Titolo: Love the way you lie
Rating: NC-17
Fandom: Eneide
Paring: Anna/Enea
Avvertimenti: sesso esplicito, het, tradimento. (Sì, avete letto bene, è una het. Cosa non si fa per qualche punto in più....)
Trama: Enea ha sempre il sapore di qualcosa di antico e di nefasto, di qualcosa di tremendamente proibito. Non è Didone, ma Anna quella che cerca con lo sguardo quando parla, è sempre e solo Anna che gli riesce a strappare un sorriso sincero. Ed è solo ad Anna che Enea confida i suoi più intimi segreti, i suoi dubbi, le sue paure, i suoi sogni.
Note:Scritta per il IV p0rn fest (Prompt: Anna/Enea, Alle spalle di mia sorella). Ovviamente i personaggi sono tutti del Maestro e io non ci ricavo nulla, ma cosa lo dico a fare…
Ah. È Canon. Oh sì, perfino Virgilio lo pensava, tiè!
(E se dopo questo non passo l'esame di letteratura latina mi posso anche sparare un colpo alla tempia...)
Love the way you lie
I passi che risuonano tra gli alti corridoi del palazzo reale sembrano tetri e spaventati. Solo ad orecchio più attento appaiono per ciò che sono: rapidi, decisi, senza alcuna esitazione.
Anna non si guarda attorno, cammina rapida sulle lastre di pietra cercando di mantenere il respiro normale.
Non ha bisogno di guardare dove mette i piedi, perché conosce quel palazzo come le sue tasche. Lo ha visto sorgere dalla terra brulla e ne conosce ogni anfratto, ogni centimetro, ogni scorciatoia.
L’immensa reggia non può avere più sorprese per lei.
O almeno era così prima che arrivassero i troiani. Prima che arrivasse lui.
È questione di un attimo. Una delle tante porte del lungo corridoio si socchiude all’improvviso, una mano, grande e forte, l’afferra per la spalla e la trascina dentro.
Anna non ha nemmeno il tempo per reagire, per sorprendersi, che già un paio di labbra screpolate e carnose si poggiano bruscamente sulle sue.
Il calore di quel fiato, che si infrange nella sua bocca e che riverbera per tutto il corpo, in ogni tendine e in ogni fibra, le fa riconoscere l’uomo che ora la sta premendo contro la parete con tutto il suo corpo. Un corpo scultoreo, troppo perfetto per essere semplicemente umano, ricoperto da una tunica leggera e scarlatta.
Enea ha sempre il sapore di qualcosa di antico e di nefasto, di qualcosa di tremendamente proibito. Ed Anna ne è consapevole, e completamente assuefatta. Nemmeno tra mille anni potrebbe confonderlo con l’odore, il calore, di un altro uomo.
- Che cosa ci fai qui?- mormora la ragazza quando il bacio si esaurisce lentamente, lasciandola tremante ed accaldata.
Il troiano sorride alzando appena un angolo della bocca e le succhia il labbro inferiore, sempre senza staccarsi dal suo corpo ora percorso da brividi bollenti.
- Ti cercavo. Ho sentito i tuoi passi, e ti ho riconosciuta subito-.
Anna arrossisce e gioisce più di quanto è lecito. Perché sa, lo sanno tutti, che Enea ha occhi solo per lei. È un piacere sottile, ingiusto, che la pervade e la fa arrossire dolcemente.
Enea giace ogni notte nel letto di Didone, le dichiara passionalmente il suo amore, la ricopre di regali e attenzione, ma non è lei che ha nel cuore.
È Anna quella che cerca con lo sguardo quando parla, è sempre e solo Anna che gli riesce a strappare un sorriso sincero. Ed è solo ad Anna che Enea confida i suoi più intimi segreti, i suoi dubbi, le sue paure, i suoi sogni.
Questo lo sanno tutti. Tutti tranne Didone, ovviamente.
Ogni tanto Anna si domanda se la sorella sia davvero così cieca da non vedere, da non capire cosa le accede intorno, oppure se stia fingendo come un’ottima attrice. Forse Didone è abbastanza intelligente da capire che non vedere, non sapere, è meglio che scontrarsi faccia a faccia con la dura realtà.
E la realtà è semplice, in fondo. L’uomo che ama, l’uomo per cui ha perso la testa, per cui darebbe la vita, preferisce sua sorella a lei. E non lo fa sotto gli occhi di tutti in modo plateale. Il loro è un tradimento più sottile, e per questo più atroce. È un amore che si consuma di notte, negli angoli bui e silenziosi, mentre tutti gli altri dormono. Ma soprattutto, è qualcosa che li legherà per sempre ben più che quella specie di matrimonio che congiunge Enea e Didone.
Anna resterebbe ore e ore a riflettere sulla questione, senza venirne mai a capo, ma ci pensa Enea, come sempre, a strapparla via da ogni tipo di ragionamento.
Le sorride ancora una volta, languido e malizioso, e torna a baciarla con trasporto, profanandole la bocca con la lingua e con i denti.
Anna impiega davvero poco ad abbandonarsi a lui, lasciandosi sorreggere da quelle braccia muscolose e piene di cicatrici. Semplicemente, Enea non è un uomo a cui una donna può permettersi di resistere.
Non che non ci abbia provato, e gli Dei lo sanno. La prima volta che è successo ha tentato di opporre resistenza, di tirarsi indietro. Ma ha fallito miseramente, come sempre, lasciandosi conquistare da quegli occhi prima ingenui e poi improvvisamente cupi. E da quelle labbra che sanno farla godere fino alla follia. E soprattutto da quella voce roca, bassa, intensa e con un accento straniero languido e liquido. Ogni tanto si domanda se tutti i troiani hanno quello stesso accento accattivante o sia una qualità unicamente di Enea.
