Info: Sequel di " Ombre che inghiottono ".
Spoilers, quindi.
Personaggi: un po' tutti
Rating: NC-17
Capitolo 15
Arresti
“ Papà! ”
La bambina si divincolava nella stretta del Mangiamorte.
“ Stai calma Rebecca, stai vicina a Ginny! ”
Ma Ginny era già lontana, altri Mangiamorte avevano smaterializzato lei ed Harry, dopo averli pietrificati, ed erano svaniti sulla scia di Lucius Malfoy, a capo di quella missione, e della ragazza che questi tratteneva a sé.
“ Stai zitto, Jordan ” ringhiò l’uomo che gli aveva appena strappato la figlia di dosso.
“ MacNair, lascia stare almeno lei. Ha nove anni! ”
Il Mangiamorte sogghignò, spostando una treccina dal volto terrorizzato di Rebecca, serrandole il mento con l’altra mano. “ E’ una babbanofila come te, Jordan. Questo basta al Signore Oscuro per reclamarla. ”
“ Papà! ”
“ Ti era stata offerta una possibilità, Jordan. Se hai perso i tuoi figli, la responsabilità è solo tua. Hai dato la tua risposta. ”
“ No! ”
“ Tuttavia, posso risparmiarti il contatto diretto con Lord Voldemort. Posso risparmiarti le torture che ha in previsione per te. In nome della nostra vecchia amicizia di Casa, questo te lo de…Ah! Lurida cagnaccia nera! ”
MacNair si scrollò di dosso Rebecca, che gli aveva appena affondato i denti nel braccio con cui la tratteneva. La lanciò tra le braccia di un collega, e si fissò imprecando i segni dell’ultima, disperata difesa della piccola. Lo stupore si distorse nell’ira, mentre le si avvicinava. Cominciò a schiaffeggiarla, e andò avanti per un paio di minuti, ignorando il richiamo degli altri Mangiamorte.
“ MacNair, andiamo. L’Oscuro Signore ci aspetta. ”
Finalmente, lui ascoltò e abbassò il braccio. “ Portala via, ti raggiungo subito. ”
“ Papà…”
“ Rebecca, non…”
Il Signor Jordan non riuscì più a vedere la figlia. MacNair copriva completamente la figura della bimba che veniva portata via.
“ E’ finita, Jordan. AVADA KEDAVRA! ”
“ Nooo! Papà! ”
“ Papà! ”
“ Rebecca…Becky, sono qui. ”
L’appartamento era un fermento di voci, fuori dalla porta della sua camera. Per lunghi istanti Rebecca restò inerme nell’abbraccio di George, pregando che le immagini del ricordo la abbandonassero, che smettessero di torturarla.
“ L’hai sognato di nuovo. ”
La ragazzina annuì. Indicò la porta. “ Cosa succede là fuori? ”
George attese prima di risponderle. E questo non poté che preoccupare Rebecca. George aveva sempre la battuta pronta. “ George, cos’è successo? ”
“ Ecco, ci sono dei problemi. Bill non potrà mantenere la promessa che ti aveva fatto. Dovrà partire. ”
“ Partire…senza di me? Impossibile. ”
“ Andiamo di là in salone, Rebecca. Ci sono cose che vuole essere lui a dirti. ”
Rebecca seguì il genitore adottivo lungo il corridoio. L’ansia per quello che le era appena stato detto la portò a ignorare il picchettare di quel becco al vetro della sua finestra. Che ore erano? Pensò confusamente, varcando la soglia del salotto.
Trovò Bill e Fred seduti sul divano a due posti. Bill le fece cenno di avvicinarsi e lei si sedette sulle sue ginocchia. Sorrise a Deirdre, la compagna di Bill, che stava alle spalle del divano, le mani strette al rivestimento dello schienale.
“ Mi dispiace, Rebecca. Dovremo rimandare il nostro viaggio. ”
Bill era sconvolto, e sembrava avere giorni, non ore di sonno arretrato.
Con immenso fastidio, Rebecca vide delle persone estranee fissare Bill e tutti i Weasley presenti. “ Dobbiamo andare, Signore. ” disse una di queste persone, un uomo castano non troppo alto, dalle labbra sottili come un foglio di carta e gli occhi neri come la notte che gravava su Diagon Alley.
