[Wizards of Waverly Place] Too far for you
Titolo: Too far for you
Fandom: Wizards of Waverly Place
Beta:izzieanne
Personaggi: Justin/Alex
Rating: R
Avvisi: INCEST fratello/sorella
Parole: 434
Prompt: Alex/Justin; l'erede/l'eredità per la Settimana Nera
Note: Titolo da I Wanna degli All American Rejects
- Sì, ho messo il fandom in inglese nella remota speranza che nessuno lo riconosca *occhioni*
- E comunque sono una donna malvagia, io.
- Odio questa fanfic XD cioè, non mi piace u_u ma amo Izzie - e anche Linda, anche se non sembra <3
Disclaimer: Grazie agli Dei e per fortuna della mia reputazione, ma mica tanto delle mie tasche, nulla mi appartiene, non ci guadagno e mi diverto discretamente XD
La competizione - quella che aspettavano con il fiato sospeso e troppa paura - si è rivelata un film già visto: Justin, innamorato di una stupida babbea mortale, ha preferito lasciare i suoi poteri ad Alex, ricevendo l’odio di Max e la lontananza da entrambi.
Adesso vive lontano, in una villetta con tanto di moglie incinta e cane in giardino, perché se la sarebbe cavata alla grande, poteri o non poteri, questo lo sapevano tutti.
«Che ci fai, qui?» le domanda, restando appoggiato con una mano al frigo, guardandola come se fosse la prima volta che si intrufola nella sua casa di notte - per lui, effettivamente, lo è.
«Sono venuta a trovarti.» risponde Alex, come sempre, alzando le mani e portandole alle gambe. Si alza con calma: «Sai, per ringraziarti dei poteri eccetera eccetera.»
Justin sorride - un sorriso affidabile, da brav’uomo: «Non ce n’è bisogno. Insomma, lo sai.» Si stringe nelle spalle e l’imbarazzo è lo stesso di tutte le volte. «Come stai?»
«Oh, bene. Ho affrontato un paio di mostri e ne sono uscita illesa.» Si vanta un po’ - lo fa perché sotto sotto c’è un rimprovero - mostrando un lieve sorriso.
«Immagino. Anche questa vita è avventurosa, sai? In altri termini ma beh…»
È a questo punto che, come ogni notte, Alex si alza sulle punte per baciare le labbra di Justin, prima che lui possa dire qualcosa di idiota o dolce riguardo alla famiglia che si sta creando e a quella schifosa che condivide il suo letto, la bacchetta tenuta compulsivamente dietro la schiena, come uno scoglio su cui reggersi.
Poi lascia che sia lui ad agire: la guarda per qualche istante, quasi trattenendo il fiato, decidendosi solo dopo troppo tempo a poggiarle una mano dietro la nuca e portarsela di nuovo vicino, per baciarla ancora.
I baci di Justin sono famelici e crudeli, per lui è l’unica notte che può passare tra le sue braccia, e questo lo porta ad essere aggressivo: la spoglia con foga mentre si avvicinano al divano, la bacchetta cade rumorosamente sul pavimento.
Alex aspetta sempre che si addormenti, attenta a non cadere nel sonno a sua volta. Appena il respiro di Justin è regolare, si alza piano piano, recupera i vestiti e la bacchetta. Sistemare il disastro combinato è semplice: bastano due frasi e un sussurro all’orecchio di Justin, perché nella casa non resti più traccia della propria presenza nemmeno nei suoi ricordi.
Si permette di osservarlo per pochi secondi prima di sparire per davvero, promettendo che questa è l’ultima volta - conscia che si tratta solo di una menzogna.
Fandom: Wizards of Waverly Place
Beta:izzieanne
Personaggi: Justin/Alex
Rating: R
Avvisi: INCEST fratello/sorella
Parole: 434
Prompt: Alex/Justin; l'erede/l'eredità per la Settimana Nera
Note: Titolo da I Wanna degli All American Rejects
- Sì, ho messo il fandom in inglese nella remota speranza che nessuno lo riconosca *occhioni*
- E comunque sono una donna malvagia, io.
- Odio questa fanfic XD cioè, non mi piace u_u ma amo Izzie - e anche Linda, anche se non sembra <3
Disclaimer: Grazie agli Dei e per fortuna della mia reputazione, ma mica tanto delle mie tasche, nulla mi appartiene, non ci guadagno e mi diverto discretamente XD
La competizione - quella che aspettavano con il fiato sospeso e troppa paura - si è rivelata un film già visto: Justin, innamorato di una stupida babbea mortale, ha preferito lasciare i suoi poteri ad Alex, ricevendo l’odio di Max e la lontananza da entrambi.
Adesso vive lontano, in una villetta con tanto di moglie incinta e cane in giardino, perché se la sarebbe cavata alla grande, poteri o non poteri, questo lo sapevano tutti.
«Che ci fai, qui?» le domanda, restando appoggiato con una mano al frigo, guardandola come se fosse la prima volta che si intrufola nella sua casa di notte - per lui, effettivamente, lo è.
«Sono venuta a trovarti.» risponde Alex, come sempre, alzando le mani e portandole alle gambe. Si alza con calma: «Sai, per ringraziarti dei poteri eccetera eccetera.»
Justin sorride - un sorriso affidabile, da brav’uomo: «Non ce n’è bisogno. Insomma, lo sai.» Si stringe nelle spalle e l’imbarazzo è lo stesso di tutte le volte. «Come stai?»
«Oh, bene. Ho affrontato un paio di mostri e ne sono uscita illesa.» Si vanta un po’ - lo fa perché sotto sotto c’è un rimprovero - mostrando un lieve sorriso.
«Immagino. Anche questa vita è avventurosa, sai? In altri termini ma beh…»
È a questo punto che, come ogni notte, Alex si alza sulle punte per baciare le labbra di Justin, prima che lui possa dire qualcosa di idiota o dolce riguardo alla famiglia che si sta creando e a quella schifosa che condivide il suo letto, la bacchetta tenuta compulsivamente dietro la schiena, come uno scoglio su cui reggersi.
Poi lascia che sia lui ad agire: la guarda per qualche istante, quasi trattenendo il fiato, decidendosi solo dopo troppo tempo a poggiarle una mano dietro la nuca e portarsela di nuovo vicino, per baciarla ancora.
I baci di Justin sono famelici e crudeli, per lui è l’unica notte che può passare tra le sue braccia, e questo lo porta ad essere aggressivo: la spoglia con foga mentre si avvicinano al divano, la bacchetta cade rumorosamente sul pavimento.
Alex aspetta sempre che si addormenti, attenta a non cadere nel sonno a sua volta. Appena il respiro di Justin è regolare, si alza piano piano, recupera i vestiti e la bacchetta. Sistemare il disastro combinato è semplice: bastano due frasi e un sussurro all’orecchio di Justin, perché nella casa non resti più traccia della propria presenza nemmeno nei suoi ricordi.
Si permette di osservarlo per pochi secondi prima di sparire per davvero, promettendo che questa è l’ultima volta - conscia che si tratta solo di una menzogna.