[Frozen/ROTG] Un'avventura d'inverno (cap. 1)

Mar 21, 2014 01:48

Titolo: Un'avventura d'inverno
Fandom: Crossover Frozen/Rise of the Guardians
Rating: verde
Personaggi: Elsa, Jack Frost, Anna, Hans
Pairings: Jack/Elsa
Riassunto: "L’incontro si svolse infatti in un clima che definire “congelato” sarebbe stato un eufemismo. La temperatura all’interno della sala del trono non era mai stata così bassa e persino le guardie della scorta di Hans battevano i denti."
Disclaimer: Frozen e tutti i suoi personaggi appartengono alla Disney. Rise of the Guardians e tutti i suoi personaggi appartengono alla Dreamworks.
Note: Ambientata dopo la fine di Frozen ma molto prima di Rise of the Guardians.
Dedicata ad
pinkabbestia per ringraziarla dei preziosi consigli. ♥
Beta: mystofthestars
Word count: 2087 (fdp)

Con l’inverno in arrivo, anche le attività del regno stavano lentamente mutando: alcuni esercizi chiudevano a causa del freddo e della neve, mentre altri si rifornivano di materiali adatti alla nuova stagione. Qualcuno modificava l’organizzazione della propria attività mentre altri si spostavano verso luoghi più congeniali. Questo in particolare era il caso di Kristoff che, con la sua squadra, si apprestava a partire verso la Montagna del Nord in cerca del ghiaccio più duro e resistente che sarebbe servito ad alimentare le ghiacciaie durante il periodo più mite. Non che al castello avessero effettivamente bisogno di una cosa del genere, si ripeteva a volte il mastro fornitore reale, ma mai e poi mai si sarebbe sognato di chiedere alla Regina di mantenere fresche frutta, verdura e carni che si trovavano nelle celle frigorifere. Era bene che il suo potere fosse impiegato in scopi più nobili, e se per nobili s’intendeva far divertire Anna e non farle sentire la sua mancanza, allora che così fosse.
In ogni caso Kristoff confidava nel fatto che Anna non sarebbe più stata sola. Ora che Elsa aveva accettato sé stessa, la sorella era stata di certo la prima ad assaporare quel nuovo stato di cose: niente più porte chiuse né grandi sale buie e silenziose, ma il calore della sorella maggiore che le stava di nuovo accanto.
Per questo era partito tranquillo, certo inoltre che Jack Frost, spirito protettore dei tagliatori di ghiaccio, avrebbe reso proficuo il suo viaggio.
Quello che Kristoff non poteva sapere era che la nuova armonia appena nata al palazzo reale di Arendelle sarebbe stata turbata subito dopo la sua partenza da quello che, ad un primo sguardo, appariva come un insignificante pezzo di carta.
«Cosa significa? » domandò la Regina alla sorella, in piedi di fronte a lei con la lettera tra le mani.
Nonostante lo sforzo per mantenersi calma, la sua voce tradiva una nota di indignazione che rasentava il disgusto, mentre la temperatura della stanza era scesa almeno di un paio di gradi.
Anna indietreggiò di un passo, istintivamente: non aveva paura di Elsa e anzi ne comprendeva la rabbia, ma era anche consapevole di cosa il potere del ghiaccio fosse in grado di fare. La Regina lo capì e s’impose la calma: non era spaventando sua sorella che avrebbe risolto qualcosa.
«Quindi mi stai dicendo che nella posta del mattino c’era questa lettera della Regina delle Isole del Sud. » ricapitolò.
La sorella annuì.
«Ci porge le sue scuse per il comportamento sconsiderato del figlio minore, afferma di averlo punito in modo esemplare e che intende inviarlo di nuovo qui a fare ammenda. »
«Esattamente. » confermò Anna.
