[Haikyuu!!] Tornare a volare (cap. 4-5)

Sep 06, 2015 23:55

Titolo: Tornare a volare
Fandom: Haikyuu!!
Rating: verde
Personaggi: Shoyou Hinata, Tooru Oikawa, Tobio Kageyama, Hajime Iwaizumi
Pairings: Oikawa/Hinata, hint Kageyama/Hinata, Kageyama/Iwaizumi, Iwaizumi/Oikawa.
Disclaimer: Haikyuu!! e tutti i suoi personaggi appartengono a Furudate Haruichi.
Note: Post-canon, anni universitari
Beta: mystofthestars
Word count: 4421 (fdp)


Cap. 4

Quel pomeriggio, quando rientrò a casa, Oikawa aveva la mente piena di pensieri. Dopo l'incidente in palestra Hinata si era scusato velocemente ed era corso via, lasciandolo solo con l'esaltazione della schiacciata, la sensazione delle sue labbra e il timore di aver rovinato tutto. Tooru era sempre stato uno stratega, sapeva come muoversi per prevenire le mosse altrui e per ottenere esattamente quello che voleva, ma quando si trattava di essere onesto con sé stesso e con i suoi sentimenti era tutto un altro discorso.
Mentre camminava verso casa il vento si era alzato, provocandogli frequenti brividi a causa delle maniche della camicia arrotolate. Hinata si era portato via la sua maglietta quindi aveva la certezza che almeno un'altra volta lo avrebbe incontrato, probabilmente sarebbe stata la sua unica occasione per fargli capire che lo voleva davvero in squadra e non si era trattato solamente di uno scherzo di cattivo gusto: quel ragazzo aveva talento da vendere, non gli avrebbe permesso di sprecarlo, men che meno per una motivazione sciocca come quella.
Stava ragionando su quello che poteva dirgli, su come giustificare un gesto all'apparenza tanto assurdo, quando si trovò davanti, all'angolo prima di svoltare verso casa sua, proprio l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare in quel momento.
« A cosa devo l'onore di questa visita, Tobio-chan? » chiese in tono fintamente leggero.
Era assolutamente impossibile che Kageyama si trovasse in quel luogo e in quel momento per caso.
Portava la felpa della squadra che l'aveva selezionato e un borsone in spalla, segno che era appena tornato dagli allenamenti: doveva aver fatto una deviazione non indifferente per arrivare fin lì.
« Nessun onore, Oikawa-san. » esordì con un lampo d'irritazione negli occhi blu. « Sono venuto a chiederti di smettere immediatamente con questo assurdo giochetto. »
Oikawa sapeva che prima o poi sarebbe successo, Kageyama non era mai stato un tipo paziente, specialmente quando qualcosa gli stava a cuore.
« É stato Sho-chan a chiederti di farlo? » domandò, dissimulando l'ansia che lo stava cogliendo.
« No, lui non mi ha detto nulla, ma ha saltato le lezioni della mattina e durante quelle del pomeriggio non sembrava nemmeno lui. Era distratto, ansioso, preoccupato. Oikawa-san, devi smetterla! Non è corretto che per fare un dispetto a me, faccia soffrire qualcuno che non c'entra niente! Se hai qualcosa da dirmi, fallo e basta! »
Sentendo quelle parole così accorate, così nervose, ad Oikawa venne quasi da ridere. Kageyama non cambiava mai, poteva essere cresciuto da quando veniva chiamato Re del Campo, ma rimaneva sempre il solito egocentrico, convinto che tutto girasse attorno a lui.
« Tobio-chan... » iniziò in tono morbido. « Nessuno vuole farti un dispetto, te lo fai già da solo con questo atteggiamento. Non ho mai avuto intenzioni meno che limpide nei confronti di Sho-chan, ma ammetto che è divertente vederti dibattere nella gelosia e nella frustrazione. »
« Oikawa-san! »
Lo vide stringere i pugni, in preda alla rabbia e al dubbio se azzardarsi a dire quello che gli frullava in mente o trattenersi per l'ennesima volta. Tooru lo sapeva, Kageyama non avrebbe retto ancora a lungo, non era mai stato un tipo tranquillo o tollerante.
« Se non hai nient'altro da dire, io me ne andrei. » disse, accennando a muovere un paio di passi per superare la figura del kohai.
