ARCANA (29/37)

Aug 03, 2014 15:04

Title: Arcana
Rating: NC-17
Pairing: Sergio Ramos/Fernando Torres - Daniel Agger/Martin Skrtel
Warnings: alternative universe, slash
Disclaimer: This is a work of complete fiction.
Summary: Arcana. A story of love, magic, blood and tears.

Il sole stava calando e loro cominciarono a prepararsi.
Nella grotta il clangore del metallo delle armature che venivano indossate e delle spade che venivano sguainate per l’ultima prova e poi rinfoderate, sovrastava ogni altro suono. L’adrenalina saliva insieme alla tensione, ogni guerriero aveva ben chiari in testa i pericoli che avrebbero corso nelle prossime ore, ma allo stesso tempo sentiva anche l’eccitazione della battaglia, dello scontro e si caricava pensando alla vittoria finale che avrebbe permesso loro di porre fine a quel viaggio e di tornare finalmente alle loro vite.

Lys guardava Martin e Daniel armarsi e la paura le fece spuntare la coda e le orecchie, Martin la prese in braccio appena finito di prepararsi e lei si avvinghiò al suo collo
“no via”
Martin strusciò la guancia contro la sua
“torneremo presto amore, non devi avere paura”
“no via!”
tremava e Martin sentì il cuore stringersi
“guardami amore”
la bambina obbedì e lui le sorrise
“hai paura per noi?”
le sue orecchie si piegarono indietro
“paura …”
Martin allora si trasformò per lei, mostrandole le zanne e facendole sentire i muscoli che si gonfiavano, lei spalancò gli occhi piena di meraviglia come ogni volta che lui le mostrava il suo lato oscuro; lei non lo temeva, lo amava
“nessuno ci farà del male amore”
Lys allungò la mano e gli sfiorò le zanne
“no male”
“no, nessun male e noi torneremo a prenderti”
“prendermi”
“esatto. Io e Daniel torneremo da te e mentre saremo via tu farai la brava con Misa e farai tutto quello che ti dirà lui va bene?”
Lys annuì poi si voltò verso Daniel
“no male”
Daniel le sorrise
“nessun male amore”
la bambina abbozzò un sorriso e loro la portarono da Misa.
Non fu facile lasciarla li, non fu facile guardarla rattristarsi fino alle lacrime ma lo fecero e raggiunsero gli altri al centro della caverna.
Non furono dette grandi parole, nessuno fece discorsi particolari: i guerrieri si guardarono in faccia e si limitarono ad annuire tutti. Erano pronti. Ares diede il segnale e un attimo dopo svanirono tutti lasciando Misa e Lys a fissare il vuoto e Gholem a disperarsi perché doveva vegliare su di loro invece che stare vicino alla sua padrona.

