May 26, 2009 20:09
salve a tutti, ora spero veramente di poter postare a ritmo stabile, ho pronte 2 interviste che vi parlerò nei prossimi post e una carrellata fotografica su una città tedesca che quando ci andai quasi 10 anni fa amai molto.
intanto voglio rendervi partecipi almeno di una piccola parte di quello che ho scritto del progetto a cui ho accennato nei post precedenti, è una storia dai connotati steampunk ma non solo, nei prossimi post potete renderci conto meglio.
a proposito ancora non sono riuscito a trovare il titolo adatto quindi sarà solamente il "racconto steampunk".
Erano circa le 4 del pomeriggio quando scese da un taxi a vapore a piazza della biblioteca, enorme piazza antistante la biblioteca del governo. le sue dimensioni erano gigantesche 400 metri nell'asse nord sud e 600 nell'asse est ovest, il pavimento era formato da lastre di roccia fra cui granito e altri tipi di marmo colorato in particolare per formare il disegno al centro della piazza,un ingranaggio a 8 punte inscritto in un libro, da terra il disegno non si poteva distinguere bene in quanto era troppo grande per poterne distinguere la forma. Verso gli angoli della piazza c'erano dei giardini con delle zone di verde e delle panchine di ferro dove nella struttura portante c'erano dei rilievi di un intreccio floreale, verso il centro cerano delle sedie con dei tavoli quadrati di pietra di circa 50 cm di larghezza dove gli anziani spesso passavano il tempo a giocare a scacchi o a vari altri giochi da tavolo,sui quali erano incisi sulla pietra i vari tavolieri della dama, dei scacchi e del go.
Incamminandosi notò 2 cose, una che lo riporto all'infanzia ovvero i laghetti presente uno in ogni giardino, disposti in maniera simmetrica una all'altro, dove sua zia lo portava da bambino a dar a mangiare ai pesci, un altra erano le entrate alle stanze sotterranee della piazza dove da adolescente a causa del' eta andava a comprare hashish e oppio di contrabbando per andare a stordirsi con gli amici, in quelle stanze erano anche presenti le uscite che arrivavano dai corridoi di sicurezza dell'archivio sotterraneo della biblioteca, ma in genere erano chiuse da pesanti porte di metallo.
La piazza era piena di statue di tutte le fogge e materiali arrivati da chi sa dove dalle spedizioni mandate in tutte le parti del mondo, oppure provenivano dalle industrie metallurgiche o chimiche, ce n'erano cosi tante che sembrava una mostra d'arte, un po troppe per il suo gusto, che amava l'austerità e la praticità, nonostante questo quel luogo gli era familiare come se fosse stato casa sua e gli sarebbe mancato se non lo avesse visto per più di una settimana come quella volta che lo mandarono per 4 mesi nelle terre selvaggie a nord est a più di 4000 km di distanza, “maledetti, mi hanno mandato in mezzo al nulla per la loro cazzo di missione” penso in quel momento e continuo la strada che gli restava verso l'entrata della biblioteca.
narrativa,
steampunk