Info: Sequel di " Ombre che inghiottono ".
Spoilers, quindi.
Personaggi: un po' tutti
Rating: NC-17
L’incubo cammina per Hogsmeade: passato o futuro?
Camminava lungo le strade della piccola città dei maghi, attento a non farsi scorgere dalla figura che stava pedinando.
Hogsmeade si stava dignitosamente rialzando, dopo la strage provocata dai Mangiamorte.
Per un paio di settimane la popolazione era stata avvinta da un regime dittatoriale. Osservare il coprifuoco voluto da Voldemort si era trasformata da una reclusione in casa ad una scelta quasi necessaria, quando i suoi seguaci - quasi per noia - avevano cominciato a sfidarsi tra loro.
Era durata solo due settimane, ma erano bastate alla gente per assaggiare l’orrore che Voldemort avrebbe voluto instaurare a vita. L’oste della Testa di Porco era stato schiavizzato nella sua stessa locanda, costretto a servire i Mangiamorte che vi si riunivano tra un turno e l’altro, a bere e chiacchierare degli omicidi commessi come fossero state gare di scacchi.
Disgustati, ma ben attenti a non irritarli, i pochi maghi che avevano ancora il coraggio di girare per strada avevano cominciato a camuffarsi. Dopo le eventuali origini babbane sui documenti, si era trattato di camuffare l’aspetto fisico vero e proprio. Girava la voce che un Mangiamorte avesse giustificato l’omicidio di una donna con il suo essere “troppo simile a una babbana”.
Quale che fosse il motivo della sua morte, il marito l’aveva trovata riversa sulla strada innevata, a occhi spalancati fissi contro il cielo grigio.
Tutte queste cose si erano sapute attraverso le pagine del Cavillo, quando la sede della Gazzetta del Profeta era stata distrutta, subito dopo il Ministero. Durante quelle ultime due settimane di terrore, anche le pagine del Cavillo erano divenute introvabili, assolutamente fuorilegge.
Tutte queste cose, Xavier Jacques le aveva apprese dalle conversazioni di locanda, ma soprattutto da un volantino, un semplice pezzo di carta, rincorso dallo squadrone di Mangiamorte di pattuglia per tutta Hogsmeade. Quel giorno aveva rischiato grosso, Xavier Jacques. Appena rientrato dalla Francia, aveva rischiato di morire per le strade di quella Hogsmeade che tanto gli era mancata, e che aveva scelto di visitare per prima.
La rabbia verso i suoi genitori, per averlo tenuto all’oscuro di quello che accadeva nel mondo magico, era divampata in lui, facendogli sentire il febbrile desiderio di spedire a Nantes una copia di quei giornali…uno stralcio di quegli orrori. Perso nelle sue imprecazioni da mandare oltreManica, Xavier era quasi finito tra le braccia di una pattuglia di Mangiamorte.
“ Non sono voci veritiere, ve lo assicuro! ” stava cercando di difendersi un negoziante.
“ Molto bene, se hai la coscienza pulita non avrai paura di farci entrare per un controllo. ”
Il piede destro di Xavier aveva accartocciato un foglio, posandosi su un tratto del marciapiede clamorosamente asciutto. Facendo attenzione a non attirare l’attenzione delle figure incappucciate davanti a lui, aveva abbassato lo sguardo. “ Ultimi bagliori dell’Ordine della Fenice ” diceva una scritta.
Lentamente si era chinato a sollevare il foglio di carta, mentre due dei Mangiamorte spingevano il commerciante nel suo esercizio. Nel rialzarsi, Xavier Jacques si era lasciato sfuggire un lamento. La polmonite che lo aveva colpito, e che lo aveva condotto al confine con la morte, lasciava tracce di se.
“ Problemi? ” gli aveva chiesto il Mangiamorte rimasto fuori dal negozio.
“ No, signore…” si era nascosto furtivamente il foglio dietro la schiena.
A quel punto, un ragazzino lesto - colpevole solo di non aver visto il Mangiamorte - gliel’aveva strappato di mano, e per sfortuna di entrambi aveva gridato. “ E’ lui, ne ho trovato una copia. ”
Gli occhi del Mangiamorte avevano sfavillato sotto il cappuccio nero.
