[Free!] For the Team

Oct 08, 2013 01:19

Titolo: For the Team
Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Rating: verde
Personaggi: Matsuoka Rin-centric, comparse: Matsuoka Gou, Tachibana Makoto, Hazuki Nagisa, Ryugazaki Rei, Nanase Haruka
Pairings: Rin/Haruka
Riassunto: "Finalmente ce l’aveva fatta, aveva coronato il sogno di una vita, anzi due: vincere le Olimpiadi era stato l’obiettivo di suo padre e per lungo tempo l’aveva inseguito per lui, prima di rendersi conto che lo faceva anche per sé stesso."
Disclaimer: Free! e tutti i suoi personaggi appartengono alla Kyoto Animation. Le immagini, ovviamente, non mi appartengono.
Note: Questo è quello che esce quando si trovano certe fanart su Tumblr...
Beta: mystofthestars
Word count: 1033 (fdp)


Quando avevano infine annunciato il suo nome, Rin per poco non si era sentito mancare dall’emozione. Sapeva che sarebbe successo dal momento stesso in cui la sua mano aveva toccato il bordo della vasca e, strappandosi gli occhialini e la cuffia con un gesto secco e senza fiato, l’aveva visto comparire a lettere luminose sul tabellone, ma sentirlo pronunciare ad alta voce ad un passo dal podio era tutt’altra cosa. Ancora non sapeva come aveva fatto a rivestirsi e a darsi una parvenza accettabile mentre tutta la sua squadra strillava di giubilo e l’intero Giappone esultava al suo fianco. Fatto sta che si era trovato a salire quei pochi gradini con le gambe che tremavano e un’emozione che gli esplodeva in testa come mille fuochi d’artificio, quasi impedendogli di ragionare lucidamente.
Finalmente ce l’aveva fatta, aveva coronato il sogno di una vita, anzi due: vincere le Olimpiadi era stato l’obiettivo di suo padre e per lungo tempo l’aveva inseguito per lui, prima di rendersi conto che lo faceva anche per sé stesso. Ed ora era lì, sul podio più alto, attorniato dalle grida d’entusiasmo di un’infinita platea. Non era una vittoria in una staffetta mista, si trattava dei cento metri stile libero e quindi per lui ancora più importante. Inoltre sapeva che lassù, sugli spalti, tutte le persone che lo avevano sostenuto finora lo stavano guardando e gioivano per lui. Senza il loro appoggio e il loro incoraggiamento non sarebbe mai giunto a quel punto.
Quando gli misero la medaglia d’oro al collo, corredata del lucido nastro di seta rosso, non poté trattenere un’esclamazione d’entusiasmo, sollevandola in modo che riflettesse la luce dei mille fari dello stadio.
In quel momento una giornalista ebbe l’idea di avvicinarsi per chiedergli a caldo se volesse dedicare quella vittoria a qualcuno e Rin non esitò nemmeno un istante: si sfilò il nastro dal collo e rivolse la medaglia verso gli spalti che stavano esattamente sopra le panchine della sua squadra.
«For the team! » esclamò con la voce che tremava leggermente per l’emozione.
Per tutto il resto del mondo quella era una dedica alla squadra giapponese con cui aveva gareggiato, ma lui sapeva, come era certo che solo pochi altri avessero capito, che in quelle parole si celava un significato molto più profondo. Per questo per tutta la durata dell’inno nazionale tenne gli occhi fissi sugli spalti, alla ricerca di uno sguardo che si era sentito addosso da quando era entrato in vasca. La sua vera squadra era là e con essa l’unica persona per cui avesse veramente nuotato, l’unica di cui desiderava lo sguardo e l’attenzione. In mezzo alla folla che riempiva lo stadio non poteva vederlo ma il solo sapere che era lì gli aveva dato la forza per conquistare quella vittoria.
Quello che venne dopo fu un turbine indistinto di congratulazioni, strilli, canti, strette di mano, sventolare di bandiere e scatti di flash che lo tennero occupato per buona parte della giornata. Quando gli venne concesso di lasciare lo stadio ormai stava imbrunendo. Il pullman della squadra giapponese aspettava nello spiazzo, ma quando si sentì chiamare da una voce ben conosciuta, Rin fece segno ai compagni che li avrebbe raggiunti più tardi per conto suo. Un attimo dopo Gou stava volando tra le sue braccia.
«Fratellone, sei stato eccezionale! » esclamò la ragazza non tentando nemmeno di mettere un freno alla propria euforia.
Gli gettò le braccia al collo ridendo e saltellando entusiasta, e Rin la strinse come non ricordava di aver fatto da tantissimo tempo.
«Hai realizzato il sogno di papà. » sussurrò poi con voce dolce. «Sei arrivato in cima, sei stato il migliore di tutti. Sono sicura che lui è orgoglioso di te. »
Rin avrebbe voluto risponderle, dire che non l’aveva fatto solo per quel motivo, anche se il pensiero lo rendeva felice, farle capire che ora era molto più libero di una volta, quando quell’ideale lo vincolava ad una vita tormentata, ma non ne ebbe il tempo. Un attimo dopo ecco che vennero raggiunti dai ragazzi e la girandola di festeggiamenti ricominciò. Makoto aveva un sorriso enorme e non smetteva di dargli gioviali pacche sulla spalla, mentre attendeva il suo turno per strapazzarlo a dovere. Nagisa, nel frattempo, aveva preso il posto di Gou e gli era letteralmente saltato addosso, ripetendo incessantemente: «RinRin! RinRin! Fantastico!! » inframmezzato da esclamazioni non identificabili con nessun linguaggio umano e da piccole lacrime di commozione agli angoli degli occhi. Rei, dal canto suo, era alle spalle del biondino, pronto a sua volta a congratularsi con il vincitore, gli occhi che ancora brillavano per lo spettacolo di assoluta perfezione a cui aveva avuto il privilegio di assistere.
Il caos però si quietò nel momento in cui sopraggiunse lui.
Rin lo sentì avvicinarsi nonostante il suo passo fosse leggero e silenzioso come sempre e, nello stesso istante, tutti gli altri si staccarono da lui come di comune accordo. Haruka non disse una parola, si limitò ad avanzare fino ad essergli di fronte e ad abbracciarlo, appoggiando la fronte sulla sua spalla. Rin spalancò gli occhi, per un istante incredulo per quello che stava succedendo e incerto su come reagire, dopotutto Haru non era mai stato un tipo particolarmente incline ad esprimere le proprie emozioni, ma si trattò di una questione di secondi e le sue braccia si alzarono per ricambiare la stretta.
«Mi hai mostrato lo spettacolo più bello che potessi desiderare. » mormorò Haruka contro la sua spalla e fu in quel momento che tutta la tensione accumulata durante e dopo la gara si sciolse e le prime lacrime di commozione solcarono il volto di Rin.
Quelle erano le parole che stava aspettando, le uniche che desiderasse davvero sentire, che lo riempivano di una gioia e di un’emozione più preziose di qualsiasi vittoria o medaglia. Haruka era lì per lui, lo aveva guardato tutto il tempo, aveva fissato solo lui e Rin non riusciva a calmare il battito impazzito del proprio cuore di fronte a quella consapevolezza. Lo amava tantissimo, ma allo stesso tempo era il suo più grande rivale, il suo metro di confronto per capire quando davvero valeva la pena di impegnarsi anima e corpo, ed ora Haru si stava congratulando con lui.
Finalmente poteva dire che il suo sogno era completo.




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