21/12/2012: Apocalisse zombie

Oct 18, 2012 21:20

Titolo: 21/12/2012: Apocalisse zombie
Rating: Giallo
Genere: Generale, Introspettivo
Personaggi: Alice Liddell
Wordcount: 1336 (fiumidiparole)
Prompt: Apocalisse zombie per la Zombiepocalypse @ lisachanoando
Note: Gen, Modern!AU
La fine del mondo che tanti avevano sarcasticamente detto che sarebbe arrivata il 21 dicembre 2012 con l'arrivo degli alieni o l'invertimento della polarità terrestre o lo scioglimento dei ghiacci o l'impatto di un meteorite era arrivata sul serio, ma non nelle modalità previste.
Quella che era iniziata era un'apocalisse zombie, come quelle che piacevano tanto ai registi di Hollywood.

La fine del mondo che tanti avevano sarcasticamente detto che sarebbe arrivata il 21 dicembre 2012 con l'arrivo degli alieni o l'invertimento della polarità terrestre o lo scioglimento dei ghiacci o l'impatto di un meteorite era arrivata sul serio, ma non nelle modalità previste.
Quella che era iniziata era un'apocalisse zombie, come quelle che piacevano tanto ai registi di Hollywood.
Nella Londra odierna, Alice Liddell si era barricata all'interno della piccola casetta a schiera che si era comperata in uno dei quartieri di periferia per poter trovare lavoro nella grande metropoli.
Per fortuna viveva da sola, perché altrimenti avrebbe dovuto pensare anche a come arginare il panico di chi aveva intorno.
Appena aveva compiuto la maggiore età aveva deciso di lasciare la famiglia d'adozione che l'aveva presa in affidamento e cresciuta fin da quando c'era stato l'incidente in cui morì tutta la sua famiglia, madre, padre e sorella. Era stato uno shock per lei, ma era riuscita a riprendersi anche grazie all'aiuto di uno psicologo di Oxford - la città dov'era nata.
Fino ad adesso aveva vissuto con i lavoretti part-time che era riuscita a trovare nella speranza di poter poi un giorno - dopo aver studiato - lavorare come chirurga. Era il sogno della sua vita ed in quel momento, mentre scrutava gli zombie marciare barcollanti e marcescenti per le strade, era ancor più convinta che sarebbe riuscita a farcela: con tutti i morti che stavano mietendo quegli orribili cadaveri deambulanti, certamente di posti di lavoro se ne sarebbero trovati molti di più rispetto a prima. Ovviamente, se lei fosse riuscita a sopravvivere.
Alice stava girando per casa in cerca di tutti i possibili strumenti utilizzabili per la difesa personale e lo sterminio degli invasori, anche se fino ad allora la sua ricerca era stata infruttuosa. Non poteva difendersi con grucce e lampade.
Nonostante la sua giovane età, Alice era una ragazza alla quale piaceva andare a caccia. Il padre adottivo le aveva trasmesso l'amore per quella disciplina dove a regnare incontrastati erano la freddezza di spirito e soprattutto il coraggio. Non tutti erano capaci di sparare ad un altro essere vivente e continuare a vivere felicemente la propria vita.
La Liddell non aveva mai avuto problemi a sparare a lepri, volpi e simili animali di bosco: era consapevole che la loro morte avrebbe permesso alla sua famiglia di mangiare. Per i tempi che correvano era un ragionamento un po' medievale, però alla ragazza non era mai importato.
Adesso che dalla sua mancanza di prontezza di spirito e di aggressività dipendeva la sua stessa sopravvivenza, non poteva permettersi il lusso di pensare a quanto fosse moralmente deplorevole uccidere un essere umano, anche se tecnicamente era già morto.
Il suo fucile, purtroppo, non l'aveva portato con sé a Londra: nei suoi piani per il futuro non rientrava la possibilità di andare a caccia. E, se anche avesse trovato il tempo, dove sarebbe andata? In Hyde Park dubitava fortemente che fosse consentita la caccia agli animali.
Impossibilitata ad utilizzare armi vere e proprie, la ragazza attraversò casa diretta in cucina, ma venne fermata da un'accozzaglia di grida incoerenti che si levò dall'altra parte del muro che la separava dal vialetto d'ingresso. Si bloccò, in ascolto, i muscoli tesi eppure immobili.
Il grido si perpetrò, stridulo e femmineo, per alcuni istanti, spostandosi da una parte all'altra. In sottofondo si udiva un verso grottesco e basso, ripetitivo, che Alice associò all'istante ad uno - o forse più - zombie.
Il grido divenne improvvisamente un gorgoglio rauco accompagnato da un sinistro rumore di carne strappata ed ossa spezzate.
Un'altra vittima dell'oscena violenza degli zombie. Un'altra succube della fine del mondo a lungo preannunciata.
La Liddell si riscosse dall'immagine di una donna con la gola squarciata che zampillava fiotti copiosi di sangue che aveva formata nella sua mente e corse in cucina.
