Titolo: Iwatobi & Samezuka summer camp
Fandom: Free! - Iwatobi Swim Club
Rating: verde
Personaggi: Rin Matsuoka, Aiichiro Nitori, Gou Matsuoka, Iwatobi boys
Pairings:
Riassunto: "«Ma dobbiamo prenotarci! I posti sono limitati! Come avresti fatto se, al tuo risveglio, ti fossi accorto che era tutto pieno? Il capitano Mikoshiba ci sarebbe rimasto male.»
«Non ne avrei fatto un gran dram…»
Rin s’interruppe a metà frase e tutto il sonno svanì di colpo non appena il suo sguardo cadde sulla scritta che spiccava in un angolo del foglio: “Con la cortese partecipazione dell’Iwatobi Swim Club”."
Disclaimer: Free! e tutti i suoi personaggi appartengono a Koji Oji e alla Kyoto Animation.
Note: Post prima stagione.
Beta:
mystofthestarsWord count: 1579 (fdp)
Il cielo era terso e sereno, le leggere nuvole bianche si specchiavano sulla superficie tranquilla dell’acqua, dalla quale il sole strappava bagliori azzurrini. Mille petali di ciliegio, di un tenue color rosato, galleggiavano pacifici attorno al suo corpo disteso. L’acqua lo sosteneva, cullandolo dolcemente, avvolgendolo in un abbraccio tranquillizzante come non accadeva da tempo immemorabile. Il silenzio pervadeva l’intera scena, interrotto solo dal leggero sciacquio e dal respiro profondo, tranquillo, della persona accanto a lui. Non ricordava di aver mai trascorso del tempo in modo così pacifico in compagnia di Haruka, eppure ora non c’era nessuno conflitto, nessuna tensione, solo la piscina silenziosa, i loro corpi che galleggiavano e i petali di ciliegio che profumavano l’aria. Poi Haruka aprì gli occhi e lui, per l’ennesima volta, si stupì di quanto fossero trasparenti, cristallini proprio come l’acqua mentre cercavano i suoi. Vide le sue labbra dischiudersi e…
«RIN-SENPAAAAAIIII!!! »
Lo schianto della porta che si spalancava e la voce spaccatimpani del suo compagno di stanza svegliarono Rin di soprassalto, facendolo precipitare dal più roseo dei sogni alla cupa realtà: Nitori davvero non si rendeva conto di quanto stesse rischiando la vita in quel momento. La risposta che gli rifilò assomigliava infatti più ad un ringhio animalesco che al comune linguaggio umano.
«Ai… Spero che stia come minimo andando a fuoco il dormitorio…»
Rin di solito era un tipo mattiniero e ligio al dovere dell’allenamento quotidiano, ma almeno nel week end, almeno la domenica, permetteva a sé stesso di attardarsi un po’ di più sotto le coperte, a maggior ragione se lo accompagnavano sogni piacevoli come quello appena bruscamente interrotto.
«A fuoco? » fece Aiichiro scuotendo la testa confuso. «No, no, scusami per averti spaventato, senpai, ma c’è una cosa che devi assolutamente vedere! »
Tutto pimpante, si avvicinò al letto e strattonò Rin per un braccio, nel tentativo di convincerlo ad abbandonare definitivamente le braccia di Morfeo.
Più contrariato che mai e con la frangia che gli ricadeva sugli occhi, il rosso si decise infine a buttare i piedi giù dal letto ed a seguire il kohai in corridoio, con addosso solamente i boxer e una canottiera che gli cascava da una spalla. Si sentiva un incrocio tra uno zombie e una marmotta infuriata per essere stata disturbata nel suo letargo e si chiedeva perché non potesse restare nella piscina di petali di ciliegio con Haru. Il motivo gli fu chiaro non appena giunsero davanti alla bacheca nell’atrio del dormitorio.
«Finalmente hanno ufficializzato le date del campo estivo! » squittì Nitori tutto contento, indicando un manifesto di uno squillante color arancione al centro del pannello.
