Titolo: Closer but apart (no one else can hear us)
Fandom: Merlin
Beta:
cialy_girl (si ringrazia anche
talpy)
Personaggi: Merlin, Morgana (compaiono anche Arthur, Gwen, Uther, si nomina Gaius)
Rating: PG16
Parole: 1.687 (W) -> WTF!!! XD
Avvisi: Future!fic (OOC? Secondo Linda no, però ç__ç nemmeno lei riesce a star dietro alle mie psicosi, povera cara)
Prompt:
C'è una lacrima nascosta che nessuno mi sa disegnare. @
khorakhane_itaNote: Titolo random da I'm Not Afraid - Lacuna Coil
- Linda andrebbe santificata, davvero.
Disclaimer: Ma figuratevi, nulla è mio e non ci guadagno nemmeno un centesimo. (Altrimenti Morgana e Merlin avrebbero già ucciso tutti e conquistato Camelot da un pezzo, tipo. E adottato Mordred, come minimo.)
Tre giorni dopo la morte di Gaius, Morgana ritorna a Camelot.
Morgana ritorna e subito viene organizzata una grandiosa festa in suo onore, Uther dimentica in un battito di ciglia la morte del fedele - servo - amico e gli occhi di Arthur e Gwen ricominciano a brillare come un tempo.
Morgana è tornata e Merlin l'ha vista lasciarsi abbracciare da Uther, sorridere alle persone che l'amano ancora, mostrarsi sconvolta e felice.
Morgana è tornata e gli si è avvicinata con il volto serio, lo ha stretto dolcemente e gli ha domandato, all'orecchio: "Ti sono mancata, Emrys?"
Morgana è tornata e Merlin sa di non potersi più fidare di lei.
Non era preparato a questo, nonostante gli avvertimenti del Drago, e quella incessante vocina nella sua testa che, dalla prima sentenza data dalla Creatura magica, continuava a bisbigliare incessantemente di fare attenzione, di tenere alta la guardia in presenza
(della strega)
di Morgana, adesso diventata un urlo (disperato) che mai lo lascia in pace.
Nei suoi confronti si comporta in modo freddo e distante, a tratti risponde persino male, si fissano negli occhi con sfida e non manca di farle notare i suoi errori. Arthur, inizialmente, prova a riportarlo alla ragione con calma, credendolo ancora sconvolto per la morte di Gaius - e per una volta ci ha preso.
"Credi davvero che Gaius vorrebbe questo, Merlin? Credi che ti approverebbe?" gli domanda, il Principino. Gli ci vuole poco - poche ore, a dire il vero - per decidere che non tollera più i suoi modi, cominciando a criticarlo apertamente.
Gwen lo disapprova, ma poi i cambiamenti di Morgana vengono a galla, e un senso di paura la rende meno protettiva nei confronti della propria padrona.
E per riflesso, Arthur comincia a notare quei particolari che ha tanto finto di non vedere, sempre più spesso si perde in discorsi che hanno come tema il "restarle vicino".
"Non sappiamo cosa ha passato." Dice di continuo: "Dobbiamo starle accanto, e presto tornerà ad essere la Morgana di sempre."
Gwen si aggrappa a quella speranza con una sorta di disperazione, tenta un riavvicinamento ma con scarsi risultati; Arthur per primo prova a capire la sorellastra e a ristabilire il rapporto precedente. Infine, nel suo discorsone si aggiungono le parole presto o tardi: "presto o tardi tornerà quella di sempre", ed è un "tardi" talmente dispettoso da non arrivare mai.
Merlin si limita a guardarli da lontano, con freddezza.
(Lui che ha già accettato la morte della Morgana di sempre)
Ci pensa spesso a come sarebbe andata se, invece di mandarla dai druidi, le avesse rivelato tutto su di sé, se ne avesse fatto un'alleata. Avrebbe potuto insegnarle ad usare la magia - essere per lei un maestro consapevole del fatto che presto l'avrebbe superato -, sarebbero diventati confidenti senza nemmeno un segreto da nascondere l'uno all'altra - avrebbero avuto al loro fianco, finalmente, qualcuno di cui fidarsi completamente, riuscendo anche a capirsi -, e il loro legame sarebbe diventato ancora più stretto, risultando praticamente indistruttibile.
