[Earth 618] Sai che peso su di me la tua pelle se poi non c'è

Jun 23, 2011 15:26

Titolo: Sai che peso su di me la tua pelle se poi non c'è
Fandom: earth_618
Beta: cialy_girl
Personaggi: Bart West(/OFC), Judy West(/ Chris Gordon)
Rating: Pg16
Parole: 1.142 (W)
Avvertimenti: Incest ♥, AU dilagante
Note: Il titolo è da Neanche il mare dei Negramaro. Sono diventata matta a cercarne uno adatto, davvero, quindi amatelo ;O;
- XDD io SPERO di non essere andata OOC ma XDDDD ew. Perdonatemi. E' che fare quella cattiva mi riesce bene e mi diverte tanto.
- Il tizio con cui si mette la Judy è Chris, anche se non lo nominano :O la tipa non ha nome XDD
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma sono di Lev e Kit <3 io non ci guadagno dindini solo goduria a prescindere a far trombare due fratelli XDDD


«Non voglio che mi tocchi.»
La prima volta che Judy glielo dice ha quattordici anni e gli occhi pieni di odio.
Non si tratta di rabbia, non è più come quando erano dei mocciosi e toccarla significava farla incazzare, una corsa, un raggiungersi più con l’astuzia che grazie alla velocità, e qualche sberla innocua. Significava giocare, significava beccarsi dei lamentosi: «Lasciami stare!», significava un sacco di sgridate da mamma e papà, significava ridere di lei.

Ma Judy non gli aveva mai chiesto di non essere toccata.

C’è stato un momento nella loro esistenza, da qualche parte, in cui Judy ha cominciato a riservargli un rancore strano, qualcosa che Bart è riuscito a notare per un pelo tra le risposte secche e il suo sguardo durante gli allenamenti del ragazzo.
C’è stato un momento, per Bart, nella loro esistenza, da qualche parte, in cui ha realizzato che non avrebbe mai potuto sfiorare sua sorella senza rischiare troppo.
C’è stato un momento, nella loro esistenza, da qualche parte durante i giochi stupidi, lo studio insieme e gli sguardi che si scambiavano d’istinto, in cui hanno capito che la sola esistenza del proprio gemello li ha fottuti per sempre.

Lei non vuole più essere toccata. Glielo ha detto con la rabbia della figlia venuta male, della velocista che resterà indietro, guardando negli occhi il gemello a cui tutto è stato concesso senza che se lo meritasse.
Bart ridacchia e arretra di qualche passo, scherzoso, e quella è la sua unica risposta, perché se cominciasse a parlare le spiegherebbe che lo capisce perfettamente, il suo odio. Che anche lui la detesta tanto, che odia con tutte le proprie forze come la maglietta troppo larga lasci intravedere la piccola sagoma del suo seno, che non sopporta dover soffermarsi su ogni centimetro del suo corpo appena Judy si distrae abbastanza a lungo, che non reggerà ancora per molto continuare a non conoscere il profumo della sua pelle.
Questo le direbbe, che sono destinati ad odiarsi per sempre.

-

«Non voglio che stai con lui.»
Anni dopo è Bart ad essere incazzato. La osserva attentamente irrigidirsi e ricambiare l’occhiata con sfida e un po’ di stupore, perché sebbene quel tono autoritario sia tipico del gemello non l’ha mai usato nei suoi confronti.
«Non mi interessa.» Borbotta, con poca convinzione, continuando a non capire: «È un bravo ragazzo.» Aggiunge, quasi scusandosi.
Bart scuote piano la testa: «No.» Ripete, a bassa voce.
Judy lo guarda per un istante troppo lungo, schiude le labbra per dire qualcosa ma Bart è velocissimo a scappare.

Quando la cosa diventa ufficiale il suo cervello comincia ad elaborare sempre nuovi e pressoché perfetti piani per ammazzare lo schifoso senza essere scoperto; non sa bene per quale ragione si trattenga dal renderli reali.
La cosa peggiore è non riuscire per niente ad andare avanti, passa più tempo possibile nel mondo sbagliato a girare intorno a Judy, sostenendola in qualsiasi stronzata decida di compiere.

