Titolo: Tre foglie nel vento
Autore:
haruka_lantisFandom: originale
Rating: NC-17
Note: ambientanta in Giappone nel 1687, ovvero durante l'era Tokugawa, ad Edo (l'attuale Tokyo). Chiari riferimenti a rapporti omosessuali anche con minori (ma era una prassi comune a molte civiltà del passato e avere sedici anni nel XVII secolo non è come averli al giorno d'oggi).
Scritta per: la mia tabella su
24ore prompt Ore 17:00 Il silenzio è una salvezza
Disclaimer: mia l'idea, miei i personaggi, mia la storia, siete pregati di ricordarvelo, nel caso fosse in cerca di ispirazione!
Anno 1867, marzo
Edo, palazzo di Chiyoda
Ora del Gallo
Un altro giorno volgeva a termine a Chiyoda-jo e gli abitanti del palazzo si preparavano per una nuova lunga notte d’amori, intrecci ed inganni. L'omicidio di Asahi era ancora uno degli argomenti più dibattuti nelle sale di corte, ma già altri scandali si delineavano a contendersi i commenti dei cortigiani di Edo. Forse un poeta avrebbe un giorno dedicato a quelle morti un haiku, oppure i due amanti sarebbero diventati il soggetto per un dramma del teatro kabuki ad ogni modo ben presto la cronaca sarebbe divenuta racconto e poi oblio. Nonostante questo, o forse proprio in virtù di questo, Ito Sojiro non riusciva a ritrovare la serenità di un tempo. Tutto era successo così in fretta, Asahi era morto, Aso era morto e il secondo paggio, che aveva partecipato alla vicenda, era fuggito; l'unico rimasto a conoscere come si erano svolti i fatti quella notte era lui e il peso di quella verità lo opprimeva. Avrebbe preferito dare di sua mano la morte a quel cane, ma non sarebbe stato possibile senza far conoscere il motivo dell'oltraggio. Molte cose sarebbero dovute andare diversamente, ma ormai non vi poteva rimediare. Era rimasto a letto, con un finto raffreddore, tre giorni, poi, non potendo sopportare di essere trattato come un ammalato senza esserlo, aveva ripreso la vita d’ogni giorno: allenamenti, studio, incontri con gli altri samurai, ma aveva sempre l'impressione che la gente sapesse tutto e aspettasse il momento buono per esporlo al pubblico ludibrio, cosa del tutto impossibile, eppure sentiva di camminare sui dei vetri rotti e questo non giovava al suo umore. Poi c'erano gli incubi notturni e la mancanza di sonno influì non poco sul suo rendimento nelle esercitazioni; il suo viso, sempre così gioviale, si sciupò, assumendo uno spiacevole color grigiastro e in molti si preoccuparono per il suo stato di salute. Più le persone gli chiedevano cosa non andasse, più Sojiro si sentiva con le spalle al muro e aveva moti di stizza: aveva esaurito le scuse da inventare.
Perciò, quel pomeriggio inoltrato di fine marzo, i suoi quindici anni archiviati da una settimana, senza averli neanche festeggiati, Sojiro si ritrovò a dover affrontare il problema ancora una volta.
“Non ho niente che non vada, Sato-sensei” rispose irritato al suo maestro, che si era informato sul suo stato.
“Sojiro-kun, le frottole raccontale a tua madre, io so cosa ti è successo e so che non è semplice andare avanti...”
“Voi sapete, maestro?” lo interruppe freddamente Sojiro “Lasciatemi dubitare di quest’affermazione: voi non sapete nulla”
Masanori si lasciò sfuggire un sospiro che fece fremere Sojiro d'indignazione.
“Sei mai stato a Hakone?”
“Da bambino”
“Andremo lì per qualche tempo. L'abate del tempio presso il lago Ashi è un mio conterraneo, ci ospiterà nella foresteria del convento. Ci sono delle terme magnifiche, le montagne tutto intorno, il Fuji innevato: deve esserci ancora molta neve di questi tempi. Vedrai che lassù ritroveremo la pace”
“Potete lasciare Edo così, senza un buon motivo?” chiese stupito Sojiro, incerto se rallegrarsi o no all'idea di dover partire di nuovo.