Le dita scaltre dell’eroe scalano il suo corpo, scivolano lentamente sui fianchi e poi la sospingono contro la parete, tenendola docilmente bloccata. E mentre la sua lingua le percorre il collo fino al lobo dell’orecchio, Anna reclina il capo indietro e gli afferra con forza i lunghi capelli scuri, portandoselo sempre più vicino.
La sua veste sale frusciando fino ai fianchi, scoprendole le gambe e le cosce. Enea ci si posiziona nel mezzo, lascia che Anna allacci le gambe alla sua schiena e le fa scorrere le lunghe dita su ogni lembo di pelle scoperta. Anna ha la pelle morbida e tenera, quasi cedevole sotto il suo tocco pressante. Ed è davvero una bellissima sensazione.
Spinge le dita più in alto, sul linguine caldissimo e infine esattamente tra le gambe schiuse. La sente umida e bagnata tanto che non può fare altro che accarezzarla, massaggiarla e penetrarla appena con i polpastrelli.
Anna sospira, cerca di prendere aria, e si contorce tutta tra il corpo eccezionale di Enea e il freddo della parete.
Non lo deve supplicare o incitare, non deve fare niente altro che aspettare e guardarlo fisso negli occhi mentre a sua volta l’eroe si solleva la corta tunica rossa.
La giovane principessa espira e socchiude gli occhi nel sentire l’erezione calda e dura di Enea strusciarle sulla coscia sudata. Riesce a sentirne ogni centimetro, ogni imperfezione, ogni goccia di seme.
E poi, in un attimo, la sente scivolare dentro di se. Sbarra gli occhi, confusa dal piacere e dal calore, e da quel senso di pienezza che prova solo durante il sesso.
Enea la stringe con forza eccessiva, la sbatte contro il muro mentre si muove freneticamente nel suo corpo accogliente. Anna sospira, ansima e geme consapevole che tanto nessuno può udirli.
Se solo qualcuno li scoprisse, sarebbe la fine. La fine per loro due, e la fine per Didone.
La regina impazzirebbe dal dolore e ne morirebbe, di questo è sicura.
- Mia sorella morirebbe se lo sapesse…- sussurra Anna mentre Enea le morde il collo candido.
Non sa esattamente perché glielo stia facendo presente. Forse è il senso di colpa che si fa ogni volta più pressante, o forse è il pensiero che nonostante tutto non riescano a dividersi, a farla parlare.
Il troiano le accarezza un seno e le mormora all’orecchio - Allora è meglio che non lo scopra, no?-.
Anna ride piano, una risata leggera e lieve che si contrappone nettamente ai movimenti bruschi e rumorosi dell’uomo. Serra con forza le gambe attorno al suo busto, per farlo entrare ancora più in profondità e tenerlo lì a lungo, facendolo letteralmente morire dentro di sé. Vuole sentirlo svuotarsi dentro di lei con forza, abbandonarsi all’orgasmo travolgendola completamente e portandola in un altro mondo. Un mondo lontano e perfetto, un mondo dove non ci sono sorelle a cui vuoi troppo bene o eroi che un giorno ti abbandoneranno.
È un mondo che dura solo un istante, il tempo di un orgasmo irripetibile e che poi si dissolve come il sudore sulla loro pelle.
Enea respira rumorosamente contro il suo collo, ansima e termina con poche e languide spinte, prima di uscire dal suo corpo e rimetterla in piedi. Qualche goccia di sperma cade sul pavimento, ma nessuno dei due vuole farci caso.
Il troiano le accarezza con innaturale dolcezza i capelli e una guancia tremendamente arrossata.
- Sei stupenda come una dea- le mormora ad un soffio dalle labbra, ed Anna è davvero tentata dal credergli. Vorrebbe ridere e abbracciarlo con forza, magari scappare con lui oltre il mare, dove Didone non potrebbe mai vederli. Ma non è questo il loro destino, e anche se Enea spesso se lo dimentica, Anna ne è sempre consapevole. È lei quella ragionevole, quella che deve pensare sempre per due. Quella che non può mai abbandonarsi alla follia, nemmeno quando è con l’uomo che desidera.
Per questo gli sistema i riccioli scuri, gli deposita un leggero bacio a fior di labbra e infine se ne va. Sa già che la notte seguente sarà tutto nuovamente uguale, che cederà alla passione e al tocco del troiano. Ma fino ad allora vuole illudersi di non essere anche lei perdutamente innamorata di lui, così tanto da far male.
Didone attende silenziosa l’arrivo del suo sposo, pregustando l’ennesima notte di follia e amore. Sente i suoi passi farsi sempre più forti, e quando lo vede comparire oltre le tende del letto, scorge in lui un mezzo sorriso soddisfatto e un brillio negli occhi scuri che le rimescola il ventre.
È l’espressione di un uomo compiaciuto, felice, innamorato.
E la regina non è del tutto sicura di essere l’unica causa di quella felicità così palese. La parte più profonda di sé, quella più puramente femminile e acuta, conosce già la verità. Non è stupida Didone, sa perfettamente che c’è qualcosa tra Enea e sua sorella. Ma Didone tace e chiude gli occhi, respirando il sensuale profumo del marito.
Attende che l’uomo si spogli e si distenda su di lei, per sussurrargli all’orecchio - Sei solo mio, Enea?-. Con quelle semplici parole gli sta offrendo l’arma per ucciderla, e ne è consapevole.
L’eroe sospira pesantemente, lasciando andare il capo sulla sua spalla morbida.
- Certamente, mia regina- sospira e la bacia. E Didone tace, illudendosi che non ascoltare la verità sia meglio che soffrire.