[Harry Potter] Giorni di un futuro passato

Jan 17, 2013 21:41

Titolo: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO

Fandom: Harry Potter
Personaggi: James/Sirius, James Potter, Sirius Black
Rating: rosso

Genere: erotico, angst, sentimentale

Avvertimenti: slash, PWP
Riassunto: E poi, molto più rare, ci sono notti come queste. Notti in cui la mia forma umana si fa sentire più del solito, ed oltre a ricordarmi di essere stato un uomo, un tempo lontanissimo, ero anche il tuo uomo. O almeno, sognavo di esserlo.

Note: era da una vita che desideravo scrivere qualcosa su Sirius e James, e l’occasione si è presentata col p0rn fest. Il prompt era HARRY POTTER James Potter/Sirius Black, prima volta, anche se penso di essere andata un tantino fuori tema.


GIORNI DI UN FUTURO PASSATO

I dissennatori non vengono per me. Non vengono mai per me e per la mia anima, ma girano attorno alla mia cella affamati di ricordi e di emozioni, per nutrirsene e prosciugarmi.  Continuano a passarmi davanti con il loro freddo e la loro fame perché non riescono a trovare nulla, se non pensieri e istinti animali.

Non li lascerò portarsi via quel che mi resta di te, non ti preoccupare.

Passo le mie giornate sotto forma di cane, per quanto le guardie me lo permettano, proprio per non perdere tutti i ricordi di te, di noi, che mi restano. In fondo sono tutto quello che rimane al mondo di te, del tuo sorriso e del mio passato. Come potrei lasciare che se lo prendano?

Solo quando è notte fonda, quando anche i dissennatori sembrano calmarsi e i prigionieri iniziano ad urlare e piangere nel sonno, o nella migliore delle ipotesi gemere, allora mi permetto di tornare uomo per pochi minuti, solamente per ricordarmi che anche io ero una persona, secoli fa’.

Ci sono volte in cui mi lascio cadere in un angolo della cella a farmi consumare dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, oppure notti apparentemente più serene in cui sfoglio di malavoglia il giornale che il primo ministro, quell’insulto all’intelligenza umana, mi ha lasciato.

E poi, molto più rare, ci sono notti come queste. Notti in cui la mia forma umana si fa sentire più del solito, ed oltre a ricordarmi di essere stato un uomo, un tempo lontanissimo, ero anche il tuo uomo. O almeno, sognavo di esserlo.

Lo hai mai capito, Jamie? Hai mai intuito o sospettato che tutte quelle ragazze per me non erano altro che un modo per non pensare a te? Per non ammettere neppure a me stesso che in verità l’unica persona che desideravo era il mio migliore amico?

Sicuramente se anche lo avessi capito, non me lo hai mai rivelato. Sei sempre stato insolitamente  cauto a trattare questi argomenti con me. Hai sempre preferito glissare o fingere di non vedere, e all’epoca pensavo che fosse meglio così. Mi accontentavo di sognare e di immaginare, invece di tentare.

La mia fantasia preferita era la nostra prima volta. Ogni volta che ci pensavo mi veniva duro ed ero costretto a scappare sotto la doccia o nel letto di qualche svenevole ragazzina fin troppo servizievole. E tutto quello che volevo, invece, eri tu.

Ancora adesso, se chiudo gli occhi nell’oscurità putrida della mia cella, mi compare nella mente quell’immagine.

Sarebbe stata avventata e casuale, la nostra prima volta. Sarebbe successo perché eravamo ubriachi, forse accalorati e sicuramente troppo su di giri. E tu saresti stato bello da togliere il fiato, con i capelli scuri scompigliati più del solito e lo sguardo perso in un altro mondo, le labbra gonfie e il collo sudato.

Al solo pensarti così mi viene di nuovo duro, ed è una cosa che mi capita di rado in questa prigione. Mi accarezzo da sopra i pantaloni e continuo a pensare a come sarebbe stato.

Nel mio delirio alcolico avrei sicuramente detto qualche cattiveria su Lily, come succedeva solo dopo essermi scolato una bottiglia intera di Fire Whisky, e tu ti saresti di certo infuriato.

Io avrei riso, avrei ghignato davanti alla tua indignazione e tu saresti arrossito fino alle orecchie, consapevole che tra me e lei, avresti sempre e solo scelto me. Ma pur di salvare il suo onore l’avresti difesa a spada tratta, strattonandomi per la camicia e ringhiandomi in faccia.

Mi viene da ridere ripensando al tuo viso quando ti arrabbiavi e fingevi di minacciarmi.

Dio, se mi manca.

Mi accarezzo più forte, e la pressione diventa quasi dolorosa. Gemo, piano, ma tanto nessuno mi può sentire in questo delirio di criminali.

Tu mi avresti minacciato e io avrei riso, riso così forte da farti andare il sangue alla testa. E a quel punto avremmo iniziato ad azzuffarci fino a trovarci troppo vicini e troppo ubriachi per pensare.

E ti avrei baciato. Cazzo, ti avrei baciato come se fosse la fine del mondo, come se fosse tutta la vita che aspettavo quel momento. Tu non avresti potuto fare altro che ricambiare e gemere nella mia bocca, e implorarmi di non smettere. Ci saremmo avvinghiati uno all’altro con forza animale fino a farci male e a sfregarci per avere un minimo di soddisfazione.

Soddisfazione che adesso mi procuro slacciandomi i pantaloni e afferrando il mio sesso turgido nel palmo sporco della mano. Mi accarezzo e mi masturbo senza delicatezza o cura, immaginando, adesso come allora, che la mano sia la tua.

Non ci sarebbe stata molta delicatezza nei nostri gesti, la nostra prima volta. Ci sarebbe stata ansia, frenesia, desiderio, ma non gentilezza. Ci saremmo toccati e masturbati forte, con decisione, fino a riversarci l’uno sull’altro con foga. E sarebbe stato grandioso.

Se mi concentro riesco perfino a sentire i tuoi gemiti, i tuoi brevi respiri spezzati che si susseguono un attimo prima dell’orgasmo e poi si placano con un sospiro soddisfatto.

Aumento la velocità e vengo a mia volta con impressa nella mente l’immagine del tuo volto arrossato e sconvolto, e potrei anche finirla qua. Potrei anche smettere adesso di lottare, di sforzarmi di andare avanti confidando unicamente in una vendetta che forse non compirò mai.

Appoggio la testa al muro, consapevole di come finiva tutte le volte la mia fantasia.

Ci saremmo guardati negli occhi, alla fine di tutto, e avremmo visto lo stesso spavento e vergogna. Il giorno dopo tu avresti fatto finta di nulla, mi avresti posato un braccio sulle spalle come sempre e non avresti detto più una parola su quel fatto. Avresti preferito continuare con la tua solita vita, stare al mio fianco solo come amico e non come amante. E io avrei finto che andasse bene, che fosse giusto così.

Ora mi chiedo se sarebbe andata veramente così. Se avessimo avuto più tempo, se quella creatura orrenda non ti avesse portato via, se non ci fosse stata la guerra…sarebbe davvero finita così tra noi?

Nessuno di noi lo saprà mai, è questa la realtà. E io non posso permettere che i dissennatori mi strappino anche queste domande, assieme ai miei ricordi e alle mie sciocche fantasie. Preferisco passare il resto della mia vita nella forma di un cane, piuttosto che dargli in pasto quel che mi rimane di te. Anche se mi fa sanguinare il cuore.

I dissennatori non vengono mai per me.

Anche se a volte vorrei che fosse così.

p0rn, fanfiction, harry potter

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