Elsa sentì le proprie guance chiazzarsi di rosso a causa dell’irritazione crescente. Come osava quel maledetto mettere di nuovo piede sulla loro terra, mostrare ancora la sua faccia da traditore? Era inammissibile, qualunque fosse il motivo. Elsa era stata disposta a perdonare chiunque avesse dubitato di lei in quegli anni, aveva perdonato persino sé stessa per le proprie paure e incapacità, ma non l’avrebbe fatto verso chi aveva tentato di uccidere sua sorella. Mai.
«Non permetterò mai che rimetta piede ad Arendelle! » esclamò «Scriverò immediatamente alla Regina delle Isole del Sud che suo figlio non è persona gradita nel nostro regno. »
«Credo che ormai sia tardi. » obiettò Anna. «Considerando la data della lettera, di certo sarà già in viaggio. »
Sempre più inammissibile!
«Hanno giocato con i tempi di consegna delle missive, quegli sporchi profittatori! Se non posso impedire loro di partire, allora non gli permetterò di sbarcare. Congelerò il fiordo e li costringerò ad invertire la rotta! »
«Cosa?! Elsa, no! » esclamò Anna impallidendo. «Non farlo. Non è giusto che ci vada di mezzo tutto il regno. Questo è un problema nostro. »
Non era esattamente così, dopotutto, uccidendo loro, Hans aveva mirato ad impadronirsi di Arendelle, ma non era neanche giusto che la popolazione patisse un inverno ancora più rigido di quello che già l’aspettava. Avrebbero dovuto trovare il modo di tenere a bada il traditore senza coinvolgere innocenti.
«D’accordo. » sospirò quindi.
Ebbe la soddisfazione di vedere l’espressione della sorella distendersi e tornare a sorridere.
«Magari è davvero pentito…» ipotizzò la ragazza. «Voglio dire, all’inizio sembrava davvero una brava persona e si è preso cura del popolo quando…»
«Anna, ha tentato di ucciderti! Ha tentato di ucciderci entrambe! »
«Sì, ma…»
«Niente ma! Persone del genere non cambiano e soprattutto non si pentono. Dobbiamo tenere alta la guardia. »
«Non preoccuparti, vi guarderò le spalle anch’io. »
Quelle parole vennero pronunciate da una voce alle sue spalle e, voltandosi, Elsa vide Jack volteggiare a qualche centimetro dal suolo. Anna non poteva vederlo, quindi nemmeno lei poteva mostrare particolari reazioni senza suscitare la perplessità e le domande della sorella, ma un mezzo sorriso di gratitudine poteva anche concederglielo. Attese quindi che la ragazza si congedasse, per lasciarsi sprofondare nella poltrona che si trovava accanto alla finestra della sua stanza. Fuori la neve cadeva lentamente, volteggiando in nuvole candide e ricoprendo la città a piedi del palazzo: uno scenario che le avrebbe trasmesso pace e serenità, se non fosse stato per la notizia appena giunta. Non sapeva come comportarsi, l’istinto le diceva di tenere quel mostro il più lontano possibile da lei e dalla sorella, anche a costo di comportarsi come la “Regina di Ghiaccio” che tutti avrebbero temuto, mentre la ragione le suggeriva che quella sarebbe stata una mossa controproducente per più di un motivo.
Un sospiro le sfuggì dalle labbra e, in quel mentre, sentì una mano fredda posarsi sulla sua fronte.
«Non angustiarti. » disse Jack appollaiato sul bracciolo della poltrona. «Andrà tutto bene, vedrai. »
«Vorrei poterlo credere, ma… Posso anche dare il beneficio del dubbio alla buonafede della Regina Madre, ma quell’individuo è uno spregevole manipolatore. Anna è ingenua, potrebbe credere alle sue parole, fidarsi di nuovo di lui e io… io non so come proteggerla! » proruppe la giovane donna stringendo quella mano come un’ancora di salvezza.
Jack l’accarezzò lentamente, mentre la sua espressione si faceva più grave.
«Faremo in modo che non accada niente di male né a lei, né a te, te lo prometto. Questa volta non sei sola. »
Elsa annuì e si augurò dal profondo del cuore che avesse ragione.