Se l'era quasi lasciato alle spalle quando si sentì afferrare per un braccio e si voltò, fulminando l'altro con lo sguardo: che Tobio non si azzardasse a mettergli le mani addosso!
« Oikawa-san! Ti... Ti prendi sempre quello che desidero e io...! »
Kageyama aveva le sopracciglia aggrottate, le guance rosse e gli occhi brillanti che mescolavano la rabbia al più puro disagio. Le sue dita stringevano la manica della camicia di Oikawa tremando leggermente. Era così... scioccamente impacciato, teneramente imbarazzato, che Tooru quasi provò pena per lui.
« Tobio-chan, non è colpa mia se il tuo primo amore era qualcuno su cui non avresti mai dovuto posare lo sguardo e il tuo secondo non sei in grado di concretizzarlo. »
Kageyama s'irrigidì sul posto e lasciò andare di scatto la sua manica. Dalla sua espressione era chiaro che avesse capito perfettamente a chi si stesse riferendo e l'aria ferita che gli si dipinse sul volto colpì Oikawa: sembrava che il suo kohai, solitamente così distaccato, avesse davvero trovato qualcuno a cui tenere particolarmente. Questo invogliò Oikawa a spiegargli sinceramente quali fossero le sue attenzioni: vista quella reazione, poteva anche permettersi di mettere da parte la facciata strafottente che solitamente riservava al kohai. Tuttavia non ne ebbe il modo perché Kageyama gli voltò le spalle e si allontanò di corsa, lasciandolo solo in mezzo alla strada.
L'alzatore sospirò: quella che era iniziata come una semplice buona intenzione, per quanto rara da parte sua, sembrava assomigliare sempre di più ad una battaglia sentimentale. La cosa peggiore era che Oikawa si ritrovava sempre più a desiderare la vittoria anche in quella. Non si trattava di sottrarre a Kageyama ciò che desiderava, era un sentimento ben diverso da quello che aveva provato anni prima, quando il piccolo Tobio aveva iniziato a scodinzolare dietro Iwaizumi. Questa volta desiderava sinceramente essere d'aiuto a Shoyou e, in qualche modo, avrebbe voluto che il suo sguardo venisse ricambiato.
« Ti stai divertendo? »
Alzando gli occhi, Oikawa incrociò quelli scuri di Iwaizumi, che gli veniva incontro. Era molto probabile che avesse assistito allo scambio di battute appena avvenuto.
« Iwa-chan, le tue domande iniziano ad essere ripetitive! » esclamò Tooru nel vano tentativo di sviare l'attenzione dell'altro dal punto cruciale.
Ovviamente non ci riuscì.
« Se quello che dice Kageyama è vero, lascia perdere subito. Non voglio vederti fare la stessa stupidaggine delle medie. »
Iwaizumi lo fissava con aria severa: non era raro che lo rimproverasse quando assumeva qualche atteggiamento eccessivamente leggero, ma questa volta sembrava davvero serio. La “stupidaggine delle medie” doveva essere la sua reazione eccessiva alla vicinanza del piccolo Kageyama con l'amico.
« Intendi quando ti ho baciato? Quello è stato solo... »
Non poté terminare la frase con il tono scherzoso che si era imposto, zittito dall'espressione mortalmente seria di Iwaizumi.
« Quello che per qualcuno è solo uno scherzo, per altri può essere una speranza o un dolore. »
Quelle parole stupirono particolarmente Oikawa, non perché non fosse a tutti gli effetti una verità, ma perché non era da Iwaizumi mettersi a parlare di sentimenti. Non avevano mai discusso di quello che era successo durante quel gioco alle medie e Oikawa lo aveva archiviato appunto come scherzo e dispetto ai danni di Kageyama, un modo per sottolineare la propria precedenza assoluta e quasi esclusiva nelle amicizie di Iwaizumi. Non si era mai soffermato a pensare come il ragazzo avesse potuto sentirsi, se avesse provato qualcosa oltre l'istintiva reazione minacciosa, e, a rifletterci ora, si scopriva intimorito di saperlo. Iwa-chan era il suo pilastro, la sua ancora di salvezza, nonché l'unico vero amico che avesse mai avuto, l'idea che provasse per lui qualcosa di diverso gli provocava una stretta dolorosa all'altezza dello stomaco.
« Iwa-chan, allora tu... » iniziò.
