma, leccandosi le labbra e sorridendo beatamente.

Dio, quanto lo fa incazzare quando fa così! Perchè deve assaporare in quel modo ogni singolo istante? Lovino è più istintivo, più frettoloso. Quando si ritrovava con un’erezione tra le gambe non ha davvero la pazienza di giocarci attorno. Vuole semplicemente essere soddisfatto, e al più presto, possibilmente.

Con un ringhio quasi disperato strattona i jeans dello spagnolo e facendolo sussultare per la sorpresa glieli sbottona in tutta fretta.

- Vai di fretta, mi amor? Guarda che tanto di qua non possiamo muoverci per almeno ...- prova a dire Antonio, ma deve bloccarsi quando il moretto sotto di lui gli afferra con una certa urgenza l’erezione e inizia a strofinarci sopra le mani curate e delicate.

Oh, ha delle mani d’oro, l’italiano. Non sono buone solo a scattare fotografie o a fare gestacci. Fanno anche delle seghe da urlo, tanto che Antonio china il capo, come sconfitto, mordendosi le labbra, e si spinge contro di lui. Il suo istinto più brutale gli urla che lo vuole, e lo vuole subito. Vorrebbe poterlo prendere e sbattere finché ha fiato su quei sedili di pelle, facendolo contorcere e gridare contro il finestrino ghiacciato. Ma sa già che non lo farà. Quel lampo di follia scorre via, velocemente come è arrivato, soppiantato da un desiderio più rilassato e attento.

In un lampo di vaga lucidità valuta la situazione, decidendo che una scopata vera e propria è fuori discussione, purtroppo. Non c’è abbastanza spazio, non sarebbero per nulla comodi, e poi sporcherebbero in maniera indecente i sedili appena rivestiti.

Perfetto, dovranno accontentarsi di una sveltina sepolti in un’auto sotto mezzo metro di neve. E stranamente la cosa non gli dispiace affatto, soprattutto considerando il modo assolutamente perfetto e smaliziato con cui Lovino si sfrega sotto di lui.

Si china sul ragazzo, annusandone il profumo costoso e intrigante, e gli succhia violentemente il collo mentre prende il suo sesso teso fino allo spasmo in mano. Cerca di muovere la mano allo stesso ritmo impetuoso e frenetico con cui Lovino la muove su di lui, sebbene tutta quella velocità non gli si addica affatto.

Antonio, per indole, preferisce ore e ore di puro amore, tenerezze, preliminari e infine una scopata dolce e lenta, senza alcun impeto brusco.

Ma ha imparato ormai da tempo che Lovino è fatto a modo suo, un piccolo despota del sesso, e con lui tutte le sue certezze crollano miseramente.

Avvolge tutta l’erezione dell’italiano nel pugno e la muove veloce, con forza, per l’intera lunghezza. Strofina il pollice sulla punta già bagnata e sorride radioso nel vedere Lovino inarcarsi, spingersi e ansimare furiosamente. Tutti quegli ansimi frustrati e rochi gli danno alla testa e gli fanno contrarre l’erezione in maniera quasi dolorosa. Quasi, perché tutto il resto è puro e disinibito piacere.

Antonio si costringe ad aprire gli occhi e a puntarli sotto di sé, sul viso fremente del compagno.

È  un vero spettacolo Lovino quando fa sesso. Le guance si tingono di scarlatto e digrigna i denti tanto forte da farsi male. E poi, quando finalmente viene, si tende tutto quanto e spalanca le labbra in un grido osceno e soddisfatto.

Antonio si gode lo spettacolo ad occhi sgranati, assaporandone ogni istante, e solo quando Lovino si accascia spossato, si concede il lusso di venire nella mano ancora chiusa del ragazzo.

Orgasmo perfetto e sedili immacolati, sorride compiaciuto.

Fuori dall’abitacolo c’è una calma e un candore irreale.

Dentro il sonnolento languore da dopo-sesso inizia a farsi sentire.

Antonio riesce a guadagnarsi un posto sul sedile di Lovino e lo prende tra le braccia, mentre gli accarezza amorevolmente un ricciolo ramato.

Entrambi hanno lo sguardo fisso su quel piccolo, e galeotto, rametto di vischio appeso sopra di loro.

- Lovino?-.

- Uh?-.

- Sai, pensandoci bene quello lì non è davvero vischio. Credo sia semplice pungitopo…-.

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