Si trascina così per un sacco di tempo, pensando che prima o poi il suo dannatissimo cuore smetterà di battere per la frustrazione, finché nel parco dello Xavier Institute, mentre lui è seduto sul prato, una ragazza dai capelli mori e gli occhi verdi non gli passa davanti sorridendogli.
L’ha rincorsa, le si è affiancato, ed è stata l’unica persona al mondo capace di fargli dimenticare Judy per qualche istante.

Più tempo passa, più la relazione con la ragazza si fa seria, più si ritrova nel mondo giusto a compiere giuste azioni mentre la mancanza di sua sorella preme forte, fortissimo, ma per qualche miracolo risulta sopportabile.

Judy non la prende bene.
Guarda la donna che divide il letto con suo fratello e rimane gelida e immobile come una statua, smettendo di rivolgere la parola a lui e lanciando occhiate di odio a lei.
È qualcosa a cui Bart cerca di non fare caso, perché aggrapparsi ad un’ultima lieve speranza per poi restarne deluso sarebbe, semplicemente, troppo.

-

«Perché l’hai lasciato?» La fissa senza riuscire a decifrare cosa le stia passando per la testa.
Judy picchietta il piede nervosamente ma a velocità normale, guardando in basso, e usa un tono di voce velenoso quando risponde.
«Perché a te non piaceva.»
Bart borbotta qualcosa sull’essere leggermente in ritardo e Judy si volta di scatto verso di lui.
«Pensavo che saresti rimasto di qua.»
Il velocista aggrotta le sopracciglia.
«Con me, Bart. Invece, a quanto pare, hai trovato qualcuno di più importante.»
È come se qualcosa gli fosse appena esploso in testa e non sa dire, con esattezza, se sia felicità o terrore. Si porta una mano alla fronte, cercando di mantenere il controllo, cercando di ristabilire le distanze che con tanta fatica ha mantenuto fin’ora.
«No, Judy, non è così…»
«Non è così?»
In pochi attimi è davanti a lui, la stessa occhiata combattiva di sempre, quella che lo porterà alla tomba.
«E allora com’è, Bart?»
Non è mai stato bravo a ragionare con il corpo di Judy troppo vicino, a dire il vero.
«Volevo solo…»
«Sono anni che nemmeno mi sfiori!» Sbotta lei, allargando le braccia: «Ti rendi conto? Non un abbraccio, Bart!»
«Ma ci sono sempre stato…» Tenta di difendersi, mentre i pensieri si offuscano sempre di più.
«Voglio che lasci quella.»
«Judy…»
«Voglio che mi tocchi.»
Bart spalanca gli occhi. La sua capacità di ragionamento è arrivata ai minimi storici, la sua coscienza non ha più la forza per fargli notare che forse sua sorella vuole solo una pacca sulla spalla e tanti complimenti, né che se desiderasse altro sarebbe la cosa più sbagliata del mondo e lui dovrebbe proteggerla anche a costo di farsi violenza.
Solleva la mano cercando di non tremare, continuando a guardarla nel caso cerchi di ritirarsi come quando erano bambini e lui si avvicinava. Ma Judy resta immobile e nel momento in cui le sfiora la guancia con le dita chiude gli occhi, gli afferra la mano e lo costringe ad accarezzarle il viso. Ha ancora gli occhi chiusi quando Bart fa uno scatto in avanti e passa la mano sui suoi capelli per tirarsela contro e baciarla.

È frenetico nel toccarla, si spogliano entrambi velocemente ma è Bart quello che si sofferma più tempo a baciarle ogni centimetro di pelle, ad accarezzarla, come se non volesse perdersi nemmeno un dettaglio, ed è sempre lui ad alzare lo sguardo per rassicurasi della volontà della ragazza, mentre Judy gli graffia la schiena e ad ogni sospiro ripete il suo nome.

«Mai più, Bart.»
Esce completamente dalla fase di dormiveglia quando lei pronuncia queste parole, stesa vicino al suo fianco, con il viso appoggiato al suo petto.
«Cosa?» Domanda, cercando di apparire meno terrorizzato di quanto sia.
«Non smettere mai più di toccarmi.»
Bart sorride, sposta una ciocca dei suoi capelli.
«Non ne avrei la forza, sai?»
«Bene,» è l’ultimo bisbiglio che Judy si lascia scappare prima di addormentarsi.

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