Eppure anche in questa bella versione c'è qualcosa che stona, Merlin se ne rende conto.
Perchè si tratta solo di un bel sogno ad occhi aperti: che gli piaccia o no Morgana ha seguito un percorso suo, diverso, forse l'unico possibile per lei.
A volte è frustrante, il Destino, essere consapevoli che quella è la tua sola scelta, che qualunque cosa farai o dirai ti porterà allo stesso identico punto.
Ci si trascina in battaglie senza fine, è tutto un susseguirsi di crudeltà e sottointesi; puntualmente Morgana cerca di uccidere qualcuno - Uther, Arthur, Gwen, Merlin stesso -, puntualmente Merlin deve trovare il modo di salvare la situazione ed evitare di farsi scoprire, o di cadere in tentazione. Il che si rivela più difficile di secondo in secondo, con le parole della strega che rimbombano nelle orecchie: "Uther ci ha messo tre giorni per dimenticare Gaius. Quanto credi ci metterà Arthur per dimenticarsi di te?"
La prima volta che attacca Gwen, Merlin si infuria.
"Proprio lei! Lei che ti è sempre stata amica!"
Gli occhi di Morgana sono un pozzo di rabbia.
"Tu non sai cosa ho visto. Tu non sai cosa farà. Porterà questo regno alla rovina, se lascerai che salga al trono."
"Arthur la ama."
"Guinevere non metterà mai Camelot al primo posto: per lei ci sarà sempre prima l'amore... mentre per Arthur ci sarà sempre e solo Camelot."
Merlin non vede il punto centrale della questione, il nesso. La rabbia gli impedisce di capire che quello è l'ultimo avvertimento da amica di una donna che non lo sarà mai più.
"Non pensavo che saresti caduta così in basso." sibila, ferendola più di quanto lei abbia previsto.
Gli gironzola attorno con promesse allettanti, gli dice con esatta precisione cosa potrebbe avere: potere, denaro, felicità. La sua cara mamma potrebbe dormire in un letto vero, con lenzuola di seta, se solo; con un battito di ciglia potrebbe dire addio a qualsiasi denigrante lavoro, se solo; Camelot sarebbe sempre al sicuro con la fama di un potente mago pronto a distruggere qualunque nemico sia così stolto da attaccarla, se solo.
(Will, suo padre e Freya sarebbero ancora vivi, se solo)
"Tutto andrebbe meglio, Merlin, se solo ti unissi a noi."
È difficile ricordarsi che non sarebbe così facile.
È difficile resisterle.
Merlin non ha più nessuno con cui confidarsi, e le parole di Morgana sembrano miele colato, promesse allettanti di qualcosa che ha una consistenza reale, il Destino che si realizza ora e non più un giorno, un ipotetico e lontanissimo giorno fuori dalla visuale dei più. Gli sbatte in faccia la sua forza - i suoi poteri - accusandolo di non utilizzarli al meglio, di essere colpevole di tutte quelle morti e del dolore causato da Uther.
"Potresti cambiare le cose, se solo lo volessi." e nei suoi occhi vede chiaramente l'accusa di codardia.
Ma sa di non poter pensare unicamente a se stesso: deve proteggere Arthur, che non è ancora pronto per diventare Re, anche con la pressante sensazione che questa volta ci rimetterà davvero la vita.
"Non essere così ingenuo." gli dice: "La magia tornerà a Camelot, lo sai. Con o senza Arthur."
E non può fare a meno di crederle.
E non può fare a meno di averne paura.
Poi, di questi giochi, lei si stanca. È seduta sul bordo di una fontana, lo sguardo perso altrove, il cappuccio verde calato sugli occhi.
"Mi hai fatto chiamare, Lady?" domanda, avvicinandosi cautamente.