Si era avvicinato a Jacques. “ Cosa teneva in mano? Cosa si è portato dietro la schiena? ”
Nell’attimo in cui impugnava la bacchetta sotto il proprio cappotto, Jacques si era reso conto di firmare la propria condanna al brigantaggio, alla fuga perpetua.
“ Lei sa che stiamo perquisendo un commerciante colpevole di aver stampato un volantino fuorilegge? ”
Era già colpevole?
“ Qual è il suo nome, Signore? ”
“ Jacques, Xavier Jacques. Sono arrivato oggi dalla Francia, dopo una lunga convalescenza. ”
“ Jacques? Figlio dell’insigne Professor Jacques? ”
“ Sì, Signore. ”
“ Molto bene, le auguro una buona giornata. ”L’atteggiamento del Mangiamorte si era completamente trasformato.
“ A lei, Signore. ”
Era stato difficile proseguire su quella stradina senza voltarsi verso la vetrina di quel povero negoziante, tanto più nel momento in cui una voce era fuoriuscita da quell’edificio. “ AVADA KEDAVRA. ”
Xavier Jacques aveva serrato le palpebre, mentre la risata del Mangiamorte rimbalzava nella sua testa. Non aveva potuto fare a meno di immaginarsi la stessa scena - anche se probabilmente non si sarebbe mai potuta verificare - ma con un nome diverso per la vittima. Il nome e la persona di sua madre, colpevole di essere una mezzosangue. Ma non sarebbe mai accaduto, perché il buon nome e la professione insignita del padre proteggevano tutti loro.
Ma allora perché, si chiese, i genitori non lo avevano informato di come la situazione fosse precipitata, in Inghilterra? Perché? Perché lo avevano lasciato tornare da solo in Scozia?
Se lo era chiesto allora, incapace di trovare una risposta, fino al momento in cui si era fermato accanto ad un lampione, attirato da uno spettacolo disgustoso. Un gruppo di Mangiamorte - evidentemente scesi dal loro turno di pattuglia - stavano squadrando da capo a piedi una scolaresca di ragazzine alquanto decimata.
Non dovevano avere nemmeno dieci anni.
Jacques aveva frequentato lì ad Hogsmeade una scuola media preparatoria all’Accademia di Hogwarts, durante il triennio che il padre aveva trascorso in Inghilterra come ricercatore e insegnante.
Aveva riconosciuto le divise.
I Mangiamorte non stavano parlando delle divise.
“ Peccato che siano tutte figlie di maghi. ”
“ Andiamo, non ti bastano quelle che puoi goderti ad Azkaban? ”
“ E’ proprio là che se le vorrebbe portare! ” aveva commentato un altro del gruppo.
“ Non ne entrano più, lo sai. Da quando Lord Voldemort è riuscito a catturare quei ragazzi così fedeli a Silente. ”
“ Beh, non c’è da stupirsi che voglia concentrarsi su Harry Potter. Quel ragazzo è riuscito a sfuggirgli almeno cinque volte! ”
“ Non si tratta solo di lui. Si è fissato sugli altri mocciosi di Hogwarts che Lucius gli ha portato insieme a lui. ”
“ Non metterti a discutere gli ordini di Voldemort, nemmeno quando sei lontano da lui. ”
“ Lo so, lo so…cosa credi, ci tengo alla vita? ”
“ Soprattutto perché potrebbe decidere di regalarti una delle sue prigioniere, quando si sarà stancato di loro, vero? ”
“ No, quelle passeranno direttamente ai Dissennatori. Insieme con tutte le persone che graviteranno intorno al vecchio Ministero. ”
Jacques era rimasto disgustato, ma soprattutto agghiacciato, incapace del più piccolo movimento per diversi, lunghissimi istanti.
Il ricordo di quella conversazione lo paralizzò, a distanza di un anno e mezzo, esattamente come l’udirla la prima volta lo aveva quasi ridotto a vomitare, aggrappato a quel lampione.
Il ricordo lo impastoiò lì, fino all’istante in cui la figura che lui pedinava - o avrebbe dovuto pedinare - non lo richiamò da dietro. “ Stava seguendo me, Professor Jacques? ”
“ Perché siete fuggita dal S.Mungo? ”
“ Dritto al punto, eh? ”
“ Non è mia abitudine perdere tempo, soprattutto ora che non c’è tempo da perdere. ”
“ Oggi è più diffidente del solito, potrei saperne il motivo? ”
“ Le interessa più del motivo per cui la pedinavo? ”
“ Al momento sì, ” rispose l’Auror, “ Sì, direi di sì. ”
“ Sono diffidente verso i tempi che corrono. Verso questo periodo, che sembra di pace ma non lo è. ”
I lineamenti della donna si indurirono.