“ Rebecca, il nostro viaggio…lo faremo appena possibile, vedrai. ”
“ Bill…”
Aveva tante cose da dirgli, aspettava da tanto di poter fare quel viaggio con lui, solo loro due. Non era giusto, cosa stava succedendo? “ Io voglio sapere. ”
“ Ci sarà un processo, e io non potrò stare insieme a voi, fino a che non sarà finito. ”
“ Un processo? Ma tu cosa…cosa puoi avere a che fare con i processi? ”
“ Rebecca, non rendere tutto ancora più difficile. Sei grande ormai, devi farti forza. ”
“ Ma…un processo per quale accusa? Zio Bill, è assurdo! ”
“ Rebecca, ci sentiremo comunque. Non sparirò certo dalla vostra vita. ”
Quegli uomini erano venuti a portare via Bill? Era assolutamente…“ Ma dove stai andando? ”
“ Non puoi saperlo, Rebecca. Ora ci salutiamo, cerca di non avercela con me. ”
Bill la spostò sul divano accanto a Fred e si alzò in piedi. Rebecca freddò con gli occhi l’uomo che si stava avvicinando al suo amato zio Bill.
“ E’ un incubo ” sussurrò tra sé Ron.
La mano di Harry era sulla sua spalla da almeno cinque minuti. Quel salottino della torre non gli era mai sembrato così estraneo, così ostile.
Un processo.
Bill doveva affrontare un processo alla stregua di un criminale per aver salvato Malfoy da quel demone. Il demone, quella donna, era sparita…si era volatilizzata senza lasciare la minima traccia che potesse discolpare suo fratello.
“ Ron…dì qualcosa, ti prego. ”
Il rosso fece un cenno poco convinto ad Hermione.
“ L’unica persona in grado di testimoniare è Draco. Per questo lei lo ha ripreso. ” Quasi senza accorgersene, Ron si ritrovò a controllare la reazione di Harry.
Harry non era ancora portato a fidarsi personalmente di Malfoy, ma dopo aver visto la tenacia con cui Bill lo aveva salvato, e ancora si preoccupava della sua salute nonostante farlo stesse già procurandogli un processo a carico e gli arresti…Beh, davanti a questo era rimasto profondamente scosso.
Ron preferì non insistere sul discorso.
Fu lo stesso Harry a portarlo avanti. “ Non so cosa dire, ragazzi. Sapete come ho sempre visto Malfoy…”
“ Harry, dopo aver visto suo padre tra i Mangiamorte, la notte del Tre Maghi, anche io mi sarei fatta un’idea abbastanza precisa anche su Draco. Tanto più che lui non si è mai impegnato per smentirla, questa idea, tutt’altro…” Hermione si fermò nel mezzo di quello che voleva dire.
“ Però è il momento di rivedere questa opinione, se è vero - e mi fido di voi - quello che avete detto. ”
“ Cioè, adesso credi che Draco abbia voluto aiutare me e Ginny? ” domandò Hermione.
“ Credi che abbia salvato Bill senza secondi fini? ” aggiunse Ron.
“ Prima di tutto credo che non sia affatto un virus babbano, quello che l’ha colpito. Ma sarà bene per lui che non rovini la vita a Bill, dopo averlo salvato la notte della battaglia. ”
“ Mi preoccupo di più di McHayden, che di Draco, in questo processo. ” osservò Hermione, “ Quel giudice non mi piace affatto. ”
Il silenzio attirò altri pensieri.
Ron chiuse gli occhi, lasciandosi afflosciare stancamente sulla poltrona. “ Come faremo a dire tutto questo a Neville e Luna? Quando vedranno che Bill non è al loro matrimonio…mangeranno la foglia immediatamente. ” Era tipico di Ron preoccuparsi così tanto per Neville, da quando al quinto anno aveva visto i Paciock in quelle condizioni, al S.Mungo.
“ Il matrimonio! No…” Hermione si portò la mano davanti alla bocca.
Il matrimonio era in programma nella Sala Grande per il 31 agosto, prima che arrivassero gli altri studenti e che iniziasse quindi l’ultimo anno per la giovane sposa.
“ Dovremo dirglielo. ” Harry si lasciò sfuggire una piccola imprecazione. “ Il punto è che loro insisteranno per rimandare il matrimonio. Non è giusto tutto questo! Proprio adesso che cominciavano ad essere felici. ”
In quell’istante, entrarono Seamus e Ginny. “ La McGrannitt ci vuole vedere ” disse la ragazza, “ subito. ”
“ Ho ricevuto un gufo dal giudice McHayden. ” comunicò loro la Preside, non appena li vide entrare.
