Titolo:
Fandom: Voltron: Legendary Defender
Rating: verde
Personaggi: Lance McClain, ???
Pairings: Lance/Shiro?
Disclaimer: Voltron e tutti i suoi personaggi appartengono a Dreamworks & Netflix.
Note: Uhm... Writing game? Kisses challenge? Quello che è. Promt: 2. Kiss on the forehead. Per Sidra Lake.
Beta:
Word count: 342 (fdp)
Nel momento stesso in cui la porta si aprì, Lance capì che qualcosa era cambiato. Se lo aspettava, avrebbe mentito affermando il contrario, ma la stretta al petto che provò dimostrò che quella consapevolezza non avrebbe cambiato nulla.
L'uomo mosse un passo nella stanza, quasi avesse timore di accorciare le distanze tra loro.
Lance stesso non se la sentiva nemmeno di alzare gli occhi: rimase seduto sul letto con lo sguardo fisso sulle proprie mani, intrecciate in grembo.
« Hai capito? » domandò, la voce simile ad un sussurro.
Lui annuì, avanzando di un altro passo.
La stanza in penombra non era d'aiuto a decifrarne l'espressione.
Un'altra domanda aleggiò nell'aria, priva della tensione che ci si sarebbe potuti aspettare.
« Perchè? »
« Non vuoi saperlo. »
Lance si alzò in piedi e, finalmente, sollevò lo sguardo dalle proprie mani.
« Se non volessi saperlo, non l'avrei chiesto. »
Gli occhi dell'uomo sfuggivano i suoi, nervosi.
« L'avevi capito? »
Lance sospirò, un sospiro rassegnato più che arrabbiato, come avrebbe dovuto essere. Un sospiro che chiariva a sé stesso quello che in realtà aveva sempre saputo: non c'era via d'uscita.
« Non rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Shir... »
S'interruppe. Scosse la testa.
« Non so nemmeno come devo chiamarti. »
L'altro si avvicinò ancora. Sollevò una mano, incerto, e gli sfiorò appena una guancia.
« Avrei dovuto uccidere il nuovo leader e distruggere la squadra. »
Lance avrebbe voluto tremare sotto quel tocco, dopo quella confessione, ma non accadde. Forse si era aspettato addirittura quello.
« Come l'avevi capito? » di nuovo, la domanda calò su Lance con precisione chirurgica, esigendo una risposta. E questa volta tremò davvero.
Nella penombra poteva vedere quegli occhi grigi fissarlo, occhi troppo simili ai suoi per non fargli male; occhi che esigevano una risposta, ne avevano bisogno.
« Perché tu mi ricambiavi. »
Un'ammissione rassegnata, parole scivolate nel silenzio.
La vicinanza dell'altro lo stupì, le labbra sulla sua fronte lo lasciarono senza fiato.
« Se lui non lo faceva, era uno stupido. »