“ Dove vuole arrivare? ”
“ Voglio arrivare a chiarire una cosa. Uscire per strada come una turista non è cosa da fare di questi tempi, soprattutto per lei. ”
“ Per una cieca? ”
“ Per una persona che è presa di mira. ”
“ Professor Jacques, ho firmato regolarmente le carte del S. Mungo e sono uscita. Non sono minorenne e sono più che capace di badare a me stessa. Immagino che lei si sia auto incaricato di proteggermi. ”
“ Nient’affatto, la pedinavo per tutt’altro motivo. ”
Una nota di panico incrinò la voce dell’Auror Ylena Swennson, che fino a quel momento era riuscita a mantenerla salda. “ Quale? ”
“ Nel carcere di Azkaban avevo acquisito un’assoluta credibilità. E me l’ero guadagnata, al di là del nome di mio padre. ”
Draco guardò di sottecchi Harry, che si sentì controllato nelle proprie reazioni.
“ Non ti interromperò saltandoti addosso, Malfoy. Almeno finché non avrò ottenuto tutte le informazioni che ci servono. ”
“ Continua, Draco ” disse Lupin.
“ Quando sono tornato dalla mia ultima missione, ho scoperto che qualcosa era cambiato. Sapevo che Voldemort si era preso tutta una giornata, che aveva abbandonato la Stanza del Velo, dove Weasley mi aveva addestrato ad usare la Clessidra del Richiamo.
“ Tutto era pronto, anche Potter stava per essere asservito…eppure Voldemort non aveva dato ordine di procedere al richiamo del Mago antico che lui desiderava. Non ne capivo il motivo, fino a quando non sentii il suo sfogo irato. Aveva scoperto il disperato tentativo che Weasley e le Ombre di Black e Piton avevano fatto. Aveva rintracciato la dimensione nella quale avevano trasferito tre ragazze, invece di portarle dove lui aveva ordinato.
“ La mia missione era stata molto breve, ma cominciai a sospettare che non fosse stata la fortuna ad allontanarmi da lì, proprio quando le Ombre traditrici venivano scoperte. Cominciai a sospettare che Bill…che Weasley avesse convinto Black e Piton a non coinvolgermi. Questa sensazione non me la leverà mai nessuno…
Quando aveva sentito lo sfogo irato di Voldemort, Draco si era fermato a metà corridoio.
Aveva sentito mobili sbattere contro le pareti di pietra, suppellettili infrangersi in mille pezzi. Aveva sentito l’appartamento venir messo a soqquadro dal suo stesso proprietario. Poi, più niente.
Dopo attimi di silenzio spettrale, perfettamente in linea con l’atmosfera generale che vigeva nella nuova Azkaban ancora più che in quella vecchia, erano seguite le formule magiche per ripulire il disastro fino in fondo.
Voldemort si era calmato.
Dall’angolo in cui si era fermato, dietro ad una colonna, Draco aveva visto avanzare quattro figure.
Suo padre Lucius e Macnair stavano portando due detenute negli appartamenti del padrone. Erano Hermione Granger e Ginny Weasley.
Piegate, avvinte dalle botte ricevute, avevano ormai poca forza per dibattersi nella stretta dei due Mangiamorte. Fecero il possibile, giocarono le loro ultime carte, consapevoli del luogo dove venivano portate. Ma non poterono fare altro che eccitare ancora di più, i loro carcerieri.
Per pochi giorni, da quando suo padre lo aveva condotto davanti a Lord Voldemort, Draco aveva creduto di volere tutto questo, non solo di esservi destinato.
Poi…cosa aveva cambiato le cose in maniera così radicale? A cosa suo padre avrebbe dato la colpa, per la crisi di coscienza del figlio che tanto lo aveva infastidito e deluso? Come avrebbe reagito, se avesse scoperto che era stata l’Ombra di Sirius Black, il reietto di una famiglia purosangue tra le migliori, a strappargli il suo Draco?
Il momento di entrare non era quello.
