[Free!] English lesson

Nov 25, 2013 14:00

Titolo: English lesson
Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Rating: verde
Personaggi: Matsuoka Rin, Tachibana Makoto, Nanase Haruka
Pairings: Rin/Haruka
Riassunto: "Se non si fossero risollevati, i loro brutti risultati avrebbero potuto ripercuotersi sul club di nuoto. Certo, non si ventilava una chiusura ma, complice l’arrivo della stagione autunnale, una sospensione era già nell’aria e questo né Makoto né tantomeno Haruka (a cui era stata promessa la possibilità di nuotare in una piscina coperta) l’avrebbero accettato. Quindi bisognava correre ai ripari."
Disclaimer: Free! e tutti i suoi personaggi appartengono a Koji Oji e alla Kyoto Animation.
Note: Scritta per la Notte Bianca #2 della community free_perlatrama con quest'immagione come auto-prompt.
Beta:
Word count: 1387 (fdp)




Makoto scorse con gli occhi la lunga fila di numeri che campeggiava sul cartellone nella bacheca della scuola: sia lui che Haruka non avevano mai avuto grandi problemi con l’andamento scolastico, ma negli ultimi tempi erano stati tutti parecchio impegnati. C’era da chiedersi, infatti, come avesse fatto Rei a mantenere in ogni caso una media di voti a dir poco eccellenti. Di Nagisa nemmeno si preoccupavano, visto che il biondino stesso non sembrava farne un grosso problema. Il punto era però, che stavolta era davvero andata male: a quanto pareva l’esame d’inglese aveva avuto risultati pessimi e la loro posizione in graduatoria era precipitata. A pensarci si trattava di una conseguenza tutto sommato comprensibile visto il poco tempo che avevano dedicato alla studio nell’ultimo periodo. Lui si era impegnato al massimo con gli allenamenti e Haru… Beh, Haru sembrava che avesse costantemente altro per la testa e avrebbe potuto scommettere che questa volta non fossero solo l’acqua e la gara. In ogni caso, il risultato non cambiava e restava anche il commento di Amakata-sensei: se non si fossero risollevati, i loro brutti risultati avrebbero potuto ripercuotersi sul club di nuoto. Certo, non si ventilava una chiusura ma, complice l’arrivo della stagione autunnale, una sospensione era già nell’aria e questo né Makoto né tantomeno Haruka (a cui era stata promessa la possibilità di nuotare in una piscina coperta) l’avrebbero accettato. Quindi bisognava correre ai ripari.
Il capitano dell’Iwatobi lanciò un’occhiata di sottecchi all’amico di sempre che, in piedi accanto a lui, osservava a sua volta il cartellone con la sua consueta aria impassibile: dovevano trovare qualcuno che desse loro una mano a recuperare il programma arretrato, anche se convincere Haru sarebbe stato difficile.
«Che ne dici se studiassimo per un po’ con Rei? » propose, ma l’idea venne accolta con un’espressione carica di scetticismo.
«Rei è un anno indietro rispetto a noi, non potrebbe esserci di grande aiuto…»
Sospirando, Makoto si rese conto che in effetti era proprio così: nonostante li avessero sempre considerati loro pari al club di nuoto, sia Rei che Nagisa erano loro kohai e in casi come questo non potevano essere d’aiuto. Forse avrebbero dovuto chiedere al professore di fare loro qualche lezione extra, oppure avrebbero dovuto cercare un insegnate privato, anche se questo avrebbe significato doverlo pagare e non è che navigassero esattamente nell’oro.
Mentre camminavano in silenzio verso la piscina Makoto non riusciva a smettere di rimuginarci, iniziando a formulare pensieri troppo simili a: “Dovrei essere a casa studiare invece che qui a nuotare”, cosa assolutamente fuori dal mondo. Fu proprio perché era immerso in un universo tutto suo che la voce aspra che li accolse negli spogliatoi lo fece sobbalzare.
«Ehi! Si può sapere che state combinando? Mi meraviglio di voi! »
Alzando gli occhi si trovò di fronte un Rin dall’aria profondamente seccata, le mani piantate sui fianchi e un’espressione tempestosa. Persino Haru, al suo fianco, sembrò colto di sorpresa.
«Cosa ci fai qui? » chiese infatti, certo che per quel giorno non fosse in programma nessun allenamento con la Samezuka.
«Mi ha chiamato Gou. La vera domanda è cosa ci fate voi qui! Dovreste essere a casa con il naso nei libri! » rispose il rosso.
L’aveva chiamato Gou? Significava forse che la loro manager, ovviamente a conoscenza del problema, aveva allegramente pensato di sbandierarlo ai quattro venti?
«Veramente noi…» iniziò Makoto, ma Rin lo interruppe di nuovo.
«Mia sorella ha detto che se non vi rimettete in carreggiata le attività del club non potranno proseguire in modo regolare e se lo permetteste sareste davvero degli irresponsabili. Per questo sono qui! Perché mia sorella mi ha pregato di aiutarla ad impedire che il club chiuda! »
«Ma veramente non…»
«Quindi vi darò ripetizioni d’inglese! »
«Cosa?! »
Questa volta era stato anche Haruka a parlare ed entrambi i ragazzi si voltarono verso di lui, Makoto stupito e Rin punto sul vivo.
«Che c’è? Credi che non ne sarei in grado? Ho vissuto in Australia per anni, pensi che abbia comunicato a gesti?»
Dall’espressione del moro era abbastanza chiaro che il suo pensiero era più o meno quello e Rin mise su un sorrisetto pericoloso: ogni volta che veniva messa in dubbio una sua capacità, per lui era come accettare una nuova sfida a dimostrare il contrario.
«Vi faccio vedere io! » esclamò spavaldo. «Forza, muoviamoci! Non ho tutto questo tempo da perdere! Faremo lezione a casa di Haru e non vi lascerò andare finché non vi sarete messi in pari col programma! »
Dall’espressione di Haruka si capiva che non era particolarmente entusiasta, se dell’invasione di casa sua o delle ripetizioni forzate, non era chiaro. Anche Makoto non era affatto convinto, poiché si sapeva come andava a finire ogni volta che Rin si fissava con qualcosa, ma su una cosa doveva dare ragione all’amico: di certo ne sapeva più di loro e non sarebbe costato come un insegnante privato.