◊◊◊●◊◊◊

Questa volta non apparvero dentro la casetta di legno ma fuori.
Appena toccato il suolo nemico si schierarono uno accanto all’altro e sguainarono le spade: di fronte a loro la vallata e cinque pattuglie di Karmet.
Il cielo era terso quindi la visibilità era perfetta, l’aria era ancora surriscaldata dal sole infernale del pomeriggio ma si stava rinfrescando mentre il tramonto dipingeva il cielo di rosso, tutto esattamente come avevano calcolato.
Il primo a partire fu Akry, che in groppa non portava Natanian ma Blue. Appena il drago ebbe spiccato il volo il divino usò la sua magia per scandagliare la vallata in cerca di incantesimi di difesa. Quello era il loro compito, scandagliare e proteggere dall’alto.
Non trovò niente e lo comunicò con la mente ad Apollo che diede il via libera all’attacco.
Nel frattempo i Karmet si erano accorti di loro.
L’esercito dell’Oracolo si lanciò verso la Rocca, loro meta primaria.
Non potevano smaterializzarsi direttamente dentro la Rocca perché Kronos l’aveva protetta proprio per evitare una simile eventualità e non potevano smaterializzarsi nemmeno davanti alla Rocca, perché se lo avessero fatto, si sarebbero trovati nemici sia di fronte che dietro e sarebbero stati circondati in pochi minuti.
Tutte le pattuglie di Karmet si diressero contro di loro ma date le differenti distanze da dove erano partite, sarebbero giunte ad ondate invece che tutti insieme. Questo era esattamente quello che volevano i guerrieri che stavano correndo loro incontro.
Lo scontro con la prima pattuglia fu accompagnato da un boato creato dalle armature che cozzavano e dalle grida dei guerrieri che liberavano l’adrenalina di botto.
Il primo impatto lo assorbirono Alexis, Domino, Ares e Apollo che per la potenza e le dimensioni fisiche erano una muraglia umana, a coprire i fianchi c’erano Martin e Daniel a sinistra e Fernando e Sergio a destra. Al centro Haxa, Artemide e Catalina a chiudere le fila i tre elfi Dae Natanian e Calad.
La muraglia fendeva colpi e respingeva i nemici, le ali laterali li contenevano per non farsi circondare, il centro sfondava ogni volta che il muro si apriva per permettere loro di colpire e le retrovie infierivano i colpi finali quando il centro tornava in posizione.
Una macchina perfettamente oliata e organizzata.
La prima pattuglia di Karmet fu spazzata via, guadagnarono terreno e incontrarono la seconda.
Stessa tattica stesso risultato. L’esaltazione cresceva nonostante qualche ferita ma l’adrenalina anestetizzava il dolore. Avevano raggiunto il centro della vallata quando la terza e la quarta pattuglia di Karmet piombarono su di loro. Lo scontro fu più duro e dovettero cambiare tattica perché si ritrovarono circondati. La formazione cambiò: muro, ali e retrovie divennero un cerchio dal centro del quale Haxa, Catalina e Artemide, schiena contro schiena, lanciavano attacchi nei punti in cui il cerchio cedeva rinsaldandolo di nuovo. Intanto dall’alto, Akry e Blue tenevano impegnata l’ultima pattuglia.
Lo sforzò era immenso, il sudore si mischiava al sangue e alla polvere, la fatica cominciava ad appesantire i muscoli ma non cedettero, colpo dopo colpo vinsero anche quella battaglia e alla fine spazzarono via i Karmet come avevano già fatto con le prime due pattuglie.
Restava solo una pattuglia tra loro e la Rocca.
Ansimanti ma con il sangue in fiamme, i guerrieri ripresero subito la prima formazione e si lanciarono sui Karmet rimasti decisi a farli scomparire come gli altri. Akry e Blue si allontanarono e loro piombarono sui soldati di sabbia come una tempesta, disfacendoli e facendoli tornare polvere.
Quando l’ultimo cadde, nella vallata calò il silenzio.
L’esercito dell’Oracolo si fermò per la prima volta da quando era scoppiata la battaglia.

Martin guardò la ferita che sanguinava sul braccio di Daniel
“dobbiamo medicarti”
“sto bene”
“Daniel”
ma Daniel lo guardò di traverso
“anche se sono l’unico essere umano senza poteri, sono un guerriero come tutti voi! Non osare trattarmi come una signorina capito?”
Martin sollevò un sopracciglio poi gli sorrise orgoglioso
“capito”
“bene! Ora dimmi che sono stato favoloso e dammi un bacio”
e Martin lo fece perché lo pensava davvero.

E mentre anche gli altri si controllavano a vicenda, Haxa si avvicinò ad Alexis e rimasero a guardarsi senza dire niente. La dea era rimasta impressionata nel vederlo combattere e nel vedere che lui l’aveva sempre tenuta d’occhio per tutto il tempo facendole da scudo. Questo aveva fatto breccia dentro di lei più di ogni altra cosa lui avesse mai fatto fino a quel momento e glielo stava dicendo con gli occhi, perché non era mai stata brava con le parole
“mi ami mia Regina?”
“non fare domande idiote”
Alexis sorrise e lei gli afferrò la nuca e lo baciò.
Ottima risposta per chi non sa usare le parole.
Un OOOH generale dimostrò che se avevano tempo per le smancerie allora stavano tutti bene e potevano passare alla fase successiva senza perdere altro tempo.