"Se tu lo volessi..." sussurra lei, e Merlin è costretto ad avvicinarsi ulteriormente per riuscire ad ascoltarla, mentre lei si volta a guardarlo: "Se tu lo volessi, Emrys, tutto questo sarebbe tuo. Il regno intero..."
"Non è quello che desidero."
"... immagino di non essere nemmeno la prima ad offrirti il potere." Ha lo sguardo dispiaciuto, come se le pesasse continuare: "Ma io non sono come gli altri, e ti conosco. E ti voglio bene. Per questo ti offro una scelta e una settimana per pensarci."
Merlin si irrigidisce.
"O ti allei con noi, Emrys, o ti denuncerò ad Uther in quanto stregone."
Ha una settimana per pensarci e la utilizza spaccandosi il cervello pur di trovare una soluzione adatta; ma di soluzione ce n'è una sola.
Il desiderio di andare da Arthur e accusare la strega è forte, ma sa bene che finirebbe anche peggio (quando mai si è visto un servo accusare una Lady?), lei ne verrebbe a conoscenza e a sua volta lo denuncerebbe a Uther.
Alla fine il Principe si limiterebbe a farlo scappare, con una sana dose di insulti per la sua follia.
Ha una settimana per pensarci, e la utilizza per farsene una ragione: questa volta Morgana ha vinto.
Fuggire è una parola dal suono dolce, la promessa di un indefinito posto migliore. Ha osato pronunciarla solo con - per - Freya, è crudele doverla riportare in superficie per motivi così diversi - odio, ricatto, Morgana.
Arthur ha brontolato un po', ma non ha saputo opporre una reale resistenza davanti alla scusa di una madre malata - solo un'altra bugia, adesso persino il senso di colpa per le menzogne dette si è affievolito fino a diventare inesistente -, sottolineando ripetutamente che, comunque, Merlin resta suo dipendente, e una volta ristabilita la salute della donna dovrà tornare a Camelot il più presto possibile.
Morgana ha inclinato la testa quando il mago è stato costretto a riferirle della sua partenza.
"Mi mancherai. Sei un buon amico."
"Vorrei poter dire lo stesso." ha replicato Merlin, con rabbia e disperazione. E se quella fosse stata la Morgana che aveva incontrato tempo fa, ne sarebbe stata ferita.
Invece, nei suoi occhi, Merlin ha visto solo freddezza.
(Lei che ha già accettato la morte della loro amicizia e la nascita del loro odio)
Gwen resterà addormentata per tutto il tempo del viaggio, arrivati a casa le spiegherà ogni cosa - ogni insignificante dettaglio. Lasciarla senza protezione a Camelot è un pericolo che non può farle correre. Teme che la sua scomparsa possa avvicinare Morgana ad Arthur, ma non trova alternative valide.
Morgana gli si avvicina cauta, osservandolo. Merlin ricambia lo sguardo solo dopo essere salito sul cavallo.
"Avrei preferito che restassi. Come nostro alleato."
Merlin scuote la testa: "Impossibile." non distoglie lo sguardo dai suoi occhi nemmeno per un istante.
"Lo sai che tornerò, vero?"
"Quando accadrà, dovrai chiamarmi regina."
Merlin stringe le redini. "Stai in guardia." lascia che passi qualche secondo, spaventato e dispiaciuto da quello che sta per dire, per poi aggiungere, con disprezzo: "Strega."
Lei assottiglia gli occhi, si arrabbia, mentre Merlin dà comando al cavallo di cominciare la sua corsa, e nonostante si stia allontanando gli arriva chiara la minaccia della donna: "Non puoi essere mio nemico, Merlin! Non puoi battermi!"
E' con amarezza che Merlin si sforza di accettare la consapevolezza che invece è proprio così che finirà, che non può essere altrimenti: si tratta del loro Destino.
(di ogni passo, di ogni parola, di ogni azione che li ha portati a questo punto, e che non ha ancora finito di trascinarli verso la catastrofe e l'odio).