[ Titolo: Posso Renderti più felice di quanto facesse lei ]
[ Genere: Romantico, Erotico ]
[ Rating: Rosso ]
[ Avvertimenti: Slash, Lemon, oneshot ]
[ Fandom: Original ]
Posso renderti più felice di quanto facesse lei.
La frase su msn lo immobilizzò qualche istante, lasciandolo con le dita appena poggiate alle lettere, ma senza premerle, poiché davvero non sapeva cos’era più giusto rispondere a qualcosa del genere.
Nell’ultimo periodo Eleonor l’aveva fatto soffrire tanto, con i suoi continui e ripetuti tradimenti, con le sue affermazioni di come fosse colpa sua e solo sua se lei era arrivato a tradirlo, dato che non c’era mai, con le sue continue scuse e lamentele.
L’aveva lentamente ucciso, trapassandogli il cuore da parte a parte con una lancia neanche troppo acuminata, così che facesse ancora più male.
Eppure un tempo erano stati felici insieme, un tempo era sicuro che lei fosse la ragazza giusta, che l’avrebbe portata all’altare e avrebbe avuto con lei tantissimi bei bambini che le sarebbero assomigliati incredibilmente tanto.
Ed erano cose che aveva detto chiaramente a Gabriel, al di là dello schermo.
Come?
Chiese, ma si rese conto subito di aver sbagliato.
Attraverso una chat il ragazzo non poteva comprendere che quella parola era solamente un commento di totale sorpresa e non una richiesta di delucidazioni.
La tendina laterale della chat si aprì, aprendo un video della webcam, fissa sul corpo, nudo dalla vita in su, abbronzato e perfettamente definito del ragazzo.
Vedi bene?
A lungo non seppe cosa rispondergli, fisso con lo sguardo su quei pettorali scolpiti.
Rispose senza neanche portare lo sguardo sui tasti e fu decisamente lieto di avere quella capacità.
Non ti vedo il viso. Fece notare.
Non che la cosa gli dispiacesse.
Allora vedi bene. La risposta
Come? Chiese ancora, sempre più confuso, mentre, più in basso, qualche parte di lui cominciava a risvegliarsi.
Ti farò provare l’orgasmo più potente della tua vita.
Che Gabriel se ne uscisse con certe porcate non era una novità, né era in qualche modo strano, era sempre stato incredibilmente fisico nei suoi rapporti. Quello che era strano era il modo in cui il suo amico dei piani bassi stava reagendo a quegli stimoli solo visivi.
Come pensi di fare, attraverso uno schermo? XD
Aveva aggiunto la faccina per dissimulare, per far credere che non stesse già spasimando per un contatto fisico.
Che fosse il dolore per la rottura o l’astinenza, da quando lui ed Eleonor si erano lasciati, un mese prima, non aveva ancora fatto sesso e la sua intimità pareva voler evitare un’altra notte all’asciutto.
Tu immaginami semplicemente lì. Gli rispose il ragazzo.
Immaginami dietro di te, magari, con il corpo premuto contro il tuo, le mani poggiate alla scrivania…
Tu sei in trappola, non puoi scostarti da me e anche se potessi, non lo faresti, perché la mia eccitazione pulsante contro il tuo fondoschiena ti impedisce persino di pensare alla possibilità di allontanarti da quel tocco.
L’eccitazione era cresciuta tanto da fargli male, contro la stoffa dura del jeans. Se lo sbottonò, per cercare di allentare la pressione.
Vedo che già ti piace l’idea.
Rise Gabriel, probabilmente vedendo il suo movimento attraverso la webcam.
Immagina che sia io a sbottonarti i pantaloni, ad abbassarteli fino alla caviglie e poi a dedicarmi ai boxer, lentamente, tirandoteli giù.
Sono già un po’ bagnati, maniaco.
Avvampò al pensiero che il commento del ragazzo era totalmente veritiero: era talmente eccitato che aveva già cominciato a secernere alcuni umori, bagnando i boxer nella zona più a contatto con la punta della sua intimità.
Levateli.
Lo stomaco e la gola gli si strinsero a quell’ordine, immaginato così perentorio e freddo, ma non poté fare altro che alzarsi e abbassarsi jeans e boxer come gli era stato detto di fare.
Mettiti in ginocchio per terra, ora, e poggia il portatile sul pavimento.
Ancora ubbidiente, assecondò quelle parole, spostando il portatile a terra, dinnanzi a sé che si sedette sui talloni, nudo e con l’eccitazione in tiro.
Ti piacerebbe avermi lì, vero?
Dietro di te.
Con la mia eccitazione grossa e dura che si muove tra le tue natiche, carezzandoti l’apertura vogliosa.
La vuoi vedere?
Deglutendo, Rome annuì piano, mantenendo lo sguardo fisso sulla webcam.
Era assurdo, ma leggere quelle cose, piuttosto che sentirle, lo stava facendo andare letteralmente fuori di testa.
Osservò attentamente il ragazzo dall’altro lato alzarsi, abbassandosi i pantaloni della tuta e gli slip, mostrando un grosso arnese già ben ritto e gonfio.
L’eccitazione gli faceva quasi male.
Ti piacerebbe averlo lì, non è vero?
Avere il mio bel cazzone che si muove contro di te, che si preme contro di te e che piano piano si fa largo nel tuo corpo stretto.