“Siamo in un periodo di relativa tranquillità e non ho incarichi urgenti a Palazzo. Posso prendermi delle settimane per i miei studi sul buddismo”.
“Da quando sono a vostro servizio non vi ho mai visto aprire un libro di teologia e andate al tempio solo se strettamente necessario” ribatté il ragazzo scettico.
“Oh, c'è sempre la prima volta!” rise Masanori “Troveremo pace e silenzio lassù. Il silenzio è la cosa di cui hai più bisogno ora, nessuno che ti chieda come stai, nessuna bugia per nascondere le occhiaie o i sogni brutti. Lassù, in quel paradiso, saprai riconciliarti con il passato e accettare quel che è successo, e infine potrai cominciare da capo, più maturo e più consapevole di quando arrivasti ad Edo”.
“Non occorre, è tutto a posto, maestro!”
“Negazione: è la prima fase del dolore” Sojiro stava per ribattere ma Masanori lo fermò con un gesto della mano, poi lo attirò a sé e gli diede un sonoro bacio sulla fronte.
Il loro rapporto aveva preso una strana piega: sembravano più padre e figlio che amanti, nonostante Masanori avesse promesso di occuparsi di Sojiro e questi gli avesse giurato eterna fedeltà, secondo il rituale. Sojiro si lasciava accarezzare e baciare con una certa facilità, sua madre doveva averlo coccolato molto, perché il ragazzo era abituato alle effusioni, e la notte divideva il letto con Masanori, ma il suo sonno era disturbato dagli incubi e Sato non osava certo spingere la loro intimità più in là di qualche carezza reciproca. Sapeva che se avesse tentato, Sojiro non si sarebbe opposto, ma non avrebbe apprezzato l'intimità, così vivo in lui il senso della sopraffazione subita; invece Masanori voleva che la loro prima volta fosse un'esperienza positiva per entrambi: perciò aspettava e sopportava. A sopportare troppo a lungo però si rischia d'impazzire, così Sato mirava a divagarsi un po' alle terme, dove sapeva esserci sempre qualche casa da tè, con donne o uomini compiacenti. Sarebbe certo potuto andare a sfogarsi a Yoshiwara, ma sarebbe stato indecoroso farsi trovare in compagnia di un kagema o di una prostituta quando la sua relazione con Sojiro era da poco sulla bocca di tutti: sarebbe passato per un uomo infedele e meschino, e qualche malalingua, più maligna di altre, avrebbe provveduto ad informare il suo wakashu del misfatto, intenta a scatenare un altro dramma della gelosia. Proprio per evitare l'invadenza della gente, Masanori aveva deciso di fare qual viaggio. Sojiro non era uno stupido, gli avrebbe perdonato una scappatella lassù, lontano dagli occhi e dalle chiacchiere delle gente, ma non a Chiyoda, dove avevano una reputazione da difendere.
Note:
Kabuki: il teatro kabuki nasce all'inizio del XVII secolo a Kyoto, come combinazione di canto, danza e recitazione. Inizialmente recitavano solo le donne, poi per motivi morali il palcoscenico fu riservato ai soli uomini, come nel teatro elisabettiano in Inghilterra quasi negli stessi anni. Venivano rappresentati fatti di cronaca, solitamente tragici, spesso con pochissimo intervallo di tempo tra l'avvenimento e la rappresentazione, così che l'evento diveniva velocemente di pubblico dominio. Era una forma di teatro che aveva grande seguito presso la classe emergente dei commercianti e artigiani.
Hakone: metà turistica vicino Tokyo, nelle prefettura di Kanagawa, famosa per le sue terme e i panorami sul monte Fuji.
Yoshiwara: il quartiere del piacere di Edo.
Kagema: uomo che vendeva il proprio corpo ad altri uomini.