Disgustato davanti alla scena appena vista, pronto ad allontanarsi dagli appartamenti di Voldemort, Draco non registrò subito lo spostamento di aria prodotto chiaramente da un incantesimo di Invisibilità, alle sue spalle.
In futuro, durante le notti di una prigionia nella prigionia che mai avrebbe potuto aspettarsi, Draco Malfoy avrebbe imparato a riconoscere fin troppo bene il modo con cui quella strega antica usava per comparire, per venirlo a trovare.
Per venire a trovare il suo cucciolo, libera dal travestimento di Mangiamorte che aveva ingannato persino Lord Voldemort.
Ma allora Draco non la vide.
Allora pensò solo al momento più opportuno per tornare in quei sotterranei, indisturbato.
“ Avrebbe dovuto restare al sicuro, Signorina Ylena. I corridoi del S.Mungo sono sicuri, le stanze del S.Mungo sono sicure. Ma le strade di Hogsmeade non sono sicure. E qualcuno che la controllava non aspettava altro che vederla camminare per queste strade, ingenua e molto incosciente, per essere una Auror…che dovrebbe formare altri Auror. ”
Il mantello che Jacques portava si aprì ad avvolgere la donna, prima che lei potesse arretrare e sfuggire alla presa delle sue braccia. Con un CRACK, passato assolutamente inosservato nella confusione della strada di Hogsmeade, l’uomo smaterializzò se stesso e il suo ostaggio tra pareti sicure e invalicabili.
“ Mi lasci subito andare. ”
“ Farà meglio a calmarsi e ad aprire bene le orecchie, Ylena. Non provi a smaterializzarsi o si ritroverà incastrata nella materia delle pareti. E allora dovrò liberarla…per poi legarla. ”
“ Dove mi ha portata? ”
“ Non le occorre saperlo. ”
“ Non mi occorre saperlo? Questo è…è… Apra quella porta. ” Ylena era già voltata verso gli spifferi di freddo che penetravano dall’altezza del pavimento, rivelando chiaramente l’esistenza di un’uscita. “ Adesso. ”
“ Non ci penso proprio. ”
“ Apra subito quella porta. ”
“ No, fino a che non sarà arrivata la persona che le deve parlare. ”
Ylena si vide perduta.
Jacques l’aveva sequestrata per ordine di qualcun altro. Ripercorse freneticamente quello che si erano detti, fino al momento in cui la conversazione era degenerata in minacce…e capì. “ Lei…Lei le ha ordinato di portarmi qui. Si è venduto a quella donna, si è venduto al demone! ”
“ Faccia le considerazioni che più le aggradano, signorina. Io mi sdraierò un po’ a riposare….Expelliarmus! ”
La bacchetta non aveva fatto neanche in tempo a uscire dalla tasca del cappotto, che Ylena se la sentì strappare dalla forza dell’incantesimo.“ L’avevo avvertita, sono spiacente. Petrificus Totalus! Ecco, e ora aspettiamo. ”
Xavier Jacques de-pietrificò il suo ostaggio solo quando ricevette da fuori la bussata che aveva concordata con la sua mandante. Dissolti gli ultimi brandelli dell’incantesimo, Ylena si sollevò fieramente in piedi e attese di essere consegnata.
Ma la donna che entrava non era la demone, comprese quando la sentì salutare il professore.
“ Professoressa McGrannitt? Ma cosa…? ”
“ Buon pomeriggio, Signorina Swennson. ” disse la strega, avvicinandosi.
“ Ciao, Ylena. ”
“ Tonks? Voi siete…? Voi avete tradito, mi avete catturato per…”
“ Veramente abbiamo appena evitato che tu fossi catturata ” specificò Tonks, un tantino offesa.
“ Ylena, ora ci deve ascoltare. ” il tono della McGrannitt era severo. “ Il demone controllava notte e giorno il quartiere del S. Mungo. Era pronta a riprenderla, e questa volta non le sarebbe sfuggita. ”
“ L’ha vista, Professor Jacques? ” chiese Tonks.