Rin gli lanciò un’occhiata distratta e sbuffò.
«Sarebbero state ancora qui tra un’ora. » brontolò.
«Ma dobbiamo prenotarci! I posti sono limitati! Come avresti fatto se, al tuo risveglio, ti fossi accorto che era tutto pieno? Il capitano Mikoshiba ci sarebbe rimasto male. »
«Non ne avrei fatto un gran dram…»
Rin s’interruppe a metà frase e tutto il sonno svanì di colpo non appena il suo sguardo cadde sulla scritta che spiccava in un angolo del foglio: “Con la cortese partecipazione dell’Iwatobi Swim Club”.
«Cosa significa questo?! » esclamò aggrottando le sopracciglia.
Certo, l’idea di partecipare ad un campo estivo in compagnia dei suoi amici ed ex compagni di squadra poteva essere allettante, addirittura divertente, stimolante se si considerava che si sarebbero di nuovo trovati su fronti opposti, ma quella piccola scritta quasi camuffata dalla piega del foglio sapeva troppo di complotto per apparire innocente o casuale. Che gli dessero pure dell’egocentrico, ma la sensazione che gli dava era di essere stata piazzata lì solo ed esclusivamente a suo uso e consumo e che, se per caso non se ne fosse accorto, avrebbe scoperto la bella sorpresa a fatto avvenuto.
«Qui c’è lo zampino di mia sorella, si vede lontano un miglio. » commentò.
Quali potessero essere le intenzioni e i fini di Gou, ora che andava di nuovo d’accordo con i ragazzi dell’Iwatobi, davvero non riusciva ad immaginarlo, ma non aveva dubbi che si trattasse di una sorta di trappola di cui, magari, anche gli altri erano all’oscuro.
«Non saprei. » rispose Aiichiro perplesso. «É vero che ieri il capitano ha parlato al telefono con qualcuno dell’Iwatobi, ma credo si trattasse dell’insegnante responsabile…»
«Questo mi fa quasi desiderare di non partecipare al campo estivo solo per vedere tutti i loro piani andare in fumo. » borbottò Rin, ma davanti all’espressione atterrita di Nitori, subito ritrattò quell’ipotesi. «Stavo scherzando. E in ogni caso un capo estivo è fatto per allenarsi senza distrazioni, quindi non permetterò a nessun giochetto ordito da mia sorella di farmi perdere la concentrazione. »
Così dicendo prese la penna che penzolava attaccata ad una corda a lato della bacheca ed aggiunse il proprio nome sotto quello del compagno di stanza.
«Ben detto, senpai! Ci alleneremo e daremo del filo da torcere a quelli dell’Iwatobi! »
Rin invidiava il suo entusiasmo e si ritrovò a sperare che le cose andassero davvero in quel modo.
«Beh, ormai sono sveglio, quindi andiamo a fare jogging. » concluse, avviandosi di nuovo verso la stanza per indossare qualcosa di più consono, seguito a ruota da Nitori.
Mancavano pochi giorni ormai all’inizio del campo estivo e Gou non stava letteralmente più nella pelle. Quando era stata contattata, più di un mese prima, dalla direzione del club di nuoto della Samezuka, le era sembrata un’opportunità splendida per i ragazzi nonché un onore per un club piccolo e recente come il loro venire invitato da un’accademia così prestigiosa. Ovviamente il fatto che a richiedere quella partecipazione fosse stato il capitano Mikoshiba non le parve affatto strano, ma preferì comunque tacere quel particolare a suo fratello, consapevole che avrebbe ipotizzato chissà quali macchinazioni alle sue spalle. Rin ormai sembrava non avere più nessun problema con Haruka e gli altri, ma preferiva evitare sorprese, conoscendo il suo carattere lunatico. Di conseguenza non aveva potuto fare altro che mantenere il segreto con i membri stessi dell’Iwatobi, che si trovavano proprio in quel momento a scoprire cosa li aspettava.