Lo senti, vero?
Fa un po’ male, ma un po’ di dolore rende tutto più eccitante.
Con un rauco sospiro, Rome si portò una mano al bacino teso, sfiorandosi l’intimità pulsante.
Non ti ho detto che puoi toccarti.
Un fremito d’eccitazione gli attraversò il corpo. Scostò la mano, riportandosela sul ginocchio e poi sulla tastiera.
Scusami.
Ti scuso, per questa volta, ma non farlo più. Fu la risposta magnanima di Gabriel.
Non devi toccarti, altrimenti il gioco non funziona, devi solo immaginare.
Immaginare questo grosso cazzo duro che si spinge e si muove nel tuo corpo, raggiungendo posti mai raggiunti, toccando punti che ti fanno andare fuori di testa.
Stava già andando fuori di testa.
Era così chiara l’immagine di quell’enorme eccitazione che si muoveva nel suo corpo che quasi poteva sentirsi allargato dalla sua presenza.
Avrebbe voluto toccarsi, stringersi una mano attorno all’intimità e spingere due dita dell’altra nel proprio corpo, allargandole più che poteva, avrebbe voluto ignorare l’ordine di Gabriel, eppure non ci riusciva.
Era così eccitato che avrebbe assecondato qualsiasi ordine datogli.
Ti piego in avanti, così che la mia eccitazione si spinga meglio dentro di te.
C’è una bella vista da qui.
Una mano la porta alla tua bella bocca, ci spingo dentro due dita.
Leccamele per bene, perché queste qui andranno a fare compagnia al mio amichetto, è meglio per te che siano ben lubrificate o ti faranno un po’ male.
Solo un istante di pausa, prima del nuovo messaggio.
Ma forse tu le preferisci non lubrificate, vero?
Vuoi sentirle bene, mentre si fanno strada nel tuo corpo eccitato.
Sei una cagna.
Rome strinse le dita sulle ginocchia e al contempo strinse i denti.
Quell’ultimo commento era stato un colpo di frusta dritto sul viso eppure non poteva negare che il pensiero di essere penetrato da dita del tutto secche lo eccitava da morire.
E che essere definito cagna lo eccitava ancora di più.
Le vuoi dentro?
Respirò profondamente, più volte.
Si sentiva come se potesse venire da un momento all’altro, eppure non si era ancora toccato.
Sì.
Allora mettitene dentro
Tre.
Tre erano un numero abbastanza rilevante, per cominciarvi senza alcuna presentazione, eppure era talmente eccitato che non vi badò neanche.
Allargò le gambe, portandosi la mano alla propria apertura, spingendovi dentro le dita, sospirando forte a sentirle entrare, con un lampo di dolore che non fece altro che tendergli ulteriormente l’eccitazione.
Dall’altro lato della web, Gabriel portò una mano attorno alla sua poderosa intimità, cominciando a masturbarsi con movimenti decisi e di una certa velocità.
Ti eccita guardarmi?
Gli chiese lentamente, scrivendo con una sola mano.
Da morire, Rome.
Gemette, allargando le tre dita dentro di sé, socchiudendo gli occhi, ma senza chiuderli, per poter mantenere lo sguardo fisso sulla mano del ragazzo che si muoveva su e giù lungo la grossa eccitazione rugosa.
Ti vorrei qui.
Ci sono. Rispose Gabriel, lentamente a causa dell’utilizzo di una sola mano.
E’ il mio cazzo quello che ti sta scopando.
Con un gemito, Rome finalmente strinse gli occhi. Portò la mano che stava scrivendo sul pavimento, dove la strinse.
Si alzò sulle ginocchia, allargando meglio le gambe, spingendo le dita nel proprio corpo con particolare enfasi, l’eccitazione tesa fino a dolorare.
Sembrava volesse esplodere.
“S-Sto…” Mormorò con voce rotta dai gemiti, sebbene il microfono non fosse attivo, affondando in un sol colpo le dita dentro di sé.
L’eccitazione si tese un’ultima volta, rilasciando come una pistola tutto il contenuto che serbava.
Il frutto del suo godimento raggiunse preciso lo schermo e la webcam in esso fissata.
“Dio…” Soffiò tra sé e sé, ritraendo le dita, riportando lo sguardo sulla parte di schermo che mostrava le azioni di Gabriel che, più intelligentemente, aveva raccolto tutto tra le dita.
Leccalo. Gli scrisse su msn.
Leccalo come fosse il mio.
Obbediente come sempre, Rome si allungò verso lo schermo, raccogliendo lentamente lo sperma con la punta della lingua, ingoiandolo voluttuosamente.
Dio…
Sei bellissimo.
Tornò a sedersi davanti allo schermo, quando ebbe finito, e sorrise a notare il commento, ma non scrisse niente, respirando profondamente per calmare il corpo impazzito per il forte orgasmo.
Posso renderti ancora più felice di quanto facesse lei.
Ormai alle sue orecchie quella era una proposta decisamente sconcia.
Quasi era già rieccitato.
Come?
Domandò e sperò che Gabriel immaginasse tutta la malizia che aveva nella voce.
Posso amarti.
Trasalì a quella risposta decisamente inaspettata, schiudendo le labbra e sgranando gli occhi.
Non ebbe modo di rispondere.
Gabriel x Dark Guy x si è disconnesso.