[ Titolo: Hard Call ]
[ Genere: Romantico, Erotico ]
[ Rating: Rosso ]
[ Avvertimenti: Slash, Lemon, oneshot ]
[ Fandom: Original ]
Rupert Nicholson, 45 anni, capelli mori con solo qualche filo argenteo, fisico asciutto ed occhi castani, informatico, alzò appena lo sguardo dai fogli che aveva dinnanzi, portandolo sul cellulare poco lontano che aveva iniziato a suonare con la familiare musica.
Gerard.
Allungò la mano, prendendo il cellulare, rispondendo.
“Hey…” Salutò dolcemente.
“Sono nudo.” Ribatté, così, in media res, la voce del 32enne.
Per qualche lunghissimo istante, Rupert restò in silenzio.
“Come?” Domandò poi, con la gola già secca d’eccitazione.
La mente superiore e la mente inferiore erano così collegate, quando si trattava del compagno, che gli bastava immaginarlo nudo per ritrovarsi un ingombrante volume tra le gambe.
“Sono nudo.” Ripeté Gerard. “Ho voglia di sesso.”
Il moro deglutì.
“Sono a lavoro…” Ricordò.
“Preferisci il lavoro a me?” Gli domandò la voce quasi già offesa del minore.
“No, no!” Si affrettò a rispondere Rupert, passandosi poi una mano sul viso. “… nudo nudo?”
“Nudo nudo nudo. E tanto tanto tanto voglioso.” Confermò Gerard, abbassando la voce ad un mormorio incredibilmente malizioso.
Il maggiore rimase fermo e in silenzio, poi si alzò, andando a chiudere a chiave la porta e infine tornò a sedersi sulla poltroncina girevole, a gambe larghe.
“Sono tuo.”
Gerard rise piano a quella rivelazione.
“Vorrei essere lì…” mormorò poi. “Nascosto sotto la tua scrivania, con il tuo bell’amico giù, fino in gola, a soffocarmi…”
Rupert si passò una mano sul viso e poi tra i capelli, la pressione contro il cavallo quasi dolorosa. Deglutì.
“E poi mi arrampicherei su di te, fino a starti a cavalcioni… mi allargherei bene bene le natiche, puntando la tua eccitazione pulsante contro la mia apertura vogliosa e mi abbasserei su di te in un unico movimento.”
Strinse gli occhi, con in mente l’immagine del fidanzato che s’inarcava sul suo corpo, il capo gettato all’indietro, le labbra schiuse, gli occhi chiusi, il viso devastato dal piacere.
Dovette sbottonarsi i pantaloni per poter dare un po’ di sollievo alla propria eccitazione.
“Dio, Gerard…” Mormorò.
Sentì chiaramente che il compagno stava per dirgli qualcosa, ma poi si trattenne.
“Scusa un secondo, hanno suonato alla porta.”
Non aveva sentito la porta.
Sentì il compagno rivestirsi e poi aprire la porta.
“Sì?” Pausa. “Certo, entra.”
Non aveva sentito il vicino rispondere. Che fosse il bellissimo muto che avevano proprio accanto, sul pianerottolo?
Ancora silenzio, per un po’.
“Che dici, Rupert… mi faccio scopare dal nostro bel vicino? Lui mi sembra piuttosto favorevole.”
Deglutì a quella domanda, ma non poteva negare di essere incredibilmente eccitato all’idea.
“Non so…” Rispose con voce incredibilmente roca.
Gerard ansimò sorpreso.
“Direi che il nostro vicino non ha dubbi…” mormorò assai affannato, poi trasalì. “Piano, così mi…” Un altro ansito, molto più forte. “D-dio, aspe…” e poi un gemito, acuto. “Dio!”
“G-gerard?” Lo chiamò Rupert, stringendosi una mano attorno all’erezione. “Che succede?”
“D-dio, Rupert…” Gemette il minore. “Dio, è…” Un ansimo. “Così intenso, Dio…”
Il moro chiuse gli occhi, deglutendo ancora, sebbene la salivazione non fosse intenzionata a ripartire, cominciando a massaggiarsi con ampi movimenti.
Sentire gli alti gemiti del compagno che, evidentemente, stava venendo sbattuto con molto entusiasmo dal vicino muto lo stava facendo andare fuori di testa.
Scivolò sulla poltroncina, reclinando il capo all’indietro per poggiarlo sullo schienale, continuando a masturbarsi con movimenti più violenti, rispondendo con degli ansiti alle urla di puro piacere del compagno.
Si tese, quando lo sentì gemere più forte, probabilmente in preda all’orgasmo, esplodendo a sua volta, raccogliendo il proprio piacere tra le dita.
“Dio, Rupert…” Lo raggiunse la voce calda e affannata di Gerard. “Questo qui scopa come un toro in calore.”
“L’ho sentito…” Ammise Rupert, altrettanto affannato, afferrando un fazzoletto per ripulirsi la mano.
“Mh, ma mai quanto… hey!”
Si rizzò subito eretto, allarmandosi a quell’esclamazione.
“Hey, aspetta, che…” Un ansito, sorpreso, acuto. “D-dio, di nuovo?”
Gli bastò quello per eccitarsi di nuovo.
“Ti… ti sta scopando di nuovo?” Chiese con la voce mozzata dall’eccitazione.
“D-dio, sì!” Urlò il minore nel telefono, un po’ come risposta, un po’ come pura espressione di piacere. “Dio!”
Scivolò di più sulla sedia, tornando a masturbarsi con movimenti ampi e rapidi, ascoltando il compagno gemere e urlare e singhiozzare nel telefono.
“T-ti amo, Gerard…” Mormorò, con la voce spezzata dagli ansiti.
“A-anch’io ti amo, Rupert.” Rispose il più giovane tra i gemiti acuti. “D-dio, sto venendo di nuovo!” Urlò a voce ben alta.
Rupert strinse i denti e gli occhi, stringendosi un attimo la punta dell’erezione tra le dita per poi liberarsi in un’esplosione di piacere che lo portò a soffocare un forte urlo tra le labbra.
Pochi istanti dopo anche il suo compagno urlò a voce alta, riversandosi, forse, contro il divano per la seconda volta.
“S-sì, torna quando vuoi…” Lo sentì sussurrare ormai sfinito. “Dio…”
Per qualche momento rimasero in silenzio, ognuno godendosi il proprio orgasmo.
“Cazzo, Rupert… dovresti vedere come colo… mi ha proprio riempito.” Mormorò Gerard dopo un po’.
“Di’ un po’…” Rispose Rupert, ripulendosi e rivestendosi. “C’era davvero qualcuno con te?”
Il minore rise, aggraziato.
“Perché non vieni qui a vedere se colo o no?” Propose malizioso.
Il moro rimase in silenzio, mordendosi forte il labbro inferiore, assorto.
“Sono lì tra dieci minuti.” Acconsentì.
Gerard rise ancora.
“Ti aspetto.” Mormorò malizioso.