Figli dell'Azzurro 11 - Insieme

Jan 02, 2009 11:43

Info: Sequel di " Ombre che inghiottono ".
Spoilers, quindi.
Personaggi: un po' tutti
Rating: NC-17

Capitolo 11

Insieme

Stesa sul letto accanto a Ginny, Hermione strava ringraziando il cielo che l’amica fosse riuscita ad addormentarsi. Ginny non era mai stata così pallida, dai giorni della prigionia nelle mani di Lucius Malfoy. Adesso era avvolta nelle lenzuola e nella coperta che la madre le aveva spiegato addosso, poco prima di uscire dalla stanza.
Hermione si rese conto di non aver voglia di raggiungere gli altri fuori da quella porta.
Sapeva che erano tutti lì fuori, che probabilmente c’erano anche i suoi genitori. Sapeva che quello che era successo li avrebbe spinti a chiederle se non fosse il caso di tornare a Londra, nel mondo babbano. E lei non voleva, non riusciva ad affrontarne l’idea neppure alla lontana.
Separarsi dai suoi amici, da Harry…No, doveva essere decisa. Doveva accettare che i suoi genitori si preoccupassero per lei, ma anche restare ferma nello spiegare i propri sentimenti, le proprie scelte. Il mondo magico era il suo mondo, ormai, e non certo solo perché c’era Harry…
Ma loro avrebbero capito?
Con un lungo sospiro, capì di non poter rimandare oltre quella conversazione. Guardò un’ultima volta Ginny, e quando la vide dormire profondamente si alzò in piedi e socchiuse la porta della stanza.
Il salottino era pieno di gente, come si aspettava. C’erano Billy e Ron, accanto alla madre. C’erano Seamus e Neville, Colin e Luna…C’era anche Hagrid.
Cercò con gli occhi Harry, scoprendo poi che era rimasto in piedi accanto alla porta.
Tutti gli altri ragazzi, amici loro e di Ginny, aspettavano un suo cenno che la ragazza stesse meglio. “ Dorme ” sussurrò, rivolta in particolare a Ron e a Billy.
Vide anche i suoi genitori, e allora capì che era arrivato il momento. Harry le circondava i fianchi con un braccio, e per un attimo lei fece lo stesso. Gli diede un colpetto all’altezza della milza e intercettò il suo sguardo. “ Devo parlare con i miei, torno fra poco. ”
Fece un cenno alla madre e uscì dalla porta, sentendosi seguita da entrambi.
“ Hermione, ascolta. Noi non vorremmo doverti dire questo, ma…”
“ Io non me ne andrò da Hogwarts, Papà… ”
“ Suppongo di no, vuoi ascoltare quello che abbiamo da…”
“ …Non rinuncerò alla magia, anche se vi ho visti saltare sulla sedia ogni volta che la
nominavo, nell’ultimo anno. ”
“ Tesoro, non credi che il nostro dolore sia giustificato? ” replicò stancamente sua madre, “ A cosa ti ha portato la magia, se non sofferenza? Ci sono cose che nemmeno riesci a dirci, e cose che hai il terrore di ricordare. ”
“ Mamma, questo sarebbe successo a tutti i gabbani, prima o poi, se Voldemort avesse vinto. Non capisci? ”
“ Forse non ti avrebbe toccata, se tu non avessi frequentato Hogwarts. Ma noi non vogliamo dire che…”
“ Volete che io mi separi da Harry, da Ron…e dall’Ordine della Fenice, vero? ”
“ Hermione, ” intervenne Ethan Granger, “ adesso ascolterai senza interrompere. Nessuno di noi due intende incolpare i membri dell’Ordine della Fenice, né tanto meno Harry. Abbiamo visto quello che i Mangiamorte hanno combinato qui al castello. Se ben ricordi siamo rimasti asserragliati a proteggere gli studenti più giovani, insieme agli altri professori. ”
Hermione chinò il capo, davanti al tono irritato del padre.
“ E quasi ogni giorno Silente ci ha fatto capire che non eravamo tenuti a restare. Non vogliamo rinfacciarti nulla, Hermione. Lo sto dicendo per farti capire che non ti consideriamo un ostaggio del mondo magico…”
Raramente Ethan Granger alzava la voce contro sua figlia. Questo però la preoccupava ancora di più. Tacere e ascoltare fu per lei davvero difficile.
“ Se ci avessi lasciato parlare sin dall’inizio, avresti capito che non vogliamo separarti per sempre dai tuoi amici. Si tratterebbe di un breve periodo, fino a che questa faccenda…”
“ Ma non capite? Questa maledizione mi seguirebbe ovunque. E’ legata ai miei ricordi, all’incantesimo che Malfoy aveva tentato su di noi, per concederci di dimenticare…” non riuscì a proseguire, si ritrovò la voce spezzata. Eppure doveva riuscirci, doveva far capire loro. “ E’ legata a quell’incantesimo di cancellazione della memoria che Lucius ha distorto.
“ Non potremmo liberarcene scappando dal problema. Solo qui abbiamo qualche speranza di capire come sciogliere la maledizione. Non chiedetemi di rinunciare a questa possibilità. ”
“ Hermione…”
“ Non mi strappate ai miei amici, ad Harry…”
“ Hermione…”
“ Vi prego…”