Guardarono la Rocca: ora dovevano entrare e affrontare quello che avrebbero trovato li dentro, ma stavolta nessuno sapeva cosa aspettarsi e questo portava lo scontro ad un livello di rischio molto superiore.
Akry atterrò e Blue si unì a loro mettendosi in testa al gruppo, il drago ora sarebbe rimasto fuori da solo a sorvegliare la vallata mentre loro sarebbero entrati tutti.
Serrarono i ranghi e varcarono l’enorme portone di legno che era per metà aperto ritrovandosi in una grande sala quadrata sulla quale si aprivano tre porte, appena dentro Blue sentì qualcosa e si fermò
“c’è qualcosa di diverso qua dentro. Non riesco a capire cosa perché è troppo debole ma è magia”
“un incantesimo?”
chiese Ares ma il divino scosse la testa
“no, non direi, più come una scia lasciata da qualcuno”
“Kronos?”
“se fosse lui la scia sarebbe molto più forte”
Blue si sforzò di capirne di più ma fu inutile, frustrato guardò il dio della guerra
“mi dispiace Ares ma non riesco a capire cosa sia”
Ares gli appoggiò una mano sulla spalla
“va bene Blue, comunque non ci sta uccidendo quindi possiamo andare avanti, tu continua a tenerla sotto controllo”
ripresero a camminare e raggiunsero la porta in fondo alla stanza.
A parte i loro passi non si sentiva altro, quel posto sembrava deserto ma sapevano che non era così. Con la guida di Alexis si incamminarono verso l’ala nord della Rocca dalla quale si accedeva direttamente ai sotterranei. Passarono per corridoi e stanze senza mai incontrare nessuno e questo li rese sempre più nervosi perché aveva chiaramente l’aria di essere una trappola.
Entrarono nel salone più grande che avessero incontrato fino a quel momento, pietra sui pavimenti e sulle pareti, soffitto di travi di legno e grandi scudi appesi alle pareti, non c’erano tavoli o sedie o altro, solo una enorme scalinata in legno che conduceva al piano superiore dove una lunga balconata faceva il giro di tutta la sala
“che posto è questo?”
chiese Sergio e Domino indicò la balaustra
“è la sala delle battaglie. Kronos se ne sta sulla balaustra e guarda i suoi schiavi combattere uno contro l’altro fino alla morte”
Sergio scosse la testa contrariato e Alexis si fece avanti
“quello là in fondo è il corridoio che conduce ai sotterranei”
tutti guardarono il punto indicato da Alexis e la domanda più logica che tutti si fecero fu:
“perché non c’è nessuno a sorvegliare quel posto?”
“potrebbero aspettarci nel sotterraneo?”
chiese Calad e Alexis scosse la testa
“no, il sotterraneo è stretto e lungo, potrebbero esserci al massimo tre quattro Karmet di guardia ma non di più”
“allora dove sono finiti tutti?”
“non lo so, forse l’Oracolo non è più qui”
e quella possibilità gelò il sangue a tutti. Questo avrebbe spiegato l’assenza di guardie all’interno della Rocca, forse i Karmet di pattuglia fuori erano solo un bluff per far credere loro che Kyara fosse ancora li mentre invece Kronos l’aveva portata via. Lo sconforto serpeggiò nell’aria ma Sergio scosse la testa
“io non credo. Kyara ce lo avrebbe fatto sapere se fosse stato così. Se non l’ha fatto è perché è ancora qui”
“Sergio ha ragione” continuò Fernando “lei l’avrebbe previsto e ce lo avrebbe fatto sapere tramite Misa.”
“ma allora perché non c’è nessuno?”
chiese ancora Calad e Sergio guardò l’ingresso del corridoio per i sotterranei
“non lo so, forse li abbiamo uccisi tutti, forse Kronos non è così furbo come pensiamo e non ha protetto bene questo posto. Quello di cui sono certo è che non me ne andrò se non sarò sceso a vedere se Kyara è la sotto”
Ares gli appoggiò una mano su una spalla
“va bene Sergio, seguiamo il piano originale, tu, Fernando e Cat…”
“ragazzi … sta succedendo qualcosa”
l’avvertimento di Blue interruppe Ares e tutti si voltarono verso il divino che stava sudando
“la scia di prima sta diventando forte … troppo forte”
chiuse gli occhi per un attimo ma poi li riaprì gemendo di dolore, Dae lo prese appena in tempo prima che cadesse a terra
“è terribile, non ho mai sentito una potenza come questa”
“Kronos”
ringhiò Apollo e in quel momento Sergio sentì una voce
“corri Sergio. Vieni da me”
la riconobbe subito: era Kyara.
Reagì d’istinto e fece appena in tempo a prendere Fernando per mano e lanciarsi verso il corridoio perchè un secondo esatto dopo che vi furono entrati la sala fu circondata da una rete energetica e sulla balaustra apparve Kronos.
Appena lo vide Haxa si lanciò verso di lui, si smaterializzò ma un secondo dopo riapparve e ricadde al suolo pesantemente, si rialzò e ci riprovò ma accadde la stessa cosa, Kronos scoppiò a ridere
“puoi provare tutte le volte che vuoi Haxa ma non riuscirai mai ad uscire da li” allargò le braccia indicando la rete che li circondava “E’ davvero incredibile vero? Non c’è potere che possa scalfirla o oltrepassarla. ”