Dal piccolo ingresso adiacente udì dei forti colpi sulla porta abbattuti quasi con stanca violenza.
Gli zombie erano arrivati anche da lei, alla fine.
Alice aprì il cassettone dove riponeva i coltelli e ne estrasse i due più grossi: uno più simile ad una mannaia che ad altro mentre il secondo aveva la lama più lunga che larga e molto spessa. Erano due tipi di coltello dei quali aveva avuto già modo di constatare l'affilatura con l'affettamento della carne.
Erano semplicemente perfette come armi.
Se li infilò nella cintura dei jeans assieme ad una decina di coltelli più piccoli che aveva intenzione di utilizzare come armi da lancio. Non si poteva prevedere come si sarebbe evoluta una possibile guerra, pertanto preferiva presentarsi sul campo ben armata.
I colpi sulla porta si erano moltiplicati d'intensità e numero nel frattempo, segno che probabilmente gli zombie avevano chiamato i rinforzi - oppure questi erano sopraggiunti per puro caso - o addirittura si erano fatti più impazienti poiché la porta non cadeva: tuttavia, la barriera che aveva sistemato sull'uscio con i mobili non avrebbe retto ancora a lungo, quindi doveva andare.
Era l'ora di vedere quanto sangue freddo aveva.
Camminò a lunghe falcate verso la porta, estraendo le sue armi principali dalla cintura, impugnandole con tale forza da far sbiancare le nocche. Era dannatamente tesa quando si fermò innanzi alla porta.
Avendo le mani occupate, la ragazza spostò con il ginocchio il mobiletto e rimase in attesa spasmodica, acquattata nel suo angolino.
Bastò liberare mezza porta perché la barriera cedesse ai colpi. Il mobile si rovesciò con uno schianto pauroso e la porta fu parzialmente divelta.
La Liddell vide entrare uno zombie ed affacciarsene altri due.
La ragazza rimase in posizione offensiva ancora per alcuni istanti, il tempo che le occorse a caricare d'energia le gambe e scattare in avanti sguainando i coltelli. Portò la mannaia davanti al viso con la lama rivolta all'esterno, pronta a colpire.
Il primo zombie ad entrare fu il primo a sperimentare la cruda violenza della padrona di casa. Lo spirito di autoconservazione di quest'ultima fu devastante: la sua vittima venne trafitta nel centro dello sterno putrefatto dal coltello a lama lunga e la mannaia operò un taglio chirurgicamente preciso un po' più su, recidendo il collo per intero.
La testa rotolò dal lato opposto per la forza con cui Alice l'aveva decapitato. Il cadavere rimase in piedi per qualche istante, poi barcollò e si afflosciò in avanti, sul mobile rovesciato, inerte.
La Liddell non ebbe il tempo di far placare le palpitazioni e lasciar scemare l'effetto dell'adrenalina che le fluiva dentro, facendola andare in fibrillazione. Dalla porta sbucarono gli altri due compagni del primo caduto; tuttavia, al contrario del morto, notarono subito la presenza della loro preda e su di essa concentrarono immediatamente tutte le loro attenzioni.
Alice arretrò nell'ingresso, in modo da attirare gli zombie in un punto in cui avesse più libertà di movimento.
I due abboccarono come pesci e le andarono vicini, inesorabili. Emanavano un olezzo di carne putrefatta tale da stordire, ma Alice resistette all'impulso di allontanarsi ancora, altrimenti sarebbe finita bloccata in un angolo.
Quest'ultima si avventò sui due brutalmente. Mutilò i cadaveri con violenza, dilaniando carni, tranciando muscoli e spezzando ossa. Ogni tentativo dei due zombie di afferrarla e poi semplicemente morderla come bestie ferite e fameliche si rivelò inutile poiché la ragazza si muoveva molto più velocemente di loro ed aveva dei riflessi molto più pronti.
Le braccia e le gambe tagliate via caddero a terra come ammassi inerti di carne e stracci. Il fulcro del loro corpo ancora si dibatteva sul pavimento nel futile tentativo di sollevarsi e attaccare. In quello stato non erano altro che carne da macello e Alice la fece finita in fretta con loro.
Rialzandosi con il viso schizzato ed entrambi i coltelli imbrattati di sangue rosso scuro, la Liddell respirò profondamente, cercando di calmare l'agitazione che l'aveva conquistata.
Aveva appena combattuto per la sua stessa sopravvivenza, non per procacciarsi del cibo. Da un lato era esaltata dalla vittoria, dall'altro era disgustata dalla facilità con cui aveva smembrato gli zombie; tuttavia, non rimase troppo a lungo a ragionarci sopra. Sapeva perfettamente che non avrebbe cavato un ragno dal buco facendo così ed i tormenti della coscienza erano l'ultima cosa che le serviva al momento.
Esaltata dalla vittoria e senza remore, Alice uscì di casa correndo, in cerca di altri zombie da trucidare.

rating: safe, fandom: alice madness returns

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