« Io niente! » sbottò l'altro. « Qui non stiamo parlando di me e non provare a sviare il discorso o ti prendo a calci! Quello che mi preme sapere è se stai di nuovo giocando un brutto tiro a Kageyama, come lui sembra convinto, o se sei davvero interessato al piccoletto. No, niente scuse, voglio che tu me lo dica chiaro e tondo! » esclamò prevenendo ogni obiezione.
Oikawa sospirò: quella domanda diretta lo metteva di fronte ad una riflessione che non era ancora certo di voler fare, non così seriamente per lo meno. Inizialmente la sua unica intenzione era stata quella di accaparrarsi un buon giocatore che gli scout si erano inspiegabilmente fatti sfuggire, facendo allo stesso tempo un favore a Hinata, che desiderava solo giocare ancora. Il problema con Kageyama era subentrato in un secondo momento, quando si era reso conto che irritarlo e tenerlo sulla corda lo divertiva adesso come alle medie. Anche quel sentimento però era diventato di un'importanza relativa quando aveva iniziato a conoscere Hinata davvero, quando lo aveva invitato in palestra, quando si era offerto di insegnargli la battuta in salto. All'inizio era stato quasi uno scherzo, ma ora era convinto che avrebbe potuto farcela davvero, ne aveva tutti i requisiti. Senza contare, poi, quel bacio dato d'impulso e fatto passare quasi per un gioco, che tanto aveva imbarazzato il piccolo schiacciatore. Il rossore sulle sue guance era stato talmente adorabile che Oikawa si era dovuto sforzare per non inseguirlo e impedirgli la fuga quando l'altro era scappato via. Più ci ragionava razionalmente, più si rendeva conto che delle reazioni di Tobio gl'importava molto poco, essere dispettoso nei suoi confronti ormai non aveva il minimo senso, semplicemente voleva quel piccolo uragano nella sua squadra, quel raggio di sole nella sua vita.
Mentre rifletteva, Oikawa si era incamminato lungo la strada, deviando però verso un piccolo parco invece che dirigersi a casa propria. Iwaizumi lo seguiva in silenzio senza staccarli gli occhi di dosso: aspettava una risposta e l'alzatore sapeva di dovergliene una. Se davvero, come temeva, l'amico aveva provato qualcosa per lui, o lo provava tutt'ora, o fosse anche solo per la loro conoscenza di lunga data, era suo diritto conoscerne le intenzioni.
Mentre si sedeva su una piccola altalena, lasciandosi dondolare leggermente, Oikawa sospirò di nuovo.
« Mi piace. » esordì senza altri preamboli. « Non pensavo di essere in grado di dire una cosa del genere, ma è così. »
Iwaizumi affilò lo sguardo ma non disse una parola, inducendolo in qualche modo a confermare la sua affermazione.
« Niente più scherzi, Iwa-chan, sono serio. » assicurò. « Non m'importa minimamente di prendere in giro Tobio-chan, anche se con questa storia ho rovinato tutto. Di certo ora Sho-chan penserà che mi sono voluto solo approfittare di lui per divertimento. »
Un nuovo sospiro sfuggì dalle sue labbra, mentre aspettava che Iwaizumi chiedesse cos'altro era successo, ma lo schiacciatore di nuovo non disse nulla, appoggiato con apparente noncuranza  ai pali di sostegno dell'altalena. I suoi occhi occhi scuri lo scrutavano accusatori, rendendolo acutamente consapevole della pessima situazione che aveva creato con le sue mani, oltre al fatto che non sarebbe stato tollerato un suo eventuale piangersi addosso.
« Questo non puoi saperlo. » disse infine Iwaizumi. « Ma se non vuoi che lo pensi davvero, ti conviene darti una mossa e fare qualcosa di concreto, invece di rifilargli solo inutili promesse. Al suo posto ti avrei già mandato al diavolo da un pezzo! »
Erano parole brusche, ma erano anche ciò che Oikawa aveva bisogno di sentirsi dire per prendere finalmente una decisione: se avesse tergiversato ancora, Hinata avrebbe finito per convincersi di essere stato davvero preso in giro e quella era l'ultima cosa che voleva.
Con uno scatto balzò giù dall'altalena, fissando Iwaizumi con un sorriso schietto: se non fosse stato per lui probabilmente avrebbe finito per rovinare del tutto anche quell'occasione.