Quando la grossa nave attraccò nel porto, la folla accorse incuriosita da quell’evento anomalo e decisamente fuori stagione. Di rado si vedevano navi di quella stazza e tanto lussuose fare scalo ad Arendelle, tenute alla larga dalla fama di “chiusura” del regno, e anche dopo l’incoronazione di Elsa i contatti erano stati pochi. I regni confinanti stavano pian piano riprendendo gli scambi diplomatici e la giovane Regina era consapevole del fatto che ci volesse tempo e pazienza per queste cose. Al bastimento delle Isole del Sud venne concesso uno degli attracchi migliori ed Elsa rimase al balcone della sala del trono ad osservare le reazioni della gente a quella novità. La popolazione sembrava combattuta, indecisa se accogliere il nuovo venuto con l’ostilità dovuta ad un traditore o se concedergli il beneficio del dubbio in ricordo di come si era occupato di loro durante la crisi della scorsa estate. Alla fine il principe Hans, sbarcato senza tutta quella pomposità che Elsa si era aspettata, si limitò semplicemente ad incamminarsi tra due ali di folla mormorante, senza fare assolutamente nulla che potesse tradire le sue intenzioni.
«Dovremmo andare, Elsa. » l’avvertì la voce di Anna alle sue spalle, invitandola a seguirla di sotto per accogliere la delegazione straniera.
Era raro che la sorella fosse così ligia al dovere e questo sottolineava l’assurdità della situazione: che proprio loro, le vittime di quel pazzo, lo stessero riaccogliendo sotto il loro tetto.
«Non ci sarà nessuna cerimonia e nessuna accoglienza festosa, come ho stabilito si tratterà solo di un saluto formale. » precisò e la minore si limitò ad annuire.
L’incontro si svolse infatti in un clima che definire “congelato” sarebbe stato un eufemismo. La temperatura all’interno della sala del trono non era mai stata così bassa e persino le guardie della scorta di Hans battevano i denti. Anna si era dovuta coprire più del previsto per non rischiare un raffreddore e ai consiglieri di corte sfuggivano frequenti starnuti, ma Elsa rimase ferma sulla sua decisione di non fare sentire il principe il benvenuto e di chiarirgli fin da subito la propria precaria posizione. L’approccio di Hans tuttavia si rivelò diverso da quanto si aspettava: il giovane infatti s’inginocchiò ai piedi del trono dove lei sedeva e, chinata la testa, annunciò di aver osato presentarsi al suo cospetto con la sola speranza di poter invocare il suo perdono per il gesti sconsiderati di cui si era macchiato. Tornato in patria era stato per lunghi mesi incarcerato ed aveva avuto modo di riflettere sulla sua disdicevole condotta, tormentandosi per il male che aveva fatto e giungendo alla conclusione che solo il perdono delle due sorelle avrebbe potuto placare i sensi di colpa che gli mordevano l’anima.
Anna si era quasi commossa davanti a quell’accorata dichiarazione, mentre Elsa era rimasta immobile senza battere ciglio fino a quando il principe non aveva preso congedo per tornare sulla sua nave, dove avrebbe passato la notte. Non aveva osato chiedere, come aveva abilmente sottolineato, di poter soggiornare a palazzo, sentendosi già troppo in debito e sfacciato solo a mostravi la sua presenza.
Una volta uscito, la Regina si allungò sul trono, sospirando come esausta dopo una lunga corsa. A favore di Hans c’era da dire che s’impegnava parecchio e che, se stava fingendo, era davvero un ottimo attore, dote che, comunque, aveva già mostrato in passato.
«E se fosse sincero? » disse Anna spezzando il filo dei suoi pensieri. «Prima non è mai stato così umile. Gentile forse, ma non umile. »
«Non lo so, Anna. » mormorò la Regina. «Non riesco a fidarmi di lui, è come se ci fosse qualcosa nell’aria che mi suggerisce di stargli il più lontano possibile. Capisco il tuo punto di vista sul fatto di saper perdonare, ma io non sono ottimista come te. »
Anna si appoggiò al trono e le rivolse un sorriso comprensivo.
«Forse dovresti solo lasciarti guidare un po’ di più dal tuo cuore. Hai diffidato di tutti per così tanto tempo che ora non sei disposta ad accettare il cambiamento di qualcuno. Dovresti dargli almeno una possibilità.»
«Cosa? Questo discorso non c’entra affatto. Mi sto solo preoccupando per il benessere di tutti. »
Anna non smise di sorridere mentre usciva a sua volta: era evidente che considerava la preoccupazione di Elsa eccessiva e ingiustificata, anche se la sorella si chiedeva come potesse pensarla così quando aveva rischiato di essere la sua prima vittima. Mentre si alzava a sua volta per dirigersi alle proprie stanza e poter finalmente ragionare in solitudine sulla situazione, notò una figura accanto al portone.
«Jack? » chiamò stupita.
Lo spirito levò lo sguardo e la fissò con un’espressione molto meno spensierata del solito.
«Com’è andato l’incontro? » s’informò cautamente, come se non osasse chiedere maggiori particolari.
Elsa gli lanciò un’occhiata stupita, sorpresa di trovarlo così guardingo.
«Si potrebbe dire bene, quel verme si è mostrato fin troppo servizievole, ma questo non significa che abbia cambiato opinione su di lui. Risiederà sulla sua nave, non ho intenzione di farlo alloggiare a palazzo. »
Mentre parlava fece cenno al ragazzo di seguirla verso le sue stanze, se qualcuno l’avesse vista rivolgersi al nulla nel bel mezzo di un corridoio avrebbe potuto farsi idee sbagliate. Jack la seguì docilmente, fin troppo docilmente da quello che Elsa aveva imparato su di lui in quel periodo. Era un tipo energico ed entusiasta, non era da lui quel comportamento tranquillo.
«Che succede, dunque? » lo incalzò una volta che le porte di legno chiaro della sua stanza si furono chiuse alle loro spalle.
Lo spirito camminò per qualche istante su e giù per la camera, facendo ondeggiare il suo bastone e mantenendo un’espressione piuttosto cupa, prima di decidersi a parlare.
«I tuoi timori sono fondati. » esordì. «Dobbiamo mantenere alta la guardia perché quel tipo non è solo. »
«Questo lo so bene. » rispose Elsa lasciandosi cadere sul letto. «Ha fior di scorta ben armata e la protezione del suo regno alle spalle, non possiamo alzare un dito su di lui. »
«Non intendevo questo. C’è qualcuno alle sue spalle, qualcuno che magari lui nemmeno immagina, che suggerisce le sue mosse e lo spinge a compierle. É possibile che non ne sia nemmeno consapevole.»
Elsa alzò su di lui una sguardo allarmato.
«Quale uomo potrebbe spingersi a tanto? E per quale scopo? »
Jack posò le mani vetro della finestra, congelandolo per poi disegnarvi sopra l’abbozzo di un profilo appuntito.
«Non uomo, ma spirito. Il suo scopo è semplicemente quello di diffondere caos e paura, perché questo lo rende più potente. Sto parlando dell’Uomo Nero, Pitch Black. »

fic_un'avventura d'inverno, pair_jack/elsa, pg_elsa, crossover, pg_anna, fandom_frozen, pg_jack frost, fandom_rise of the guardians

Previous post Next post
Up