«Un campo estivo?! » esclamò Nagisa con gli occhi che brillavano. «Andremo di nuovo a nuotare nell’oceano? Su un’isola deserta? All’avventura come dei veri esploratori!! »
«Con la Samezuka? » obiettò invece Makoto, mentre il suo sguardo correva automaticamente verso Haruka, come ogni volta che veniva sollevato un discorso potenzialmente problematico.
Il moro invece non disse una parola e non diede segno che la cosa lo toccasse particolarmente.
Per Gou nessuna di queste reazioni rappresentava una novità, quindi si limitò a sorridere come se niente fosse.
«La nostra partecipazione è stata espressamente richiesta e dovreste considerarlo un onore dopo quello che avete combinato alle regionali. » disse. «É un’ottima occasione di allenamento con i più promettenti atleti della prefettura, quindi non vedevo motivo per rifiutare. E no, non andremo su un’isola deserta, Nagisa-kun. Alloggeremo in un residence affittato dall’Accademia Samezuka e ci alleneremo negli impianti sportivi adiacenti. Ovviamente, per chi lo desiderasse, ci sarà anche la possibilità di nuotare nell’oceano, ma questa volta mi auguro che non farete stupidaggini. »
Il suo sguardo si appuntò in particolar modo su Rei e il ragazzo si trovò ad arrossire, sistemandosi gli occhiali per dissimulare il disagio: no, non avrebbe fatto niente di stupido come al precedente ritiro, in cui aveva messo in pericolo tutta la squadra per un suo “eccesso di zelo”.
«Insieme a noi ci saranno anche Amakata-sensei, il coach Sasabe e Chigusa-chan come aiuto manager. » terminò di spiegare la ragazza.
Quando aveva chiesto al capitano Mikoshiba se poteva portare un’amica, giusto per non sentirsi sola in mezzo a tutti quei ragazzi, si era sentita rispondere che non c’era alcun problema, poteva portare chi voleva, e comunque lui non avrebbe permesso che si sentisse sola. Era stato davvero gentile, ma ovviamente questa era un’altra delle cose che non era necessario che Rin e i ragazzi del club sapessero.
«Molto bene! La partenza è fissata per sabato mattina alle otto, l’appuntamento è davanti alla stazione.» esclamò la ragazza battendo le mani. «Fino ad allora potete considerarvi in vacanza. »
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che il rumore di un tuffo alle sue spalle le chiarì che Haruka si era già completamente immerso nella sua idea di vacanza.
Quel ragazzo per lei rimaneva sempre qualcosa d’incomprensibile e per anni si era chiesta che cosa ci trovasse suo fratello in un tipo del genere: a prima vista appariva così freddo e distaccato, così assente da tutto ciò che riguardava la vita reale, da risultare più che irritante. Eppure le era bastato vederlo nuotare e vedere la luce negli occhi di Rin quando era in sua compagnia per andare oltre le apparenze e scoprire quanto potesse essere affascinante. Non nel senso comune del temine, ma come una creatura misteriosa che incanta chi la guarda. Probabilmente non avrebbe mai capito cosa gli passava per la testa, ma ora riusciva a comprendere come si sentisse suo fratello in sua presenza, perché avesse sofferto in quel modo durante gli anni di lontananza e soprattutto dopo il suo ritorno. Lui e Haruka si erano feriti a vicenda, o meglio, lui aveva ferito Haru ancora e ancora, per poi decidere di propria iniziativa di essere quello che aveva subito un torto. Haru però lo aveva perdonato, lo aveva accettato, e questo aveva riportato a Rin il sorriso. A Gou piaceva tanto il sorriso del fratello ed era molto grata al senpai per il miracolo che aveva compiuto, per questo aveva preso la sua decisione: durante quel campo estivo avrebbe fatto di tutto per aiutarli, per far sì che passassero del tempo insieme e, perché no, perché capissero finalmente il loro reciproci sentimenti.