Gwen Granger prese le mani della figlia tra le sue. “ Saresti infelice, Hemione, lo sappiamo. Noi vogliamo solo essere sicuri che tu ricordi questa possibilità. Per te, ma anche per Harry, se vorrà. La nostra casa ci sarà sempre. ”
“ Così sarei io a riportarvi nell’incubo, però. Non sappiamo ancora a cosa volesse portare questa maledizione, quando è stata lanciata. Sono qui i libri per scoprirlo. E io non voglio restare ferma, al sicuro, mentre qualcuno cerca di risolvere i miei problemi. ”
“ Capisco…Beh, Ethan, nostra figlia diventa sempre più testarda. ”
Hermione percepì nel tono di sua madre la disperata voglia di allentare la tensione, la
ricerca di qualche parola per spezzarla.
“ Già, credo possa temere che una di queste notti la sequestreremo. ”
Hermione sussultò involontariamente.
Suo padre si accorse della sua reazione, e abbandonò il sorriso. “ Per quanto tempo ancora dovremo vederti in questo stato, bimba mia? ” chiese mentre la accarezzava.
“ Non lo so, papà…Non so più niente. ” L’abbraccio dei genitori ebbe per un attimo il potere di sciogliere le sue paure, e si ritrovò a piangere come quando era piccola, sicura che loro la capissero anche nelle emozioni che non aveva il coraggio di esprimere.