« Grazie, Iwa-chan. » disse in tono serio. « Se la nostra squadra avrà presto un nuovo acquisto, sarà solo merito tuo. E se anche il resto avrà un'evoluzione positiva, beh... saprai a chi andrà la mia gratitudine. »

Oikawa attese l'indomani sera per dare la notizia a Hinata. Nel pomeriggio aveva parlato con i dirigenti della sua squadra, mostrando loro i video delle giocate migliori del piccolo schiacciatore quando era alla Karasuno e spiegando che ancora nessun club professionistico l'aveva ingaggiato. Ne aveva cantato le lodi mettendo in evidenza la sua velocità, l'agilità e a destrezza di movimento, la passione, la grande motivazione e addirittura la spericolatezza, finché non aveva ottenuto un responso positivo. I dirigenti ritenevano Hinata un giocatore molto interessante e di un livello tale che non si spiegavano come fosse sfuggito agli occhi attenti degli scout, per questo motivo avevano accettato, anzi, espressamente richiesto di poterlo incontrare. Oikawa si era offerto di fare da tramite e contattare il ragazzo, ma ora si ritrovava a rigirarsi il telefono tra le mani, indeciso. Se l'avesse chiamato, era facile che Hinata non gli rispondesse nemmeno, per imbarazzo o per fastidio. Non dubitava della sua correttezza, ma era stato lui stesso il primo a fare una mossa discutibile, quindi non avrebbe avuto il diritto di lamentarsi di nessun tipo di reazione. Alla fine si risolse ad inviare un semplice messaggio, cortese e sufficientemente formale da non suscitare nessuna idea di secondo fine. Voleva che Hinata capisse che le sue intenzioni erano buone, che anche se non avesse ottenuto una risposta positiva in campo sentimentale, gli sarebbe bastato averlo a fianco sotto rete e che gli scherzi messi in atto finora nei confronti di Kageyama non avevano più nessuna importanza.  Quel bacio, invece, ne aveva e sperava venisse compreso.
Tuttavia, per quella sera non ottenne risposta.

Cap. 5

Ennesima mattina sonnolenta, ennesimo caffè al bar dopo una nottata in bianco: per Hinata il problema del riposo si stava facendo estremamente serio. Prima era stata la discussione con Kageyama a rovinargli il sonno, poi il bacio apparentemente senza senso di Oikawa e ora quel messaggio, così freddo e all'apparenza così distaccato da fargli credere di essersi fatto castelli in aria per nulla. Certo, era felice che i dirigenti della squadra lo avessero convocato, ma si aspettava che Oikawa lo chiamasse, che glielo comunicasse con quel tono squillante e carico d'entusiasmo che lo contraddistingueva. Gli costava ammetterlo, ma era deluso da quell'apparente mancanza d'interesse e l'idea che fosse solamente quello lo scopo dell'alzatore lo faceva sentire sconfortato nonostante, fin dall'inizio, fosse il loro obiettivo comune.
Rimuginando, rimase seduto al consueto tavolo, mescolando lentamente il liquido scuro nella tazza senza realmente vederlo. Impiegò qualche istante a rendersi conto che qualcuno si era seduto di fronte a lui e per un attimo credette si trattasse di Oikawa. Solo quando incrociò un paio di occhi blu si rese conto di essersi clamorosamente sbagliato.
« Kageyama... »
« Ehi. »
L'altro lo salutò con un cenno del capo come se niente fosse, come se non avesse disertato quel consueto appuntamento per giorni.
Hinata aprì la bocca, poi la richiuse indeciso: da una parte avrebbe voluto parlare con Kageyama dei suoi dubbi, di certo avrebbe potuto essergli d'aiuto, ma dall'altra era certo che avrebbe finito per farlo innervosire nuovamente e non aveva intenzione di scatenare una nuova lite. Del resto era impensabile nascondergli la storia della convocazione.
« Senti... »
« Ho parlato con Oikawa-san. » lo interruppe bruscamente Kageyama.
Dalla sua espressione era chiaro che non si era trattato di una chiacchierata rilassante né tanto meno chiarificatrice, eppure anche solo il fatto che un tipo così orgoglioso fosse andato a cercare il suo più acerrimo rivale per tentare un dialogo lo faceva ben sperare.