Ares ringhiò
“sei sempre stato un vigliacco Kronos ma non credere che la tua magia basti a contenerci. Nemmeno tu hai sufficiente energia per fermare i poteri di tutti noi insieme”
Kronos rise ancora
“tutti voi chi? togli dal tuo conto i quattro traditori, perché io li ho creati e io li posso distruggere quando voglio ” guardò Domino, Natanian, Alexis e Catalina “e voi fidatevi che lo farò. Nessuno resta impunito dopo avermi tradito e voi sarete un esempio nella sofferenza che vi procurerò prima di uccidervi”
tornò a guardare Ares
“ti restano due elfi, un mortale, un Syn e tre dei, bhè quattro con te”
vide un lampo passare negli occhi di Ares e gli sorrise “oooh, non starai pensando che abbiamo fatto male i conti e che non ci siamo accorti che due dei vostri Syn sono sfuggiti alla rete vero? Mi dispiace deluderti Ares ma i miei Karmet stanno andando a riprenderli proprio ora, così potranno unirsi a voi. Sempre che sopravvivano chiaramente, perché da quanto mi risulta i loro poteri non si sono ancora manifestati e da soli non so cosa potranno fare contro i miei guerrieri di sabbia”
Artemide si lasciò sfuggire un verso strozzato e Apollo ringhiò pensando al nipote ma Kronos non disse altro guardando invece Blue
“oh già c’è anche un divino. Ho dovuto lavorare un po’ su questo incantesimo perché contenesse la tua magia piccolo Blue, ma sono stato bravo vero?”
tornò a parlare con Ares
“ti dico un segreto Ares: meglio se non conti sul divino, perché il Consiglio dei Divini ha emesso una condanna a morte per tradimento su di lui e non credo che tarderanno ad applicarla. Sono molto, molto arrabbiati”
Blue sbarrò gli occhi e Dae si voltò verso di lui terrorizzato, Kronos scoppiò a ridere
“adoro distruggere le speranze degli stupidi. E a proposito di stupidi: chi vi ha detto che io sono solo?”
accanto a lui apparve un uomo che gli somigliava molto nella corporatura e anche nei tratti del viso, il nuovo arrivato però aveva i capelli grigi molto più lunghi e una barba più corta, quasi accennata, quando Haxa lo vide barcollò sconvolta
“Ade”
sussurrò e il figlio di Kronos, fratello di Zeus e Signore di Haxa la guardò dal suo pulpito e le rise in faccia.
Eccolo il traditore, ecco la serpe in seno che aveva tradito gli Dei.
Ora fu chiaro a tutti come 15 anni prima i cani infernali riuscirono ad entrare nell’Olimpo, Haxa si sentì doppiamente tradita perché Ade le era stato così vicino dopo la perdita del figlio che lei lo aveva amato come un fratello
“mi hai mentito per tutti questi anni. Mi sei stato vicino solo per fare la spia a Kronos?”
Ade ghignò
“eri la più debole Haxa, quella più fragile ed è stato così facile usarti. Sapevo che prima o poi mi avresti portato dai Syn e alla fine lo hai fatto. Quando mi hai detto che tuo figlio era nell’Ade, Kronos ha trovato un modo per arrivare agli altri. Sapeva che tu avresti contattato Ares per dirgli che l’avevi ritrovato, sapeva che lui ti avrebbe mostrato gli altri Syn e quando abbiamo attaccato il tempio, abbiamo capito chi erano. Ed ora eccovi qui. Tutti insieme”
Martin sentì il dolore di Haxa, la vide vacillare di fronte a quel tradimento ma non le permise di piegarsi, richiamò l’oscurità che aveva dentro, la fece fluire attraverso il corpo e la sua aura si espanse fino a toccare la madre qualche passo davanti a lui.
Haxa sentì l’aura del figlio accarezzarla, sostenerla e comprese cosa le voleva dire: io sono qui. Io sono la tua forza. Era vero. Raddrizzò la schiena e guardò Ade
“hai ragione Ade, siamo qua tutti insieme”
come se avessero letto nella mente di Haxa, appena lei ringhiò si lanciarono tutti insieme contro la rete dandole un colpo così forte da farla sfrigolare e tremare ma la rete non si spezzò.
Guardando gli Dei ancora imprigionati Kronos sorrise soddisfatto
“ve l’ho detto. Non uscirete più da li”
si voltò verso Apollo e lo guardò diritto negli occhi
“come sta il piccolo Misa Apollo?”
il dio del sole si pietrificò e Kronos rise
“pensavate di aver messo lui e la bambina al sicuro?”
nessuno osava fiatare ma Kronos non si aspettava certo delle risposte
“Avevate pianificato tutto. Ed era davvero un buon piano lo devo ammettere, ma avete tralasciato una piccola insignificante cosa: vi siete dimenticati che le creature di Ade sono sempre sotto il suo controllo” si voltò verso Haxa “anche se seguono la loro Signora, sono sempre creature di mio figlio”
Haxa tremò
“Gholem …”
“esatto Haxa” sibilò Kronos “Gholem. Non è stato facile raggiungerlo, perché quel piccolo verme è furbo e sa come proteggere la sua mente, ma alla fine Ade ci è riuscito. Sappiamo dov’è e con chi è e ora mio figlio andrà a riprendere quello che è mio”
“noooo”
gridò Daniel terrorizzato e mentre Ade svaniva Apollo e Martin si lanciarono ruggendo contro la rete.

