Titolo: Quello che non puoi combattere
Fandom: DC
lovvoverseBeta:
cialy_girlPersonaggi: Barbara Gordon, Noah Kuttler (nominato:
Jim Kuttler)
Rating: Pg15
Parole: 337 (W)
Note: Uh
- Dite la verità, vi mancava il flood continuo di
fuoriposto, neh? y_y
Disclaimer: Ewwww, non ci guadagno, non sono miei, bla bla bla.
Puoi combattere contro tutti i mostri, e i fantasmi, e gli errori che le tue azioni e questo mondo riescono a creare, puoi cercare di rimetterti in gioco anche con un proiettile ficcato nella spina dorsale e aver scelto come marito un ex-criminale, puoi ancora sconfiggere i cattivi e picchiare duro, perché è quello che hai ed è tutto quello che sei, ma ad un certo punto-
Basta.
La paura si è trasformata in qualcosa di nuovo, non è più una risata chiassosa che rischia di portarti via tutto, è il sussurro che nasce alle tue spalle, la verità che nessuno riesce a dirti ma che non possono ignorare quando ti guardano negli occhi.
Noah, seduto sul letto con la testa bassa, resta in completo silenzio lasciando a te la decisione - è stato lui ad affrontarti apertamente, a dirti che non si tratta più di scegliere tra l’essere un’eroina e fare la vita da civile, ma tra l’essere un’eroina e tuo figlio.
L’ipotesi che Jim potesse passare da quella parte ti ha sfiorato più volte, nel corso della sua esistenza. È cominciata come un vago sospetto, finendo col diventare un irascibile urlo della tua coscienza, che si sforzava di farti notare che non ti stavi affatto prendendo cura della cosa, che stavi consapevolmente ignorando la natura di tuo figlio.
All’epoca non avevi nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di mollare il tuo lavoro, ti sembrava una scelta da codarda, quasi ridicola, il fatto che qualcuno che ami passi dall’altra parte non dovrebbe fermarti.
Ora però sei stanca. Ti senti addosso questa enorme stanchezza, quasi non ti permette di respirare. E più pensi a tuo figlio più ti è difficile anche solo prendere in considerazione l’ipotesi di rimetterti dietro ad un monitor e cercare di fermarlo, di fargli del male.
Prendi un respiro, tieni dritta la schiena e tentando di non piangere lo dici.
“Portami via da qui.”
Noah alza lo sguardo stupito.
L’unica risposta che ottieni è la sua mano che si avvicina alla tua e stringe forte.