Titolo: Just like a brother
Fandom: RPS/?
Pairing: Adrian Pasdar/?
Rating: R
Conteggio parole: 539 (W)
Disclaimer: Be', non possiedo Adrian Pasdar. Non ancora, almeno.
Warning: E' crack, gente.
Note: Scritta per un prompt del P0rn Fest, ma siccome il prompt era mio, l'ho scritta fuori concorso. Il prompt è in fondo alla pagina.
È per questo, precisamente per questo, che quando si ritrova schiacciato al muro nel minuscolo cubicolo del cesso del locale, stretto all’altro uomo che gli succhia la lingua e gli morde le labbra con decisione, Adrian giura che mai, mai più dubiterà delle stronzate mistiche di Grunny sui gemelli malvagi.
Perché il destino ha un modo decisamente stronzo (ma bisogna riconoscerlo, anche piacevole) di punire i miscredenti.
Mentre l’altro - il nome. Gli sfugge il nome. Ah, Nathan - gli slaccia la cintura con quattro semplici mosse, rapide e precise, Adrian appoggia la nuca contro il muro bianco e sospira: “Cazzo. Questo potrebbe essere un po’ troppo perverso perfino per me.”
Nathan gli lancia un’occhiata di sbieco, che significa più o meno: “Con quella faccia?”. Ha addosso una colonia atroce, da avvocato o da strizzacervelli. Adrian considera entrambe le possibilità.
“Dico sul serio” insiste, quando la mano di Nathan gli si stringe intorno al cazzo. “Che ne so, è un po’ come… farlo con tuo fratello o roba del genere.”
Nathan apre la bocca e poi la richiude di scatto, la faccia seria. Adrian pensa che avvocato sia la più probabile. “Sono figlio unico” risponde, tagliando corto.
“Ma certo, amico” replica Adrian, con un sorriso accomodante. “Era per dire.” Gli sbottona i pantaloni Armani da assegno a tre zeri e lo spinge contro il muro dall’altra parte del cubicolo. Nathan lo guarda seguendo tutte le sue mosse.
Dalla sua nuova prospettiva a mezza altezza, Adrian nota per la prima volta il luccichio della fede all’anulare di Nathan. “Hai figli?”
Nathan alza gli occhi, esasperato. “Vuoi che ti parli anche di mia madre, così abbiamo tirato in ballo tutta la famiglia?”
Adrian trova divertente questo Se Stesso in versione irritata. Gli ricorda Milo. “Non lo so, è una bella donna?”
Può sentire Nathan reprimere un brivido con tutte le sue forze. “Cristo, chiudi quella…”
Poi Adrian chiude quella intorno al cazzo di Nathan, e Nathan si zittisce, gli infila le dita tra i capelli e li stringe. Adrian pensa che sia arrivato il momento di fare una chiacchierata con sua madre. Anche da quelle parti la somiglianza è impressionante.
Quando hanno finito, Nathan si risistema guardando da tutte le parti tranne che dalla sua. Se c’è una categoria che diverte Adrian, è quella degli adulteri con rimorso. Ma forse Nathan non ha voglia di vedere la sua stessa faccia ancora rossa per l’orgasmo - insomma, sapere che faccia ha dopo. Sono cose che un uomo preferirebbe non sapere.
“Non ci vedremo mai più, lo sai, no?” dice Nathan, sistemandosi il nodo della cravatta di fronte a uno specchio invisibile.
Adrian abbassa cautamente il coperchio del water e ci si siede sopra, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. “Sicuro.” Alza una mano a mo’ di saluto. “Saluti alla mamma.”
Nathan stringe la maniglia con troppa forza, ma non replica. La abbassa di scatto e apre la porta di uno spiraglio, poi sembra ripensarci. Si volta. “Comunque…”
Adrian sorride appena. “Sì?”
“Tagliati quella barba. Non siamo più negli anni Settanta.”
“Potrebbero scambiarmi per te.”
Nathan ha un brivido, e stavolta non lo reprime affatto. “Giusto. Per carità.”
“Ehi, potrei dirlo anch’io!” grida Adrian alla porta di nuovo chiusa, ma non c’è replica dall’altra parte.
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Il prompt era: Heroes/Heroes RPS, Nathan/Adrian, "Questo potrebbe essere un po’ troppo perverso perfino per me.”