«Oh, ma insomma! Ho detto che quella frase è una relativa, quindi dovete usare un tipo diverso di verbo! Quante volte devo ripeterlo per cacciarlo in quelle vostre testacce dure?! »
Gli strepiti di Rin riecheggiavano già da un po’ nell’abitazione altrimenti sempre silenziosa di Haruka mentre lui e Makoto, chini sui libri, tentavano di venire a capo delle regole grammaticali che erano costate loro l’ultimo esame. Di certo quella di farsi fare lezione da Rin non era stata una grande idea: non che il rosso non fosse effettivamente ferrato nelle lingue, come si era vantato poco prima, ma in quanto a metodo di studio e pazienza rasentava lo zero assoluto. Makoto lo stava già fissando da qualche minuto come se si fosse trovato di fronte un tiranno sbucato fuori da qualche racconto dell’orrore e Haruka, abituato com’era studiare da solo, faticava a concentrarsi in tutto quel caos.
«Questo verbo è irregolare, quindi dovete usare questa forma, non quella! » continuò Rin indicando la soluzione dell’esercizio incriminato che aveva appena mandato in crisi i due ragazzi.
Sospirò, raddrizzò la schiena dolorante e si passò una mano tra i capelli.
«Certo che se avessi saputo che sarebbe stato così faticoso, non avrei mai accettato la proposta di Gou. » si lamentò. «Si può sapere cosa vi passava per la testa durante le ultime lezioni?! »
«Beh, la gara e…» iniziò Makoto.
«Tu. » fu la risposta lapidaria di Haruka che fece strabuzzare gli occhi al compagno e arrossire fino alle orecchie Rin, il quale per mascherare il proprio imbarazzo, si mise puntualmente a schiamazzare.
«Ora basta con le scemenze! Se non vi mettete sotto non vi permetterò di vedere la piscina per tutto il prossimo mese! »
Tanto bastò perché Haruka non aprisse più bocca.
Imbruniva ormai quando Makoto si congedò per andare a preparare la cena ai gemelli, visto che i genitori sarebbero rientrati tardi. Avevano studiato per tutto il pomeriggio, ora si meritavano un po’ di sano riposo.
«Vado anch’io. » affermò Rin pochi istanti dopo. «Direi che più di così per oggi non possiamo fare.»
Haruka annuì e lo seguì nell’ingresso: forse avrebbe dovuto dire qualcosa, per lo meno ringraziarlo per l’aiuto, ma Rin lo prevenne come sempre. Era incredibile quanto quel ragazzo ignorasse la possibilità di tacere a volte.
«Ehm… Davvero pensavi a me invece che alla gara, durante le lezioni? » chiese con lo sguardo puntato verso lo stipite della porta d’ingresso e le guance stranamente rosse. O forse era la luce del tramonto.
«Pensavo a te e alla gara. » rispose Haruka come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Però pensavi a me. »
«Beh, sì. Come avrei potuto non pensarci? »
«E perché… No, lascia perdere! »
I loro sguardi s’incrociarono solo per un istante prima che Rin accennasse a voltarsi per andarsene, ma Haru lo trattenne strattonandolo per la maglia. Qualche secondo ancora e si trovò a strappare un rapido bacio a fior di labbra all’amico incredulo.
«Grazie. »
«Cos…? »
«Per le ripetizioni. Anche se era il minimo che potessi fare. »
Rin gli rivolse un’occhiata stralunata, sia per il bacio appena ricevuto che per quelle parole prive di senso.
«Siamo rimasti indietro perché pensavamo alla gara e a te, quindi era compito tuo metterci una pezza. »
Logica di ferro.
«A domani, allora! »
«A doman… Ehi, come sarebbe a domani? »
«Non ho la minima intenzione di stare lontano dall’acqua per un mese, quindi a domani. »
Ovviamente.
Però Rin si ritrovò a sorridere sulla via di casa e a pensare che, anche se a lui l’inglese non piaceva affatto e l’aveva imparato suo malgrado, per la prima volta era davvero felice di averlo fatto.

fandom_free! iwatobi swim club, pg_makoto tachibana, pg_haruka nanase, pg_rin matsuoka, pair_rin/haruka

Previous post Next post
Up