◊◊◊●◊◊◊

Sergio e Fernando correndo veloci come il vento scesero le scale di pietra che portavano ai sotterranei, in fondo alla scalinata trovarono il lungo corridoio così come gli aveva raccontato Alexis, si lanciarono verso l’ultima porta in fondo e quando ci arrivarono Sergio la aprì con una spallata.
Entrarono nella cella come un tornado, con le spade sguainate e gli occhi spiritati pronti a qualsiasi cosa e quasi travolsero l’Oracolo che era appena oltre la porta ad attenderli
“sei sola?”
chiese Sergio guardandosi intorno
“si ma non per molto”
“cosa significa non per molto?”
lei si mosse verso di loro
“vi spiegherò strada facendo, ora tiratemi fuori da qui”
i due ragazzi si guardarono in faccia perplessi ma lei era l’Oracolo, quindi obbedirono
“come facciamo a farti uscire?”
Kyara gli indicò la porta
“Kronos è un idiota, invece di creare un incantesimo all’interno della cella, ha impregnato la magia nei muri e nel legno della porta per tenermi bloccata qui. Da dentro non possiamo fare niente, ma se da fuori strappate via la porta, aprirete un varco nell’incantesimo e io potrò uscire”
Sergio uscì in corridoio e fece come lei gli aveva detto, quando la porta si staccò dai suoi cardini la luce delle fiaccole nella cella si abbassò notevolmente segno che l’incantesimo si era indebolito e Kyara finalmente fu libera
“ora andiamo presto!”
si diresse lungo il corridoio ma Sergio la fermò
“dove vai? Dobbiamo riportarti alla caverna”
lei scosse la testa
“no, alla caverna c’è Ade”
Fernando sobbalzò
“Ade? Cosa centra Ade?”
“non ho tempo di spiegarvi ora, stanno arrivando i Karmet e noi dobbiamo andare di sopra. Muovetevi”
Kyara sapeva che dovevano sbrigarsi, dovevano essere in un certo posto in un determinato momento, era di vitale importanza per tutti che loro arrivassero in tempo
“andiamo!”
sibilò frustrata e Sergio e Fernando misero da parte le loro perplessità e la seguirono.
Giunsero alle scale e sentirono i passi dei Karmet che stavano scendendo di corsa: Kyara aveva già visto quel momento ed era pronta anche per questo.

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