Titolo: Strictly business
Fandom: Heroes/Il Padrino [quello vero, stavolta]
Personaggi: Nathan Petrelli, Michael Corleone
Pairing: menzionato Nathan/Peter
Rating: NC-17 per accenni piuttosto grafici
Conteggio Parole: 756 (W)
Note: Un pezzo che avevo iniziato e messo da parte mesi fa. Piuttosto insensato, ma ogni tanto bisogna concedersi qualcosa, no?
La stanza era illuminata dalla luce del giorno ormai morente, e nel fascio giallo aranciato che tagliava in due la penombra dello studio galleggiavano infiniti corpuscoli di polvere.
Nathan Petrelli osservò il suo interlocutore versare whisky in due bicchieri di vetro e accettò l'offerta. Non brindarono, perché nessuno dei due era tipo da brindare a una vittoria ancora appesa a un filo, e poi perché l'atmosfera non era mai stata così amichevole tra loro. Nathan pensava che entrambi provassero un sotterraneo, riluttante rispetto per l'altro, ma c'erano cose che impedivano loro di piacersi davvero. Per dirne una, il fatto che a Nathan non piacesse sentirsi in debito con nessuno. Per dirne un'altra, il fatto che dopo quattro mesi, dieci comizi elettorali, tre aste di beneficenza e due milioni di dollari, questa fosse la prima volta che si incontravano di persona.
E, Nathan sospettava, solo perché le cose stavano andando a rotoli.
La faccia dell'uomo rimase inespressiva mentre appoggiava i gomiti sul tavolo e lo scrutava da sopra il suo bicchiere. Nathan lo ricambiò con altrettanta freddezza. Apprezzava che l'altro non fingesse in alcun modo di provare simpatia nei suoi confronti, né di accattivarsi la sua. Si trattava di affari, semplicemente. I sentimenti personali non erano richiesti.
L'uomo si bagnò nuovamente le labbra, poi posò il bicchiere sulla scrivania.
"Mr. Petrelli." Appoggiò i gomiti sul tavolo e congiunse le mani di fronte a sé. "Quando il mio gruppo le ha offerto l'appoggio di cui lei aveva bisogno per la sua candidatura al Congresso, i sondaggi la davano vincente di un punto percentuale sui suoi avversari. Il mio gruppo le ha dato due milioni di dollari per la sua campagna elettorale. Due milioni, Mr. Petrelli, che lei ha speso nella maniera che ha creduto. Ha avuto completa carta bianca. E questa percentuale non solo non è aumentata - è calata di nove punti." Lo sguardo dell'uomo rimase gelido. "Lei sta perdendo, Mr. Petrelli."
Nathan posò il suo bicchiere, ancora mezzo pieno, e mantenne la calma. "È vero" rispose semplicemente.
Michael Corleone lo fissò coi suoi occhi neri che sembravano non perdere mai di vista neppure uno dei mille granelli di polvere della stanza, e aspettò che continuasse.
"Ma non perderò."
"È un'intuizione?"
"Una convinzione."
"Basata su cosa?" ribatté Corleone, se possibile ancora più freddamente.
Nathan sostenne il suo sguardo. "Sono l'uomo giusto. Il più qualificato, il più adatto. Ho l'immagine giusta, la carriera giusta, la famiglia giusta. Ho servito il mio Paese in metà del globo e mi hanno tirato giù dal mio aereo solo perché si aspettavano che non mi sarei più alzato dal letto. Ma l'ho fatto. Il mio passato è così lustro che ci si potrebbe specchiare sopra, Mr. Corleone. E gli elettori lo sanno."
Nathan riprese il bicchiere, mandando giù un discreto sorso di whisky. Non era così sicuro come avrebbe voluto fargli credere, ma non aveva nessuna intenzione di arrendersi prima del tempo.
"Il suo passato, Mr. Petrelli?" ripeté Michael Corleone, lentamente, come soppesando le parole. Aprì un cassetto della scrivania e ne tirò fuori una magra cartellina portadocumenti, che posò al centro della scrivania. Si alzò e si voltò verso la finestra mentre Nathan la apriva.
Erano foto. Foto di lui e di Peter, scattate in vari luoghi e in diversi momenti. Molte di notte, tutte con taglio spietatamente professionale. Di una il formato era così grande e il dettaglio così preciso che Nathan poteva distinguere una goccia di sperma brillare sulla punta del cazzo di Peter a una manciata di centimetri dalla sua guancia.
Corleone non si voltò subito, ma Nathan incontrò il suo sguardo nel riflesso sulla finestra. Era duro, inflessibile, e probabilmente, sotto la maschera gelida, anche alterato; ma non c'era traccia di disgusto. Nell'improvviso sudore freddo che gli impediva di pronunciare una parola, Nathan non riuscì a far altro che riportare lo sguardo sulle foto e contemplare momenti preziosi della sua vita ridotti a porno di infima categoria.
"È questo il passato nel quale vuole che i suoi elettori si specchino?"
Nathan richiuse la cartella. "Fotomontaggi. Di pessima qualità.” La sua mascella scattò dolorosamente mentre parlava. “Adesso che lo scherzo di cattivo gusto è finito, Mr. Corleone, possiamo tornare a parlare di affari?”
Michael Corleone si voltò e lentamente, molto lentamente, tornò a sedersi. “Le daremo altri cinquecentomila dollari. Lei vincerà le elezioni, Mr. Petrelli.” Accennò col mento alla cartella con le foto. “Quello è il suo impegno.”
Salì in macchina con le gambe che tremavano, la cartella stretta sotto il braccio come una bomba pronta a esplodere.