[FFXII fic] RITORNI

Aug 19, 2007 20:06

Questa ficcina è tutta per la beta più meravigliosa dell'universo! Taurie_2020 grazie di tutto, come sempre.

E ora: buon divertimento!



Fic: RITORNI
Serie: Final Fantasy XII
Pairing: BaschXBalthier
Rating: Nc-17
Note: SPOILER!!!!!!
Grazie a : la mia beta Taurie_2020 e la mia bimba indra_pavamana

Non mi domandi nulla.
Come sono tornato. Perché sono tornato.
Non cerchi spiegazioni, parole, risposte.
Mi guardi, e basta.
Immobile, con la tua solita espressione, addosso, seria, acuta, pacata e insieme potente. Riconosco quello sguardo, lo riconoscerei tra mille.
Così come tu riconosci me.
Non hai bisogno di quelle parole che ti ho spesso negato.
Spiegazioni? Un pirata non le dà. Non le ha.
Non c’è un motivo.. o forse c’è ed è così banale e stupido che non vale neppure la pena perderci tempo.
E’ strano, sai? Vederti in alta uniforme, l’elmo lucido sotto braccio, l’armatura addosso, il mantello candido sulle spalle. Lo sapevo, ma il mio cuore ha avuto un sussulto. O forse era un brivido? Non so, so solo che proveniva dalla memoria.
E neppure questo vale la pena di indagare.
Che importa chi eravamo? Cosa abbiamo vissuto? Cosa è accaduto?
Ricordi la Bahamut che si schianta nel deserto: lo so, si vede che la stai vedendo di nuovo, nella tua mente. Mi guardi e vedi quel momento. Il rumore dello schianto dev’essere stato terribile: io, se l’ho udito, non l’ho registrato. Curioso vero?
Ma a chi importa questo?
Come ho fatto ad uscire di là. Cosa è successo in questo ultimo anno.
Niente.
Niente di importante.
Solo una parentesi, che si è aperta allora, e ora si chiude.
Si è chiusa qui, con i nostri occhi ad incontrarsi, i nostri corpi uno di fronte all’altro, con il nostro riconoscerci. Con il nostro esserci.
Qui.
Ti guardo.
Sei proprio tu. Esattamente tu: non come ti avevo sognato in questo anno, no. C’è qualcosa che mi dice che non sei un sogno, questa volta, non sei un’illusione creata dal dolore, dalle medicine, dall’inganno dei sensi confusi.
Sei tu.
Sono tornato: vorrei dirtelo, ma non c’è spazio per le parole.
Le parole tra noi sono state, spesso, menzogne. Silenzi camuffati.
Niente del genere ci deve essere ora
Mi hai aspettato un anno e io, che devo attendere un tuo movimento, mi sento sul punto di morire. Non ho mai avuto la tua pazienza.
Vorrei domandarmi come hai fatto, ma non lo farò.
Non è il tempo delle domande, questo, lo so.
Non romperò l’incanto. Non infrangerò quel giuramento mai detto.
Un giuramento che ho rispettato, vedi?
Ti sorrido, e tu fai altrettanto. Sei felice: mi sembra di essere di fronte a uno specchio.
Ti avvicini, l’armatura cigola leggermente.
Mi baci.
Ti passo le braccia attorno al collo. Il metallo è gelido e duro, sotto i palmi, ma le tue labbra no. Dolci e morbide.
Mi fanno rivivere. Mi fanno tornare a respirare.
Sei forte, mi sollevi quasi senza fatica. Sorridi in silenzio.
Le labbra mi sfiorano il collo. Tremo, anche se non vorrei.
Tu ridacchi, il fiato trattenuto tra i denti, ora ti scivola via dalla bocca.
Quella bocca che è mia.
Mia.
*thonk*
Lo spallaccio dell’armatura cade a terra, poi l’altro.
Il resto non fa più rumore o, forse, semplicemente non ci faccio caso.
Le tue braccia, le tue mani.
Baci, carezze: torridi, gentili.
Ti amo.
Mi premi addosso, dopo avermi appoggiato al.. letto?
Forse il letto, sì.
Non importa.
La luce è spenta, la stanza è invasa solo da quella della luna che brilla fuori dalle vetrate.
E’ meraviglioso.
Tu. Il tuo profumo. La tua pelle, il tuo calore.
Le tue mani.
La tua fame.
Mi manca il fiato.
Sei bello, così bello.
Ti abbraccio, mi accarezzi.
Mi mordi.
Il collo, le spalle.
Sollevo le anche, mi sfrego contro di te.
I tuoi occhi si spalancano, luminosi, lucidi.
Le tue labbra iniziano a muoversi.
Una domanda?
No, nessuna domanda.
Ti bacio per soffocarla. Non ne abbiamo bisogno. Non la voglio.
Ora: solo noi due e null’altro.
Un sussurro spezzato, un mugolio.
Il mio desiderio, e il tuo.
Cosa può esserci di più importante?
Le tue dita mi percorrono il corpo, mi preparano, attento, piano.
Sembra che tu non sia mangiato vivo dal desiderio. Sembra che tu non abbia fretta.
Sembra.
Sorrido: sei sempre stato attento. E dolce.
Sempre.
E sei sempre stato splendido.
E’ facile cancellare tutto, i pensieri, il passato, i ricordi e i dubbi quando sono tra le tue braccia. Quando mi fai bruciare in questo modo.
Quando mi mangi, quando mi fai urlare.
Ti tiro i capelli, ti mordo le labbra e tu rispondi.
Sorridi.
Mi penetri, mi fai tendere. Urlare.
Chiudere gli occhi, abbandonarmi a te è facile: ed è l’unica cosa che voglio fare.
Ti graffio la schiena, tu affondi con più forza.
Ti mordo una spalla e tu cambi la cadenza delle tue spinte.
Ci capiamo senza parole, senza sapere null’altro che i nostri corpi.
Cosa importa di tutto il resto del mondo?
Del passato e del futuro?
Non riesco più a pensare, a distinguere tra il mio corpo e il tuo, tra i miei sussurri e i tuoi movimenti, tra i tuoi sospiri e i miei gesti.
Fondersi.
Ritornare a vivere.
Con te, solo con te.
Chiudo gli occhi con forza, eppure continuo a vedere il tuo viso, il tuo sorriso, i tuoi occhi.
Ti amo.
L’orgasmo è meraviglioso, forte. Non riesco a trattenerlo, non riesco a renderlo muto.
La tua voce si mischia alla mia.
Respiro a fondo, ansimando. Ti passo le mani sulla schiena.
Ti amo.
Ti sento muoverti, spostarti appena. Apri le braccia, mi stringi a te, facendomi appoggiare il capo alla tua spalla.
Sospiro.
Ti guardo.
Il tuo profilo perfetto sembra brillare traslucido nell’aria della stanza. Sorrido.
Fuori dalla finestra si vedono le silhouette dei palazzi di Archades. Sopra tutti spicca l’ampio buco nero dei Laboratori Draklor, con i suoi ottanta piani. Sospiro, distolgo lo sguardo.
Avevo giurato a me stesso che non ci sarei mai più tornato, qui.
Ma ci sei tu.
Sollevo una mano, ti sfioro una guancia. Mi baci i polpastrelli, dolce, poi sospiri.
“Ti ho aspettato.”
Sorrido. La malinconia appena nata si scioglie al tocco della tua voce.
Sono felice.
“Sono arrivato.”

ffxii; fic

Previous post Next post
Up