“ Se ne va. ”
Solo quando vide il volto di Ron sbiancare letteralmente, Harry si accorse di aver parlato a voce alta.
Ron stava discutendo con Billy e la McGrannitt a pochi metri di distanza, ma sentendo quelle poche parole si volse di scatto e guardò Harry. “ No, vedrai che i suoi genitori capiranno. ”
“ Forse dovrei augurarmi che lei possa allontanarsi un po’ da tutto questo. ”
“ Harry…no! Adesso sforzati di essere sereno per lei, e non credere che Hermione sia così insicura da non sostenere le sue scelte. Lei vuole restare, Harry. ”
“ Ron ha ragione, Harry, ” si unì Hagrid “ i genitori di Hermione sono ottime persone, e vogliono vederla felice prima di ogni cosa. ”
“ E’ questo il punto; può essere felice con me? ”
“ Se continui così non lo sapremo mai, perché Ron sta per eliminarti dalla faccia della terra ” intervenne la voce di Fred Weasley. Lui e George erano appena entrati insieme ad Arthur Weasley, che subito entrò nella camera da letto per stare accanto alla sua Ginny.
“ Harry, ” riprese Fred, “ devi smetterla di pensare che Hermione possa stare meglio lontana da te. Quando siete venuti a cena da noi è parso abbastanza chiaro quello che prova per te. Per di più, separarla da Ginny adesso sarebbe un grosso errore. ”
Billy, che stava seguendo il discorso, annuì convinto. “ Sarà terribile per loro, ma dovranno ricordare. E rivelare quello che non hanno mai detto, o non le si potrà aiutare. ”
“ E doverlo fare insieme, sarà l’unico sostegno che avranno. ”
Improvvisamente, Harry pensò a Rebecca. Anche lei era stata nelle mani dei Mangiamorte. Anche lei era stata trasferita nella cella insieme a loro, quindi doveva essere presente quando…Strinse il braccio di Fred quasi senza accorgersene. “ Becky! ”
Fred e Billy lo rassicurarono. “ Non ha niente che non va, non fatica a prendere sonno e sembra stare bene. ”
Harry e Ron sospirarono, sollevati. Rebecca ne aveva vissute davvero troppe, per la sua età.
Tutto questo era così ingiusto!
In quella rientrarono Hermione e i suoi genitori. Ethan Granger disse qualcosa alla madre di Ron, mentre la ragazza raggiungeva lui ed Harry.
“ Cosa…cosa si stanno dicendo? ” le chiese.
Hermione sorrise timidamente. “ Stanno chiedendo a tua madre se potrò essere ospite alla Tana, Ron, nei periodi di vacanza dal Master. ”
Harry la vide strizzare l’occhio e soffiare per scaricare lo stress. Incapace di frenarsi, la abbracciò sollevandola da terra.
Ron aveva un sorriso a trentadue denti, e non si poteva distinguere il rosso del viso da quello dei capelli.
“ Adesso però niente smancerie, d’accordo? ” alzò gli occhi al cielo Fred, “ Ginny vorrà certamente il riassunto, quando si sveglierà, e io non posso sopportarlo! ”

