[Merlin] The good things never last
Titolo: The good things never last
Fandom: Merlin
Beta: cialy_girl
Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin (nominate: Morgana, Gwen)
Rating: Pg13
Parole: 274 (W)
Prompt: Previsto @ It 100
Note: Titolo da Lost di Michael Bublé.
- Future!fic vagamente (davvero! XD) darkettosa
- Possibile OOC.
Disclaimer: Non mi appartengono, non ci guadagno, mi diverto e basta :)
Certe volte Merlin gli risulta davvero odioso. In una maniera fastidiosa e troppo forte per essere ignorata, certe volte Arthur desidera di poterlo vedere nuovamente come schiavo, goffo e gentile, anche a costo di perdere quel mago potente ormai essenziale per la sopravvivenza di Camelot.
Vorrebbe rivedere il Merlin sorridente, non quello tetro e adulto, quello che sembra portare sulle spalle chissà quali grandi responsabilità e rimpianti, vorrebbe indietro il ragazzo che non si faceva abbattere dai segreti, quello che non era ancora consapevole di come sarebbe andata a finire tutta questa storia.
Gli piacerebbe riavere anche Gwen, sì, quando era saggia e giusta, quando ancora certi dolori non l’avevano spezzata in due, rendendola fragile e spossata.
E Morgana. Ci pensa spesso a sua sorella, ci pensa tanto da essere sul punto di impazzire, e quando lo fa, Gwen e Merlin lo notano sempre; nei loro sguardi può intravedere quella nota di rimprovero, perché sanno che non ha smesso di amarla, sanno che non riesce a reputarla una nemica.
«Questa mossa non condurrà a nulla di buono, Sire.» gli rivela Merlin, guardandolo da sotto il cappuccio che ora porta sempre calato. Arthur reprime un gemito di frustrazione, perché quel tono significa una sola cosa: Merlin ha già visto, Merlin sa.
«Non sarebbe il tuo primo sbaglio, mago.» sputa, sfidandolo apertamente, ma l’uomo china il capo e: «Come desidera.» dice, con tutto il rispetto del caso.
Arthur lo fissa allontanarsi dalla stanza, chiedendosi quando diavolo abbia perso le persone più importanti della sua vita, e come abbia potuto permettere che accadesse.
«Mi dispiace.» Bisbiglia alla sala ormai vuota, mentre il peso della corona sembra schiacciarlo.
Fandom: Merlin
Beta: cialy_girl
Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin (nominate: Morgana, Gwen)
Rating: Pg13
Parole: 274 (W)
Prompt: Previsto @ It 100
Note: Titolo da Lost di Michael Bublé.
- Future!fic vagamente (davvero! XD) darkettosa
- Possibile OOC.
Disclaimer: Non mi appartengono, non ci guadagno, mi diverto e basta :)
Certe volte Merlin gli risulta davvero odioso. In una maniera fastidiosa e troppo forte per essere ignorata, certe volte Arthur desidera di poterlo vedere nuovamente come schiavo, goffo e gentile, anche a costo di perdere quel mago potente ormai essenziale per la sopravvivenza di Camelot.
Vorrebbe rivedere il Merlin sorridente, non quello tetro e adulto, quello che sembra portare sulle spalle chissà quali grandi responsabilità e rimpianti, vorrebbe indietro il ragazzo che non si faceva abbattere dai segreti, quello che non era ancora consapevole di come sarebbe andata a finire tutta questa storia.
Gli piacerebbe riavere anche Gwen, sì, quando era saggia e giusta, quando ancora certi dolori non l’avevano spezzata in due, rendendola fragile e spossata.
E Morgana. Ci pensa spesso a sua sorella, ci pensa tanto da essere sul punto di impazzire, e quando lo fa, Gwen e Merlin lo notano sempre; nei loro sguardi può intravedere quella nota di rimprovero, perché sanno che non ha smesso di amarla, sanno che non riesce a reputarla una nemica.
«Questa mossa non condurrà a nulla di buono, Sire.» gli rivela Merlin, guardandolo da sotto il cappuccio che ora porta sempre calato. Arthur reprime un gemito di frustrazione, perché quel tono significa una sola cosa: Merlin ha già visto, Merlin sa.
«Non sarebbe il tuo primo sbaglio, mago.» sputa, sfidandolo apertamente, ma l’uomo china il capo e: «Come desidera.» dice, con tutto il rispetto del caso.
Arthur lo fissa allontanarsi dalla stanza, chiedendosi quando diavolo abbia perso le persone più importanti della sua vita, e come abbia potuto permettere che accadesse.
«Mi dispiace.» Bisbiglia alla sala ormai vuota, mentre il peso della corona sembra schiacciarlo.