« E...? »
« E ho avuto la conferma che è una persona orribile! » sbottò l'alzatore. « Forse è vero che non ha cattive intenzioni nei tuoi confronti adesso, ma ciò non toglie che ti farà del male. Lo fa a chiunque gli si avvicini. »
Hinata si ritrasse istintivamente: anche se questa volta non aveva detto una parola, era riuscito a far arrabbiare comunque l'amico. Non poteva dare tutti i torti a Kageyama, il carattere a dir poco bizzarro del suo senpai era noto ai più, inoltre Hinata aveva sperimentato sulla sua pelle cosa significasse essere messo alle strette da lui. Ma se le sue intenzioni erano buone, se quella che voleva offrirgli era l'opportunità che aspettava da sempre, allora non aveva importanza quello che poteva accadere in seguito.
« Anche se fosse, » iniziò fissando il compagno dritto negli occhi, con rinnovata energia. « oggi mi ha scritto che i dirigenti della sua squadra vogliono vedermi. É molto probabile che mi reclutino. »
Kageyama s'irrigidì e il suo sguardo si fece duro, segno che l'irritazione era stata sostituita dalla rabbia.
« Ti avevo detto di non dargli corda! Se continui a frequentarlo io non... »
« Smettila! »
L'esclamazione disperata di Hinata colse l'altro di sorpresa. Il piccolo schiacciatore non voleva sentire quelle parole, che gli provocavano un dolore sordo all'altezza del petto, non voleva assolutamente che Kageyama gli ponesse quello che assomigliava pericolosamente ad un ultimatum. Non aveva problemi ad ammettere di tenere a Kageyama come al migliore amico che avesse mai avuto, e detestava il pensiero di fare qualcosa che potesse farlo soffrire, ma, allo stesso tempo, non tollerava di essere trattato in quel modo. Quella che gli si apriva davanti era una strada con delle opportunità completamente nuove: l'ingaggio in una squadra importante, sì, ma anche la possibilità di capire cosa significava il bacio che Oikawa gli aveva dato. Ora più che mai desiderava saperlo, per dare un senso a quel nodo che aveva iniziato a stringergli lo stomaco ogni volta che sentiva il suo nome.
« Smettila, ti prego. Domani andrò a quell'incontro, se mi vorranno entrerò in quella squadra e se avrò fatto un errore, beh, allora sarà solo colpa mia. Ma non voglio rimpiangere di non averci nemmeno provato. Kageyama-kun, per favore, non chiedermi di scegliere tra te e lui, non posso e non voglio farlo. Tu mi hai dato le ali quando non credevo nemmeno fosse possibile, lui me le ha restituite quando le avevo perse. Siete entrambi importanti. »
Quelle parole resero l'espressione di Kageyama ancora più tormentata, come se fosse indeciso se dire qualcosa d'importante o no. Hinata si chiese di cosa si trattasse e se le radici di quell'intolleranza che rasentava l'odio non affondassero in qualcosa di più concreto della semplice rivalità sul campo e di qualche incomprensione infantile. Non poteva obbligarlo a parlare, sapeva che con Kageyama un atteggiamento del genere sarebbe stato controproducente, ma poteva sempre tentare di rassicurarlo.
« Non importa cos'è successo in passato tra voi, non lascerò che l'opinione che ha Oikawa-san di te influenzi la mia. Sei stato il mio primo vero alzatore, il mio primo vero compagno di squadra, come puoi pensare che questo cambi? Sarebbe assurdo! »
Suo malgrado, quell'esclamazione strappò un sorrisetto a Kageyama, uno di quelli inquietanti che in campo l'avrebbero fatto scappare a gambe levate.
« Se permetterai a quell'idiota di farti qualcosa di male, prima ammazzerò lui e poi ammazzerò te, sappilo. »

Il giorno dell'incontro Hinata si presentò alla palestra sforzandosi il più possibile di nascondere il proprio nervosismo: sapeva di non dover far altro che comportarsi come sempre, che quella sarebbe stata la chiave della sua riuscita, ma era comunque complicato non lasciarsi sopraffare dall'emozione come durante la sua prima partita da liceale.
All'interno la squadra si stava già allenando e Hinata lasciò scorrere lo sguardo incantato su tutti i giocatori, ammirandone i movimenti e la forza, ma anche cercandone uno in particolare. Incrociò di sfuggita lo sguardo di Oikawa ma bastò quell'istante perché l'altro gli strizzasse l'occhio sorridendo in segno d'incoraggiamento.