Quella notte, Hermione e Ginny riuscirono finalmente a compiere un passo importante. Prima tra di loro, poi con la vicinanza degli altri, confrontarono i ricordi che fino a quel momento avevano creduto di doversi tenere dentro.
Fu difficile, fu doloroso, ma anche liberatorio.
Hermione pensò tra sé che non li avrebbe mai ringraziati abbastanza.
Come per un tacito accordo, anche quella notte restarono nel salottino, così come era successo al settimo anno, quando avevano condiviso la preoccupazione per la salute di Harry, si fecero compagnia sulla poltrone davanti al caminetto, anche dopo che lei e Ginny ebbero finito di rivelare ciò che affiorava alla loro mente.
Neville aveva la faccia indignata. “ Se avessi sospettato quello che vi stavano facendo, avrei sputato in faccia a Voldemort, mentre mi diceva che mi avrebbe consegnato a un Dissennatore. ”
Luna tremava da capo a piedi, e Hermione sapeva perché. Non era certa, però, che l’amica avesse trovato il coraggio di parlare con Neville, di dirgli che un Dissennatore l’aveva davvero quasi baciata, mentre lui era svenuto, torturato da MacNair. “ Sono contenta che tu non l’abbia fatto, Neville. ” commentò la ragazza “ per quanto mi riguarda lo hai sfidato anche troppo. ”
“ No, nulla sarebbe mai stato troppo. ” si lasciò sfuggire Seamus, guardando Ginny che si trovava sulla poltrona di fronte alla sua.
“ Ora cosa faremo…? ” domandò all’improvviso Padma.
“ Posso dirti quello che farò io. ” disse Hermione, scoprendosi risoluta. “ Ginny ha ragione da sempre, su questa storia. Questi ricordi sono agghiaccianti, ma pensare di affrontarli da sola è stato l’errore più grosso. Temo che andranno peggiorando, perciò…spero di avervi sempre accanto a me. ”
Il giorno seguente iniziò con una colazione quanto mai insolita.
Giunti nella Sala Grande, i ragazzi scoprirono che la McGrannitt aveva voluto due dei tavoli delle case uniti tra loro, a formare un unico rettangolo di più di sessanta posti. Così era stato anche ad Halloween l’anno precedente, quando tutta la scuola era concentrata nello sforzo di unire le energie, e il coraggio di tutti.
Vedendo i loro sguardi piacevolmente sorpresi, la Preside sorrise con una strizzata d’occhio.
La strega riuscì persino a convincere Dobby ad unirsi a loro, ma il successo ebbe breve durata. Winky uscì dalle cucine chiamando con una buona dose di acidità l’elfo scansafatiche, ed Hermione lanciò alla Preside un’occhiata di rassegnazione.
Minerva McGrannitt scosse ridendo la testa, poi si apprestò a fare un annuncio. “ Bensvegliati, siamo in molti questa mattina. Tempo fa mi è stato detto che una mezza dozzina di voi è diventata particolarmente abile nelle pulizie e soprattutto nella disinfestazione da creature indesiderate. Credo che approfitterò della presenza di questi…esperti, fino allo scoccare del weekend. In previsione delle grandi fatiche, diamoci dentro con la colazione. ”
Nel sedersi a tavola, tra Hermione e Ginny, Harry pensò che Silente non avrebbe davvero potuto lasciare Hogwarts in mani migliori.
Le persone già sveglie alle sette e mezzo del mattino non erano poche come si era aspettato. Hagrid si era fiondato nella ciotola di porridge con sguardo famelico, accanto ad una professoressa Cooman quantomeno schifata. Harry sorrise, nel pensare al delicato Occhio interiore della professoressa di Divinazione. Negli ultimi due anni di Hogwarts non aveva dovuto sorbirsi i presagi di morte ad ogni lezione, perché aveva abbandonato la materia.
Era vero che due delle sue profezie si erano rivelate esatte, ma nel complesso…quanto si sentiva solidale verso le prossime, ignare mire di quell’impostora!
All’altro lato di Hagrid, Vitious e la signorina Ylena erano impegnati in una conversazione sugli incantesimi di traslocazione. Jacques fissava meditabondo la giovane insegnante, e questo ricordò ad Harry l’episodio di cui era stato testimone la notte scorsa, prima di ritornare alla torre.
Si ripromise di parlarne con gli altri che avrebbero avuto a che fare con il professore. Il solo pensiero del comportamento cinico e saccente di quell'uomo tornò a disgustarlo, facendogli quasi passare la voglia di fare il bis della torta al rabarbaro, una delle sue preferite.
La disinfestazione di tende e arazzi si presentò ancora più problematica di quella a Grimmauld Place. La presenza di un elfo domestico per squadra, però, rese tutto più divertente. Si rivelò una mossa indispensabile lasciarsi guidare da Dobby e i suoi amici, perché solo loro avevano una conoscenza secolare delle stanze di Hogwarts.
Harry si accorse di non avere la minima idea della reale grandezza del castello.
Pix sfidava con grande divertimento la pazienza di tutti loro, ma soprattutto quella del custode Gazza e di Seamus. Stava alla larga con molta attenzione dalle persone che più stimava, e stranamente Lupin era il primo. Ma il professore non rimase sempre con loro, verso la metà del pomeriggio si ritirò nella sua aula per terminare il programma. Mancava poco al primo di settembre.
Harry lo guardò uscire dal salone del secondo piano, pensando che quello era il momento adatto per parlare agli altri di Jacques.

