Titolo: The love it takes to destroy a man
Fandom: Religione (mitologia greca)
Personaggi: Apollo, Artemide (Orione)
Rating: PG13
Avvisi: incest. Platonico, forse non corrisposto, ma pur sempre incest.
Parole: 297
Prompt: Dettaglio
it100Note: Il titolo viene da The Night Starts Here, Stars ed è merito di un'inconsapevole
vedova_nera xD cioè, stavo cercando un titolo per questa benedetta fanfic e ho ben pensato di cercare tra le canzoni consigliate da quel meme che ha fatto impazzire tutta la mia f-list *sìssì* che poi, sì, è un titolo random, ma non sapevo dove sbattere la testa.
- L'episodio narrato è
questo.
- Comunque Orione era un'idiota e Apollo ha fatto bene XD
Disclaimer: Non mi appartegono ò_O semmai io, misera mortale, appartengo a loro *si inginocchia*, potrebbero esistere, hanno la stessa probabilità di essere veri quanto gli Dei di qualsiasi altra religione attuale, nessun guadagno tanto divertimento.
Passare del tempo insieme, per loro, è naturale quanto respirare. Non hanno dei veri e propri interessi in comune, e nemmeno cose belle di cui parlare - principalmente sbraitano contro gli stupidi mortali che osano mettere in dubbio le loro immense capacità, e che, quindi, meritano la morte, o restano in silenzio, passeggiando sulla spiaggia, limitandosi a guardarsi, a sorridersi a vicenda - a sfiorarsi le mani, a volte.
Artemide conosce il gemello, sa che ha in mente qualcosa, lo guarda divertita e incuriosita aspettando di diventare una complice dei suoi piani.
Il loro rapporto è perfetto. Non esiste nulla di più puro e meraviglioso nell’Universo, e Apollo - che la ama come nient’altro, che deve difenderla soprattutto da lei, dalle sue scelte - non si pente nemmeno per un istante della decisione presa.
Si blocca di colpo, andandole davanti: «Allora, cacciatrice,» comincia, prendendola in giro, cosa permessa a lui e lui soltanto: «Dicono che te la cavi con l’arco e le frecce.»
«Vuoi mettermi alla prova?» risponde, il tono sempre allegro e l’espressione distesa. Non ha paura, perché quello è il suo gemello, e lui non le farebbe mai nulla di male.
«Se me lo chiedi con questa gentilezza!» Apollo si guarda intorno, finge di cercare qualcosa, poi, improvvisamente, punta l’indice verso il mare: «Vedi quel punto nero che si muove, sorella? È la testa di un malvagio chiamato Candaone, che ha sedotto una delle tue vergini. Ti sfido a colpirlo.»
Il puntino nero è solo un dettaglio in lontananza, ma Artemide non si lascia intimorire, prende le sue armi e, con precisione, scocca la freccia.
Apollo la conosce, sa che non ha sbagliato mira. Apollo la conosce, sa che ne soffrirà. Ma l’importante è che quell’inutile dettaglio sparisca dalla sua vita, l’importante è che resti sua e solo sua.