Fandom: Merlin;
Pairing: Artù/Merlino;
Rating: NC17;
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico;
Warning: BDSM, Flash-fic, Sesso descrittivo, Slash;
Summary: L’unico rumore nella stanza era quello dei colpi feroci che cadevano senza tregua, uno dopo l’altro, sulla carne tenere delle sue natiche.
Quindici colpi. Uno per ogni cavaliere di Camelot caduto nell’ultima battaglia.
Note: Pago pegno a
koorime_yu , che ha chiesto una Merlino/Artù (sì, proprio con Merlino attivo!) su prompt “Non ho ancora finito con te” in
un giochino sul
mio LJ. Scritta sul prompt “Punizione” per il
P0rn Fest #4 di
fanfic_italia e sul prompt 39. Kinks, che fa da introduzione alla fic, preso dalla
mia cartella della
Maritombola di
maridichallenge .
DISCLAIMER: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla ù_ù
Espiazione
La corda ruvida intrappolava i polsi alla colonna del baldacchino e li graffiava crudelmente, resistendo anche quando i suoi prigionieri sembravano pronti a strapparsi. Artù percepiva gli spifferi del castello scivolare sulla propria schiena, impietosi come dita gelide, mentre le braghe calate alle ginocchia gli intrappolavano le gambe.
L’unico rumore nella stanza era quello dei colpi feroci che cadevano senza tregua, uno dopo l’altro, sulla carne tenere delle sue natiche.
Quindici colpi. Uno per ogni cavaliere di Camelot caduto nell’ultima battaglia.
E lui li accettava tutti, digrignando i denti in silenzio, con gratitudine. Espiando, concentrandosi sul dolore per dimenticare il ricordo dei corpi riversi a terra.
La paletta calò ancora ed ancora, stretta fra le mani di Merlino, battendolo come un tappeto.
Il Principe riusciva quasi ad immaginare il lieve sorriso che gli increspava le labbra - “rivalsa, finalmente!” sembrava urlare - e lo sguardo serio concentrato su di lui, pronto a cogliere il minimo cedimento.
Pensò al viso dolce di Gwen, ai suoi baci teneri, ai suoi occhi pieni d’amore, e ghignò amaramente. Non avrebbe mai potuto chiedere a lei una cosa simile, non ne avrebbe capito il senso, ne avrebbe avuto il coraggio di farlo. Nessuno avrebbe avuto la forza di accanirsi sull’Erede al trono - nessuno, tranne Merlino.
Lui era l’unico a capirlo, il solo a cui potesse rivolgersi, che sarebbe stato ben felice di ridimensionarlo, perché ne comprendeva il significato e lo rispettava.
Ginevra era carina ed era una comoda copertura; se un giorno Artù fosse stato in grado di cambiare le leggi e sposarla, sarebbe stato un evento tanto scioccante da allontanare ogni sospetto sulla realtà. Su ciò che accadeva a porte chiuse nelle stanze reali, dove si sottometteva ad un uomo, al proprio servo. L’unico di cui potesse fidarsi, il solo che si sarebbe fermato secondo i patti, senza approfittarne, lasciando cadere la paletta dopo il numero di colpi stabilito, come stava facendo ora.
Artù lo sentì inginocchiarsi alle proprie spalle ed intrappolargli i fianchi tra le mani affusolate. Poi le sue labbra si poggiarono sulla pelle arrossata, lasciando piovere baci gentili dove prima erano precitati aspri colpi. Quella lingua sferzante, impossibile da intimidire, scivolò nel suo punto più intimo, lenendo e stuzzicando, portandolo al deliquio.
«Non ho ancora finito con voi» gli soffiò all’orecchio, dopo essersi rimesso in piedi, e poi il suo membro lo penetrò sino in fondo, lento e bruciante.
Faceva male, ma non gli importava. Ogni centimetro di quella virilità dura che lo apriva e riempiva lo faceva sentire vivo, e Artù dimenticò ogni cosa - obblighi, impegni, doveri - lasciandosi possedere. Cedette il controllo e si prese il piacere, lasciando il lavoro a Merlino, come sempre.
FINE.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Fire&Blade;