“ Quel tipo non mi è mai piaciuto ” rabbrividì Ginny, quando Harry ebbe terminato di raccontare loro la discussione tra il professore e Ylena.
“ Tu però devi stare molto attento, Harry. ” osservò Hermione, mentre spruzzava senza pietà le tende di Doxicida.
“ Ho un deja-vu, ” disse Ron, “ …tu no, Harry? ”
“ Parli del lavoro da schiavi o delle ramanzine di Hermione? ”
“ Fate poco i furbi, non è davvero il caso che Harry si renda nemico anche Jacques, dopo il Piton dei primi cinque anni di Hogwarts! ”
“ Guarda che Piton faceva tutto da solo ” le ricordò Harry, “ io non mi sono inimicato proprio nessuno. ”
“ He-hem ” commentò Ginny.
“ Senti il santarellino! ” esclamarono Hermione e Padma in coro.
Ron si fermò con lo spruzzino in mano. “ Ma voi respirate anche insieme?! ”
“ Tu continua a incassare, Ron…” suggerì Harry, “ dopo avremo tutto il tempo di vendicarci. ”

La settimana terminò con giornate più o meno simili. Dopo i Doxie, fu la volta dei mollicci, che vennero affrontati più che altro dai professori, per ovvi motivi.
Erano giornate che molto presto sarebbero mancate a tutti loro, faticose ma serene. Le notti di Ginny ed Hermione parvero da subito un po’ più problematiche, trascorse nella paura che i ricordi potessero ricominciare ad affacciarsi.
Con l’avvicinarsi del primo giorno del loro ultimo anno, Ginny e Luna si scoprirono piuttosto ansiose, e sempre più spesso Ron e Neville le persero di vista, trovandole nella biblioteca o nelle loro sale comuni ridotte a due fasci di nervi.
Chi si domandava con ansia come sarebbe stato il Master non era da meno.
Harry si guardava attorno ogni volta che avvertiva l’avvicinarsi di uno dei professori, conosciuti solo superficialmente nello studio della Preside, senza sapere ancora quale materia insegnassero. Cercava di immaginarsi questo e altro, ma ben presto decise che non era il caso di anticipare i tempi. Serviva solo ad aumentare l’ansia. La situazione non era poi così diversa dal banchetto del loro primo anno ad Hogwarts.
All’insegna di quella data che segnava l’inizio della loro vita fuori dalla scuola, cominciò a parlarsi dei test attitudinali, che si sarebbero tenuti dal lunedì a venire.
Neville aiutò molto Harry e Ron nella materia che lo aveva appassionato e reso molto più sicuro di sé, Erbologia. Se la timidezza lo aveva quasi del tutto abbandonato, la modestia no. Neville scansò con abilità ogni loro complimento sulla sua preparazione e ogni loro commento su un suo futuro da professore.
Ma il ritmo di ripasso che si erano auto-imposti dal giovedì pomeriggio non era destinato a durare. Alle undici di sera del sabato, persino Hermione serrò i libri con decisione.
“ Harry, presto, provale la febbre! ” esclamò Ron.
“ Sto bene, grazie! Anzi, benissimo! E me ne vado a letto! ”
Harry, che credeva di conoscere fin troppo bene quella che era stata la sua schiavista durante il ripasso per i M.A.G.O, sospirò e si preparò a portare nella camera da letto anche “ Incantesimi, livello avanzato” e “ Quiz di preparazione al Master ministeriale per Auror ”.
Ma la voce di Hermione lo raggiunse dalla porta chiusa della loro camera “ Metti giù quei libri, Harry. ”
I due ragazzi si diedero un cinque.
“ Beato te, amico! ” sospirò Ron.
Lunedì mattina, quando a colazione ricevette la convocazione per il test attitudinale di Incantesimi direttamente dalle mani della signorina Ylena, Harry chiamò a raccolta il ricordo di molti momenti di quel weekend, e con un colpo di tosse si apprestò a leggere l’orario e l’indicazione dell’aula in cui il test si sarebbe svolto.

Continua…

figli dell'azzurro - long-fiction, concluse, ombre che inghiottono 0.1

Previous post Next post
Up