“ Sì, l’ho vista. Ma devo dirvi che mi è sembrato avesse un altro piano. Comunque si sente molto vicina a realizzare l’obiettivo per lei più importante. ”
La Preside di Hogwarts annuì, cupa in volto. “ Lo credo. Sta riuscendo ad ottenere Weasley e Granger, quelle povere ragazze. ”
“ Le due studentesse? Quelle legate a Draco dalla Maledizione? ”
“ Sì, Ylena. ” Tonks si era avvicinata all’unica finestra, da dove controllava il viavai di maghi lungo quella strada secondaria del villaggio. “ Ha lanciato quella maledizione per vincolarle a sé. Ha mosso le azioni di Malfoy come un burattinaio, facendogli credere di poter soppiantare persino Voldemort. Il figlio ti ha parlato dell’incantesimo di Cancellazione della memoria che aveva cercato di fare alle due ragazze? ”
Ylena annuì.
Si avvertì un movimento ripetuto: Jacques e la McGrannitt si erano di nuovo seduti.
Quest’ultima riprese: “ La Maledizione ha avuto un doppio scopo. Punire Draco per aver tentato di aiutare le ragazze almeno a dimenticare le torture peggiori…ma anche assicurarsi che la ruota degli eventi cominciasse a girare a favore della Profezia che lei vuole attuare. ”
“ La Profezia che Bill è arrivato a capire, finalmente. ” Tonks si sedette su un tavolo posto accanto alla finestra.
“ Tutto il papiro? Ha decifrato tutto il papiro? ”
“ Tutto quello che potevamo sapere da esso. Rischiamo di essere comunque arrivati in ritardo, però. ”
“ Quando mio padre è entrato nella cella, aveva già scoperto l’Oblivious che avevo fatto sulla Weasley. E probabilmente il demone l’aveva già aiutato a distorcerne il percorso, una prima volta. Aveva già iniziato a manovrarci.
Poteva esser stata solo lei a farlo, perché un potere del genere non lo possedeva neppure Voldemort. Ha trasformato un incantesimo pronunciato a fin di bene in una Maledizione. E ci ha ingabbiati in quella maledizione.
“ Avevo appena ripetuto l’incantesimo sulla Granger, quando mio padre mi ha braccato da dietro e mi ha fatto volare via la bacchetta…
“ Padre…”
“ Taci! Non voglio sentirti fiatare. Macnair, vai a portare mio figlio davanti a Voldemort. Non voglio che resti impunito…”
“ Lucius…aspetta, quanta fretta! Lascia che assista anche lui alle conseguenze del suo gesto. ” La donna che accompagnava suo padre si portò davanti a Draco. Poi guardò la figura sdraiata, incatenata al pavimento. “ Non credi sia giusto che sappiano quello che capiterà loro? ”
“ Sì, sento ancora la sua magia nell’aria. Giovane e impulsiva, ma efficace. Peccato doverla correggere. ” La Mangiamorte si chinò sulla schiava personale di Voldemort, restando ad osservarla per qualche secondo.
La Granger aveva perso conoscenza. Aveva fatto appena in tempo a vedere arrivare Draco, a pregare di lasciarlo stare…forse non aveva neppure capito quale incantesimo avesse fatto su di lei.
“ Cosa vuoi fare? ”domandò Draco, dimenandosi nella presa ferrea del padre.
La mano della donna si chiuse a pugno, come a voler imbrigliare la sostanza dell’aria stessa. Ma erano le trame dell’incantesimi fatto da Draco, quelle che ora lei teneva in mano. “ Volevi assicurarle l’oblio, vero? Concederle di dimenticare la sua peggiore umiliazione, i suoi più acuti dolori…Ma così l’hai condannata ancora di più, come hai condannato l’altra prigioniera, la rossa che Voldemort ha donato a tuo padre. ”
“ Che cosa? ”
“ Loro dimenticheranno, sì, ma non solo quello che tu avevi deciso. Dimenticheranno tutta questa giornata di torture, ma anche il tuo tentativo di aiutarle, e anche questo mio incantesimo che le legherà a te e a tuo padre. Voldemort vorrà delle spiegazioni, e loro non sapranno dargliele. Come credi che reagirà, lui? ”
“ No, tu non puoi fare una cosa simile! ”
“ Non posso? Te ne accorgerai, caro. Molto presto capirai quello che posso fare. Questa maledizione farà proprio al caso mio. Il ricordo che vi lega da questo momento in avanti mi porterà le persone che mancavano per attuare il mio piano. ”
“ No, no ti prego…”
“ Oramai ho deciso, caro. Ora fai un gran bel respiro, perché quella che stai per affrontare è l’ira di Lord Voldemort. ”
Continua…