Titolo: Il più bel Natale
Fandom: Originale
Genere: ... generale?
Rating: PG?
Parole: 797 (Critty)
Prompt: Messa di mezzanotte @
MichiNote: Non lo so XD è nata così, e nemmeno mi spiace.
* Ora lo voglio anch'io un bar del genere é__è
Disclaimer: MIO! ù_ù
Non sono molti i negozi che osano evitare di mettere decorazioni a tema per le festività più commerciali - san valentino, halloween, natale -, lo potete notare voi stessi camminando durante uno di questi anniversari per le strade, con tutti quei cuoricini o zucche o lucine messe ovunque, quasi a voler ricordare alle persone in che periodo siamo, nel caso lo abbiano dimenticato.
E infatti in tutta la città c’è un solo bar che osa tanto.
Si trova vicino alla Chiesa Santissima Addolorata, con il parroco millenario - secolo più secolo meno - che ha battezzato metà paese e che non apprezza per niente l’ubicazione del locale. Ha spesso provato a fare presa sul sindaco perché gli togliesse proprio dal sotto il naso quella scocciatura; ma il primo cittadino, troppo bonaccione, ha riso delle sue proteste, e quindi l’uomo non ha trovato maniera migliore che quella di avvisare i suoi fedeli della pericolosità dei peccati e dei piaceri che l’alcol e la brutta condotta provocano.
Il proprietario del bar - un certo Luigi - trasferitosi da poco, ha preso più che bene la situazione, uscendo anche meglio che indenne. Invece di chiudere durante i giorni festivi - come la tradizione cristiana impone - lascia il locale aperto, fregandosene delle multe - che paga senza sbattere ciglio, nemmeno avesse tutti i soldi del mondo - e anzi, riuscendo persino ad evitare di addobbare le vetrine o l’interno in generale di qualsivoglia elemento festivo.
Resta un luogo serio, quindi, dominato da sedie rosse e tavolini chiari, qualche slot machine e una grande vetrata dalla quale si può vedere la Chiesa.
La Chiesa tutta luccicante illumina i fedeli che si avviano docilmente verso l’entrata, un esercito di vecchietti e bambini assonnati.
I clienti del bar, ovviamente, non sono gli stessi di quelli della Chiesa - come potrebbero, dopo che il parroco ha definito il suddetto locale “Una delle tante entrate per l’Inferno”? - e non sono minimamente interessati alle proposte di salvezza dell’anima né si fanno incantare dalla promessa di un Paradiso.
Mentre Luigi asciuga con calma un bicchiere, i suoi fedeli se ne stanno tranquilli e mogi mogi ai loro posti, senza disturbare.
C’è l’uomo triste con una birra in mano, la ragazza seduta ad un tavolino e la sua cioccolata, il ragazzo privo di una gamba con il suo Irish coffee, c’è il gruppo di amiche disperate e altra gente sparsa, persone che di felicità e Dio non vogliono proprio sentirne parlare, a meno che non si tratti di una barzelletta. Meglio se sporca. E sì, vale anche per le femmine.
Il bar di Luigi, con il tempo, anche grazie alla pubblicità del parroco, è diventato una sorta di ritrovo per persone così, esseri umani che l’umanità la capiscono poco e li spaventa un po’, forse perché l’hanno vista da troppo vicino o da troppo lontano. E che hanno bisogno di staccare la spina da essa. Il bar, ecco, è il loro rifugio e la loro salvezza, l’incanto che per un po’ riesce a salvarli.
“E IO VI DICO!” urla il parroco: “DIO PUNIRA’ OGNI AZIONE INFAME! OGNI INGIUSTIZIA! Ogni pensiero impuro!”
Negli occhi dei parrocchiani riesce a leggere la risposta strafottente: “Non c’ha niente di meglio da fare, questo Dio? Secoli e secoli passati ad ignorarci e ora dovrebbe sbucare all’improvviso e fare cosa di preciso? Ma sia serio, per favore.”
Eppure è serissimo, lui. Ricomincia a fare il vocione e vede il timore negli occhi di qualche genitore - la maggior parte dei giovani sembrano annoiati: “Tsk, in Assassin’s Creed 2 accadono cose ancora più tremende, vecchio. Se vuoi spaventarmi devi fare molto meglio… ma temo che tu non ne sia capace. Quindi muoviti con la predica che devo vedere se mi hanno regalato la wii fit.”
Disperato, finisce il suo discorso, dà una sorta di benedizione ai presenti e li osserva inquieto. Vorrebbe pensare che le cose non sono sempre andate così, che c’è stato un tempo in cui la paura dell’Inferno rendeva gli uomini più giusti e corretti… ma sarebbe falso. Sempre la stessa sporcizia, sempre la stessa impurezza. Chiude gli occhi preparandosi al gran finale.
Solo ora che anche le luci della Chiesa sono spente, Luigi si decide a sistemare per bene le sedie, a spazzare per terra. I suoi clienti se ne sono andati da un pezzo, ma lui sta aspettando l’ultimo della serata.
Il vecchietto non ci mette molto a farsi vedere. Entra con la solita insicurezza, sbuffando e ringhiando al nulla.
“Bentornato, parroco.”
“Luigi.” dice lui, e si siede davanti al bancone. Luigi si porta velocemente al suo posto e gli mette davanti al naso un buon bicchiere di cognac.
“Come è andato questo Natale?” gli domanda, come di rito.
“Uno schifo. Il tuo?”
Luigi sorride: “Ho passato il Natale più bello della mia vita.” ed è evidente che non sta mentendo.
Imprecando sottovoce, il parroco comincia a bere.