[J&W] Della monotonia (e altre dissertazioni)

Feb 07, 2010 21:28

Titolo: Della monotonia (e altre dissertazioni)
Fandom: Jeeves & Wooster
Pairing: Bertie/Vince (OMC/OMC)
Rating: NC-17
Conteggio parole: 437 (W)
Prompt: Original, M+M, "Sono a casa" @ P0rn Fest #3 (fanfic_italia)
Warning: Fluff. Fluuuuuuuuff.
Note: Ho usato un prompt originale perché i personaggi sono originali e non c'è alcun riferimento al fandom di partenza. Altro su Bertie & Vince qui. La fic è dedicata a sourcream_onion e alla sua La vita monotona di un uomo monotono, alla quale questa è chiaramente ispirata senza vergogna né pudore.

Bertie non era una persona avventurosa o intraprendente. Amava la routine; lo scorrere delizioso di giorni ordinati e sempre uguali, belli come uno scaffale pieno di libri della stessa altezza. Qualcuno, in passato, l’aveva definito noioso, e la cosa aveva fatto male. Bertie non era privo di fantasia e non aveva paura di usarla; e neppure era uno di quelli che si lasciano prendere dall’ansia a ogni piccolo cambiamento. I suoi interessi erano noiosi per la maggior parte della gente, d’accordo. Ma il cricket era più noioso di cento pagine di Sartre, per quanto Sartre non invogliasse a una felice nudità cameratesca. La monotonia aveva un fascino che non tutti capivano.

Monotonia era una sera d’inverno con un libro, un whisky e un pacchetto di sigarette. Monotonia era “Sono a casa” e il profumo e lo sfrigolio del cibo dalla cucina. Monotonia era la forma della giacca di Vince appesa alla chiave dell’armadio. Monotonia era la lisca di pesce dimenticata nel suo boccone. Monotonia - e oh, l’amava - era il corpo solido e caldo di Vince sotto il suo mentre facevano pigramente l’amore sul divano, lenti per deliberata non-fretta.

Vince gli accarezzava la pancia e il torace sotto il maglione, fermandosi talvolta a stringere un capezzolo tra le dita; lo masturbava lentamente con l’altra mano, seguendo il ritmo dato dai fianchi di Bertie. Aveva gli occhi socchiusi e il volto rilassato, colorito, sul quale passava solo a tratti una contrazione di piacere più intenso. Quelli di Bertie erano aperti sul resto della casa, sulla libreria, sul tavolo col tè dimenticato, sulla macchia di muffa che si allargava sopra la finestra (prima o poi avrebbero dovuto farci qualcosa). Lasciò vagare lo sguardo finché il suo corpo non gli impose di aumentare, e dovette abbandonare i pensieri per darsi al cambio di ritmo, ma senza ansia, con una rincorsa graduale e comoda come una salita che si inasprisce piano piano.

La faccia di Vince era sempre la stessa, e anche le sue mani e la sua pancia e il suo cazzo erano sempre uguali, ma non si sarebbe mai sognato di stancarsene.

“Vuoi andare da qualche parte, domenica?”

Vince continuò a rigirarsi una sua ciocca tra pollice e indice, gli occhi chiusi ma sveglio. “No. Tu vuoi andare da qualche parte?”

“No.”

Vince rimase in silenzio qualche secondo. “Pensavo di fare una lasagna, domenica.”

“Ti serve qualcosa? Faccio la spesa domani, tornando.”

“No, c’è tutto.”

“Bene.” Bertie si sistemò un po’ più comodo sul bracciolo del divano, spostando i riccioli di Vince che gli solleticavano il naso. “Mi piacciono le lasagne.”

Il resto del mondo non sapeva che si perdeva, evidentemente.

fic, pairing: bertie/vince, fic: jeeves & wooster, language: italian, challenge: p0rn fest

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