Titolo: Voglia di tenerezza
Fandom: Haikyuu!!
Rating: verde
Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Pairings: Iwaizumi/Oikawa
Disclaimer: Haikyuu!! e tutti i suoi personaggi appartengono a Furudate Haruichi.
Note: Quintali di note:
- OOC
- Scritta di getto e non betata
- Potenziale seguito di "L'ultima alzata", ma non per forza
- Scritta perchè mi giravano in testa la fissa per le mani di questi due,
questa bellissima fanart di Viria e il prompt del p0rnfest "Iwaizumi ci prova, a non dar retta alle sue pulsioni, ma è inutile. Le labbra di Tooru scottano." Risultato: una roba senza senso.
Beta:
Word count: 1508 (fdp)
Le mani di Hajime erano calde sulla pelle del suo viso e tra i suoi capelli. Aveva sempre pensato, fin da piccolo, che avessero qualcosa di speciale e l'idea lo aveva seguito fino ad ora. Era da tanto, troppo tempo che desiderava sentirle su di sé ed ora, finalmente, poteva esaudire quell'aspirazione.
Erano sdraiati sul letto della stanza di Tooru e in casa non c'era nessun altro. La scusa ufficiale era che dovevano davvero studiare per un compito in classe e Oikawa non era mai stato particolarmente ferrato in storia. Date e nomi non facevano per lui, si annoiava a morte, ma forse l'aiuto di Iwaizumi, la sua infinita pazienza e il suo continuo spronarlo a ripetere i punti chiave, potevano essere la soluzione. Suo padre avrebbe lavorato fino a quella sera e sua madre, benedetta la fiducia che aveva in lui, aveva pensato di trascorrere il pomeriggio fuori per permettere loro di concentrarsi meglio. E in effetti, almeno all'inizio, avevano davvero studiato.
« Se vuoi entrare in quell'università di Tokyo, non puoi battere la fiacca! » aveva iniziato a ripetergli continuamente il compagno.
Peccato che poi da cosa nasce cosa e dalle date degli attacchi aerei della Seconda Guerra Mondiale, erano finiti, chissà come, a baciarsi ai piedi del letto. Erano rimasti seduti sul pavimento fino a quando Iwaizumi, spinto da chissà quale impulso benevolo, non lo aveva sollevato quasi di peso, portandolo con sé sul materasso. Aveva appoggiato la testa sul cuscino e aveva lasciato che Oikawa continuasse come preferiva. Tooru stesso si sentiva strano, quel giorno, privo della smania che lo aveva accompagnato negli ultimi tempi. Da quando il torneo si era concluso per la loro squadra, e con esso ogni appartenenza al club di pallavolo della Seijou, la malinconia pervadeva le sue giornate. C'era l'attesa per un futuro che di certo non avrebbe tardato ma, allo stesso tempo, il rimpianto faticava ad abbandonarlo. Per contro, da quel giorno, quando aveva visto le sue lacrime sul campo, il suo atteggiamento verso l'ex asso, nonché suo ragazzo, si era fatto più affettuoso. Non che prima non lo fosse, ma quando erano sul campo prevaleva sempre il suo lato scherzoso e provocatorio. Ora invece, almeno quando erano soli, sentiva il desiderio di toccarlo in modo gentile e voleva che lui lo toccasse a sua volta. Quelle mani, pensava, che sapevano essere tanto forti in campo, che sapevano schiacciare la palla con tanta potenza e precisione, anche quando si trattava di lui non si facevano il minimo scrupolo. Ormai aveva perso il conto delle volte in cui era stato colpito quando assumeva atteggiamenti che Iwaizumi riteneva irritanti. Eppure avrebbe voluto a sua volta dei tocchi gentili.
Per un motivo che non si sapeva spiegare, ora Hajime lo stava accontentando. Non aveva chiesto, non aveva espresso esplicitamente quel desiderio, ma l'altro doveva averlo intuito, così come intuiva sempre tutto di lui, e questo lo faceva sentire bene. Sentiva le dita di Hajime che scivolavano sulle sue guance, accarezzandole piano, e tra i suoi capelli, a scostare i ciuffi ribelli che non ne volevano mai sapere di stare al loro posto. Erano delicate come non lo erano mai state e Oikawa si ritrovò a posarvi le labbra quasi per ricambiare tanta premura: una pioggia di piccoli baci sul palmo, sul polso, sulle dita, mentre quella mano gentile sfiorava il suo volto. Teneva gli occhi chiusi, per assaporare meglio il contatto, quindi non poteva vedere il volto del compagno, ma ne intuiva il rossore dal calore della pelle sotto le sue labbra.
Con una mano scese a sfiorargli il collo, poi la spalla e il fianco, in un contatto lieve e senza pretese, volto solo a soddisfare il desiderio di sentirlo vicino. Iwaizumi lo lasciò fare, di nuovo, e Oikawa si chiese fino a che punto avrebbe potuto spingersi in quelle coccole prima che l'altro gli scappasse letteralmente da sotto le mani per l'imbarazzo. Tra loro era sempre stato così, scherzi, prese in giro crudeli, frasi dirette, piccoli gesti gentili, improvvisi scoppi di passione, ma quel tipo di tenerezze avevano sempre messo in imbarazzo entrambi, sopratutto lo schiacciatore. Oikawa, dal canto suo, sarebbe stato più esplicito anche in pubblico, ma aveva capito che significava rischiare di farsi davvero male. Ora invece sembrava che Iwaizumi fosse disposto a lasciargli fare quello che voleva e a lasciarsi accarezzare così, senza un secondo fine, solo per il gusto di farlo, lasciandogli in risposa solo lievi sospiri.
