Titolo: Gratitudine
Autore: Namida
Beta:
izzieanne *ama sconsideratamente*
Fandom: David Murphy 911 (
Info sul fandom)
Personaggi: Michelle Wong Robinson (kid?), Charlie Wong (nominati: John Murphy, madre Michelle, Friedman)
Genere: Introspettivo, triste
Parole: 309 (W)
Rating:PG
Disclaimer: Non sono Roberto Recchioni (giuro!) e di conseguenza DM911 non mi appartiene, non lavoro per la Panini, non guadagno nemmeno un microcentesimo scrivendo tutto ciò, ma ne traggo puro e semplice divertimento.
Note: Mi sono ricordata in extremis che poteva esserci scritto il nome di Miss Robinson nel numero quattro, due secondini prima di postare la ficcy XD e dire che è stata una fatica scrivere cercando di non far comparire il suo nome XD sono fatta così: non noto i dettagli.
- E comunque Michelle è fighissima. E ha ragione. La ragazza, come dice nel numero quattro e come dico pure io nella ficcy, ha dovuto sentir per tutta la vita di speranza - e qui scatta la speculazione XD - mentre imparava a rassegnarsi all'assenza di un padre che se ne andava appena un certo idiota salvamondo bussava alla porta di casa. Cioè, ti credo che è diventata così, povera cucciola innocente. Non tanto per Charlieschifopadre, ma per la falsità del tutto. Ti dicono bianco e agiscono nero. Ok, ma poi non stupitevi se la bimbetta vi sputa in un occhio e tenta di ammazzarvi. E' faiga e ha ragione XD
Sì, sono fottutamente di parte.
Per tuttta la vita non ho fatto altro che sentir parlare di speranza... ma questo mondo non ha bisogno di speranza. L'umanità non è altro che un ammasso di pecore senza cervello in preda al terrore... è con la paura che possiamo dominarli e condurli verso un mondo migliore!*
Michelle Robinson Wong, David Murphu 911 n° 4
La presenza di John Murphy le risultava familiare e terrificante allo stesso tempo; quell’uomo piombava in casa a qualsiasi ora del giorno e della notte, sempre con lo sguardo smarrito e preoccupato. Sembrava quasi che cercasse in suo padre una qualche stramba salvezza.
E sembrava che suo padre si sentisse in debito con John, tanto da abbandonare la famiglia appena l’ospite - per nulla desiderato - varcava la soglia supplicando il suo aiuto.
Adattarsi all’assenza di Charlie non era stato così difficile come temeva, abituarsi al rancore, invece, alla rabbia che cresceva dentro di lei, no. Odiava Charlie e non poteva farne a meno. Odiava John e non voleva farne a meno.
«Sono tornato!» Charlie Wong entrò a passi lenti, riconobbe il suono della sua camminata, la giacca che veniva appesa all’attaccapanni, il sorriso con cui entrava in cucina, un misto di scuse e felicità. La scena si era ripetuta mille e mille volte; sua madre si sarebbe voltata, lo avrebbe salutato, felice del suo ritorno, e le cose sarebbero tornate alla normalità, fino alla prossima capatina di John Murphy.
Ma la mamma era morta.
Charlie la guardò per qualche istante, cercando la moglie nella cucina. Aveva chiesto lei stessa che non fosse riferito nulla all’uomo, voleva essere lei a dargli la notizia.
«Tua madre dov’è?»
«All’Inferno. Dove dovreste stare tu e quel bastardo di John Murphy.» alzò lo sguardo e incontrò quello del padre, notò l’incredulità, la consapevolezza, infine il senso di colpa che lo attanagliava. Cercò di dire qualcosa, ma Michelle si alzò e scappò velocemente dalla stanza, pur di non ascoltarlo.
Rassegnata all’idea che, anche senza la mamma, suo padre non avrebbe smesso di uscire da quella porta una volta entrato John Murphy. Rassegnazione, era tutto ciò che le avevano insegnato quei due.
E, da adulta, guardando il signor Friedman, non poté fare a meno di essergliene grata.
* Ma come si fa a non lovvare immensamente una così? Come?