Albero delle Drabble-VIII° Ramo

Nov 06, 2009 17:44

Dopo secoli, ritorno con l'Alberello *--* Ho un sacco di rametti pronti, ma tra una cosa e l'altra ci metto sempre un secolo ad aggiornare, chiedo venia >__< Sta volta ho preso una frase di nykyo ed il rametto è tutto dedicato a lei ^__^
C'è stato, infatti, un fitto scambio di mail tempo fa, tra noi, proprio a proposito di questa sua citazione ed entrambe eravamo curiose di scoprire come l'altra avesse immaginato questo momento. Beh, lei ha già dato (con una Flash splendida, come sempre) ed ora è il mio turno! 
Sola un'altra piccola nota: questo Ramo è idealmente il prequel del II; più avanti, quando chiuderò la serie, provvederò a spostarlo e sistemarli tutti in un ordine più coerente.
Ringrazio, come sempre, la mia Morgana personale, Narcissa63, per il lavoro di betaggio assolutamente perrrrfffetto *--*

VIII° Ramo

Artù ricambia il bacio e sorride, sulla bocca ancora piena di Merlino, sentendosi il ragazzo che era - il guerriero infallibile di allora - quando per la prima volta quelle dita tiepide erano corse sui suoi lividi e graffi, per guarirli - per amore - a costo di svelare la propria magia (Nykyo)

Merlino si aggira sul campo di battaglia, soccorrendo i feriti. Lava via il sangue, fascia gli arti rotti, tampona le lesioni, porge da bere ai soldati esausti…
All’improvviso, però, una voce si leva più alta delle altre. Alcuni cavalieri, che ancora conservano un po’ di forze, stanno portando qualcuno dentro una tenda…la tenda reale, su cui campeggia l’emblema dei Pendragon.
Il giovane Mago sente il cuore stringerglisi in una morsa, lascia cadere il secchio d’acqua che stava reggendo e corre al loro seguito. Nella testa un solo nome: Artù, Artù, Artù…
Il Principe è steso su di una branda, trafitto all’addome da una ferita mortale, ed il servo s’inginocchia subito accanto a lui, invocandolo con un mormorio frastornato, mentre afferra la sua mano. E’ fredda e la stretta è debole, l’Erede al trono riesce a malapena a tenere gli occhi aperti e lui si sente morire. La sua più grande paura gli si sta avverando davanti agli occhi.
-Chiamate il cerusico!- grida ad uno dei guerrieri, ma il suo signore richiama la sua attenzione.
-Merlino, non importa…- bisbiglia con voce appena udibile.
-Guarirai, andrà tutto bene!- ribatte questi, ricacciando indietro le lacrime e portandosi la sua mano al petto.
Il giovane Pendragon stringe il palmo con tutta la forza che gli è rimasta: -E’ troppo tardi- ansima per il dolore.
-No- lo Stregone scuote ostinatamente il capo.
-Shhh…di’ a mio padre che…mi dispiace di non essere stato all’altezza…- smozzica, attirandolo a sé, parlandogli quasi all’orecchio per il terrore che la sua voce, troppo fievole, risulti incomprensibile.
-Non dire sciocchezze, abbiamo vinto la battaglia e qualunque cosa tu abbia da dirgli, lo farai di persona- replica l’altro imperterrito, cercando nella propria mente una soluzione. Ma quanto ci mette il medico a correre dal futuro re?!
Artù gli concede un sorriso lieve, prima di soffiare sul suo viso: -Grazie…per tutto- e chiudere gli occhi, sfinito.
-No, no, no…- cantilena il Mago convulsamente e le sue iridi si tingono d’oro, mentre le sue dita raggiungono lo squarcio mortale. Poi le sue labbra formulano parole incomprensibili ai cavalieri e, sotto gli occhi di altre cinque persone, il sangue comincia a riassorbirsi ed il taglio a rimarginarsi.
-Magia!- esclama uno dei nobili, stupefatto -E’ uno Stregone!- ma egli non se ne cura, concentrato sul proprio obiettivo.
Dopo qualche attimo, le palpebre del Principe tremano e si schiudono nuovamente: -Ma cosa…?- sibila, vedendo lo strano colore degli occhi del suo valletto e portandosi una mano alla ferita, dove avverte un intenso calore. Il dolore è scomparso.
-Perdonami Artù…- mormora Merlino ed il suo sguardo ora è della tinta consueta, blu come il mare -Ti amo- aggiunge solo, prima che l’accusa si ripeta.
-Stregone!- ringhia uno dei cavalieri, puntandogli la spada alla gola.

serie: albero delle drabble (merlin), merlin

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