Iwaizumi ci provò a non dare retta alle sue pulsioni, ci provò con tutto sé stesso, ma servì a poco. Le labbra di Tooru scottavano sulla sua pelle delle sue mani, sulle dita, sui polsi. Non capiva cos'avesse in mente, né perché tutto ad un tratto fosse diventato così languido. Non sembrava avere intenzioni di nessun tipo che non fossero stare lì ad accarezzarlo. Non lo stava nemmeno baciando e, in qualche modo, Iwaizumi trovava che questo fosse ingiusto. Sentiva il calore salirgli alle guance e avrebbe voluto spingere via la creatura imbarazzante che si trovava sopra di lui o, in alternativa, dare una svolta più decisa a quello che stavano facendo. Tutta quella tenerezza, quel leggero sfiorarsi, quei sussurri appena accennati, lo spiazzavano e lo facevano sentire fuori luogo. Non era certo di essere in grado di far fronte ad una situazione del genere. Ma poi Oikawa alzò lo sguardo, lo fissò dritto negli occhi e sorrise. Non il suo solito sorrisetto provocatore, quello che lo faceva infuriare, ma un sorriso sincero, carico di calore, che per un attimo mandò in tilt tutti i suoi pensieri.
« Ti amo, Iwa-chan. » fu il sussurro morbido che uscì da quelle labbra, avvezze a dire solo sciocchezze, e Iwaizumi si ritrovò ad augurarsi che anche quella lo fosse, perché altrimenti non avrebbe saputo come reagire, se non con un acceso rossore.
Oikawa invece se ne stava lì, steso su di lui, senza nessuna apparente voglia di scherzare. Lo fissava, sorrideva e lo accarezzava con una tale dolcezza, con una tale tranquilla pacatezza, che Hajime non sapeva davvero come interpretare. Aveva una voglia immensa di baciarlo come si deve, credeva che se non l'avesse fatto in quel momento come minimo sarebbe morto, ma, allo stesso tempo, si sentiva in colpa all'idea di spezzare quell'idillio delicato. Per questo sfilò una mano dalla presa di Oikawa e tornò ad affondargliela tra le ciocche scure, spingendolo un po' di più verso di sé. Poteva coccolarlo un po', per una volta, e, in futuro, avrebbe sempre potuto negare di averlo fatto. Si sporse in avanti e gli posò un bacio sulla fronte, prima di scendere sulle palpebre semichiuse.
« Anch'io... »
Ebbe il piacere di vederlo arrossire a sua volta e si preparò ad un'eventuale battuta, che però non arrivò. Oikawa si limitò a fissarlo e ad addolcire il suo sorriso, mostrandogli un'espressione che, forse, non aveva mai visto prima. Era così bello, di una bellezza diversa da quella da copertina che attirava le ragazze, imperfetta e magnifica, che Hajime si ritrovò a chiedersi come una simile fortuna fosse capitata a lui, come potesse averlo scelto tra decine, forse centinaia di altre possibilità.
« E se non ti lasci baciare in questo preciso istante, mi avrai sulla coscienza. » aggiunse in un mormorio basso, meno ostile del solito.
Oikawa inclinò la testa di lato, poi si sporse in avanti offrendo le proprie labbra, chiaramente desideroso quanto il compagno di un contatto in più. Hajime non se lo fece ripetere due volte e finalmente le assaporò come aveva sperato dall'inizio di quelle strane coccole.
« Stai bene? » si azzardò a chiedere un attimo dopo, in fondo ancora incerto sul significato di quei gesti.
Oikawa sospirò languidamente sulle sue labbra ed accennò un sorriso.
« Sto bene, perché Iwa-chan è vicino a me, mi fa sentire tranquillo e scaccia ogni malinconia. Anche se a volte ha le mani lunghe... »
Solo in quel momento Iwaizumi si rese conto che la mano che fino ad un attimo prima gli aveva accarezzato i capelli, ora era scesa sulla sua schiena e si era infilata, chissà come, sotto la sua maglietta. Imbarazzato, fece per ritrarla, ma Oikawa ridacchiò e lo baciò di nuovo. Avrebbe potuto essere il prologo di qualcosa di molto piacevole se il rumore di una porta che si chiudeva e di passi su per le scale non li avessero messi in allarme.
Iwaizumi balzò a sedere sul letto e la diretta conseguenza fu quella di scaraventare quasi Tooru sul pavimento. Quando la madre del ragazzo entrò in camera li trovò entrambi seduti al tavolino al centro della stanza, chini sui libri, Iwaizumi con espressione scocciata e il figlio con aria stranamente dolorante.
« Vi state proprio impegnando, eh, ragazzi? » esclamò orgogliosa. « Vi ho preso un dolce, ora ve lo porto con una bella tazza di tè. »
Così dicendo scomparve oltre la porta, lasciando Hajime con il naso sprofondato nel libro per nascondere le guance color peperone e Tooru con una mano sulla bocca per soffocare la risata che li avrebbe inevitabilmente traditi.