Con sollievo, Harry vide che nello studio non erano presenti professori del Master, solo loro cinque che erano arrivati dalla torre, Neville, Luna e Padma. Era giusto così, non avrebbe sopportato commenti di nessun tipo da persone come Jacques e la loro futura insegnante di Pozioni.
“ Ha fatto sapere solo a me il luogo stabilito per gli arresti di Bill. E’ una casa, attrezzata anche per fornire le cure necessarie a Draco Malfoy. ”
“ Li hanno portati nello stesso luogo? ” Luna era stupita.
“ Per nostra fortuna sì: Bill ha insistito per stargli accanto, dopo quello che Malfoy ha fatto nella Stanza del Velo, quella notte…E occuparsi di lui potrà fare a Bill molto bene. ”
“ Ma...Professoressa? ”
“ Sì, Granger? ”
“ Ci sono davvero buone prove a favore di Bill? ”
“ Stiamo continuando a cercarle, Granger. Stiamo facendo tutto il possibile. C’è una cosa che mi hanno detto di dirvi i gemelli, da parte di Bill. Lui vorrebbe che voi celebraste il matrimonio, ragazzi. ” disse, rivolgendosi a Neville e Luna.
Ma lo sposo scosse la testa. “ Non se ne parla. Bill dovrà esserci. ”
“ Esatto, Professoressa. ” Luna era ferma e serena. “ Aspetteremo. ”
“ Ragazzi, io…” La McGrannitt fu sul punto di dire qualcosa, ma poi lasciò cadere.
Ron, si accorse Harry anche senza voltarsi a guardarlo, aveva gli occhi lucidi.
“ Quando ci sarà il processo? ”
“ Questa è una nota dolente. McHayden è irremovibile, non intende aspettare che Draco si riprenda. ”
“ Cosa?! ” Ginny si alzò dalla sedia, indignata, le mani serrate a pugno. “ Ma così non avrà possibilità di difendersi, e anche Bill…”
“ Lo so, ragazzi. Ma dobbiamo tenere duro. Personalmente, non smetterò di sbattere in faccia a quel caprone la sua ignoranza…” Minerva McGrannitt comprese di essersi un po’ lasciata andare, e rettificò con un mezzo sorriso. “ Con le dovute maniere, si intende. ”
Harry ripensò al colloquio di orientamento professionale del quinto anno, durante il quale aveva assistito allo scontro tra la McGrannitt e la detestabile Umbridge. Si augurò che la Preside ricordasse quanto lui il rischio che aveva corso allora.
Come la Umbridge, neppure il giudice McHayden ispirava il rispetto di Harry…ma era chiaro che i due si eguagliavano, quanto al potere esercitato nei due diversi periodi.
Le prospettive erano ben poco rosee.
Come Harry sospettava, la seconda settimana di test fu la più dura, soprattutto per gli stati d’animo che la accompagnarono. La data della partenza verso l’accademia dove si sarebbe svolto il Master era sempre più vicina. Con essa, si avvicinava anche la massa di tensione, pronta a bloccarsi nello stomaco di tutti loro.
In sé e per sé, le prove non andarono poi così male, e i nuovi professori che conobbero risollevarono un pochino l’entusiasmo per l’inizio imminente dei corsi.
Fu tutto quello che girò intorno alle prove, purtroppo, a dare molti problemi.
Già al martedì mattina, Ron uscì adirato - ed era dir poco - dal test con Jacques, e Seamus dovette allontanarlo in fretta dal corridoio prima che il professore lo sentisse imprecare senza il minimo controllo.
Arrivarono nella saletta comune alle loro camere che Ron sbraitava letteralmente offese che Harry condivideva in pieno, ma che avrebbero potuto mettere l’amico seriamente nei guai.
“ Ron, respira profondamente, “ disse Hermione, abbandonando del tutto il libro di Incantesimi. “ …...uccesso."sso dicci cos'ndo del tutto il libro di Incantesimi va letteralmente offese che Harry condivideva in pieno, ma che aCi sei? Adesso dicci cos’è successo. ”
“ Non reggerò un solo anno, con quell’essere…altro che tre anni! ”
“ Seamus, parla tu che è meglio. ” intervenne Harry.