Il colloquio con i dirigenti per fortuna fu breve e verté soprattutto sulle sue esperienze alla Karasuno, subito dopo l'allenatore gli chiese di dare una piccola dimostrazione di gioco, nulla d'impegnativo, solo un modo per mostrare i suoi punti forti.
« Oikawa-kun, vieni a fargli da spalla. » esclamò il coach rivolto all'alzatore titolare che si avvicinò di corsa. « Fagli un paio di alzate, voglio vedere la sua elevazione e come schiaccia. »
Hinata saltellò sul posto, nervoso e impaziente di mostrare le proprie capacità, finché Oikawa non recuperò un pallone da una delle ceste.
« Facciamo una veloce? » si azzardò a chiedere quindi.
Lo sguardo che gli giunse in risposta fu fin troppo compiaciuto e accompagnato da un sorriso carico di sfida.
« Facciamo la veloce. Ti farò avere la palla in qualunque punto del campo. »
La volta precedente Oikawa aveva sottolineato come, con le sue seppur ottime capacità, non fosse certo di riuscire in quell'azione. Quel giorno invece sembrava molto più sicuro di sé e questo rassicurò anche Hinata che, dopo aver risposto al sorriso con un cenno d'assenso, si mise in posizione sulla metà campo. Iniziò correndo verso sinistra, come se volesse schiacciare una normalissima alzata, poi schizzò verso destra e saltò proprio sotto rete. La palla raggiunse la sua mano in un batter d'occhio e si schiantò nel campo avversario all'istante.
Hinata fissò incredulo il proprio palmo poi spostò lo sguardo su Oikawa, che aveva una luce d'entusiasmo negli occhi.
« Tooru-san! Ce l'abbiamo fatta! É stato così GWAAAHH!! » esclamò saltellando verso di lui e finendo per spiccare un salto che costrinse l'altro ad afferrarlo quando gli balzò praticamente in braccio.
Alle loro spalle risuonò una risata compiaciuta e l'allenatore batté le mani un paio di volte.
« Complimenti, ragazzo, non è da tutti schiacciare su un'alzata del genere. »
Quelle parole riportarono Shoyou alla realtà, rendendolo improvvisamente consapevole della vicinanza con il corpo dell'altro ragazzo, ma riuscì solo ad arrossire prima che Oikawa lo posasse di nuovo a terra.
« Veramente sono io che mi sono dovuto adeguare a lui, coach, e non è stato facile! » esclamò l'alzatore ridendo e passandosi una mano tra i riccioli sulla nuca.
I dirigenti della squadra e l'allenatore erano piacevolmente impressionati e l'esito di quell'incontro era ormai più che chiaro. Hinata non poteva credere ai suoi occhi: avrebbe fatto parte di un club professionista, avrebbe giocato sullo stesso campo con talenti mondiali, il suo sogno si era avverato e per questo doveva ringraziare qualcuno che aveva sempre considerato un rivale.

All'uscita dalla palestra, Hinata non riusciva a trattenere la propria euforia: se fosse dipeso da lui sarebbe rimasto direttamente ad allenarsi con la squadra, ma il coach gli aveva detto di tornare l'indomani per i vari documenti. Tuttavia il suo entusiasmo si gelò non appena vide chi lo stava aspettando al cancello.
Kageyama era appoggiato ad una delle colonne laterali del muretto di cinta, aveva il borsone del suo club in spalla e un'espressione assorta con cui si fissava la punta dei piedi. Solo quando Hinata fu a pochi passi di distanza alzò gli occhi.
« Ehi. » lo salutò con la solita aria imbronciata.
Il piccolo schiacciatore accennò un sorriso tirato temendo l'ennesima discussione che avrebbe rovinato il suo buonumore: non voleva che il suo rapporto con Kageyama si riducesse a quello, men che meno pensare che vederlo potesse rovinare qualcosa. Ma l'altro riuscì a stupirlo.
« Sono venuto a congratularmi del tuo successo, o a raccogliere i cocci se qualcosa fosse andato storto. » spiegò. « Ma a giudicare dalla tua faccia direi che è buona la prima. »
Il sorriso entusiasta tornò a sbocciare sul volto di Hinata, che prese a descrivere appassionatamente l'incontro con i dirigenti della squadra e la successiva prova della veloce.
