[Ciel - The last autumn story] Love is requited

Feb 12, 2012 01:10

Titolo: Love is requited
Fandom: Ciel - The last autumn story
Rating: verde
Personaggi: Daughter, January Lightsphere
Pairings: Daughter/January
Riassunto: Dopo aver sventato l'attentato da parte degli emissari del re, Daughter e January, in fuga, si ritrovano a fare i conti con la loro nuova condizione e un'altrettanto nuova (o forse no) vicinanza.
Disclaimer: Ciel e tutti i personaggi appartengono a Rhim Ju-Yeon.
Il titolo e i versi finali appartengono alla canzone Love is requited di Elisa.
Note: SPOILER SUL VOL. 14!
Beta:  masuko

La carrozza correva veloce tra gli alberi spogli. Il gelo s’insinuava sotto le vesti, nonostante le pareti e il tettuccio di protezione, e le mani diventavano sempre più rigide nel trattenere le redini, ma non potevano fermarsi. Sembrava che, per il momento, nessuno li stesse inseguendo, ma, proprio per questo, era assolutamente necessario mettere più distanza possibile tra loro e la capitale, prima che il re sguinzagliasse i suoi segugi.
Daughter lanciò uno sguardo preoccupato al ragazzo che sedeva al suo fianco: January aveva accettato di seguirlo, rinunciando alla follia di farsi rinchiudere in una torre prima e di porre fine alla sua vita poi, ma non era ancora certo che se la sentisse di lanciarsi in un’esistenza all’insegna della fuga continua. Inoltre, problema molto più pratico e immediato, la ferita al suo braccio andava medicata al più presto, prima di incorrere in complicazioni dovute al freddo. Il fatto che si appoggiasse completamente a lui gli trasmetteva una strana sensazione di nodo allo stomaco: mai come in quel momento la sopravvivenza di January era dipesa da lui e non solo per un fattore puramente fisico. Quel ragazzo aveva disperatamente bisogno di qualcuno che gli stesse accanto e che gli mostrasse quanto ancora di bello poteva esserci nella vita. A differenza di Daughter,  che era sempre vissuto in un mondo permeato di emozioni violente -  rabbia, desiderio di vendetta, voglia di rivalsa - l’esistenza di January era sempre stata avvolta dal grigiore di rapporti freddi e dalla visione di una morte prematura. Un’apatia del genere in quel momento poteva essere pericolosa.
La carrozza prese una buca, facendoli sobbalzare entrambi e, istintivamente, Daughter circondò la spalle del compagno trattenendolo contro di sé.
Lui che era stato pronto a vedere la propria vita finire dopo il delitto che aveva commesso, che avrebbe portato per sempre il peso della colpa e del rimpianto per quello che avrebbe potuto essere, ora si ritrovava ad essere disposto a tutto pur di tenere quel ragazzo con sé.
Avrebbe teso la mano e aperto il suo cuore come non faceva da anni: January sapeva tutto di lui ed era stato pronto a sacrificare sé stesso per salvarlo, l’aveva accettato per quello che era e per Daughter era la maggior dimostrazione di affetto ricambiato.

Quando January riaprì gli occhi, le ombre della sera erano ormai calate e lui era disteso su un letto accanto ad un focolare acceso. La sua ferita era stata medicata e nella stanza si diffondeva un piacevole tepore. Poco lontano si avvertiva un familiare rumore di stoviglie. In un primo momento il giovane immaginò di trovarsi ancora alla Lowood o in una delle sue ville, ma bastò il vento che ululava all’esterno per ricordargli che non era così. Erano giunti in quel rifugio quando già la tempesta di neve infuriava, Daughter non aveva dato nessuna spiegazione e lui era stato troppo esausto per chiederne, limitandosi a crollare sul giaciglio che gli veniva indicato e addormentandosi profondamente.
Ora, non visto, poteva osservare Daughter affaccendarsi pacatamente attorno al piccolo focolare, mentre nel suo petto riprendevano ad agitarsi strane sensazioni.
Per l’ennesima volta era stato pronto a rinunciare, a mettere da parte sé stesso accettando di annullarsi lentamente, e di nuovo qualcuno lo aveva salvato. Lo stato d’animo con cui aveva fatto la sua proposta al re e successivamente si era avviato verso la torre era dei più rassegnati: Daughter, in quella cella, gli aveva detto che era solo un amico e che tutto ciò che era successo non lo riguardava. Era stata come una secchiata d’acqua gelida e, per la prima volta, oltre alla sofferenza di quello che aveva interpretato come un rifiuto, era scattato in lui il meccanismo della determinazione. Se era vero che non contava niente per Daughter, che gli fosse concesso almeno di fare quello che voleva della propria vita e se con il misero pagamento della sua esistenza poteva restituire la libertà alla sua persona più importante, allora era ben felice di sacrificarsi.
Come fossero finiti in fuga e di nuovo insieme, era una successione di eventi totalmente confusa nella sua mente.
«Oh, sei sveglio. »
La voce di Daughter attirò la sua attenzione.
«Siamo in un rifugio dei fedeli di Snow White, potremo rimanere qui finché la neve non si placa. »
Si avvicinò e gli mise in mano una tazza fumante.
«Ho pensato fosse il caso di preparare qualcosa di caldo per riprenderci. » continuò. «E ho controllato la tua ferita, è meno profonda di quanto pensassi, guarirà presto. »
Daughter chiacchierava come se niente fosse e January non poteva fare a meno di fissarlo stupito.
I suoi capelli erano più corti, lo notava solo ora. La cascata d’oro chiaro che normalmente gli scivolava sulle spalle, e che aveva sempre ammirato, ora si sfrangiava all’altezza della nuca, sicuramente conseguenza dei giorni di detenzione.
Sollevò una mano e sfiorò una piccola ciocca vicino all’orecchio.
«Perché? »
Daughter sorrise.
«Erano diventati troppo lunghi e fastidiosi. »
«Perché mi hai salvato? » insisté January.
Il sorriso di Daughter s’incrinò appena.
«Perché non sopportavo che una persona a me cara pagasse per un crimine che ho commesso io, io che non ho mai pensato al mio futuro e neanche avevo mai sperato di averlo. Tu invece avevi tutta la vita davanti, una casata da guidare e…»
«… E adesso nessuno dei due ha più nulla. »
Non vi era accusa nelle sue parole, solo una semplice constatazione.
«Questo non è vero. » rispose Daughter gentilmente. «Io ho te. Tu hai me. Personalmente mi ritengo l’uomo più fortunato del mondo. »
Quando gli strinse la mano, January si sentì arrossire. Forse era vero, quella era un’occasione. Se non fosse capitata, forse non si sarebbe mai reso conto di quanto il loro legame si fosse approfondito. Forse tutto il dolore passato, i rimpianti, gli abbandoni, le lacrime e la solitudine erano serviti a questo. Ora poteva finalmente mettere da parte le sofferenze e guardare al futuro come qualcosa di nuovo e possibile.
Ricambiò la stretta di Daughter, sorridendo appena e appoggiandosi a lui.
«Hai ragione, lo siamo entrambi. »

Yeah, you’ll be invited
If you’re willing show your hand
Love is requited.

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