“ Lo farei, se sapessi quello che si sono detti là dentro. ”
“ Non ha fatto altro che snocciolare commenti sulla mia famiglia, sul polso debole del nuovo Ministro, sulla mia improbabile carriera di insegnante…Credimi, paragonato a lui Piton era un santo. ”
“ Credo di capirti, allora. ” Harry non trovò il coraggio di fare discorsi alla Hermione, visto che lui era sempre stato sull’orlo di una crisi di nervi, al prospettarsi anche alla lontana di situazioni simili.
Purtroppo nemmeno Hermione trovò questa volta parole sagge da dire. In compenso, nel vedere Ron così scosso, ebbe la reazione che Harry si sarebbe aspettato da se stesso.
“ Brutto bastardo! ” esclamò la ragazza con rabbia.
Harry cominciava a pensare che non le facesse molto bene stare accanto a lui.
Dove si trovava?
Perché si sentiva tanto freddo addosso?
Aprì con estrema fatica gli occhi, sentendosi come riemergere da una voragine del terreno. Si ritrovò davanti una figura umana non del tutto messa a fuoco, perciò dovette sbattere più volte le palpebre e massaggiarsi le tempie con le mani. Si sentiva la mente maledettamente intorpidita.
Anche gli arti erano intorpiditi. Da quel dolore.
Il dolore…portava con sé il ricordo delle ultime, terribili, notti.
Le ultime notti gli avevano portato prigionia e dolore, solo questo. E consapevolezza, si corresse, la consapevolezza di essere ormai solo, perché la padrona stava facendo terra bruciata intorno a lui.
La padrona…
Aveva ucciso suo padre, aveva eliminato sua madre e l’uomo che la accompagnava, prima che potessero arrivare alla sua cella.
Glielo aveva mostrato con estrema soddisfazione.
Con minuziosi particolari, con quella luce ferina negli occhi scuri.
Finalmente Draco riuscì a mettere a fuoco il volto di chi gli stava porgendo una tazza elegante.
“ Weasley…Grazie. ” La sua stessa voce lo spaventò. Era come se non volesse proprio uscire, se non con un trapano o qualcosa del genere. “ Te ne devi proprio stare a fissarmi? ” esordì imbarazzato - e non poco irritato - quando vide che Bill non si era spostato di un millimetro.
“ Bevi, è una pozione. ”
“ Rilassante? ”
“ No, salvavita. ” Bill sorrise sarcastico. “ Ti abbiamo preso per il rotto della cuffia. ”
Draco la sputò, disgustato dal sapore ma anche dalla consapevolezza di essere stato preso per il rotto della cuffia. “ Devo ringraziare te, immagino. ”
“ Devi berla tutta, e questo sarà il ringraziamento che tu farai a me. Così resterai in vita perché io abbia il tempo di ringraziare te. ” Bill si sedette sul divano accanto a lui.
Solo ora che Weasley non era più davanti a lui, Draco poté vedere gli uomini che passeggiavano avanti e indietro, sul balcone. “ Chi sono? Dove siamo? ”
“ Siamo agli arresti, Malfoy. Fino al processo, in data da destinarsi. ”
Il processo…
Evasione…
Uno dopo l’altro, i ricordi del precedente risveglio assalirono Draco, portandolo a stringere involontariamente il lembo della coperta che gli era stata messa addosso. Lo studio di Moody, tutta quella gente accalcato intorno a lui e…a Weasley.
Ora sì, che Draco si rendeva conto di doverlo ringraziare, di volerlo ringraziare.
“ Cosa stava succedendo? ” iniziò a chiedergli il rosso, “ Cosa sentivi, quando…? ”
Il blocco avanzò dentro Draco come una muraglia impenetrabile.
Qualcosa, qualcuno, Lei…gli stava strappando molto più della voce con la quale era stato sul punto di parlare. Gli stava strappando dai polmoni l’aria stessa.
Non poteva parlargliene, non riusciva a parlargliene.
Non sarebbe mai riuscito a parlargliene.
“ Non vuoi parlarne adesso? Beh, di qualcosa dovremo pur parlare. Servirà anche a me, per dimenticare. ”
“ Dimenticare? ” Draco lo fissò, inarcando un sopracciglio.
Bill Weasley era pensieroso. Triste e pensieroso. “ Devo dimenticare che a quest’orario avrei potuto essere in viaggio con un angelo. ”
“ Che angelo? ”
Un sorriso si disegnò lentamente sulle labbra del mago. Annuì. “ Un bellissimo angelo con le treccine rasta. ”
Continua…