« … E poi Tooru-san ha alzato al volo WAAAHH! E SBAAAM!! É stato incredibile!! »
Hinata gesticolava preso dal racconto e Kageyama non aveva occhi che per lui, al punto che nessuno dei due si rese conto della presenza che giungeva alle loro spalle.
« Allora è proprio vero che avete un linguaggio tutto vostro! » esclamò Oikawa con una risatina maliziosa.
Hinata si voltò di scatto arrossendo e Kageyama lo fulminò con lo sguardo.
« Oh, andiamo, Tobio-chan, non guardarmi in quel modo! Giuro che questa volta non ho fatto niente di male. »
Oikawa alzò le mani in segno di resa, sempre con il sorriso sulle labbra, ma questo non sembrò placare per niente Kageyama.
« Forse dovrei ringraziarti, ma non lo farò. » disse quest'ultimo. « E nemmeno mi scuserò. Sappi che ti tengo d'occhio, non ho cambiato opinione su di te! Quanto a te, » continuò rivolgendosi a Hinata. « ci vediamo in campo da avversari! E... domani mattina al caffè. » borbottò infine prima di voltare le spalle ai due e allontanarsi.
Oikawa lo fissò per qualche istante poi si lasciò sfuggire una risatina sollevata.
« Tobio-chan sembra uno yakuza quando si atteggia in quel modo, fa paura. Però sembra che abbia accettato la situazione. »
Hinata spostò lo sguardo dalla schiena dell'amico che si allontanava al volto del nuovo compagno di squadra, mentre il suo sorriso si velava appena d'incertezza: per “situazione” Oikawa intendeva il nuovo ingaggio o qualcos'altro? Tra loro c'erano ancora delle ambiguità che andavano chiarite e forse era giunto il momento di farlo.
« Ti ringrazio tanto per quello che hai fatto per me, Tooru-san. » esordì il rossino. « É un sogno che diventa realtà e non sarebbe mai successo se non fosse stato per te. Cosa posso fare per sdebitarmi di un favore tanto grande? »
Oikawa scosse la testa, senza perdere l'espressione allegra.
« Io non ho fatto nulla, mi sono limitato a porre rimedio ad un errore, se sei qui è solo grazie alle tue capacità.»
Hinata rimase a fissarlo incerto su cosa aggiungere e vagamente imbarazzato all'idea di accennare a ciò che voleva veramente sapere. Tooru ricambiava lo sguardo dall'alto dei suoi centimetri in più, con un'espressione serena negli occhi scuri, come se finalmente avesse raggiunto un traguardo agognato. La frangia castana gli si arricciava sulla fronte, appena umida di sudore e la maglietta della squadra ondeggiava leggermente nella brezza della sera. Aveva un aspetto tanto semplice e, allo stesso tempo, tanto attraente che Hinata si ritrovò a pensare che doveva essere quello il motivo del suo stuolo di ammiratrici.
« Tooru-san... »
« Mh? »
« OI! STUPIKAWA! DOVE TI SEI CACCIATO?! » La voce di Iwaizumi proveniente dall'interno spezzò l'incanto del momento. « Se pensi di dartela a gambe senza pulire la palestra ti sbagli di grosso!! »
Oikawa ridacchiò.
« A quanto pare sono richiesto. Ci vediamo domani. » commentò avviandosi per tornare indietro.
La mano di Hinata si mosse di propria iniziativa quando si alzò e lo afferrò per l'orlo della maglia, trattenendolo. Non poteva permettere che se ne andasse così, non poteva rimandare ancora il dubbio che aveva in testa, doveva saperlo adesso.
« Tooru-san, perché... Perché l'altro giorno mi hai baciato? É stato solo uno scherzo? Io... »
Sentiva il rossore salire sempre di più man mano che parlava e, quando la mano di Oikawa si posò sulla sua guancia in un gesto dolce ed incredibilmente tenero, ebbe la certezza che il suo volto stesse andando a fuoco.
Le dita dell'alzatore scivolarono sotto il mento per alzargli il viso ed incrociare il suo sguardo, i suoi occhi erano luminosi e pieni di speranza.
« Se sei curioso di saperlo e se ci tieni tanto a sdebitarti, perché non andiamo a prenderci un tè insieme uno di questi giorni? Scommetto che non avrò nemmeno bisogno di spiegartelo. »

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